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RENATO SACERDOTI
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Renato Sacerdoti 1928-1935 Renato Sacerdoti 1951-1958 Roma, 20 - 10 - 1891 / Roma, 13 - 10 - 1971

Vincitore della Coppa Coni 1928
Vincitore della Serie B 1951

STAGIONE
PIAZZAMENTO
Marzo 1928-1928
8 Girone B - Divisione Nazionale
Vincitore della Coppa Coni
1928-1929
3 Girone A - Divisione Nazionale
1929-1930
6 - Serie A
1930-1931
2 - Serie A
1931-1932
3 - Serie A
1932-1933
5 - Serie A
1933-1934
5 - Serie A
1934-1935
4 - Serie A
Aprile 1951-Giugno 1952
1 - Serie B - Promozione
1952-1953
6 - Serie A
1953-1954
6 - Serie A
1954-1955
3 - Serie A
1955-1956
6 - Serie A
1956-1957
14 - Serie A
1957-1958
5 - Serie A



BIOGRAFIA

La prima presidenza di Sacerdoti, coincise con la grande crescita della Roma.
Portò a Roma giocatori come Bernardini, Volk, Costantino, Dugoni, Banchero, Guaita, Scopelli e tanti altri, dando l'esatta misura delle ambizioni giallorosse.
Fece costruire Campo Testaccio, lo stadio che rimase simbolo di una era romanista, forse la più bella in assoluto e, sempre per dare l'idea delle ambizioni che animavano la nuova società, scelse una sede lussuosa come quella di Largo di Torre Argentina.
Naturalmente, dette fastidio a molti e i suoi nemici si mossero nel 1935, all'indomani della fuga di Guaita, Scopelli e Stagnaro, per colpirlo proditoriamente, approfittando dell'incipiente antisemitismo del regime.
Fu infatti accusato di aver esportato illegalmente capitali all'estero per acquisire i tre giocatori e mandato al confino.
Pur costretto a lasciare la presidenza, rimase sempre accanto alla Roma.

Il secondo periodo presidenziale di Sacerdoti, coincise con la rinascita della Roma.
Preparata del resto a puntino dal Banchiere di Testaccio, il quale aveva posto come obiettivo non solo l'immediato ritorno in serie A, ma anche il recupero di quelle posizioni di vertice per le quali la Roma era nata.
Sia il primo che il secondo obiettivo furono centrati immediatamente.
Tra il 1952 e il 1958, Sacerdoti non badò a spese per potenziare la squadra: in questo periodo arrivarono veri e propri fuoriclasse come Ghiggia, Pandolfini, Moro, Bronèe e tanti altri campioni che consolidarono la base tecnica, consentendo alla Roma di ritornare ai livelli che aveva raggiunto prima della guerra. Fu costretto a lasciare nel 1958 per motivi di salute e anche perchè ormai si riconosceva sempre meno in un calcio che stava vorticosamente cambiando.