Il crack del calcio mondiale.
Il nuovo Pelè. Il nuovo Messi.
Così viene descritto questo giovane brasiliano in patria.
Su di lui ci sono gli occhi delle maggiori squadre europee, su tutte il Barcellona.
A sorpresa, e pagandolo un bel po' di milioni di euro, è la Roma ad aggiudicarsi il suo cartellino.
Fin da subito, però, il padre-procuratore impunta i piedi, convinto del valore del figlio e non vuole che la Roma lo giri in prestito al Frosinone per farlo formare nel calcio italiano. Così resta un'altra stagione al Fluminense.
Arriva così alla Roma sotto la guida di mister Spalletti, che però punta decisamente su giocatori più formati ed affermati, non vedendo in lui le caratteristiche congeniali al suo gioco.
E così Gerson si immalinconisce e praticamente non vede quasi mai il campo.
E quando lo vede, è Spalletti a non metterlo a proprio agio, come ad esempio nella trasferta a Torino contro la Juventus in cui lo schiera titolare ma completamente fuori ruolo, e lui si smarrisce praticamente subito, venendo sostituito alla fine del primo tempo. Certificando, così, il suo fallimento.
L'anno dopo, con Di Francesco in panchina, le cose migliorano leggermente, e lui trova maggiore spazio.
Ma è ancora poco chiaro il suo ruolo in campo ed è troppo lento con il pallone tra i piedi. Ad ogni modo, riesce a ritagliarsi un discreto spazio, scendendo in campo per 24 volte, alcune delle quali da titolare, e a segnare anche una doppietta a Firenze.
Ma alla fine della fiera, tutto risulta essere tranne che un fuoriclasse...