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JOZSEF KING
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Budapest (Impero Austro-Ungarico), 27 - 11 - 1891 / Tirrenia (PI), 22 - 03 - 1983
Esordio in panchina Prima Categoria: 1919
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STAGIONE
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SQUADRA
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SERIE
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PIAZZAMENTO
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1920-1921
Gennaio 1921
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UDINESE
PISA
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1° Cat.
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4 Girone A (Sezione Veneta)
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1° Cat.
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2
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1921-1922
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PISA
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CCI
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3
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1922-1923
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PISA
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1° Div.
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6 Girone A
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1923-1924
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PISA
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1° Div.
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7 Girone B
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1924-1925
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LIVORNO
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1° Div.
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5 Girone B
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1925-1926
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LIVORNO
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1° Div.
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5 Girone B
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1926-1927
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FORTITUDO
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CDN
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10 Girone B - Retrocesso
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1927-1928
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MODENA
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CDN
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5 Girone B
(Subentrato)
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BIOGRAFIA
Di origini irlandesi, Jozsef King nacque a Budapest e fin da giovane si dedicò al gioco del calcio.
Si trasferì in Italia per allenare e subito venne notato prima
dall'Udinese e, nella stessa stagione sportiva, dopo i gironi iniziali,
venne ingaggiato dal Pisa che gli offrì il doppio dello stipendio che
percepiva in Veneto, proprio perché già dimostrava di essere
estremamente capace.
Con la squadra toscana sfiorò immediatamente la vittoria del torneo
nazionale, venendo sconfitta nella finale dalla Pro Vercelli.
Le autorità fasciste, lo costrinsero a cambiare il proprio nome in Giuseppe Ging.
Passa al Livorno dove conferma le sue qualità di allenatore prima di
arrivare alla Fortitudo, nell'anno precedente alla fusione che porterà
alla nascita della Roma.
E proprio in seguito a questa fusione, ha l'opportunità di allenare la
neonata società giallorossa in condominio con Pietro Piselli,
allenatore dell'Alba Audace, altra squadra che venne inglobata dalla
Roma.
I due riescono ad allenare i giallorossi solo in occasione delle prime
due amichevoli contro l'U.T.E. e l'Attila, prima che le incomprensioni
tattiche portino alla rottura e alla dipartita di Piselli.
La dirigenza giallorossa, comunque, decide di affidare la direzione
tecnica della squadra al più affermato William Garbutt, che a Genova ha
vinto già diversi titoli nazionali, e King inizialmente rimane nei
quadri tecnici della squadra.
Ma il richiamo del campo è troppo forte per lui, e quando arriva la
chiamata del Modena, alla 4 giornata di campionato, lui non ci pensa su
due volte e decide di rimettersi in gioco.
Ironia della sorte vuole che sia proprio lui a sedere sulla panchina della squadra
che, perdendo la finale della Coppa Coni, regalerà il primo trofeo in
assoluto alla Roma.