Arrivò preceduto da grande fama, conquistata con la Fiorentina.
Come Barbesino, rappresentava la scuola piemontese ed era stato ottimo mediano, duro negli interventi, ma anche ottimo palleggiatore. Con la Pro Vercelli, aveva vinto sette scudetti, prima di ritirarsi dal calcio giocato ed accomodarsi in panchina.
Era un ottimo preparatore atletico e le sue squadre giocavano con la consueta vigoria fisica ed atletica che caratterizzava il vecchio football piemontese.
Purtroppo, aveva delle ombre caratteriali: testardo ed introverso, non riuscì a legare con dirigenza e squadra e questo rappresentò un handicap.
Il suo lavoro, non fu giudicato molto positivamente all'epoca, ma a posteriori si può affermare che preparò la strada per la Roma che avrebbe vinto il titolo.
Fu lui infatti ad immettere Pantò in prima squadra e a battersi per avere Borsetti e Donati.