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Aggiornamenti sulla morte di
Gabriele Sandri

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11 NOVEMBRE 2007

Questa mattina all'autogrill di Arezzo accenno di rissa tra juventini e laziali poi interviene una pattuglia della stradale e spara: muore Gabriele Sandri, 28 anni. Tragedia sull'A1, Italia sotto choc per il tifoso ucciso da un agente Il giovane era in auto con degli amici, dopo la rissa stavano ripartendo quando il poliziotto ha sparato. Il Questore: "Un tragico errore".

TRAGEDIA SULL'A1, ITALIA SOTTO CHOC PER IL TIFOSO UCCISO DA UN AGENTE.
AREZZO - La tragedia che scuote l'Italia, che provoca un'ondata di indignazione in tutte le tifoserie, che riaccende il dibattito sia sulle violenze degli ultras sia sugli errori che a volte commettono gli uomini delle forze dell'ordine, comincia poco dopo le 9, nell'autogrill di Badia al Pino, lungo l'autostrada A1. Un accenno di rissa tra sostenitori juventini e laziale, la polizia stradale che subito dopo interviene, un agente che spara uno, forse due colpi di pistola, a grande distanza: muore un ragazzo. Gabriele Sandri, 28 anni, supporter biancazzurro, noto dj dei locali romani, titolare di un negozio di abbigliamento, viene colpito al collo, mente si trova all'interno di un'auto, una Renault Megane.

Una morte assurda, "un tragico errore", come alcune ore dopo il fatto ammette il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe. Diversa l'opinione di Luigi Conti, legale della famiglia della vittima, che accusa: "E' omicidio volontario". Così come il fratello di Gabriele, Cristiano Sandri, che urla tutto il suo dolore: "Me lo hanno ammazzato". Adesso, naturalmente, spetta agli inquirenti fare piena luce sull'accaduto: sia ascoltando i testimoni - a partire dall'agente che ha sparato, a quanto sembra un trentenne con diversi anni di esperienza alle spalle - sia attraverso altri tipi di riscontri. Come i filmati delle telecamere di sicurezza dell'autogrill, sequestrati dalla polizia scientifica.

In attesa di conoscere l'esito delle indagini, quel che sembra certo è che, poco prima delle 9 del mattino, un'auto di tifosi juventini, nel piazzale di sosta, viene avvicinata da alcuni supporter laziali, armati di spranghe. C'è tensione, nasce una violenta collutazione. L'incidente richiama l'attenzione di due pattuglia della Polstrada, che si trova sul piazzale dello stesso autogrill ma dall'altra parte della carreggiata a oltre 50 metri di distanza. Gli agenti sono stati chiamati per un altro servizio, ma sentono rumori e grida e decidono di intervenire. Raggiungono il bordo della carreggiata e, da lì azionano le sirene delle loro auto. Ma la rissa continua e, a questo punto, uno degli agenti decide di sparare in aria "per attirare l'attenzione" dei contendenti. Il poliziotto spara due volte e un colpo, ma questo non è ancora stato ammesso apertamente nemmeno dal questore, raggiunge al collo Gabriele Sandri che si trova seduto in mezzo sul sedile posteriore della Megane Scenic. L'auto, nel frattempo è partita, gli amici a bordo si accorgono che Gabriele sta male, rantola, si fermano al successivo casello (4-5 chilometri più a Nord) e chiamano il 119. Lì li raggiunge la volante, arriva anche l'ambulanza, si cerca di rianimare il giovane, ma non c'è nulla da fare. Il ragazzo è morto e il suo corpo senza vita resterà a lungo sdraiato su sedile posteriore dell'auto.

L'agente che ha sparato: trentenne, con diversi anni di servizio è stato interrogato a lungo dal magistrato senza l'assistenza di un avvocato. Intorno alle 21 non risultava ancora insdagato. Per ora le sue dichiarazioni restano top secret.

Sul luogo della tragedia sono stati ritrovati anche due coltelli e due ombrelli spezzati.

E già poco dopo la morte di Sandri, le indiscrezioni si rincorrono, si comincia a dire che la vittima non è stata colpita da tifosi avversari, ma da un uomo delle forze dell'ordine. Vertici calcistici e dirigenti del Viminale si riuniscono subito, e alla fine decidono di sospendere Inter-Lazio, e di far cominciare le altre partite di A con 10 minuti di ritardo. Si sa anche che il Viminale deciderà di vietare d'ora in poi tutte le trasferte. Ma questo non basta a sedare gli animi dei tifosi: incidenti si registrano in vari stadi. Atalanta-Milan viene interrotta dopo pochi minuti, per motivi di ordine pubblico, lo stesso accade a Taranto per Taranto-Massese di C1. A Milano, tifosi interisti e laziali formano insieme un corteo e percorrono le strade vicino allo stadio. Davanti a un commissariato parte una sassaiola. In quasi tutti gli stadi si sprecano gli insulti alla polizia.

In serata, a Roma, esplode la violenza: centinaia di ultras di Roma e Lazio, ma anche tanti giovani senza "insegne" calcistiche, attaccano commissariati, la sede del Coni e lo stadio. Danno fuoco a cassonetti e autobus, feriscono una ventina di agenti.

Ore 13:31
Tifosi laziali: "Gli ha sparato la polizia" "Gli ha sparato la polizia".
E' quanto sostengono alcuni tifosi della Lazio che non erano presenti nell'autogrill, ma che riferiscono quanto dicono di aver appreso da altri supporter che erano con il giovane ucciso. Secondo questa ricostruzione nell'area di servizio di Badia al Pino, dove il giovane è morto, "non ci sono stati tafferugli, ma solo una piccola scaramuccia tra due auto di tifosi laziali e juventini. Il nostro amico è stato ucciso mentre era in macchina che stava uscendo dal'area di servizio. Gli hanno sparato i poliziotti, scrivetelo, che si trovavano nella carreggiata opposta"

Ore 13:36
Bergamo, scontri polizia-ultras.
La tensione è esplosa immediata a Bergamo, dove è in programma la partita Atalanta-Milan, alla notizia dell'uccisione di Gabriele Sandri. Gli ultras, non è ancora chiaro se solo atalantini o anche milanisti, hanno dato vita a scontri con le forze dell'ordine. Attorno allo stadio c'è stato un lancio di lacrimogeni da parte della polizia, e secondo le prime notizie vi sarebbero dei contusi. Gli scontri sono tuttora in corso

Ore 13:57
Avvocato amico famiglia Sandri: "E' stato un tirassegno".
"E' un reato perpetrato dalle forze dell'ordine, lo dicono i tifosi, sentite loro. E' stato un tirassegno". Lo ha detto ai giornalisti l'avvocato Luigi Conti, che ha riferito di essere amico della famiglia di Gabriele Sandri. L'avvocato ha raggiunto la caserma della polizia stradale di Arezzo. Ha anche spiegato di aver assistito ai primi rilievi nell'auto su cui viaggiava Gabriele".

Ore 14:00
Reggina-Genoa, tifosi tolgono striscioni.
I tifosi della Reggina che si trovano nello stadio Granillo in attesa dell'incontro col Genoa hanno raccolto gli striscioni in segno di lutto per la morte del tifoso della Lazio

Ore 14:05
Bergamo, due agenti feriti.
Gli incidenti a Bergamo sono iniziati intorno alle 13, quando un gruppo di ultras atalantini ha preso a sassate una jeep della polizia in viale Giulio Cesare, a poche centinaia di metri dallo stadio. A bordo del mezzo, che era in movimento, c'erano due poliziotti, che sono rimasti feriti. Poco dopo sono iniziati gli scontri veri e propri. Anche gli ultras milanisti, secondo le prime, sommarie informazioni, hanno aggredito le forze dell'ordine: dal treno che li stava portando a Bergamo avrebbero fatto partire una sassaiola contro gli agenti della Polfer approfittando di una sosta del treno nella stazione di Treviglio. Ci sarebbero dei contusi

Ore 14:13
L'avvocato: "Colpito al collo mentre era in auto".
Sarebbe stato colpito nella parte posteriore del collo, mentre si trovava in auto, Gabriele Sandri, 26 anni, il tifoso laziale morto stamani nell'area di servizio di Badia al Pino sull'A1. E' quanto ha riferito l'avvocato Luigi Conti, arrivato alla caserma della polizia stradale di Arezzo, e che si è qualificato come un amico della famiglia della vittima. Il proiettile sarebbe entrato nella vettura, una Renault Megane, infrangendo il lunotto posteriore sinistro. Dopo l'accaduto l'auto è stata portata alla caserma della polizia stradale di Arezzo, con all'interno la salma. Il corpo di Sandri è stato poi rimosso intorno alle 13.30

Ore 14:23
Ancora scontri a Bergamo.
Gli scontri fra ultras atalantini e forze dell'ordine sono ripresi con particolare violenza davanti allo stadio di Bergamo. Gli atalantini che sono sotto la curva sud hanno attaccato di nuovo la polizia, che ha risposto lanciando lacrimogeni ma - secondo quando è possibile vedere stando ai margini del piazzale - è stata costretta momentaneamente ad arretrare sotto la furia degli ultras, che lanciano pietre e bastoni. Scontri anche tra forze dell'ordine e ultras milanisti.

Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti
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Ore 14:31
Corteo vicino San Siro: "Amato dimettiti".
"Amato dimettiti", "per Raciti fermate il campionato, la morte di un tifoso non ha significato". Con questi due striscioni in testa il corteo composto da diverse centinaia di ultras di Inter e Lazio si sta muovendo intorno allo stadio Meazza di Milano

Ore 14:40
Questore: "E' stato un tragico errore".
"E' stato un tragico errore". Lo ha detto il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe, riferendosi alla morte di Gabriele Sandri. "Il nostro agente era intervenuto per evitare che i tafferugli tra due esigui gruppi di persone che non erano stati individuati come tifosi degenerassero con gravi conseguenze per entrambi. Esprimo profondo dolore e sincere condoglianze alla famiglia della vittima"

Ore 14:49
Casini: "Spero che non si apra caccia al poliziotto".
"Esprimo il cordoglio più sincero alla famiglia del ragazzo ucciso e a tutti i tifosi della Lazio". Lo dichiara Pier Ferdinando Casini, che aggiunge: "Mi auguro che il dramma di queste ore non riapra quella assurda e ingiustificata 'caccia al poliziotto' che si è scatenata in casi analoghi"

Ore 14:50
Alle 16,30 fiaccolata a Roma
Oggi pomeriggio alle 16,30 a piazza Euclide, a Roma, fiaccolata in ricordo di Gabriele Sandri

Ore 14:55
Milano, corteo ultras verso piazzale Lotto.
Un corteo composto da alcune centinaia di tifosi di Inter e Lazio ha raggiunto il piazzale Axum, antistante lo stadio Meazza, ed è partito lungo la strada che conduce fino a piazzale Lotto. I tifosi marciano compatti occupando l'intera carreggiata

Ore 14:56
A Bergamo tornata la calma.
A meno di mezz'ora dall'inizio di Atalanta-Milan, la calma sembra essere tornata a Bergamo dopo i violenti scontri fra ultras e forze dell'ordine nelle vicinanze dello stadio. Sia i tifosi atalantini che quelli del Milan hanno preso posto nelle rispettive curve, in attesa dell'inizio della partita. Rimane comunque un clima di particolare tensione

Ore 14:58
Milano, cameraman tg4 picchiato da ultras.
Un cameraman che stava compiendo riprese per il Tg4 davanti allo stadio di San Siro ha subito un'aggressione da parte di ultras, e si trova ora al pronto soccorso dell'ospedale San Raffaele per essere medicato. "Ho effettuato due minuti di ripresa mentre i tifosi insultavano gli agenti - ha raccontato al telefono l'operatore televisivo -. Poi mi sono allontanato, ma sono stato aggredito alle spalle con calci e pugni, e hanno anche sfasciato la telecamera"

Ore 15:07
Prc e Verdi chiedono sospensione del campionato.
Prc e Verdi chiedono lo stop. "Dopo il grave episodio accaduto è necessario sospendere tutte le partite di calcio in programma: fermiamoci tutti, bisogna capire cosa è successo", dice il responsabile sport del Prc, Antonio Ferraro. "E' incomprensibile come in momenti tragici come questo il mondo del calcio non decida di fermarsi", gli fa aco il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli

Ore 15:09
Torino, niente striscioni e ingresso ritardato per protesta.
Niente striscioni e settori centrali delle curva Maratona e Primavera deserti, allo stadio Olimpico di Torino. E' la protesta dei tifosi del Torino per la morte di Gabriele Sandri. I tifosi occuperanno gli spalti, fanno sapere i gruppi organizzati del tifo granata, alcuni minuti dopo il fischio d'inizio della partita contro il Catania

Ore 15:13
Lotito: "Colpo partito accidentalmente".
"Non creiamo allarmismi contro le istituzioni". Il presidente della Lazio Claudio Lotito, intervenuto a Rai2 ha dato la sua opinione sulla morte del giovane tifoso laziale in una stazione di servizio nei pressi di Arezzo. "Gli scontri sono avvenuti tra gli occupanti di due auto, una di tifosi juventini e altri laziali. E' intervenuta una pattuglia della polizia stradale che si trovava nell'altra corsia di marcia e nel tentativo di sedare la rissa è partito accidentalmente un colpo. L'elemento scatenante ancora non è noto"

Ore 15:17
Alle 17 conferenza stampa questore di ArezzoUna conferenza stampa è stata convocata dal questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe alle 17, nella questura della città toscana, per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri.

Ore 15:19
Veltroni: "Una morte che lascia senza parole".
"La morte del giovane tifoso laziale lascia senza parole. La città si unisce al dolore che in questo momento stanno provando i familiari di Gabriele Sandri, i suoi amici, la Lazio e i suoi tifosi. E' urgente sia fatta piena luce su quanto accaduto". Lo ha detto il sindaco di Roma, Walter Veltroni.

Ore 15:20
Alemanno: "Accertare tutte le responsabilità".
"Questa tragica morte colpisce tutto il mondo sportivo della Capitale. Esprimiamo il nostro cordoglio ai familiari del ragazzo deceduto e a tutti i tifosi della Lazio. Chiediamo alle autorità inquirenti di accertare tutte le responsabilità per evitare che si crei un clima di sospetto tra il mondo dei tifosi e le forze dell'ordine che compiono il loro dovere ogni domenica per garantire il regolare svolgimento delle partite". E' quanto afferma il parlamentare e presidente della Federazione di Roma di An, Gianni Alemanno.

Ore 15:22
Un amico: "E' stato assassinato".
E' stato assassinato. Così gli amici di Gabriele Sandri sintetizzano l'accaduto nell'autogrill di Arezzo. "Tutto è cominciato verso le 9 del mattino - ha raccontato Francesco, amico di Gabriele - quando nell'autogrill c'è stato un battibecco tra tifosi delle Juventus e della Lazio, poi uno spintone, qualche pugno. Niente di grave. Quindi mentre il Dj rientrava in macchina un colpo è volato dall'altra parte dell'autogrill, a circa 40 metri, e Gabriele è morto sul colpo, colpito da una pallottola in faccia".

Ore 15:23
Milano, sassi contro un commissariatoIl corteo di circa 400 ultras di Inter e Lazio si è fermato di fronte al commissariato di polizia di via Novara a Milano. I manifestanti hanno occupato le due carreggiate e dalla folla qualcuno ha lanciato sassi verso il commissariato. Al corteo si sono aggiunti una cinquantina di ultras del Varese noti anche come estremisti di destra.

Ore 15:25
Scontri Atalanta-Milan, gara sospesa.
Proteste sugli spalti dei tifosi in avvio della gara tra Atalanta e Milan hanno costretto l'arbitro a interrompere la partita al 7' di gioco.

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Ore 15:27
Coro ultrà Livorno: "Assassini, assassini".
"Assassini, assassini": è quanto hanno urlato, insieme ad altri cori e slogan contro polizia e carabinieri, alcuni tifosi del Livorno allo stadio di Siena, dove si gioca Siena-Livorno. I tifosi senesi invece, hanno deciso di ritirare gli striscioni dalla propria curva ed evitare di cantare cori e urlare slogan in sostegno della squadra in segno di rispetto per Gabriele Sandri, il tifoso laziale morto. Il grido 'assassini, assassini è partito dai tifosi del Livorno proprio quando i senesi stavano ritirando i loro striscioni.

Ore 15:29
Striscione tifosi Parma: "Morte uguale per tutti""La morte è uguale per tutti", questo lo striscione esposto dai tifosi del Parma, durante la gara con la Juventus, nella curva riservata ai sostenitori gialloblu e firmato dai "Boys". Il riferimento è alla morte del tifoso della Lazio, Gabriele Sandri, deceduto questa mattina presso l'area di servizio di Badia al Pino. I tifosi della Juventus presenti al Tardini hanno invece tolto gli striscioni. Comunque all'interno dello stadio di Parma, la situazione è tranquilla.

Ore 15:30
Fratello Sandri con investigatori ad Arezzo.
Il fratello di Gabriele Sandri, Cristiano, si trova all' interno della caserma della polstrada ad Arezzo e sta parlando con gli investigatori della polizia. Poco fa il capo della mobile di Arezzo Marco Dal Piaz, anche lui alla caserma della polstrada, ha detto: "Stiamo lavorando in pieno rispetto delle regole e con professionalità per accertare quando accaduto. Di più non posso dire".

Ore 15:32
Atalanta-Milan, squadre rientrate negli spogliatoi.
Atalanta e Milan sono rientrate negli spogliatoi, dopo che l'arbitro Saccani ha sospeso la gara a causa delle intemperanze dei tifosi bergamaschi che hanno mandato parzialmente in frantumi la barriera divisoria a ridosso del campo di gioco.

Ore 15:38
Reggina-Genoa, cori contro la polizia.
Cori contro la polizia nello stadio Granillo di Reggio Calabria durante Reggina-Genoa per protesta contro l'uccisione del tifoso della Lazio in provincia di Arezzo. Ad intonare i cori, sin dai primi minuti della partita, sono stati i sostenitori di entrambe le formazioni. La protesta è stata concordata nel corso di un incontro tra delegazioni delle due tifoserie prima della partita.

Ore 15:39
Cori dei tifosi del Siena contro la polizia.
Cori e offese contro le forze dell'ordine ci sono stati da parte anche dei tifosi del Siena dopo quelli urlati dai supporter del Livorno, nello stadio senese dove si gioca Siena-Livorno. Le due opposte tifoserie, solitamente accese rivali, si sono unite nei vari cori contro polizia e carabinieri. E' stato anche cantato "Sospendete la partita, sospendete la partita". Inoltre, come già avevano fatto quelli del Siena, anche i tifosi livornesi hanno tolto gli striscioni.

Ore 15:41
Fiorentina-Udinese, cori contro polizia, governo e pay tv.
Qualche coro contro la polizia, contro il governo e la pay tv è stato urlato prima dell'inizio di Fiorentina-Udinese dalla curva Fiesole e dal settore dei supporter dell'Udinese nello stadio Franchi di Firenze. Questi ultimi sono stati però subito fischiati dal pubblico della curva Marione. "Non ne possiamo più delle divise blu - questi gli slogan - no a questo governo, no alla pay tv".

Ore 15:42
Milano, ultras via da commissariato.
Dopo essere rimasti circa mezz'ora di fronte al commissariato San Siro di via Novara che hanno preso di mira con sassi e bottiglie, gli ultras in corteo stanno marciando nuovamente verso lo stadio Meazza. Secondo alcune voci, avrebbero intenzione di dirigersi verso la sede Rai di Corso Sempione. Sulla strada il corteo ha lasciato un paio di falò.

Ore 15:43
Gramazio: "Amato spieghi in Senato"Il senatore Domenico Gramazio di Alleanza nazionale ha chiesto formalmente che il governo, nella persona del ministro degli Interni, Giuliano Amato, vada domani in apertura di Senato alle ore 16 a riferire del grave fatto che ha portato alla morte di un giovane tifoso della Lazio. "Il governo - dice Gramazio - deve spiegare tutti i fatti".

Ore 15:46
In corso interrogatorio agente polstrada.
E' in corso in procura ad Arezzo l'interrogatorio dell'agente della polizia stradale che ha sparato al tifoso della Lazio nell'autogrill Badia al Pino, in provincia di Arezzo. L'agente avrebbe una trentina di anni e diversi anni di esperienza in polizia. Da una prima ricostruzione sembra che l'agente fosse in auto con un collega nella corsia opposta a quella dove si trova l'autogrill. quando si è accorto della rissa, i poliziotti avrebbero fermato la macchina e attraversato l'autostrada. L'agente avrebbe sparato due colpi, da una lunga distanza, uno dei quali avrebbe colpito il tifoso della Lazio.

Ore 15:48
Arezzo, slogan tifosi laziali fuori dalla caserma polstrada.
"Assassini, assassini": questo il grido che si è levato da un gruppo di circa quindici tifosi della Lazio davanti alla caserma della polstrada di Arezzo, dove si trovano gli investigatori che indagano sulla morte di Gabriele Sandri, e dove c'è anche il fratello della vittima. Il grido è partito quando davanti all'ingresso della caserma è arrivata una camionetta della polizia seguita da un carro attrezzi. I tifosi laziali sono arrivati ad Arezzo da Roma dopo aver saputo della morte del giovane.

Ore 16:04
Parma, corteo di tifosi intorno al Tardini.
Proteste anche a Parma per la morte del tifoso laziale. Un corteo di tifosi non chiaramente identificati, si dice congiunto tra tifosi del Parma e della Juventus, ha sfilato non autorizzato attorno allo stadio Tardini durante la partita Parma-Juventus. Sarebbero circa 150 e avrebbero anche scaricato sulla strada il contenuto di alcuni estintori. Il fumo degli estintori si è alzato dalla curva sud e si è visto anche all'interno della struttura. La polizia avrebbe controllato i movimenti dei tifosi senza intervenire.

Ore 16:09
Angius: "Turno andava sospeso".
"La decisione di far giocare comunque il campionato di serie A di calcio, seppure con 10 minuti di ritardo e con il lutto al braccio di arbitri e giocatori è sbagliata". Lo afferma il Vice Presidente del Senato ed esponente del Partito Socialista, Gavino Angius, commentando la decisione della Lega Calcio assunta dopo la morte del tifoso della Lazio Gabriele Sandri.

Ore 16:10
Berlusconi: "Giornata terribile. Mannaggia".
"E' stata una giornata terribile. Mannaggia, mannaggia...". Così Silvio Berlusconi commenta tanto la notizia dell'uccisione del tifoso laziale quanto quelle degli incidenti che arrivano dagli stadi italiani. A chi gli domanda se non sarebbe stato meglio sospendere tutte le partite di serie A, l'ex premier risponde dicendo "questo non lo so".

Ore 16:14
Arezzo, sulla A1 rilievi della scientifica.
Rilievi della polizia scientifica sono in corso non solo nell'area di servizio di Badia al Pino, sulla A1, dove stava transitando l'auto con a bordo Gabriele Sandri, ma anche nell'area di servizio gemella situata al lato opposto della carreggiata. Si cerca il bossolo del colpo - ma potrebbero essere anche due - che ha ucciso il giovane tifoso bianco-celeste.

Ore 16:15
Melandri: "Condivido decisione Figc""In queste ore passate in continuo contatto con il ministro dell'Interno Amato e con gli organismi del mondo del calcio ho condiviso la decisione del presidente Abete di sospendere immediatamente lo svolgimento di Inter-Lazio e di procedere ad uno slittamento dell'inizio delle altre partite come segno di lutto e di pausa di riflessione". Lo afferma in una nota il ministro dello Sport, Giovanna Melandri.

Ore 16:19
Arezzo, in caserma polstrada padre, fratello e amici Sandri.
Nella caserma della Polstrada di Arezzo in questo momento si trovano il padre, il fratello e i quattro amici che erano in macchina con Gabriele Sandri. Pochi istanti fa è uscito dalla caserma il fratello di Gabriele, Cristiano Sandri, che ha urlato, con le lacrime agli occhi: "Fatemelo vedere, voglio vedere come l'hanno ammazzato".

Ore 16:20
Due i proiettili sparati dall'agente.
Sarebbero due i proiettili sparati dall'agente della pattuglia della polstrada intervenuta dopo i tafferugli scoppiati nell'area di servizio di Badia al Pino (Arezzo), in A1. Il poliziotto avrebbe sparato una prima volta in aria a scopo intimidatorio. Poi forse un secondo proiettile potrebbe essere partito accidentalmente dalla pistola. Ma la dinamica di quanto accaduto, si spiega, deve essere ancora definita.

Ore 16:22
Damiano: "Riflettere su questi episodi".
"Non conosco la dinamica dell'incidente, ma purtroppo quanto accaduto stamani all'esterno dell'autogrill chiama tutti a far riflettere su questi episodi". Lo ha dichiarato il ministro del Lavoro Cesare Damiano. "Purtroppo - ha aggiunto - molte volte incontri sportivi che dovrebbero rappresentare il massimo della distensione e del divertimento si trasformano in tragedia".

Ore 16:24
Roma, iniziato pellegrinaggio sotto casa di Gabriele.
E' iniziato il pellegrinaggio di amici e conoscenti sotto casa di Gabriele Sandri, nel quartiere Balduina a Roma. I primi ad arrivare sono stati un ragazzo e due ragazze, una delle quali in lacrime. I tre, che sono apparsi molto turbati, hanno lasciato di fronte alla porta di casa di Gabriele due mazzi di fiori. Su un biglietto c'è scritto: "Nemici in campo, amici per strada. Bella, Gabriè ". Sull'altro: "Sentendomi morire assieme a voi, vi voglio ringraziare per aver messo al mondo un angelo che da sei mesi è la mia metà " firmato Lucrezia.

Ore 16:25
A Milano, ultras verso sede Rai.
Il corteo di tifosi di Inter e Lazio che si è formato allo stadio di San Siro si trova ora in via Caprilli e si sta dirigendo verso la sede Rai di Milano. I manifestanti, secondo la questura, sono circa 200, per la stragrande maggioranza interisti.

Ore 16:27
Taranto-Massese (C1), incidenti e partita sospesa.
La partita di calcio Taranto-Massese (C1, girone B) è stata sospesa dall'arbitro al 13' del secondo tempo per le intemperanze di tifosi della squadra di casa che hanno infranto una delle vetrate che separano la curva nord dal rettangolo, lanciando fumogeni e tentando una invasione di campo.

Ore 16:31
Sap polizia di Torino denuncia "assurdo clima guerriglia".
La Segreteria Provinciale del Sindacato autonomo di Polizia di Torino denuncia "l'assurdità di un clima di guerriglia che bande di pseudo tifosi mettono in atto ogni domenica nelle strade italiane. Clima che poi può generare fatti come quello di Arezzo".

Ore 16:32
Gli ultrà hanno lanciato pietre contro i poliziotti.
Gli ultrà del Taranto hanno sfondato con una grossa mazza in ferro, utilizzata come ariete da diverse persone, una delle barriere di protezione e hanno lanciato pietre all'indirizzo dei poliziotti in assetto antisommossa. I giocatori delle due squadre sono subito rientrati negli spogliatoi. La maggioranza degli spettatori è già uscita dallo stadio temendo nuovi incidenti. I poliziotti, in tenuta antisommossa, sono ancora in campo.

Ore 16:37
Torino-Catania, tifosi granata ancora fuori per protesta.
Spalti ancora disertati dagli ultras, allo stadio Olimpico dove si sta svolgendo la partita tra Torino e Catania. I tifosi granata, che in un primo momento sembrava dovessero entrare a partita in corso, proseguono anche nel secondo tempo la loro protesta per il tifoso laziale ucciso questa mattina in un'area di servizio sull'autostrada A1. I settori centrali delle curve Maratona e Primavera continuano a rimanere vuoti. Stessa protesta, nel settore ospiti, da parte dei tifosi siciliani.

Ore 16:38
Gli amici di Gabriele Sandri riuniti a piazza Euclide.
Si stanno riunendo a piazzale Euclide gli amici di Gabriele Sandri. Attraverso una catena di telefonate e via web gli amici di Gabriele, un dj romano tifoso della Lazio, si sono dati appuntamento nella piazza del quartiere Parioli in solidarietà ai familiari.

Ore 16:40
Schiuma (La Destra): "Non si può morire così".
"Non è pensabile morire per andare a vedere una partita di calcio ed è assurdo che sia capitato in questo modo". E' quanto afferma in una nota il portavoce romano, Fabio Sabbatani Schiuma: "Intervenga anche il Prefetto di Roma, Carlo Mosca - aggiunge - e si accertino immediatamente le responsabilità". "Resta il fatto - continua Schiuma - che l'eccessiva criminalizzazione dei tifosi ha fatto da cornice a questo orribile fatto. Esprimo poi le mie personali condoglianze per la morte di Gabriele che conoscevo personalmente come un bravo e generoso ragazzo, amico di tanti suoi coetanei e pieno di vita. Non si può morire così".

Ore 16:43
Il fratello: "Me lo hanno ammazzato".
"Me lo hanno ammazzato a 28 anni con una pistola. Ora le istituzioni facciano la loro parte, con tutti i decreti di urgenza che hanno fatto me lo hanno ammazzato". Queste le parole di Cristiano Sandri, il fratello di Gabriele, appena uscito dalla caserma della polizia stradale di Arezzo. L'avvocato di famiglia Luigi Conti ha detto: 'E' stato un omicidio volontario, voglio vedere se avete il coraggio di mettervi contro la polizia".

Ore 16:45
Ancelotti: "C'è tanta amarezza".
"C'è poco da dire, ci siamo attenuti alle decisioni del questore. Dispiace, c'è tanta amarezza, sembrava che le cose si fossero incanalate per il verso giusto ma invece evidentemente non è così". Così Carlo Ancelotti ha commentato la sospensione di Atalanta-Milan dopo il tentativo degli ultras nerazzurri di distruggere il vetro antisfondamento che separa gli spalti dal campo di gioco.

Ore 16:46
Anfp chiede sospensione di tutte le partite.
Il segretario nazionale dell'Associazione funzionari di polizia Anfp, Enzo Letizia, chiede la sospensione di tutti gli incontri calcistici in programma "laddove ciò è possibile, dove quindi gli stati non sono pieni di spettatori". "Per evitare ulteriori tragedie, dovute a reazioni da parte tutti i tifosi d Italia, e in attesa che venga chiarita la dinamica dei fatti - osserva Enzo Letizia - chiedo la sospensione di tutti gli incontri calcistici in programma negli stadi italiani dove quindi gli stadi non sono già pieni di spettatori. L'Anfp invia il cordoglio più sincero alla famiglia del giovane".

Ore 16:47
Melandri: "Necessario fare chiarezza".
"Ora, per prima cosa, è quanto mai necessario fare prontamente chiarezza sulla dinamica dell'accaduto", afferma in una nota il ministro per le Politiche Giovanili e le Attività sportive, Giovanna Melandri. "La morte del giovane tifoso - prosegue - è una immane tragedia. Mi unisco al cordoglio per la morte del giovane Gabriele Sandri ed esprimo alla sua famiglia la mia più profonda vicinanza in questo momento di dolore".

Ore 17:02
Ultras davanti Rai di Milano, "Assassini".
Circa 300 ultras nerazzurri (ma ci sono anche rappresentanze della Lazio) arrivati dallo stadio Meazza dopo un lungo corteo stanno manifestando in corso Sempione davanti alla sede della Rai, presidiata da un ingente schieramento di carabinieri in assetto antisommossa. Al grido di 'Assassini, assassini' gli ultras innalzano degli striscioni con la scritta 'Amato dimettiti' e 'Per Raciti si ferma il campionato, la vita di un tifoso non vale niente'.

Ore 17:06
Gli amici: "Poliziotto ha sparato da 30 metri di distanza".
"Il poliziotto ha sparato alla macchina in cui viaggiava Gabriele a trenta metri di distanza, dalla corsia opposta. E' gravissimo, poteva colpire chiunque". Così i tifosi della Lazio amici della vittima, ricostruiscono gli attimi in cui ha perso la vita Gabriele Sandri. "C'è stata una colluttazione è vero - confermano i supporter biancocelesti che stazionano davanti alla caserma della Polstrada di Arezzo in attesa di notizie - ma il poliziotto ha sparato quando la rissa era già finita".

Ore 17:07
Gli amici: "L'auto era in movimento".
"I nostri amici che erano con Gabriele - raccontano i tifosi laziali ai giornalisti - sono saliti sull'auto, erano già in movimento e stavano uscendo dall'area di servizio. Hanno sentito il vetro che si rompeva e poi hanno visto Gabriele che rantolava, mentre il sangue schizzava da tutte le parti. Hanno cercato di accostare in corsia di emergenza e poi hanno proseguito e sono stati raggiunti al casello di Arezzo da una volante".

Ore 17:07
Possibile il rinvio di Roma-Cagliari.
Federcalcio e Viminale stanno valutando la possibilità di rinviare Roma-Cagliari di questa sera.

Ore 17:10
Cori anche allo stadio di Arezzo.
Cori contro le forze dell'ordine sono stati urlati dai tifosi anche allo stadio di Arezzo dove nel pomeriggio si è giocata la partita di C Arezzo-Crotone e dove un centinaio di ultrà toscani sono entrati solo verso la fine del primo tempo. E' quanto spiegato dalle stesse forze dell'ordine. Proprio quando il gruppo è entrato dentro lo stadio, dallo stesso sarebbero partiti i cori a cui si sarebbero uniti anche una quarantina di tifosi del Crotone.

Ore 17:11
Gallipoli, cori contro la polizia.
Cori di protesta contro la polizia sono stati fatti dagli ultrà nel campo di calcio 'Bianco' di Gallipoli dove è stata disputata, senza incidenti, la partita Gallipoli-Potenza (serie C1) terminata per 1-0 per i gallipolini. La partita si è svolta regolarmente. Solo all'inizio del gioco si è registrato qualche coro di protesta da uno sparuto gruppo di ultrà che ha gridato contro la polizia.

Ore 17:13
Taranto, stadio presidiato dalla polizia.
Lo stadio Erasmo Iacovone di Taranto è presidiato da decine di poliziotti in assetto antisommossa che stanno cercando di individuare il gruppo di ultras che ha sfondato con una mazza ferrata una delle vetrate di protezione che separano la curva nord dal campo, provocando la sospensione della partita con la Massese. Gli ultrà sono ora in gruppi sia all'interno sia all'esterno dello stadio. Intanto, gli agenti della Digos stanno guardando i filmati delle telecamere a circuito chiuso. Gli ultras hanno lanciato pietre e oggetti in campo con l'intenzione di far interrompere il match.

Ore 17:28
Foggia-Manfredonia, cori contro polizia.
Cori contro la polizia sono stati intonati, dopo circa 20 minuti dall'inizio, nel corso del derby tra Foggia e Manfredonia, che i padroni di casa che hanno vinto per 4 reti a 0. Alcuni ultras dello Zaccheria, un centinaio circa, hanno intonato cori contro la polizia. Una protesta durata pochi minuti e che non ha avuto conseguenze. La partita si è svolta regolarmente e non si sono registrati incidenti.

Ore 17:31
Ultras Samb fuori dallo stadio.
Gli ultras della Sambenedettese calcio sono rimasti oggi fuori dallo stadio in segno di protesta contro l'uccisione del tifoso laziale. Per tutta la durata della gara tra la formazione marchigiana e la Juve Stabia, valevole per il campionato di serie C1, la tifoseria locale ha scioperato, presidiando il piazzale dell'antistadio. La partita si è conclusa con la vittoria della Samb per 2-1.

Ore 17:33
Rosella Sensi: "Giusto chiedere rinvio".
"Giusto chiedere il rinvio della partita Roma-Cagliari". L'amministratore delegato della Roma, Rosella Sensi, sentito il sindaco della capitale Walter Veltroni, ha convenuto con lui che "in segno di solidarietà nei confronti della tifoseria laziale e di tutta la città di Roma colpita dal lutto per la scomparsa del tifoso Gabriele Sandri, fosse giusto chiedere il rinvio della partita in programma questa sera allo stadio Olimpico con il Cagliari".

Ore 17:51
Rinviata Roma-Cagliari.
E' stata rinviata la partita Roma-cagliari che si doveva giocare stasera. Lo ha deciso il prefetto di Roma dopo la richiesta dell'Osservatorio sul calcio che si era riunito al Viminale.

Ore 17:52
Questore Arezzo: "Coinvolto nostro agente che opera benissimo".
Nell'incidente di Arezzo "è stato coinvolto un nostro agente che di solito opera benissimo". Lo ha detto il questore di Arezzo, Vincenzo Giacobbe, nel corso di una conferenza stampa, ancora in corso, sulla morte di Gabriele Sandri. Un poliziotto, con circa dieci anni di servizio, ha aggiunto, "che fa parte di un reparto che ci dà sempre grandi soddisfazioni".

Ore 17:56
Prefetto Arezzo: "Solidarietà a familiari".
Solidarietà ai familiari del ragazzo morto da parte del prefetto di Arezzo Francesca Garufi che sottolinea la "forte pressione a cui sono sottoposte le forze dell'ordine ogni giorno e, in particolare, in occasione delle manifestazioni sportive".

Ore 18:01
Questore Arezzo: "Due colpi sparati".
"Sono stati sparati due colpi a scopo intimidatorio". Il questore di Arezzo, Vincenzo Giacobbe conferma che l'agente che ha ucciso il tifoso della Lazio ha esploso con la sua pistola due proiettili. Uno dei quali, ha aggiunto, "ha colpito al collo Gabriele Sandri". "E' stato trovato il bossolo, non ancora l'ogiva" che ha colpito il giovane, ha poi proseguito Giacobbe. "Lo stiamo ancora cercando, stiamo cercando di capire che fine possa aver fatto perché si vede il foro d'entrata del proiettile sul vetro posteriore" ma non il foro d'uscita. "C'è un'indagine in corso" ha concluso.

Ore 18:06
Questore Arezzo: "Abbiamo interesse ad accertare verità".
"Siamo letteralmente, profondamente addolorati per quello che è successo. Abbiamo interesse a che la verità sia accertata". Lo ha detto il questore di Arezzo, Vincenzo Giacobbe. "E' stato nominato un medico legale, è stato nominato un perito balistico, il pm sta interrogando ancora chi ha partecipato all'operazione", ha proseguito il questore, aggiungendo che si sta agendo "in piena sintonia" e con "la serena e coerente guida della magistratura": "per cui abbiamo tutte le garanzie della legge e non abbiamo alcun motivo a derogare a questi principi". 18:04 Questore Arezzo: "Non ancora certo se è stato ucciso da agente" "Non è ancora certo se il colpo che ha ucciso sia stato sparato dal poliziotto. Gli accertamenti balistici sono ancora in corso". Lo ha detto il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe nel corso della conferenza stampa in questura ad Arezzo sulla morte del tifoso laziale Gabriele Sandri.

Ore 18:12
Amato: "Sembra trattarsi di un tragico errore".
"Si sta ancora verificando l'esatta dinamica dei fatti, ma sembrerebbe trattarsi del tragico errore di un agente che era comunque intervenuto per evitare che una rissa tra tifosi potesse degenerare", è quanto dice il ministro dell'Interno Giuliano Amato. "Le responsabilità saranno accertate senza reticenze. Ancora una volta, però, un giovane è morto in circostanze legate alla violenza che ruota intorno al calcio", dice ancora il ministro.

Ore 18:12
Questore non risponde a domande.
Il questore di Arezzo non ha risposto alla domanda se il poliziotto della polstrada che ha sparato è stato iscritto nel registro degli indagati. "Ci sono indagini in corso" ha detto in occasione della conferenza stampa convocata in questura. Il questore ha spiegato che è in corso l'interrogatorio del poliziotto da parte della procura ad Arezzo. Le indagini sono seguite dal pm Giuseppe Ledda.

Ore 18:16
Amato: "Grave che dopo la morte ci siano incidenti".
E' "estremamente grave" che dopo la morte del tifoso laziale si siano verificati in diverse città incidenti tra tifosi e forze dell'ordine. Lo afferma il ministro dell'Interno Giuliano Amato augurandosi che "questa sera a Roma tutti diano prova di saper testimoniare in modo pacifico il proprio cordoglio".

Ore 18:26
Milano, a piazza Duomo presidio ultras.
Sono arrivati in piazza Duomo un gruppo di tifosi di Inter e Lazio che dopo aver sostato davanti alla sede Rai di corso Sempione si sono ora radunati nella piazza centrale di Milano per protestare contro la morte di un tifoso laziale in un autogrill sull'A1. Il numero dei partecipanti al presidio è diminuito rispetto a quello di quanti avevano preso parte al corteo da San Siro alla sede Rai di corso Sempione.

Ore 18:28
Tarfanto, cessata emergenza zona stadio.
Tutti gli spettatori hanno abbandonato lo stadio 'Erasmo Iacovone' di Taranto, che non è più presidiato dalla polizia dopo gli incidenti fra ultras e forze dell'ordine che hanno indotto l'arbitro a sospendere la partita Taranto-Massese. Intanto la polizia sta esaminando i filmati registrati dalla Digos per individuare gli ultras che hanno provocato e partecipato agli scontri all'interno dello stadio.

Ore 18:33
Roma, scontri fra tifosi e polizia.
Scontri tra forze dell'ordine e tifosi a Roma. Davanti allo Stadio dei marmi, un gruppo di tifosi che prendeva parte alla fiaccolata in memoria di Gabriele Sandri, il tifoso laziale rimasto ucciso oggi, ha iniziato un lancio di petardi all'indirizzo della polizia che, a sua volta, ha risposto con lancio di lacrimogeni per disperderli.

Ore 18:35
Roma, amici in lacrime e fiori davani al negozio.
Non si danno pace gli amici di Gabriele 'Gabbo' Sandri riuniti davanti al negozio che il ragazzo ucciso oggi gestiva a Roma. Ma è un dolore muto, composto, riservato. Non un grido, solo poche frasi di conforto bisbigliate l'uno all'altro. Sulle vetrine spente del negozio su via Friggeri, nel cuore del quartiere Balduina, alcuni mazzi di fiori ricordano la tragedia. Tra i biglietti, uno in particolarfe dice: "Nemici in campo, amici per strada. Ciao Gabriele".

Ore 18:39
Veltroni: "Saggio rinviare Roma-Cagliari".
Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha giudicato "saggia" e condivisibile da tutti la decisione di rinviare la partita prevista per stasera all'Olimpico in segno di lutto per la morte del tifoso laziale. "Rinviare la partita Roma-Cagliari", ha dichiarato Veltroni, "è stata una decisione saggia e opportuna. Oggi, per tutta la città di Roma, è una giornata di lutto e di condivisione del dolore con la famiglia di Gabriele Sandri".

Ore 19:14
Aggredite due pattuglie vicino Olimpico.
Due pattuglie di vigili urbani sono state aggredite da un gruppo di tifosi con spranghe e bastoni nei pressi dello stato Olimpico di Roma. Lo denuncia il segretario della Cisl della polizia municipale di Roma, Gabriele Di Bella. Sei vigili urbani sono rimasti feriti. Uno sarebbe stato portato in ospedale. Distrutte anche alcune automobili della polizia municipale.

Ore 19:15
Roma, ultras tentano di entrare in un commissariato.
Gli scontri tra tifosi e forze dell'ordine si spostano anche dall'altra parte del Tevere, nella zona di viale Tiziano. Qui le forze dell'ordine stanno fronteggiando un gruppo di circa 70-80 tifosi a volto coperto e armati di bastoni e spranghe che hanno raggiunto l'area dello stadio Flaminio nei pressi del commissariato Porta del Popolo di polizia di via Fuga. I tifosi stanno cercando di entrare il commissariato.

Ore 19:18
Russo Spena (Prc): "Perché la polizia ha sparato?".
"E' certamente prematuro dare un giudizio su quanto è accaduto oggi nell'area di servizio vicino Arezzo, ma non possiamo non stigmatizzare il comportamento delle Forze dell'ordine": lo rende noto il presidente dei senatori del Prc, Giovanni Russo Spena: "Noi crediamo che la polizia non dovrebbe sparare mai, ma perché comunque sparare, anche solo in aria, se le due macchine di tifosi si stavano allontanando? E come mai un proiettile sparato in aria finisce nel collo di un ragazzo seduto in macchina?".

Ore 19:19
Cento: "Irresponsabile giocare partite".
"E' stato un gesto irresponsabile, sia per questioni di ordine pubblico, come hanno dimostrato i fatti avvenuti oggi pomeriggio in alcuni stadi, sia per rispetto verso questo ragazzo morto" Così Paolo Cento, sottosegretario all'Economia, intervenendo sull'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri, commenta la decisione del governo del calcio di andare avanti, nonostante tutto, giocando le partite in calendario.

Ore 19:23
Roma, lancio di oggetti contro la polizia.
Al passaggio sul lungotevere di alcune auto della polizia diversi ragazzi che erano sul marciapiede, armati di bastoni, all'altezza di ponte Duca d'Aosta hanno lanciato pezzi di legno e bottiglie di birra. "Vi voglio svegli", ha gridato uno dei ragazzi agli altri. Le auto della polizia non si sono fermate.

Ore 19:26
Roma, assaltato reparto volanti.
La caserma che ospita il reparto volanti della Polizia di Stato, a Roma, è stata assaltata da un gruppo di circa 200 tifosi, alcuni con il volto coperto, armati di sassi e bastoni. Per entrare nella sede del reparto volanti di via Guido Reni sono state bruciate auto, divelto barriere di protezione e infranto vetri della caserma.

Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti
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Ore 19:30
Rinvio Roma-Cagliari deciso da Figc.
Sarebbero stati "motivi di civiltà" e non di ordine pubblico a far decidere il rinvio di Roma-Cagliari. Dopo la riunione dell'Osservatorio sulle manifestazioni sportive, riunito d'urgenza fin dalla mattina, la decisione di spostare l'incontro, è stata presa direttamente dal presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, sentita la Lega Calcio e su richiesta dell'amministratore delegato della Roma Rossella Sensi, che si è sentita più volte con il sindaco Veltroni.

Ore 19:34
Salma Sandri nell'ospedale di Arezzo.
Si trova nell'obitorio dell'ospedale San Donato di Arezzo la salma di Gabriele Sandri. In strada, all'esterno delle stanze mortuarie, ci sono anche due carabinieri. All'obitorio nel pomeriggio si sono recati poliziotti della scientifica e sembra anche un magistrato, per ulteriori rilievi. Davanti all'obitorio è passato anche un gruppo di tifosi dell'Arezzo, come segno di solidarietà ai laziali.

Ore 19:37
Roma, a fuoco mezzi della polizia, agenti feriti.
I tifosi hanno dato fuoco a un pullman e ad alcune auto della polizia. Altre volanti sono state prese di mira da una sassaiola. Secondo prime informazioni negli scontri sarebbero rimasti feriti alcuni poliziotti. Il contingente predisposto per l'ordine pubblico è bloccato all'interno dello stadio Olimpico.

Ore 19:40
Danni al commissariato assaltato.
Distrutto e dato alle fiamme il portone, distrutte piante e infranti vetri del commissariato di polizia di Porta del Popolo a Roma. Il presidio di pubblica sicurezza in via Ferdinando Fuga è stato assaltato da una trentina di teppisti con spranghe, tondini di ferro e sanpietrini. E' stato dato alle fiamme anche un pullman della polizia posteggiato nei pressi. I due agenti che si trovavano all'interno del presidio sono riusciti ad evitare la furia devastatrice dei teppisti.

Ore 19:43
Roma, cariche della polizia in via Guido Reni.
La polizia ha effettuato una carica di alleggerimento per disperdere il gruppo che ha assaltato la caserma di via Guido Reni a Roma. Sono stati sparati anche alcuni lacrimogeni. E-mail: "Volevo far notare che in questo marasma di mediocrità stupidità e temo interessata mancanza di rispetto è giunto un barlume da dove non me lo sare proprio aspettato..Piccinini, (si proprio lui!!) all'interno di una cascata di frasi prive di senso che per comodità definirei cazzate (dette da lui e dagli ospiti in studio), ha parlato, forse per la prima volta nella storia del nostro pese, di un trattamento "particolare" riservato ai tifosi da parte di alcuni elementi delle forze dell'ordine! Alessandro".

Ore 19:46
Roma, due arresti.
Due giovani sono stati arrestati dalla polizia nel corso dell'assalto al reparto volanti di via Guido Reni. Secondo quanto si è appreso si tratta di due giovani ultrà, una ragazzo ed una ragazza. I due avevano i volti coperti da bandane ed erano armati di bastoni.

Ore 19:51
Roma, poliziotto: "Hanno attaccato in 400".
"Ci hanno attaccato, erano almeno 400 persone. Non sono riusciti ad entrare per un pelo", racconta così un poliziotto l'incursione tentata dagli ultrà alla caserma di via Guido Reni. E' stato incendiato anche un bus. Fonti di polizia parlando di "danni ingentissimi". Sul posto anche due ambulanze, mentre si stanno compiendo anche danni alle auto in sosta.

Ore 19:58
Roma, ferito funzionario di polizia.
"Mi hanno tirato una pietra di grossa dimensione sulla costola", ha detto Antonio Soluri, il funzionario di polizia ferito sull'ambulanza del 118 davanti la caserma della polizia di via Guido Reni. "Hanno sfondato un vetro antiproiettile. Hanno lanciato di tutto", ha aggiunto.

Ore 19:59
Questore Arezzo, nominato perito balistico.
L'autoritá giudiziaria di Arezzo ha nominato un perito balistico ed un medico legale per gli accertamenti di rispettiva competenza nell'indagine che riguarda l'uccisione del tifoso della Lazio avvenuta in un autogrill. E' quanto ha annunciato il questore di Atrezzo, Vincenzo Giacobbe che ha anche espresso "il suo profondo e sincero dolore e rammarico per quanto accaduto".

Ore 20:01
Roma, assaltata sede Coni.
Centinaia di tifosi hanno assaltato la sede del Coni, nei pressi dello stadio Olimpico: le guardie di sorveglianza, non armate, sono barricate all'interno dell'edificio, mentre gli ultrà devastano le aree interne della sede.

Ore 20:02
Roma, nuovo attacco.
Un gruppo di tifosi laziali ha nuovamente attaccato un contingente delle forze dell'ordine ancora schierato allo stadio Olimpico a Roma. Il lancio di oggetti si è verificato in via de Bosis, tra lo stadio e la sede del Coni. Verso polizia e carabinieri sono state lanciate bottiglie, bulloni e pezzi di ferro. Una carica ha disperso il gruppo di circa 80 persone.

Ore 20:09
Roma, feriti tra forze dell'ordine.
Sarebbero almeno una decina i feriti tra le forze dell'ordine nella zona dello stadio Olimpico secondo quanto ha riferito un carabiniere in servizio presso la vicina caserma assaltata in via Guido Reni. L'esistenza di feriti viene confermata anche da altre fonti.

Ore 20:16
Roma, ultrà entrati all'Olimpico.
Un gruppo di circa 200 persone è riuscita ad entrare nello stadio Olimpico a Roma. Sono gli stessi che poco prima hanno lanciato oggetti contro le forze dell'ordine schierate in via de Bosis. Il gruppo, molti con il volto coperto, prima di entrare allo stadio ha assaltato la sede del Coni provocando molti danni.

Ore 20:18
Roma, ottocento ultrà di fronte al Coni.
Di fronte al palazzo H del Foro Italico, sede del Comitato olimpico italiano, ci sono - sul lato di Lungotevere - al momento circa ottocento ultras. Tutto è partito quando un primo gruppo è entrato, dal lato dell'Olimpico, nella sede del Coni per attirare le forze dell'ordine che stazionavano nell'area dello stadio e ingaggiare così una guerriglia organizzata: in pratica un vero e proprio agguato. Quando le forze dell'ordine hanno capito la situazione, hanno evitato di seguire il gruppo di tifosi, che una volta entrati hanno cominciato a devastare gli uffici Coni.

Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti
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Ore 20:19
Roma, un agente e tre tifosi soccorsi dal 118.
Un agente di polizia e tre tifosi sono stati soccorsi questa sera a Roma dal 188 nella zona di via Guido Reni. Nessuno dei feriti è stato trasportato in ospedale e tutti presentavano contusioni conseguenza degli incidenti di questa sera. Lo scontro più duro è avvenuto attorno allo stadio dove sono stati esplosi petardi e bombe carta. Tra i feriti, sempre secondo la fonte dei Carabinieri, c'è anche il dirigente del commissariato di polizia di zona, che aveva una vistosa fasciatura alla testa.

Ore 20:30
Roma, "Un quarto d'ora di battaglia".
"E' stato un quarto d'ora di battaglia", ha riferito la titolare di una pizzeria al taglio a poca distanza dalla caserma della polizia di Roma in via Guido Reni. Poco dopo le 18, sono arrivati questi giovani che hanno gettato credo petardi, si sentivano esplosioni in successione, poi hanno rovesciato le motociclette e i cassonetti e hanno anche "assaltato un autobus con la gente dentro, cominciando a scrollarlo come se volessero rovesciarlo. Alcuni di loro si sono feriti alle mani, poi c'è stata subito la carica della polizia e ho visto tantissimi di loro caricati sulle camionette e portati via".

Ore 20:31
TIFOSO UCCISO, TESTIMONE: A ROMA E' STATA BATTAGLIA.
La titolare di una pizzeria al taglio a poca distanza dalla caserma della polizia in via Guido Reniracconta: "E' stato un quarto d'ora di battaglia. Poco dopo le 18, sono arrivati questi giovani che hanno gettato credo petardi, si sentivano esplosioni in successione, poi hanno rovesciato le motociclette e i cassonetti e hanno anche assaltato un autobus con la gente dentro, cominciando a scrollarlo come se volessero rovesciarlo. Alcuni di loro si sono feriti alle mani, poi c'è stata subito la carica della polizia e ho visto tantissimi di loro caricati sulle camionette e portati via".

Ore 20:33
Roma, poliziotto: "Colpito con un masso".
"Mi hanno tirato addosso un masso di grosse dimensioni". Antonio, un ufficiale di polizia, dall'interno di un'ambulanza davanti alla caserma Giglio di via Guido Reni, racconta così l'aggressione subita durante gli scontri dello stadio Olimpico: "Non sono entrati per un pelo - continua - fortunatamente nessuno si è fatto veramente male, ma qui in un'ora è successo di tutto".

Ore 20:36
Roma, fotografi aggrediti.
Il ponte duca d'Aosta è stato completamente bloccato da transenne messe dai tifosi che si stanno ora spostando verso Ponte Milvio. Un fotografo dell'Ansa è stato picchiato e derubato da un gruppo di ultrà di fronte allo stadio Olimpico a Roma. Il fotografo è stato inseguito da sei o sette persone che lo hanno colpito con un bastone e lo hanno preso a testate indossando il casco fino a farlo cadere a terra. Nel primo pomeriggio un altro fotografo dell'Ansa è stato aggredito nel corso della manifestazione per Gabriele Sandri a piazza Euclide a Roma.

Ore 20:38
A1, indagini su oggetti trovati nell'area di sosta.
Nell'area di servizio in cui è stato colpito a morte Gabriele Sandri gli investigatori avrebbero trovato alcuni oggetti che avrebbero potuto anche essere usati come arma contundente. Secondo quanto si è appreso, questi oggetti non sarebbero però stati trovati all'interno dell'auto del tifoso e gli investigatori starebbero indagando per valutare il motivo per cui si trovavano nell'area.

Ore 20:42
Roma, lanciata bomba dentro sede Coni.
I tifosi, tutti col volto coperto, hanno lanciato una bomba carta all'interno dell'atrio della sede Coni, danneggiando i marmi. Completamente distrutto l'orologio con il count down verso le Olimpiadi di Pechino 2008, tutte le vetrate rivolte al lato di Lungotevere e i computer della reception.

Ore 20:45
Roma, ultrà transennano Lungotevere.
È transennato il lungotevere davanti al Foro Italico. Alcuni ragazzi stanno spostando una serie di cassonetti. Gli autobus non riescono a proseguire il loro tragitto, devono girare e tornare indietro. All'interno dell'area si aggirano persone con il volto coperto, armate di spranghe, che continuano a rovesciare cassonetti dei rifiuti. Il tentativo è quello evidente di ostacolare eventuali cariche della polizia, probabilmente in preparazione di nuovi atti di teppismo

Ore 20:47
Prodi in costante contatto con Amato.
Il presidente del Consiglio Romano Prodi è in costante contatto con il ministro degli Interni Giuliano Amato, per seguire la situazione degli incidenti provocati dai tifosi soprattutto nella Capitale dopo il "tragico errore" per l'uccisione del tifoso laziale da parte delle forze di polizia. Prodi in giornata ha mandato un messaggio alla famiglia di Gabriele Sandri. Tra il premier e il responsabile del Viminale, ci sarebbe stata una valutazione preoccupata sull'episodio.

Ore 20:47
Polizia: per ora nessun indagato per morte Sandri.
Per il momento non ci sono indagati nell'inchiesta sulla morte di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso stamani sull'area di sosta della A1. Lo ha detto Roberto Sgalla, responsabile per le relazioni esterne della polizia parlando con i giornalisti. Sgalla ha aggiunto che un poliziotto è in questo momento ascoltato dal pm, ma senza l'assistenza di un avvocato.

Ore 20:51
Roma, in fiamme cassonetti.
L'immondizia in alcuni cassonetti brucia davanti al Foro Italico. Nel marciapiede del lungotevere, restano pezzi di pietre, alcuni bastoni, travi di legno chiodate. "Che famo, tornamo freschi?", dice un ragazzo a un altro, a pochi passi dal ponte Duca d'Aosta. Intanto, una serie di ragazzi con il volto coperto sta passeggiando lungo l'argine del Tevere.

Ore 20:55
Roma, cariche di polizia a Ponte Milvio.
Carica di alleggerimento da parte degli agenti di polizia a Ponte Milvio, dove le forze dell'ordine sono rimaste in contatto con un gruppo di tifosi armati di bastoni e spranghe che si stanno dirigendo verso la caserma dei carabinieri.

Ore 21:00
Roma, ultrà vicino ad un altro commissariato.
A quanto si apprende, un gruppo di ultras starebbe cercando di raggiungere il commissariato di polizia di Ponte Milvio, a via Orti della Farnesina, danneggiando tutto ciò che trovano sul loro cammino. Sul posto si stanno recando rinforzi della polizia.

Ore 21:01
Dirigenti Polstrada rendono omaggio a salma Sandri.
Il dirigente del compartimento polizia stradale Toscana, Sergio Tinti, insieme al dirigente della sezione polizia stradale di Arezzo, Carmine Tabarro, hanno reso omaggio alla salma di Gabriele Sandri, presso il centro di medicina legale dell'ospedale di Arezzo. Tinti, attraverso l'avvocato ed il fratello della vittima - rende noto la polizia - ha espresso il cordoglio a tutti i familiari del giovane che nel pomeriggio sono stati accolti presso gli uffici della stradale.

Ore 21:08
Roma, sassaiola contro caserma dei carabinieri.
Una sassaiola contro una caserma dei carabinieri è stata messa in atto da un centinaio di persone nella zona di Ponte Milvio, a Roma. Il gruppo, che ha lanciato sassi ed altri oggetti, specialmente bulloni di ferro, si è diretto di corsa verso il ponte poco distante. Il timore delle forze dell'ordine è che i tifosi possano tentare di assaltare il commissariato di polizia di Ponte Milvio.

Ore 21:11
Napolitano costantemente informato.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appena giunto nella capitale del Qatar, è stato informato sullo svolgimento dei fatti che hanno portato alla morte di un tifoso e ha chiesto di essere continuamente aggiornato sugli accertamenti e sugli sviluppi della situazione.

Ore 21:12
Roma, incendiata auto davanti caserma Carabinieri.
Cassonetti incendiati, fumogeni. Un lungo corteo di camionette di polizia e carabinieri lungo via Flaminia. Un'automobile incendiata davanti la caserma dei carabinieri di via Flaminia.

Ore 21:15
Roma, aggredito cameraman e bloccato ponte.
Una trentina di persone vestite in nero che da ore stazionano sul ponte Duca d'Aosta a Roma, hanno aggredito con violenza un cameramen giunto sul posto per alcune riprese. L'uomo è riuscito a scappare accompagnato da una donna a bordo di una macchina. Gli aggressori, probabilmente ultrà coinvolti negli scontri dello stadio Olimpico, precedentemente avevano transennato il ponte dal lato del Coni impedendo l'accesso alle macchine e agli autobus. La viabilità è tuttora impedita.

Ore 21:16
Manganelli: "Polizia saprà assumersi proprie responsabilità".
"Nell'esprimere tanto dolore alla famiglia del giovane ucciso, mi sento di assicurare che la Polizia saprà assumersi le proprie responsabilità e senza reticenze fornirà massima collaborazione alla magistratura incaricata dell'accertamento dei fatti". Lo dice il capo della Polizia Antonio Manganelli in merito alla morte di Gabriele Sandri.

Ore 21:18
Veltroni condanna violenze contro forze dell'ordine.
Veltroni ha condannato gli episodi di violenza contro le forze dell'ordine, "le stesse che hanno assicurato alla giustizia capi mafiosi rischiando la loro vita". Il sindaco è in costante contatto con Roma. Al momento, ha detto, non è ancora possibile una stima dei danni.

Ore 21:19
Manganelli: "Quanto accaduto mi inquieta".
Da un lato una "morte assurda, che i nostri cuori e le nostre menti non riescono ad accettare: un giovane ha perso la vita per mano di un poliziotto giovane come lui che era lì per portare legalità e non certo lutti". E dall'altro "l'amara constatazione che ancora una volta opposte tifoserie si sono affrontate in nome del fanatismo più cieco e becero". Lo dice il capo della Polizia, Antonio Manganelli, sottolineando che "quanto accaduto mi inquieta".

Ore 21:23
Milano, ultrà e agenti in piazza Duomo.
Alle 20.45, l'arrivo di una quarantina di ultras da uno dei lati del Duomo ha dato il segnale ai 200 che erano raggruppati sotto la statua equestre di Vittorio Emanuele. Tutti si sono schierati nello spazio antistante l'ingresso della cattedrale, occupando gran parte della piazza, sfidando con slogan le forze di polizia attestate all'ingresso della Galleria Vittorio Emanuele. L'impressione è che, a parte gli slogan bellicosi, non ci sia intenzione a dare vita a scontri.

Ore 21:25
Manganelli: "Più rigore per il protrarsi della violenza".
Il "protrarsi di manifestazioni di violenza" legate al calcio impone per il futuro una "maggiore intransigenza". Il capo della Polizia Antonio Manganelli ribadisce che non ci sarà nessun abbassamento della guardia da parte delle forze dell'ordine."E' evidente" sottolinea infatti Manganelli, che ci sarà un "rinnovato e fermo rigore nel difficile cammino che mondo della sicurezza e mondo dello sport hanno intrapreso per restituire al gioco del calcio la sua corretta dimensione".

Ore 21:28
Roma, ancora tensione intorno all'Olimpico.
Dopo l'assalto al Coni gli ultra si sono allontanati a gruppi verso la Cassia e la Flaminia Vecchia dando fuoco a tutti i cassonetti che trovavano sulla loro strada. Nei pressi di piazza dei Giochi Delfici è stata incendiata anche una macchina. Nel frattempo le forze dell'ordine hanno ripreso il controllo della zona dello stadio Olimpico. Tutto il quartiere è isolato e intorno il traffico è letteralmente in tilt.

Ore 21:32
Veltroni: "Non è come Genova ma la vicenda è strana".
Veltroni, da Cracovia, ha risposto ad una domanda chi gli chiede se quanto sta accadendo è paragonabile ai fatti di Genova durante il G8: "Non hanno le dimensioni di Genova quello che sta accadendo. In ogni caso tutta questa vicenda è strana, come è strana la dinamica della morte del ragazzo. La società - ha concluso Veltroni - si deve liberare della violenza che si sta impadronendo di troppe sedi e luoghi della vita".

Ore 21:34
Roma, sassaiola contro le forze dell'ordine a Ponte Milvio.
Una trentina di ultrà a Ponte Milvio hanno lanciato sassi contro i mezzi delle forze dell'ordine in transito. I teppisti si sono poi dispersi nella zona.

Ore 22:03
Cgil: "Si doveva sospendere per l'intera giornata".
La Cgil esprime "profondo cordoglio" per la morte del giovane tifoso Gabriele Sandri, ed è "vicina alla famiglia del giovane in questo momento di profondo dolore". Inoltre giudica "incomprensibile che di fronte alla gravità dei fatti e alla perdita di una vita umana ancora una volta le autorità sportive non abbiano ritenuto di dover provvedere alla immediata sospensione dell'intera giornata del Campionato di calcio".

Ore 22:05
Bergamo, cameraman Rai ferito da pietra.
Un operatore televisivo freelance che lavora per la Rai, al lavoro a Bergamo durante gli scontri tra gli ultras e le forze dell'ordine avvenuti prima della partita Atalanta-Milan, è stato colpito da un sampietrino lanciato da alcuni tifosi atalantini nella sassaiola contro gli agenti della polizia nei pressi dello stadio Comunale. Il fatto è avvenuto poco prima delle 14 in viale Giulio Cesare. L'operatore colpito alla testa è stato subito soccorso: la prognosi è di dieci giorni.

Ore 22:07
Roma, polizia mette in fuga ultrà.
A Ponte Milvio, a Roma, una decina di camionette di polizia e carabinieri hanno messo in fuga un gruppo di ultrà che stazionava sul ponte. Nel piazzale rimangono i segni degli scontri: cassonetti divelti, vetri e mazze abbandonate per terra, pezzi di marciapiedi divelti. "Hanno spaccato tutto - racconta il gestore di un ristorante - erano una cinquantina di ragazzi, tutti vestiti in nero, sono venuti con le mazze e hanno assalito anche alcuni negozi".

Ore 22:08
Milano, prognosi di 7 giorni a operatore Mediaset picchiato.
Ha riportato contusioni giudicate guaribili in sette giorni il cameraman di Mediaset aggredito fuori dallo stadio di San Siro. L'operatore è stato gettato a terra dagli ultras e colpito a calci e a pugni. E' stata anche danneggiata la sua telecamera.

Ore 22:21
Roma, tre arresti e decine di feriti tra le forze dell'ordine.
E' di tre persone arrestate il bilancio della guerriglia scatenata dagli ultrà nella capitale. Dopo il ragazzo e la ragazza arrestati dalla polizia nel corso dell'assalto al reparto volanti di via Guido Reni, una terza persona è stata fermata subito dopo l'assalto al Coni e l'attacco alle forze dell'ordine in via de Bosis. Il fermo è avvenuto vicino a Ponte Milvio, zona di 'guerra' con cassonetti in fiamme, bottiglie in pezzi e migliaia di bulloni scagliati contro polizia e carabinieri. I feriti delle forze dell'ordine sono "decine" secondo fonti di sicurezza. Almeno quattro funzionari addetti all'ordine pubblico sono stati medicati in ospedale.

Ore 22:22
Roma, feriti sei vigili.
Nell'assalto condotto da tifosi incappucciati e armati di spranghe allo stadio Olimpico si contano sei vigili urbani feriti in Ospedale, di cui "uno sarebbe grave, sotto Tac". Lo sostiene in una nota un dirigente del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale (Sulpm), Alessandro Marchetti, segnalando che due auto di servizio e una privata di un vigile sono state distrutte.

Ore 22:24
Basket, protestano anche tifosi Virtus e Siena.
Anche i tifosi della Virtus La Fortezza Bologna e del Montepaschi Siena hanno inscenato una sorta di 'sciopero del tifo', in omaggio a Gabriele Sandri. Nel posticipo serale del campionato di basket le due tifoserie sono rimaste infatti sedute e senza cantare e senza usare i tamburi nelle rispettive curve, con gli striscioni capovolti. Lo 'sciopero' è stato interrotto solo da qualche coro contro le forze dell'ordine.

Ore 22:31
Roma, mobilitati tutti gli agenti. Presidiate istituzioni.
Per fronteggiare gli scontri provocati da gruppi di ultras intorno allo stadio Olimpico e nei quartieri circostanti, riferiscono fonti della questura, sono stati mobilitati tutti gli agenti di polizia di Stato oggi in servizio nella capitale. Nella zone sono stati fatti confluire uomini e mezzi dei diversi commissariati della Capitale. Ancora in questo momento sono presidiati e tenuti sotto controllo tutti i palazzi istituzionali. Tra questi palazzo Chigi, Camera e Senato, Quirinale.

12 NOVEMBRE 2007

Ore 8:18
Notte tranquilla, ieri decine di feriti e tre arresti.
Notte tranquilla a Roma dopo la giornata di guerriglia urbana scatenata dall'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri in un'area di ristoro dell'A1, vicino ad Arezzo. Il bilancio a fine serata di domenica è stato di "decine" di feriti secondo fonti delle forze dell'ordine che segnalano almeno quattro funzionari addetti all'ordine pubblico medicati in ospedale. Tre persone sono state arrestate.

Ore 8:20
Oggi pomeriggio l'autopsia sul corpo di Sandri.
E' prevista per oggi pomeriggio l'autopsia sul corpo di Gabriele Sandri. Nell'arco della giornata proseguirà la ricostruzione della vicenda da parte degli investigatori, in attesa anche degli esiti delle perizie balistiche e dei rilievi svolti dalla polizia scientifica nell'area di servizio.

Ore 8:24
Il poliziotto che ha sparato ascoltato ieri tutto il giorno.
Ieri l'agente di polizia che ha sparato il colpo che ha ucciso Sandri è stato ascoltato per tutto il giorno dal pm che conduce le indagini, Giuseppe Ledda. Ascoltati anche i quattro tifosi laziali che si trovavano in auto con la vittima.

Ore 8:56
Oggi le decisioni dell'Osservatorio del Viminale.
Per stamane si attendono le prime decisioni dell'Osservatorio sugli eventi sportivi insediato al Viminale. Una riunione, infatti, dello stesso organismo è prevista per le ore 11.

Ore 8:58
Non ancora trovato il bossolo che ha ucciso Sandri.
L'autorità giudiziaria ad Arezzo ha nominato un perito balistico e un medico legale per gli accertamenti di rispettiva competenza. La vicenda deve essere ancora ricostruita. Il bossolo che ha ucciso il tifoso laziale non è stato ancora trovato.

Ore 9:15
L'agente: "Mentre correvo, mi è partito un altro colpo".
"Mentre correvo, mi è partito un altro colpo. Non ho mirato a nessuno, accidenti a me". Così l'agente della polizia stradale che ieri ha sparato il colpo mortale che ha ucciso Gabriele Sandri, in lacrime, si è giustificato davanti al magistrato che lo interrogava. "Ho sparato un colpo in aria e poi, mentre correvo, mi è partito un altro colpo"

Ore 9:27
Quaranta agenti feriti, danni ingenti.
Quaranta agenti feriti della guerriglia urbana di ieri sera a Roma. Un dirigente di polizia, colpito al fegato da una spranga di ferro, ha avuto una prognosi di 20 giorni. Gli altri poliziotti feriti dal lancio di oggetti, contusi nel tentare di respingere gli ultrà, hanno avuto prognosi che variano dai 3 agli 8 giorni. Tre le persone fermate: due ragazzi e una ragazza. I reati ipotizzati sono devastazione, saccheggio, danneggiamento, lesioni e incendio doloso. Ancora non quantificabili i danni. Rubati i computer al Coni. Incendiati auto, motorini e cassonetti

Ore 9:42
Bergamo, il comune parte civile contro gli ultrà.
Nel pomeriggio riunione straordinaria della giunta comunale di Bergamo: sarà deciso se l'amministrazione si costituirà parte civile nel procedimento contro contro i responsabili delle violenze di ieri allo stadio della città

Ore 9:48
Bertinotti: "Bisogna limitare l'uso delle armi".
Il presidente della Camera Fausto Bertinotti al Gr Parlamento ha detto: "Bisogna limitare l'uso delle armi solo alle circostanze estreme"

Ore 9:54
Bertinotti: "Verità senza reticenze".
Bertinotti: "Non bisogna criminalizzare ma appurare le responsabilità. Servono verità senza reticenze"

Ore 9:57
Bertinotti: "Un fatto inammissibile".
Bertinotti: "Non è ammissibile che avvenga un fatto come questo, pur con tutta la partecipazione umana alla vicenda del poliziotto"

Ore 10:03
Bertinotti: "Avrei sospeso tutte le partite".
Bertinotti al Gr Parlamento: "Personalmente ieri io avrei sospeso le partite, ma non saprei dire se dal punto di vista dell'ordine pubblico sarebbe stata una scelta efficace. Avrei sospeso le partite semplicemente per lutto: per dire che ci si ferma per un atto di rispetto per una tragedia"

Ore 10:15
Il prefetto di Roma: "Esagitati subiranno conseguenze".
Il prefetto di Roma Carlo Mosca ha detto: "Sono stati operati alcuni arresti e questi esagitati, gente che non ha il senso della democrazia. Subiranno le conseguenze di questa loro cattiva visione dello sport e della democrazia"

Ore 10:38
Il vicequestore: "Nessuno intende coprire l'agente".
"Nessuno ha intenzione di coprire l'agente". Lo ha detto il vicequestore vicario di Arezzo, Giuseppe Priore, parlando con i giornalisti davanti alla Questura aretina della morte di Gabriele Sandri, il tifoso laziale rimasto ucciso ieri in un'area di servizio sulla A1. Priore ha parlato di "atto deprecabile, ma che non ha niente a che vedere con il calcio e con il tifo".

Ore 10:40
Il prefetto di Roma avrebbe comunque rinviato partita.
Il prefetto della capitale Carlo Mosca avrebbe "comunque" rinviato la partita di ieri Roma-Cagliari, come deciso da Lega e Federazione, perchè già nel pomeriggio vi erano segnalazioni di possibili scontri. Lo ha affermato lo stesso prefetto, aggiungendo che le forze di polizia erano preparate a quello che poi è accaduto.

Ore 10:56
Cento: "Non si può manipolare informazione".
"Non si può cercare di manipolare l'informazione, come si è fatto ieri o come si è fatto per il G8 di Genova". Lo afferma il sottosegretario all'Economia Paolo Cento durante il dibattito di 'Omnibus' su LA7. "In questo Paese - prosegue l'esponente dei Verdi - è giunto il momento di riaprire una discussione seria sulla formazione professionale e sul modo in cui le forze dell'ordine vengono mandate allo sbaraglio nella gestione dell'ordine pubblico, provocando a volte più danni di quelli che si vogliono evitare".

Ore 10:57
Mosca: "Non possiamo accetttare di essere sconfitti da facinorosi"
"Noi non possiamo accettare che Roma e le altre città d'Italia siano luoghi di scontro, che ci possano essere dei pretesti per attaccare le istituzioni e le forze dell'ordine. Queste sono sul territorio per difendere la libertà di tutti e pochi facinorosi non possono immaginare di mettere in difficoltà le istituzioni dello stato". Lo ha detto il prefetto di Roma, Carlo Mosca, commentando con i giornalisti gli incidenti di ieri.

Ore 11:09
Pescante: "Amato riferisca in Parlamento".
"Chiediamo che Amato venga a spiegare al Parlamento se questa sinistra radicale sarà quella che detterà l'agenda e i provvedimenti a seguito di questa vicenda, come già sta succedendo per la violenza che c'è nel Paese". La richiesta è dell'onorevole di Forza Italia Mario Pescante, ex presidente del Coni.

Ore 11:09
Padre Sandri: "Ieri un bastardo ha ucciso mio figlio".
"Ieri un bastardo ha ucciso mio figlio, sia maledetto per sempre": è il testo, vergato su un foglio dal padre del tifoso ucciso dal colpo di pistola sparato da un agente della Polstrada ad Arezzo, che appare stamane sulla serranda del negozio di abbigliamento della famiglia Sandri, alla Balduina, chiuso per lutto.

Ore 11:11
Pancalli: "Il canagliume attendeva solo un pretesto".
"Probabilmente io avrei fermato il campionato ma forse sarebbero accaduti gli stessi incidenti e oggi avremmo avuto le polemiche sul fatto che si era sbagliato a fermare tutto". Lo ha detto Luca Pancalli, vicepresidente del Coni ed ex commissario straordinario della federcalcio, intervenendo nella trasmissione 'Viva Voce', su Radio 24 sulla vicenda della morte di Gabriele Sandri e sulle violenze successive. "Sono convinto - ha aggiunto Pancalli - che il canagliume attendeva solo un pretesto per scatenare lo scempio e la bestialità che abbiamo visto".

Ore 11:16
Cominciato il vertice al Viminale.
E' iniziato da pochi minuti il vertice al Viminale dopo i tragici fatti di ieri, con l'uccisione di un tifoso laziale e le scene di guerriglia urbana in varie città. Sono presenti i membri dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, il presidente di Lega, Antonio Matarrese e Marco Brunelli, segretario della Lega Calcio . Tra le ipotesi su cui si discutera' oggi, c'e' quella del divieto totale ai tifosi di andare in trasferta.

Ore 11:17
Anche La Russa chiede che Amato riferisca in Aula.
"Questa mattina, nel corso di una telefonata con il presidente Bertinotti, ho ribadito la necessità che il ministro dell'Interno Giuliano Amato riferisca in Aula sui gravi incidenti avvenuti ieri". Lo afferma il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa.

Ore 11:22
Amato riferirà domani in Aula alla Camera.
Il ministro dell'Interno Giuliano Amato riferirà domani alle 10:30 in aula alla Camera sulla vicenda dell'uccisione di Gabriele Sandri e sugli incidenti che ne sono seguiti. E' quanto si apprende da fonti di Montecitorio.

Ore 11:32
Gasparri accusa Amato: "Incapace di gestire ordine pubblico".
"Il ministro Amato si è mostrato ieri incapace di gestire l'ordine pubblico. Non si può decidere di annullare la partita di Roma praticamente a pochi minuti dal suo avvio, creando scompiglio e confusione e offrendo occasioni irripetibili ai teppisti che hanno messo a ferro e fuoco la città". E' duro il commento di Maurizio Gasparri dell'ufficio politico di Alleanza Nazionale.

Ore 11:49
Napolitano "molto preoccupato per violenze tifoserie".
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è detto "molto preoccupato per le violenze compiute dalle tifoserie". "Sono anche io molto preoccupato degli incidenti di ieri . ha detto Napolitano dal Qatar dove si trova da ieri sera in visita di Stato - Sono stato informato dal ministro dell'Interno. Le immagini degli incidenti sono state diffuse dalle tv di tutto il mondo".

Ore 12:08
Pellegrinaggio nell'area di servizio di Badia al Pino.
Un vero e proprio pellegrinaggio di tifosi stamani ha interessato l'area di servizio Badia al Pino ad Arezzo, dove ieri è stato ucciso Gabriele Sandri, il tifoso laziale. Ad un cartello stradale vicino al luogo della tragedia sono state annodate diverse sciarpe di squadre italiane, soprattutto della Roma. Alla base del cartello ci sono foto, biglietti e pelouche. "Un essere indegno ti ha spezzato la vita", è scritto in un messaggio.

Ore 12:09
La procura di Roma contesterà agli arrestati il terrorismo.
La procura di Roma contesterà l'aggravante del terrorismo ai tifosi arrestati ieri sera nei dintorni dello stadio Olimpico dopo le violenze scoppiate in seguito alla morte di Gabriele Sandri. La decisione è stata presa a piazzale Clodio sulla base delle prime risultanze investigative.

Ore 12:17
Coni: "Danni per 100.000 euro".
Il Coni ha diramato una nota in relazione agli incidenti verificatisi ieri sera intorno allo stadio dove era prevista la partita Roma-Cagliari poi rinviata a seguito dell'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri. "L'entità complessiva dei danni arrecati alla Sede di Palazzo H è meno rilevante di quanto le prime informazioni lasciavano intravedere; Questa mattina i nostri tecnici hanno effettuato una prima e sommaria valutazione dei danni, stimando in circa 100 mila euro la loro consistenza.

Ore 12:18
Santanché: "Chiediamo le dimissioni di Amato".
"Oggi La Destra chiederà formalmente che venga sospeso il Campionato e le dimissioni del Ministro Amato, che è il responsabile di questi fatti gravissimi". Così Daniela Santanchè, nuovo portavoce de La Destra, dai microfoni di Radio Monte Carlo, ospite dell'Alfonso Signorini Show, commenta le gravissime vicende che hanno coinvolto il calcio italiano.

Ore 12:19
Bloccati tre ultras a Padova.
Tre ultras del Padova sono stati bloccati dalla polizia mentre stavano facendo una scritta contro le forze dell'ordine. I tre, giovani tra i 18 e i 20 anni, già noti alle forze dell'ordine anche per la loro militanza in Forza Nuova, non sono riusciti a terminare la frase "Sbirri ass..." perchè una pattuglia delle volanti, la scorsa notte, li ha colti sul fatto, ancora con la bomboletta spray di color nero in mano. I giovani hanno tentato di fuggire, ma sono stati fermati, portati in Questura e denunciati.

Ore 12:27
E' la prima volta che si contesta terrorismo a ultras.
E' la prima volta, secondo quanto risulta a Roma, che la magistratura contesta il terrorismo per fatti di violenze compiute da ultras. Dalle prime indagini emergerebbe che dietro gli atti di vandalismo e di aggressione a strutture delle forze dell'ordine potrebbe esserci una matrice politica.

Ore 12:28
Nessun processo per direttissima per i 4 arrestati.
I tifosi arrestati ieri sera (che sono tre, e non quattro, come si era detto finora) avrebbero dovuto essere giudicati oggi per direttissima, ma l'esigenza di svolgere accertamenti ha determinato il ritiro degli atti già depositati in tribunale e la loro trasmissione all'ufficio del gip per la convalida dei fermi. Quindi, nessun processo per direttissima. La vicenda sarà oggetto di un vertice che si terrà in giornata a piazzale Clodio.

Ore 12:29
Continuano i rilievi della polizia scientifica.
Sono continuati stamani i rilievi della polizia scientifica nell'area di servizio Badia al Pino di Arezzo, da cui ha sparato ieri l'agente, prima che il tifoso laziale Gabriele Sandri rimanesse ucciso da una pallottola. Gli agenti stanno setacciando il terreno, e scoperchiando le grate della fognatura.

Ore 12:38
Riunione d'urgenza al ministero dello Sport.
Comincerà tra pochi minuti un incontro tra la ministro dello Sport, Giovanna Melandri, il presidente del Coni, Gianni Petrucci, e quello della federcalcio, Giancarlo Abete. Alla riunione, che si svolgerà nella sede del ministero, ed è stata convocata d'urgenza, parteciperà anche il presidente della Lega, Antonio Matarrese.

Ore 12:39
Vigna: "Gli attacchi alla polizia sono eversivi".
Gli "attacchi alle forze di polizia" dopo la morte del tifoso della Lazio nell'area di servizio dell'A1 ad Arezzo, "e addirittura gli attacchi a caserme hanno, secondo me, una valenza eversiva". Lo ha detto durante un'intervista alla radio fiorentina Lady Radio, l'ex procuratore antimafia Piero Luigi Vigna che ha commentato la tragica morte di Gabriele Sandri.

Ore 12:46
Rimosso il biglietto dal negozio dei Sandri.
E' stato tolto dalla vetrina del negozio alla Balduina di Gabriele Sandri il cartello con la scritta contro il poliziotto. Un amico della famiglia Sandri ha spiegato di aver parlato con il fratello di Gabriele e che la scritta non era assolutamente stata fatta dalla famiglia. Quindi il giovane ha rimosso subito il cartello.

Ore 13:12
Cossiga: "Assalto alle caserme? Neppure negli anni di piombo".
Il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ed ex ministro dell'Interno ha detto: E' molto grave l'assalto alle caserme verificatosi ieri dopo l'uccisione del tifoso laziale e il governo se ne deve far carico. Questo non è mai successo, neanche negli anni di piombo": "Negli anni di piombo avremmo sparato subito e la seconda volta non l'avrebbero fatto"

Ore 13:24
Russo Spena: "Forza Nuova e An uniscono ultrà".
Il capogruppo di Rifondazione comunista al Senato Giovanni Russo Spena ha detto. "Ieri a Roma si è creata un'unità di tifosi laziali e romanisti parzialmente inedita. Nella Capitale, infatti, settori ampi di tifoseria laziale e romanista trovano una convergenza nelle sedi di Forza Nuova e di An. In molte città vi è una politicizzazione del tifo, quasi sempre a destra"

Ore 13:41
Manganelli, capo della Polizia: "Faremo piena chiarezza".
Antonio Manganelli, capo della Polizia, ha detto: "Scopriremo la verità, mi sono impegnato, si è impegnato il ministro dell'interno. Spero, e credo, che entro oggi faremo piena chiarezza"

Ore 13:46
Coni, Federcalcio e Lega dal ministro Melandriì.
Vertice dal ministro dello Sport Giovanna Melandri con le istituzioni del calcio. In agenda le iniziative da prendere in materia di violenza. Oltre al ministro e al sottosegretario Giovanni Lolli, il presidente del Coni Gianni Petrucci arrivato accompagnato dal segretario generale Raffaele Pagnozzi, il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete e quello della Lega Antonio Matarrese

Ore 13:48
Indagato per omicidio colposo il poliziotto che ha sparato.
Il poliziotto che ieri ha sparato all'autogrill di Arezzo, sarà indagato per omicidio colposo. Il provvedimento è stato notificato all'agente poco fa

Ore 14:01
L'agente indagato destinato ad attività interna.
L'agente della polizia stradale è stato destinato ad attività interna

Ore 14:11
La Cei: "Preoccupante clima di violenza".
I vescovi italiani sono preoccupati per l'emergere di "un clima complessivo di violenza in diversi contesti compreso lo sport". Lo ha detto il segretario della Cei Giuseppe Betori sottolineando che "la dimensione educativa dello sport fa apparire i fatti di ieri come quanto di più contraddittorio"

Ore 14:21
Scontri ultrà, al setaccio immagini delle telecamere e siti tifosi.
Per risalire agli ultras che ieri sera hanno assaltato le caserme della polizia e la sede del Coni, gli inquirenti stanno visionando i filmati delle telecamere installate in strada, analizzando i tabulati telefonici, visionando blog e siti internet dei tifosi

Ore 14:24
Mastella: "Serve piena chiarezza".
"E' assolutamente necessario che sia fatta piena chiarezza sull'uccisione del giovane Gabriele Sandri nel più breve tempo possibile e senza reticenze". Lo afferma il guardasigilli Clemente Mastella

Ore 14:34
Veltroni: "Un ragazzo non può morire così".
Walter Veltroni, in visita al campo di sterminio nazista di Auschwitz in Polonia, insieme ad oltre 200 ragazzi delle scuole romane, torna su quanto accaduto ieri: "Sono tante le giornate nere che abbiamo nella memoria e nelle quali alla parola sport e alla parola gioco si associa la parola morte". Non può succedere che un ragazzo muoia in quel modo"

Ore 14:46
Un testimone ha visto l'agente sparare.
Un rappresentante di commercio della capitale, che ieri mattina si era fermato nell'area di servizio di Arezzo per fare benzina, ha visto l'agente della Stradale sparare

Ore 14:50
Donadoni: "Noi ostaggi della violenza. Ho la nausea".
Roberto Donadoni, ct della nazionale campione del mondo, ha detto: "Quel che è successo a Bergamo e poi a Roma è follia pura. E' una di quelle volte che ti viene la nausea. Credo anche io che siamo ostaggi di questa violenza, ma non si può essere schiavi a questo modo"

Ore 15:02
Suor Paola incontra la madre di Gabriele.
Suor Paola, volto conosciuto dai media e tifosa della Lazio, ha incontrato la madre di Gabriele Sandri. "E' un incontro privato" ha detto la suora entrando nel portone di via Pereira

Ore 15:04
Donadoni: "Contro la violenza fermerei il calcio tre mesi".
Roberto Donadoni, ct della nazionale azzurra, ha detto: "Se fossi certo che fermarsi eliminerebbe il problema della violenza, ci metterei la firma subito, anche per tre mesi"

Ore 15:15
Manganelli: "Ci sono infiltrazioni di estremisti nelle tifoserie".
"Ci sono infiltrazioni di estremisti nelle tifoserie". Lo dichiara il capo della Polizia Manganelli, precisando che nelle curve ci sono anche neofascisti e anarcoinsurrezionalisti

Ore 15:19
Questore di Arezzo: "Contestato omicidio colposo ma potrebbe peggiorare".
Conferenza stampa del questore di Arezzo: "Contestato l'omicidio colposo ma è possibile un'evoluzione e trasformarsi in omicidio volontario"

Ore 15:22
Il questore: "Due agenti hanno corso ma solo uno ha sparato".
Il questore di Arezzo: "Almeno due poliziotti hanno corso lungo la carreggiata, ma solo uno ha sparato"

Ore 15:30
Il questore: "Uno dei colpi sparati ad altezza uomo".
Il questore: In base ai primi esiti delle perizie "uno dei due colpi è stato sparato ad altezza uomo. Il perchè lo stabiliremo"

Ore 15:33 Il questore: "Cerchiamo ancora il secondo bossolo".
Il questore: "Recuperata l'ogiva nel collo di Gabriele Sandri. Stiamo cercando ancora il secondo bossolo"

Ore 15:35
Il questore: "Nell'area di servizio, biglie e coltelli e sassi".
Il questore: "Recuperati nell'area di servizio coltelli, qualche biglia e anche dei sassi"

Ore 15:36
Il questore: "Forse ha mirato alle gomme".
Il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe ritiene che sia "probabile" che l'agente abbia mirato alle gomme, ma ha aggiunto che se è così ha preso un rischio enorme

Ore 15:39
Il testimone: "Impugnava la pistola con due mani e le braccia tese".
Il rappresentante di commercio che ieri mattina ha visto il poliziotto sparare ha detto: "Ha sparato impugnando la pistola con entrambe le mani e le braccia erano tese. Non mi sembra sparasse in aria, anzi..."

Ore 16:00
Melandri: "Ho chiesto di sospendere il campionato".
Il ministro per le politiche giovanili e le attività sportive Giovanna Melandri, ha chiesto ai vertici del calcio di valutare la possibilità di "sospendere il campionato per alcune settimane"

Ore 16:14
Osservatorio: Stop trasferte, chiuse le curve di Bergamo e Taranto.
L'organismo di controllo sugli stadi decide di chiudere le curve di Bergamo e Taranto e bloccare tutte le trasferte dei tifosi

Ore 16:22
Marini: "Stabilire con chiarezza le responsabilità".
Anche Franco Marini, presidente del Senato chiede che sull'omicidio del tifoso siano "stabilite con chiarezza le responsabilità"

Ore 16:39
Giudice sportivo, per prassi decisioni il 20 novembre.
Anche per gli attesi provvedimenti di una giornata come quella di ieri, in particolare per Atalanta-Milan, quasi certamente bisognerà attendere martedì della prossima settimana. Il giudice sportivo Giampaolo Tosel dovrebbe rispettare la prassi che differisce di una settimana la pubblicazione delle sue decisioni, in occasione di impegni della Nazionale. La certezza si avrà comunque solo domani, quando il giudice farà diramare i provvedimenti. Per tradizione ci dovrebbero essere solo quelli della serie B. Ma nulla vieterebbe a Tosel di non rispettare la prassi

Ore 16:41
Funerali probabilmente mercoledì alla Balduina.
I funerali di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso ieri, si svolgeranno probabilmente mercoledì nella parrocchia di San Pio X, alla Balduina. A riferirlo è il parroco della chiesa, don Paolo, che nel pomeriggio ha fatto visita alla mamma del dj ventottenne morto nei pressi di Arezzo

Ore 16:49
Questore: "Chi era a bordo Mercedes si faccia avanti".
"Chi era a bordo della Mercedes classe A scura si faccia avanti". Questo l'appello del questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe, rivolto a chi viaggiava sulla macchina scura presente ieri nell'area di servizio di Badia al Pino. Un'auto con danneggiamento alla fiancata destra e al tettuccio

Ore 16:58
Riaffisso cartello su vetrina negozio Sandri.
E' stato di nuovo affisso davanti al negozio della famiglia Sandri il cartello con la scrtta "Ieri un bastardo schifoso ha assassinato mio figlio. Che tu sia maledetto sempre". "La famiglia di Gabriele sono io - ha detto una delle due donne che l'hanno riaffisso alla vetrina, presentandosi come la compagna del padre - mi ha chiamato Giorgio da Arezzo per dirmi rimetterlo"

Ore 17:06
Ecco il testimone che ha visto sparare a braccia tese.
Il testimone che ha visto l'agente della polizia stradale sparare a braccia tese nella piazzola dell'A1 nei pressi di Arezzo è un agente di commercio. La sua dichiarazione è stata verbalizzata dalla polizia ieri sera presso un commissariato della capitale, dopo che era rientrato a Roma ed essersi reso conto di quanto era avvenuto

Ore 17:19
Mastella: "Politica non accetti attacco allo Stato".
Il ministro della Giustizia Clemente Mastella esprime "solidarietà e vicinanza alla famiglia del giovane che è stato ucciso" e crede "sia giusto che la magistratura faccia velocemente le indagini approfondendole e cercando la verità a tutti i costi senza lasciare alcuna zona d'ombra". Mastella prima di entrare nell'aula del Senato dove sono riprese le votazioni sulla finanziaria sottolinea come "da tutte le forze politiche mi è parso ci sia stata una accettazione di quello che si è verificato ieri". Il ministro parla di "guerriglia urbana ai limiti della intollerabilità nella democrazia", di "esagitati impiantati in ideologie perverse che massacrano la condizione umana" e di "predatori delle libertà e personaggi controversi" che non hanno nulla a che vedere con lo sport

Ore 17:22
Bonaiuti: "Si poteva sospendere campionato".
"Purtroppo tra i tifosi, che sono la stragrande maggioranza e sostengono la propria squadra con il cuore, si annidano quelle frange estremiste che anche ieri hanno approfittato di una tragedia per colpire in maniera selvaggia e indiscriminata le Forze dell'ordine". Così il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti: "In un caso come quello di ieri, quando una persona perde la vita - aggiunge - sarei stato favorevole alla sospensione del campionato"

Ore 17:34
Il fratello: "Rispettate il nostro dolore".
"Rispettate il nostro dolore personale". Così il fratello di Gabriele Sandri, Cristiano, si è rivolto ai tanti giornalisti assiepati davanti all'ospedale, dove a momenti inzierà l'autopsia. Il fratello era accompagnato dal padre Giorgio, dall'avvocato Luigi Conti e dai periti di parte. Il legale ha aggiunto: "Non abbiamo nulla da dire"

Ore 17:37
Cominciato l'incontro in Figc.
E' iniziato da pochi minuti il vertice in Figc. Presenti alla riunione, oltre al presidente federale Giancarlo Abete, i suoi tre vice (Gussoni, Tavecchio e Albertini), il presidente della Lega Calcio, Antonio Matarrese e quello dell'Assoallenatori, Renzo Ulivieri. L'incontro sarà centrato sulle misure da prendere in risposta alle parole del ministro dello Sport, Giovanna Melandri, che proprio oggi ha esortato i vertici del calcio italiano a fornire un segnale chiaro contro la violenza negli stadi, sospendendo il campionato

Ore 17:41
Napolitano: "L'Italia non è quella vista ieri in tv".
"E' bene che non si confonda qualcosa di molto negativo come quello accaduto ieri con l'Italia. E' importante che non si confondano le immagini degli incidenti di ieri con l'Italia che è tante altre cose". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, incontrando la comunità italiana in Qatar

Ore 17:43
Fioroni: "C'è un'emergenza educazione".
Dimostrano che c'è in Italia una "emergenza educazione", secondo il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, gli incidenti di ieri a Bergamo, Roma ed in altre città. "Per spiegare come si arrivi a usare un tombino per spaccare un vetro antisfondamento, non basta fare riferimento alle questioni legate alla sicurezza", ha ribadito oggi pomeriggio il ministro, parlando in un convegno a Perugia

Ore 17:45
Fratello Gabriele: "Fatti stadio non c'entrano".
"Vi chiedo di evitare strumentalizzazioni in ordine a fatti di stadio che non c'entrano nulla". Lo ha detto Cristiano Sandri, fratello del tifoso ucciso ieri. Cristiano ha incontrato i giornalisti per un breve messaggio nella chiesetta dell'ospedale di Arezzo dove si sta svolgendo l'autopsia

Ore 17:47
L'Osservatorio: stop a trasferte di massa tifosi violenti.
L'Osservatorio sulla sicurezza ha deciso: stop alla trasferte di massa dei tifosi violenti. I questori potranno sospendere le gare anche se gli scontri avvengono fuori dallo stadio. Dal primo marzo, ci saranno steward negli stadi da oltre 7.500 spettatori (se non ci saranno si giocherà a porte chiuse). Prevista inoltre l'accelerazione dell'adozione della cosiddetta "tessera del tifoso", che ''darà una nuova configurazione delle tifoserie, quali ufficiali rappresentanti delle rispettive squadre''

Ore 18:11
Amato: "Ho condiviso le scelte di Manganelli".
Le scelte del capo della Polizia Antonio Manganelli "sulla gestione dell'ordine pubblico, che io ho condiviso, hanno evitato che a quella tragedia seguissero esiti ancor più drammatici". Lo dice il ministro dell'Interno Giuliano Amato

Ore 18:13
Amato: "Trovare i responsabili degli scontri" "Mi auguro che si individuino uno ad uno i responsabili dei gravi scontri di ieri a Roma, Milano e Bergamo". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato. "Si è trattato - ha proseguito - di fatti di estrema gravità e anche su di essi sarà bene che domani alla Camera si faccia un'approfondita riflessione"

Ore 18:21
L'agente è nato a Varese.
E' nato a Varese nel 1976 Luigi Spaccarotella (e non Spaccatorella come si era appreso in un primo tempo), l'agente della polizia stradale che ha sparato due colpi di pistola uccidendo Gabriele Sandri

Ore 18:31
Ferrero: "Fermare il campionato è il minimo".
Il ministro della Solidarietà sociale: "Fermare il campionato dopo la morte del giovane in autostrada sarebbe il minimo che si deve fare. Appoggio pienamente la presa di posizione del ministro Melandri"

Ore 18:35
Camera ardente di Sandri da domani.
Da domani alle 10.30 sarà aperta la camera ardente di Gabriele Sandri, presso la Sala Santa Rita in Piazza Campitelli a Roma

Ore 19:02
Verso stop alle partite domenica.
Domenica stop alle partite di calcio. E' questa l'indicazione emersa dal vertice in corso in Federcalcio secondo quanto anticipato dal presidente dell' Assoallenatori Renzo Ulivieri. "E' probabile che non si giochi domenica" le uniche parole di Ulivieri. A fermarsi quindi, dovrebbe essere la serie B e tutti gli altri campionati inferiori, dato che la serie A avrebbe comunque salato un turno a causa dell'impegno della nazionale contro la Scozia nelle qualificazioni per Euro 2008 in programma sabato a Glasgow

Ore 19:05
Roma, 75 agenti feriti.
Sono 75 i poliziotti che hanno fatto ricorso a cure mediche in seguito agli scontri di ieri sera a Roma. Dei funzionari due quelli con ferite più serie e con prognosi più gravi: il primo ferito con una spranga di ferro al fegato e il secondo con la fuoruscita dell'omero dalla spalla

Ore 19:18
Prodi: "Fare chiarezza e giro di vite".
"Necessità e volontà di fare chiarezza" sui fatti che hanno portato all'uccisione del giovane tifoso laziale e "al tempo stesso stigmatizzare la gravità di quanto successo nel pomeriggio e nella serata di ieri" quando si è scatenata la violenza degli ultrà "attivando quanto già fatto dal governo in occasione di fatti di catania". E' questa la linea di Romano Prodi. La presidenza del consiglio sottolinea "l'attenzione verso una situazione in cui una tragedia è stata presa a pretesto per provocare altri danni"

Ore 19:20
Arrestati Roma, tre laziali e un romanista.
Le quattro persone arrestate ieri sera a Roma sono tre tifosi della Lazio e uno della Roma, di età compresa tra i 21 e i 30 anni. Tra loro anche una ragazza

Ore 19:20
Arresti a Bergamo.
Primi arresti per gli scontri di ieri pomeriggio nello stadio di Bergamo. Il primo ad essere arrestato nel tardo pomeriggio è stato un giovane di 33 anni residente a Azzano San Paolo (Bergamo). I carabinieri ritengono che facesse parte del gruppo che durante lo scorcio di Atalanta-Milan ha tentato di sfondare la protezione di vetro con un tombino. Sarebbe stato individuato tramite le immagini registrate allo stadio

Ore 19:22
Scritte sui muri, due minori fermati a Roma.
"11/11/2007: ecco il dopo Raciti. Polizia furia", "Sandri un tifoso come noi che ha pagato con il sangue la propria fede", "Gabriele resterà nei nostri cuori ultras Roma". Questa scritta è comparsa stamattina su un muro nella zona di viale Marconi a Roma per la quale sono stati fermati due ragazzi di 14 e 15 anni

Scritte Scritte Scritte Scritte Scritte

Ore 19:45
Domenica si fermano B e C.
Domenica prossima il calcio si ferma: la Figc ha deciso che non si giocheranno le partite di B e C. La serie A osserva un turno di stop per la partita di sabato della nazionale

Ore 19:54
Bergamo, 4-5 arresti.
Sono saliti ad almeno 4 o cinque gli arresti a Bergamo per gli scontri allo stadio. Uno è stato effettuato dai carabinieri, gli altri dalla Digos. Complessivamente i provvedimenti restrittivi dovrebbero riguardare una decina di persone. Sicuramente due giovani di 24 e 25 anni sono stati denunciati a piede libero per alcune scritte contro la polizia

Ore 19:58
Taranto, scritte contro la polizia.
Frasi inneggianti alla violenza contro la polizia sono state scritte con bombolette spray sui muri di un edificio nel centro cittadino di Taranto: "10, 100, 1000 Raciti" e "sbirro infame". Indaga la Digos

13 NOVEMBRE 2007

Ore 9:39
Disordini a Taranto, arrestati sei tifosi.
Sei ultras del Taranto calcio, ritenuti protagonisti dei disordini di domenica scorsa allo stadio Erasmo Iacovone, sono stati arrestati dalla polizia. Le intemperanze di tifosi provocarono la sospensione della partita tra la formazione di casa e la Massese (C1, girone B). I teppisti sono stati identificati grazie ai filmati realizzati dalla polizia scientifica durante gli incidenti.

Ore 9:41
Attesi per i oggi i primi risultati della scientifica.
E' prevista per oggi la consegna al magistrato dei primi risultati delle analisi scientifiche svolte dagli investigatori della polizia nelle aree di servizio dell'A1, ad Arezzo, dove domenica scorsa è stato ucciso il tifoso laziale Gabriele Sandri. Per due giorni gli agenti della scientifica hanno setacciato le aree di servizio, l'una di fronte all'altra, dove si trovava Gabriele, la Badia al Pino nord, e quella dalla quale ha sparato l'agente accusato dell'omicidio, la Badia al Pino sud. Per la ricostruzione della vicenda, saranno indispensabili anche gli esiti dell'autopsia svolta ieri sul cadavere della vittima. I risultati dovrebbero arrivare nei prossimi giorni.

Ore 9:43
A Roma scritte e svastiche contro la polizia.
Alcune scritte contro la Polizia sono apparse questa mattina su un muro di via Tor Fiorenza, non lontano da piazza Vescovio, luogo di ritrovo di ultras laziali. Le scritte, tracciate con una bomboletta spray, erano firmate con la sigla Acab (acronimo di All Cops Are Bastards, "tutti gli sbirri sono bastardi") e dicevano: "Stato assassino", "Presto un altro Raciti, sbirri infami. La nostra rabbia vuole il vostro sangue". Tra le scritte è stata disegnata anche una svastica.

Ore 9:47
Questa mattina a Montecitorio l'informativa di Amato.
Sono diciassette i deputati iscritti a parlare dopo l'informativa urgente che il ministro dell'Interno Giuliano Amato svolgerà questa mattina alle 10.30 nell'aula della Camera sull'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri e sugli incidenti che ne sono seguiti in alcune città italiane.

Ore 9:58
Per gli incidenti di Bergamo arresti anche a Milano.
Arresti tra tifosi milanisti sono stati eseguiti dagli agenti della Digos di Milano in relazione agli incidenti avvenuti domenica scorsa in occasione di Atalanta-Milan, sospesa dopo 7 minuti in quanto i tifosi bergamaschi avevano rotto una vetrata che separa la loro curva dal terreno di gioco. Ieri la Digos di Bergamo aveva eseguito 7 arresti tra i tifosi dell'Atalanta e denunciate a piede libero altri due per delle scritte ingiuriose apparse su un muro a Seriate.

Ore 10:09
Folla davanti alla camera ardente di Gabriele Sandri.
La sala Santa Rita, in piazza Campitelli, a Roma, dove è stata allestita la camera ardente di Gabriele Sandri, è ancora chiusa, ma già in tanti aspettano di potergli dare l'ultimo saluto. La salma del giovane supporter laziale è arrivata nella notte a Roma. Via Montanara, dove si trova la sala Santa Rita, messa a disposizione dal Comune di Roma, è stata chiusa al traffico e i vigili urbani hanno già sistemato le transenne per creare un corridoio di accesso pedonale riservato a quanti vorranno far visita a Gabriele.

Ore 10:36
Amato: "Non conosco ancora la verità".
"Non conosco ancora la verità, l'accerterà la magistratura". Lo ha detto il ministro dell'Interno Giuliano Amato intervenendo alla Camera sulla morte del tifoso della Lazio Gabriele Sandri. Il responsabile del Viminale ha parlato anche di "tristezza infinita" e di "amarezza senza risposta".

Ore 10:38
Amato: "Il Viminale non ha occultato nulla".
"Il Viminale non ha occultato nulla". E' l'assicurazione di Amato riferendosi ai ritardi nel comunicare con esattezza quanto accaduto nell'area di servizio della A1. "Non avevamo interesse ad occultare", ha poi aggiunto il ministro, "per noi sarebbe stato meglio far sapere tutto il prima possibile". Ma anche se tutto fosse stato detto in tempo, secondo Amato, "assai difficilmente avrebbe impedito ai violenti di fare occasione per un ritorno alla violenza".

Ore 10:45
Amato: "L'assalto al Coni un'azione diversiva".
L'assalto contro il Coni è stata un'azione diversiva per distrarre la polizia e attirarla fuori dalle caserme. E' questa la ricostruzione degli incidenti di domenica sera a Roma fatta alla Camera dal ministro Amato.

Ore 10:46
Amato: "Sembra accertato sparo a braccia tese".
"Sembra accertato" che l'agente "sparò con le braccia tese". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, nel corso dell'informativa alla Camera dei deputati sull'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri.

Ore 10:51
Amato: "A Roma la polizia ha evitato una mattanza".
Le forze dell'ordine non hanno reagito come potevano ai disordini di domenica sera a Roma, hanno deciso di "controllare" i violenti e così "è stata evitata una mattanza". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, nella sua informativa alla Camera.

Ore 10:55
Amato: "Mi assumo responsabilità delle scelte di Manganelli".
Scambio polemico nel corso dell'informativa alla Camera tra il ministro dell'Interno Giuliano Amato e Pier Ferdinando Casini. Al leader dell'Udc, che rimproverava al ministro di non difendere abbastanza la polizia, Amato ha risposto seccamente: "Mi assumo tutte le responsabilità delle scelte fatte dal capo della polizia Antonio Manganelli".

Ore 10:57
Amato: "In Italia troppe palestre di violenza".
"In Italia ci sono troppe palestre di violenza, tema che ancora non abbiamo affrontato". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, intervenendo alla Camera. Il ministro parla del "bullismo, delle baby gang, della violenza negli stadi che era diventato un mestiere".

Ore 11:03
L'intervento di Amato in un'aula quasi deserta.
Il ministro dell' Interno Giuliano Amato ha riferito in aula a Montecitorio davanti a pochi i deputati. I parlamentari maggiormente presenti sono stati quelli di An, guidati da Gianfranco Fini. Quasi vuoti invece i banchi di Forza Italia. Nei banchi del Pd è occupato solo un settore laterale. Completamente vuoti i posti riservati alla Lega.

Ore 11:13
A Roma sarà deliberato il lutto cittadino.
"Oggi alle 14 la giunta si riunirà per deliberare il lutto cittadino". Lo ha detto il vicesindaco di Roma, Maria Pia Garavaglia, lasciando la camera ardente per Gabriele Sandri. "La nostra città - ha aggiunto - è vicina al dolore della famiglia, che è un dolore di tutta Roma, perché ogni giovane che si spegne è un impoverimento per tutta la comunità".

Ore 11:18
Gigi Riva: "Fermiamo il calcio a oltranza".
"Stamattina finalmente ho letto la parola giusta: terrorismo. Quel che è successo domenica è guerra civile. Prima dobbiamo fermare tutto questo e poi si può pensare a giocare. Io fermo anche subito il campionato, anche per un anno, se debelliamo questo terrorismo". E' Gigi Riva, capo delegazione della Nazionale, a ribadire dal raduno di Coverciano tutta la rabbia del gruppo azzurro per la devastante violenza ultrà. "Fermiamo il calcio una domenica, tre mesi, anche per sempre, purché finisca questo clima: non mi interessa - ha aggiunto Riva - se c'è un'eventuale fuga di campioni, il problema non è Kaka ma mio figlio che va allo stadio".

Ore 11:23
Amato: "Senza rissa tra tifosi Sandri non sarebbe morto".
Gabriele Sandri "non sarebbe morto se un poliziotto non avesse sparato, e questo è comunque imperdonabile, ma non sarebbe morto neppure se i tifosi di due squadre diverse, incontrandosi in un autogrilli, non si cimentassero in risse ma bevessero un caffè insieme". Lo ha affermato il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, nella sua informativa alla Camera. "Nel basket, nel baseball, in tutti gli altri sport è così - ha sostenuto il ministro - nel calcio invece continuano ad accadere fatti tremendi. E' responsabilità mia e del governo provvedere all'uso della fermezza nei confronti della violenza, tagliare le sue radici".

Ore 11:45
La Russa: "Errore più grave fermare gare a singhiozzo".
"La madre di tutti gli errori è stata quella di sospendere le partite a singhiozzo" e non invece tutte insieme subito. E' questo il rimprovero più significativo che il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa muove al ministro dell'Interno Giuliano Amato che oggi ha riferito in Aula sulla morte del tifoso laziale di domenica scorsa.

Ore 11:47
Cicchitto: "Governo si è mosso in maniera incerta".
"Esprimo la mia insoddisfazione per l'esposizione del ministro Amato. Nella giornata di domenica il governo si è mosso in modo sbagliato, incerto e contraddittorio". Lo ha detto Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore nazionale di Forza Italia, nel corso del dibattito alla Camera sulla morte del tifoso della Lazio Gabriele Sandri e degli scontri che ne sono seguiti. Dopo aver espresso solidarietà alla famiglia di Gabriele Sandri e alle forze dell'ordine, Cicchitto ha fortemente criticato la conferenza stampa del Questore di Arezzo, per le "versioni sbagliate e reticenti" che hanno "costituito benzina per i violenti". "E' stato un serio errore - ha aggiunto - dare per tutta la giornata di domenica versioni palesemente reticenti. Ancor più grave l'errore di non sospendere tutte le partite".

Ore 11:52
Tifosi arrestati a Milano sono sia interisti che milanisti.
Sarebbero tre tifosi dell'Inter e tre tifosi del Milan le persone arrestate questa mattina per gli incidenti avvenuti domenica a Milano come reazione all'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri. A quanto si è appreso almeno due milanisti farebbero parte della tifoseria organizzata. I reati contestati, a vario titolo, sono inosservanza della diffida dallo stadio (Daspo), resistenza aggravata e travisamento.

Ore 11:55
Treviso, prosciolti sessanta tifosi colpiti da Daspo.
Una sessantina di tifosi del Treviso, raggiunti da provvedimento di divieto di accesso allo stadio mediamente per un anno dopo gli incidenti avvenuti nell'aprile scorso in occasione di Verona-Treviso, potranno tornare a seguire la propria squadra del cuore il 24 novembre prossimo alla ripresa del campionato di serie B. Il ritorno allo stadio avverrà così in anticipo rispetto ai tempi previsti dai Daspo in quanto i divieti sono stati revocati dopo che la magistratura ordinaria nelle settimane scorse ha archiviato il procedimento a carico dei tifosi trevigiani per danneggiamento e lancio di oggetti pericolosi.

Ore 11:59
Sono sette gli arresti effettuati a Taranto, ricercati altri due ultrà.
Sono nove i teppisti tarantini accusati dei disordini di domenica scorsa allo stadio Erasmo Iacovone di Taranto per i quali è previsto l'arresto in flagranza differita: in sette sono stati già condotti in carcere dalla polizia, altri due sono ricercati. Gli investigatori stanno continuando a visionare i filmati fatti durante gli incidenti verificatisi nel corso della gara Taranto-Massese (C1, girone B).

Ore 12:04
Maroni: "Sospendere da ora il campionato di calcio".
"Il governo sospenda da ora il campionato di calcio o faccia giocare tutte le partite a porte chiuse". Lo ha detto nell'Aula della Camera il capogruppo della Lega Roberto Maroni intervenendo nel dibattito sull'uccisione del tifoso della Lazio Gabriele Sandri e sugli incidenti successivamente verificatisi in varie città d'Italia. Maroni ha attaccato il ministro dell'Interno Giuliano Amato. "Lei - gli ha detto - fa troppo il sociologo e troppo poco il ministro. Agisca subito o lasci il suo pasto a qualcuno che è più capace di lei".

Ore 12:13
Amato: "Ho condiviso scelta di non far sospendere campionato".
"Ho condiviso la scelta di non far sospendere domenica scorsa l'intero set delle partite di campionato, perché, anche se ci sono stati sporadici incidenti all'interno di alcune di esse, sospendere all'ultimo momento, con le tifoserie già concentrate che poi sarebbero fuoriuscite dagli stadi, avrebbe provocato incidenti maggiori", ha detto ancora il ministro dell'Interno, Giuliano Amato.

Ore 12:26
Amato: "Stamattina altri arresti a Taranto, Milano e Bergamo".
Dopo gli scontri di domenica, a Roma sono state arrestate quattro persone, sono in corso le identificazioni di altre decine e ci saranno ulteriori arresti. Stamattina ci sono state inoltre arresti in flagranza differita: cinque a Taranto, sei a Milano e sette a Bergamo. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, nella sua informativa alla Camera sull'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri e sugli incidenti che sono seguiti in diverse citta'

Ore 12:30
Agente indagato: "Sui giornali su di me solo invenzioni".
"Non ho parlato con nessuno, ho parlato solo con il magistrato. Tutto ciò che leggete sui giornali è invenzione vostra". Lo ha detto Luigi Spaccarotella, l'agente di polizia indagato per l'omicidio di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso domenica scorsa in un'area di servizio sull'A1 ad Arezzo. L'agente ha risposto così dal citofono di casa, nella città toscana, alla domande dei giornalisti.

Ore 12:42
Amato: "Massima severità per poliziotto che ha sparato".
"Se qualcuno spara quando non deve sparare, le sue responsabilità sono da accertare con la massima severità; l'essere poliziotto non esime dal rispetto delle regole, al contrario, impone che le regole siano rispettate con ancora maggiore impegno". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, nella sua informativa alla Camera.

Ore 12:43
Amato: "Giusta sospensione di domenica".
E' "giusta" la sospensione dei campionati decisa per domenica "se e in quanto il mondo calcio la sappia vivere come espressione di un lutto per un giovane che non c'è più, ma anche per riflettere sui modi per far scomparire la violenza dagli stadi". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, nella sua informativa alla Camera.

Ore 13:07
Questore Arezzo: "Era meglio non tirar fuori pistola".
Quello dell'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella è stato "un intervento non professionalmente corretto" ed "era meglio non tirare fuori la pistola". A dirlo, a Radio 24, è il questore di Arezzo, Vincenzo Giacobbe, in una intervista della quale l' emittente ha diffuso una sintesi.

Ore 13:09
Amico Spaccarotella: "In casa c'è solo padre Luigi".
"In casa c'è solo il padre, quello che stamani ha parlato al citofono non era Luigi, ma suo padre". Lo ha detto un amico di Luigi Spaccarotella, l'agente accusato di omicidio per l'uccisione di Gabriele Sandri, il tifoso laziale morto domenica in un'area di servizio autostradale ad Arezzo. L'amico di Luigi ha parlato con i giornalisti davanti all'abitazione dell'agente, chiedendo il rispetto del dolore della famiglia.

Ore 13:11
Questore Arezzo: "Da polizia piccolo errore comunicazione".
Da parte della polizia c'è stato un "piccolo errore di comunicazione" nelle prime fasi della gestione della notizia su quanto accaduto nell'area di servizio di Badia al Pino dove è stato ucciso Gabriele Sandri. A dirlo, a Radio 24, è il questore di Arezzo, Vincenzo Giacobbe.

Ore 13:20
Arrestati altri due tifosi a Milano.
Altri due tifosi sono stati arrestati dalle forze dell'ordine. Si tratta, in entrambi i casi, di due tifosi appartenenti alle frange più estreme del tifo interista. I carabinieri del Nucleo informativo li hanno arrestati stamani, uno a Milano e l'altro a Pogliano Milanese.

Ore 13:21
La Scientifica cerca ancora i bossoli.
Gli agenti della Scientifica sono tornati nell'area di servizio Badia Alpino Sud, sull'autostrada A1 ad Arezzo da dove domenica ha sparato l'agente di Polizia Luigi Spaccarotella, accusato dell'omicidio del tifoso laziale Gabriele Sandri. In base a quanto si apprende, gli agenti starebbero cercando uno dei due bossoli della pallottole esplose dall'agente.

Ore 13:25
L'omaggio della comunità ebraica.
"Di fronte a un fatto così terribile non esistono parole, non è giusto morire a quell'età". Lo ha detto il portavoce della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, che ha reso omaggio alla camera ardente a Gabriele Sandri. "La Comunità ebraica di Roma, che è oggi da me rappresentata - ha spiegato Pacifici - fa un primo gesto e non sarà l'ultimo di vicinanza prima di tutto alla famiglia e poi alla squadra".

Ore 13:33
Amato: "Per la destra dovevo sostituirmi al prefetto".
"Mi sembra di capire che quello che la destra ci contesta è che io ministro non mi sia messo alla testa dei miei prodi per portarli al contrattacco a Roma". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, uscendo dall'Aula di Montecitorio dopo la sua informativa sull'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri e sugli incidenti che sono seguiti in diverse città. Insomma, ha spiegato, commentando le critiche del centrodestra, "secondo loro il ministro avrebbe dovuto mettersi alla guida delle truppe contro le decisioni operative di chi ha la responsabilità della gestione dell'ordine pubblico, contro le scelte del capo della polizia, del questore, del prefetto".

Ore 13:52
Cristiano Sandri lascia camera ardente.
Cristiano, il fratello di Gabriele Sandri, il ragazzo ucciso da un agente di polizia nei pressi di Arezzo, ha lasciato la camera ardente allestita nella sala Santa Rita, in piazza Campitelli, a Roma. Cristiano è salito in auto con due amici e si è allontanato in silenzio, senza rilasciare alcuna dichiarazione.

Ore 13:53
Altri ultras arrestati e ricercati a Taranto.
Sale il numero degli ultras del Taranto arrestati per i disordini di domenica scorsa allo stadio Erasmo Iacovone: sono finora complessivamente otto. Gli ultimi arrestati in ordine di tempo sono Cosimo Pizzolante, di 27 anni, e Giovanni Straziota, di 23. Un nono teppista è tuttora ricercato. Altri ultras che hanno provocato gli incidenti durante la gara Taranto-Massese (C1, girone B) sono in via di identificazione

Ore 13:57
Siviglia: "Tutta l'Italia si fermi a riflettere".
"C'è un messaggio da dare a tutti quanti, il calcio in tutto questo non c'entra". Lo ha detto il giocatore della Lazio Sebastiano Siviglia, il quale ha poi sottolineato che "potranno anche non far riprendere a giocare ma non cambia perché ci sono altri problemi che vanno affrontati e risolti". Per il giocatore biancoceleste "non solo il calcio si deve fermare ma tutta l'Italia almeno per un'ora si deve fermare per riflettere".

Ore 14:02
Altre scritte a piazza Vescovio.
Altre due scritte sono state tracciate a piazza Vescovio per ricordare Gabriele Sandri. Sul muro accanto al pub 'Excalibur', ritrovo dei tifosi biancocelesti è stato ritratto, in bianco e nero, il volto sorridente di Gabbo, accanto al quale compare l'ultimo sms che Gabriele aveva inviato al suo amico e giocatore della Lazio Lorenzo De Silvestri la mattina della sua morte: "Ho appena finito di suonare e ora come al solito in partenza per portarvi alla vittoria. Sempre con voi. Ciao Gabri". Sotto il ritratto ci sono alcuni mazzi di fiori e una sciarpa della Lazio. Sempre nelle vicinanze della piazza è stata tracciata la scritta, in nero, "Nulla resterà impunito. Gabbo vive".

Ore 14:16
Ultras, sono 18 gli arresti in tutte le città.
Dopo i primi quattro arresti per le violenze di domenica sera a Roma, "sono in corso decine di altre identificazioni e ci saranno ulteriori arresti". Lo ha reso noto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, nella sua informativa alla Camera. Nell ultime ore, ha aggiunto Amato, "rispetto a fatti accaduti in altre città" ci sono stati altri arresti "in flagranza differita: 5 a Taranto, 6 a Milano, 7 a Bergamo".

Ore 14:17
Ferrero: "Si fermi il campionato e si apra il confronto".
"Fermare il campionato per consentire che si apra nel paese dialogo e confronto". Lo ha detto il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero. "La tragedia che è avvenuta domenica con la morte di Gabriele Sandri e le violenze che ne sono seguite indicano la necessità di una risposta all'altezza della situazione e del dramma che si è prodotto", ha aggiunto il ministro

Ore 14:18
Cannavaro: "Sono fortunato a giocare fuori dall'Italia".
"In questo momento sono un fortunato a giocare fuori dall'Italia". Fabio Cannavaro, capitano della nazionale azzurra campione del mondo e Pallone d'oro in carica, non nasconde tutto il suo imbarazzo di calciatore italiano all'estero di fronte alla nuova ondata di violenza sulla serie A.

Ore 14:22
Roma, solo per 2 aggravante terrorismo.
Sono Claudio Gugliotti, 21 anni, Saverio Candamano, 27, Valerio Minotti 21, e Lorenzo Sturiale, 30, i quattro tifosi arrestati a Roma per gli incidenti di domenica sera. Ai primi due viene contestata l'aggravante del terrorismo

Ore 14:44
Bergamo, 10 gli arresti.
Salgono a dieci gli arresti operati dalla Digos di Bergamo di tifosi atalantini in relazione agli incidenti di domenica durante Atalanta-Milan

Ore 14:50
Il ministro Melandri alla camera ardente.
Il ministro Giovanna Melandri è andata alla camera ardente di Gabriele Sandri. Un giovane le ha gridato: "Ministro ci parli dell'assassino, di questo sporco assassino"

Ore 15:14
Funerali domani alle 12.
Sono stati fissati per le ore 12, a Roma, presso la parrocchia di San Pio x, i funerali di Gabriele Sandri, il tifoso ucciso domenica scorsa alla stazione di servizio di Badia al Pino nei pressi di Arezzo.

Ore 15:20
Quattro giornate al campo del Taranto Per i disordini allo stadio 'Iacovone' di domenica scorsa nella partita con la Massese (C1 girone B) il giudice sportivo ha deciso di infliggere al Taranto la punizione della perdita della gara con il punteggio di 0-3 a favore della Massese e la sanzione consistente nell'obbligo di disputare quattro gare effettive a porte chiuse, "con decorrenza immediata".

Ore 15:22
Taranto, il figlio di un poliziotto arrestato.
C'è il figlio di un poliziotto tra i nove ultras del Taranto calcio arrestati per gli incidenti di domenica scorsa allo stadio Iacovone. Si tratta di Claudio Morabito, di 24 anni, identificato, come gli altri tifosi ritenuti responsabili dei disordini, attraverso i filmati realizzati dalla polizia scientifica all'interno e all'esterno dello stadio.

Ore 15:27
Il parroco: "Un funerale senza violenza".
Un appello a non trasformare le esequie di Gabriele Sandri in un momento di violenza viene rivolto dal parroco don Paolo Tammi ai tifosi che parteciperanno domani nella parrocchia di San Pio X, alla Balduina, ai funerali del ventottenne ucciso domenica scorsa

Ore 15:38
La mamma accanto a Gabbo.
Non l'ha lasciato solo neanche un attimo Daniela, il suo Gabriele. Seduta sulla sedia accanto alla bara del figlio, continua a baciarlo stringendo tra le mani una sciarpa bianca. C'è un profondo silenzio nella sala Santa Rita dove da stamattina continua il pellegrinaggio di amici e parenti.

Ore 15:55
Il prete: "Spaccarotella soffre".
"Sta soffrendo, è molto stanco, sta male, sta cercando di riposare". Così don Paolo De Grandi, assistente spirituale della polizia di Arezzo, ha descritto Luigi Spaccarotella, l'agente di polizia indagato per l'omicidio del tifoso laziale Gabriele Sandri.

Ore 15:56
Abete: "Sono fiducioso".
Sono giorni di angoscia per il calcio italiano, ma serve fiducia nella possibilità di cambiare il corso degli eventi" lo ha detto Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio in visita alla nazionale a Coverciano. "Ho fiducia, per caratteristica e per dovere del mio ruolo: se così non fosse, anche oggi, dovrei passare la mano"

Ore 16:17
Cannavaro: "Cambiare i rapporti con gli ultras".
"Noi del calcio, in Italia, dobbiamo cambiare il rapporto con gli ultras. Tutti noi giocatori conosciamo tifosi che vanno allo stadio: ecco - spiega il difensore della Nazionale, Fabio Cannavaro - diamo troppa importanza a certi personaggi, quelli che quando vinci ti portano in giro, poi pero' se le cose vanno male ti abbandonano".

Ore 16:20
Pancalli: "Dopo Catania nulla è cambiato".
"Dalla morte di Filippo Raciti a Catania ad oggi, è triste dover evidenziare che nulla è cambiato": lo ha detto il presidente del Comitato Paraolimpico Italiano, Luca Pancalli.

Ore 16:28
Il prefetto Mosca: "E' un grande dolore".
Il prefetto di Roma Carlo Mosca si è recato in visita alla camera ardente, allestita alla sala Santa Rita in piazza Campitelli, per porgere l'omaggio a Gabriele Sandri. "E' un grande dolore"

Ore 16:28
Fini alla camera ardente.
Il presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, è appena arrivato alla camera ardente a portare omaggio a Gabriele Sandri.

Ore 16:33
Baldassarri (An): "Istituzioni silenziose con i Sandri".
"La famiglia Sandri non ha ricevuto nessun messaggio di solidarietà da parte delle istitituzioni". Lo ha detto in aula al Senato il deputato di An Mario Baldassarri.

Ore 17:02
Minniti: "Scuse e condoglianze alla famiglia Sandri".
"Porgo le mie scuse e le mie condoglianze alla famiglia Sandri" dice il viceministro Marco Minniti

Ore 17:04
Domani interrogatori ultrà arrestati.
Saranno interrogati domani mattina i quattro tifosi di Lazio e Roma arrestati domenica sera con l'accusa di aver preso parte alla guerriglia scatenata nei pressi dell'Olimpico e davanti a due caserme dopo la morte di Gabriele Sandri.

Ore 17:16
Ambulanza alla camera ardente.
Un'ambulanza è arrivata e si è fermata davanti alla Sala Santa Rita. Quattro operatori del 118 sono entrati nella camera ardente con una barella.

Ore 17:20
Il legale di Sandri: "Forse omicidio volontario".
"E' un'azione che, così come descritta, configura il dolo eventuale, tanto da poter fare emergere l'ipotesi di omicidio volontario. Certo è una decisione che spetta al pm". Lo ha detto l'avvocato Michele Monaco, legale della famiglia di Gabbriele Sandri.

Ore 17:25
Recuperi serie A, si gioca il 5 dicembre.
I recuperi della 12a giornata del campionato di serie A Inter-Lazio e Roma-Cagliari, non disputate domenica scorsa su disposizione della Figc d'intesa con la Lega per ragioni di ordine pubblico, saranno recuperate mercoledì 5 dicembre prossimo alle ore 20.30.

Ore 17:38
Cavaliere: "Assalti coordinati".
"L'assalto a quattro caserme della polizia e al palazzo del Coni sono azioni preordinate non riconducibili al momento di rabbia per i fatti di domenica mattina" dice Nicola Cavaliere, vice capo della polizia di Stato.

Ore 17:40
Malore per la mamma di Gabriele.
E' stata colta da un lieve malore la mamma di Gabbo, mentre si trovava nella camrera ardente vicino alla salma del figlio. Al momento la donna si trova ancora nell'ambulanza ferma fuori dalla Sala Santa Rita.

Ore 17:43
Sopralluogo nell'area di servizio.
Il magistrato Giuseppe Ledda, titolare dell'inchiesta sull'uccisione di Gabriele Sandri, sta effettuando un sopralluogo nell'area di servizio dell'A1 Badia al Pino Sud, ad Arezzo

Ore 17:44
Domani a Roma lutto cittadino.
La Giunta Comunale di Roma riunita oggi in seduta straordinaria ha deciso di proclamare per domani, mercoledì 14 novembre, dalle ore 12 alle ore 14 il lutto cittadino in concomitanza con i funerali del giovane Gabriele Sandri.

Ore 17:50
Milano, processo per direttissima per gli ultrà.
Otto tifosi verranno processati domani dal giudice delle direttissime di Milano con accuse, a vario titolo, di violazione del Daspo e resistenza a pubblico ufficiale per gli scontri avvenuti nel capoluogo lombardo domenica scorsa.

Ore 18:43
Anche a Bologna scritte contro la polizia.
Anche a Bologna sono comparse scritte dai toni offensivi contro le forze dell'ordine. La frase 'Ultras uniamoci polizia assassina' è stata tracciata su un muro all'angolo fra via Belmeloro e via dell'Unione, nella zona universitaria. Altre tre scritte sono state trovate in via Pietralata: 'Morte ai servi del potere', 'Lo stato uccide, e' lui il terroristà e 'Il vostro ordine gronda sangue'. Queste ultime sono firmate con la sigla Acab (All Cops are Bastard), acronimo utilizzato dagli ultras inglesi per insultare la polizia

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Ore 18:59
Cristiano Doni sentito a Bergamo come testimone.
Il centrocampista dell'Atalanta Cristiano Doni è stato sentito in questura a Bergamo dagli agenti della Digos in merito ai tafferugli di domenica pomeriggio allo stadio Comunale. Il giocatore nerazzurro è stato ascoltato in qualità di testimone: prima della sospensione della gara con il Milan, si trovava nei pressi della vetrata che alcuni facinorosi stavano cercando di abbattere con un tombino, cercandio di mediare con la frangia più esagitata degli ultras. Ieri gli agenti avevano sentito anche il difensore nerazzurro Giampaolo Bellini.

Ore 19:06
Sabato raduno degli ultras a Genova.
Gli ultras genovesi di San Fruttuoso avevano fissato da tempo una festa per ricordare i vent'anni di vita del loro gruppo e chiedere giustizia per i fatti del G8 del 2001. L'appuntamento sarà l'occasione per fare il punto sull'amara situazione della violenza dentro - e fuori - dagli stadi. Un dibattito cui parteciperanno rappresentanti e figure storiche delle tifoserie di tutta Italia.

Ore 19:10
Il messaggio di Marini alla famiglia Sandri.
Il cordoglio del presidente del Senato Franco Marini ai familiari del tifoso ucciso: "Desidero comunicare a voi, colpiti così duramente da un lutto inaccettabile, il cordoglio di tutto il Senato per la scomparsa gravissima e prematura di Gabriele. Aggiungo alla partecipazione dell'assemblea di palazzo Madama il mio affettuoso abbraccio di padre".

Ore 19:12
A Roma mezzi pubblici listati a lutto.
Domani, 14 novembre, in occasione del Lutto cittadino proclamato dal Comune di Roma in concomitanza con le esequie di Gabriele Sandri, tutta la flotta di Atac Spa (bus, filobus, tram e metropolitane) uscirà dai depositi listata a lutto.

Ore 19:29
Abete e Albertini alla camera ardente di Sandri.
Sono appena arrivati alla camera ardente della Sala Santa Rita il presidente della Figc, Giancarlo Abete e il delegato della Federazione per la Nazionale, Demetrio Albertini. I due si sono recati a rendere omaggio alla salma di Gabriele Sandri. Davanti la bara mazzi di fiori biancocelesti, sciarpe e biglietti per Gabbo.

Ore 19:33
Napolitano: "Fare piena luce. Violenze estranee a Sandri" Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, appena rientrato dal Qatar, si è messo in contatto con l'avv. Cristiano Sandri per esprimere "i sentimenti di commossa partecipazione, condivisi da tutti gli italiani, al dolore della famiglia per la perdita di Gabriele, avvenuta in circostanze tragiche e assurde su cui è giusto fare piena luce, indipendentemente dai gravi fatti di violenza verificatisi a roma e altrove, che sono da considerarsi del tutto estranei alla limpida e mite figura del giovane Sandri".

Ore 19:38
L'autopsia conferma sparo ad altezza uomo.
I primi esiti dell'autopsia effettuata sul corpo del tifoso laziale ucciso ad Arezzo "confermano che il colpo è stato sparato ad altezza d'uomo e con il braccio teso. Il tramite è netto, quindi il proiettile è entrato dritto: i fori sono paralleli". Lo ha detto l'avvocato Michele Monaco, che assiste la famiglia della vittima, spiegando che la relazione dell'autopsia non è stata ancora depositata e riportando quanto gli ha riferito il perito di parte, professor Ciallella.

Ore 19:41
Gli ultras di Milan e Inter ai funerali di Gabriele.
Pullman organizzati dalle tifoserie di Inter e Milan, Boys San e Brigate Rossonere, per partecipare ai funerali di Gabriele Sandri, domani a Roma. Per il tifoso ucciso le tifoserie delle squadre milanesi hanno organizzato pullman che partiranno alla volta della Capitale. L'immagine di Gabriele Sandri è pubblicata sul sito dei Boys, con le informazioni per il viaggio, mentre le Brigate Rossonere ricordano sul proprio sito il "povero Gabriele Sandri".

Lettere Ultras Roma

Ore 19:54
Veltroni alla camera ardente.
Il sindaco Walter Veltroni è appena arrivato nella Sala Santa Rita a portare omaggio a Gabriele Sandri.

Ore 20:22
Ultras manifestano davanti alla questura di Arezzo.
Un gruppo di persone sta manifestando davanti la questura di Arezzo con uno striscione con su scritto "Giustizia per Gabriele". Dal gruppo stanno partendo slogan e qualcuno sta accendendo fumogeni rossi. I manifestanti, circa una ventina, stanno distribuendo volantini firmati Sud Arezzo ed hanno affisso uno striscione a un palazzo vicino alla questura con scritto "La morte è uguale per tutti. Giustizia per Gabriele!". La firma è di "Fossa 1991", uno dei gruppi di ultras aretini, storicamente collocato a sinistra. La manifestazione è pacifica.

Ore 20:24
Gli amici di Sandri indagati per tentate lesioni.
Sono indagati per tentate lesioni, dalla procura di Arezzo, i quattro amici che erano con Gabriele Sandri domenica scorsa nella stazione di servizio di Badia al Pino.

Ore 20:26
Massimo Moratti alla camera ardente.
Anche la vicepresidente della Camera, Giorgia Meloni e il presidente dell'Inter, Massimo Moratti si sono recati alcuni minuti alla Sala Santa Rita per portare omaggio a Gabriele Sandri.

Ore 20:33
Scritte contro la polizia vicino alla sede della Lucchese.
"Gabriele vive, polizia assassina": questa la scritta apparsa nei pressi della sede della Lucchese Calcio.

Ore 21:34
La famiglia Sandri: "No ad accostamenti con tifo violento".
"La famiglia respinge l'accostamento tra tifo violento e l'episodio che ha portato alla morte di Gabriele Sandri". Lo comunica Michele Monaco, legale della famiglia del tifoso ucciso domenica in un'area di servizio sull'A1 nei pressi di Arezzo. "La famiglia - ha aggiunto l'avv.Monaco - non apprezza le strumentalizzazioni che sono state fatte successivamente".

14 NOVEMBRE 2007

Ore 9:22
Oggi a mezzogiorno i funerali di Sandri.
Saranno celebrati alle 12 di oggi i funerali di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso domenica mattina sull'Austrada del Sole. La cerimonia si svolgerà nella chiesa di San Pio X, in via Attilio Friggeri, nel quartiere Balduina, dove il giovane aveva ricevuto la prima comunione. Le esequie saranno celebrate dal parroco don Paolo Tammi. Per tutta la giornata di ieri la camera ardente allestita in piazza Campitelli ha visto un flusso continuo di persone accorse per rendere l'ultimo saluto a Gabriele. La camera ardente resterà aperta anche stamattina.

Ore 9:23
A Roma proclamate due ore di lutto cittadino.
In concomitanza con i funerali di Gabriele Sandri la giunta comunale di Roma ha deciso di proclamare per oggi, dalle 12 alle 14 ,il lutto cittadino. Per l'occasione gli edifici del Comune di Roma, delle società, delle aziende, delle istituzioni e delle fondazioni comunali esporranno a mezz'asta, in segno di lutto, la bandiera con i colori cittadini.

Ore 9:27
Attesa decisione pm su capo d'imputazione all'agente.
Si fa sempre più consistente l'ipotesi di un aggravamento dell'accusa nei confronti di Luigi Spaccarotella, l'agente di polizia indagato per l'omicidio del tifoso laziale Gabriele Sandri. "Per adesso - ha spiegato ieri il procuratore capo di Arezzo Ennio Di Cicco - è omicidio colposo, ma da un momento all'altro potrebbe diventare volontario". Oggi continueranno gli accertamenti da parte degli investigatori, che ieri hanno setacciato per tutta la giornata l'area di servizio dalla quale aveva sparato l'agente, in attesa anche di poter confrontare i risultati dell'autopsia con quelli delle analisi balistiche.

Ore 10:07
Scagionati due tifosi fermati ieri a Milano.
Il pm di Milano Sergio Spadaro non ha chiesto la convalida dell'arresto di due tifosi bloccati ieri mattina dalla polizia con l'accusa di travisamento, per essersi coperti il volto durante il corteo di domenica scorsa a Milano. In sostanza, questo vuol dire che i due ultras sono già tecnicamente liberi e non saranno processati per alcun reato.

Ore 10:26
"Ciao Gabri", striscione in chiesa per ricordare Sandri.
"La Balduina piange un suo figlio, ciao Gabri". E' quanto si legge su uno striscione appeso fuori dalla chiesa San Pio X, dove oggi alle 12 saranno celebrati i funerali di Gabriele Sandri. Già dalle 9 di stamani, gruppi di giovani, tifosi e semplici curiosi, provenienti da diverse città italiane, sostano in silenzio e con compostezza davanti alla chiesa.

Striscioni Striscioni Striscioni Striscioni
Striscioni  Striscioni

Ore 10:28
A Roma per i funerali di Sandri ultras di tutta.
Italia Esponenti delle tifoserie organizzate di tutta Italia sono giunti oggi a Roma per partecipare ai funerali di Gabriele Sandri. Corone di fiori di gruppi ultras e testimonianze di supporter di Torino, Sampdoria, Taranto, Cremonese oltre a quelle di laziali e romanisti sono il segno di una unione generale nel lutto senza distinzione di colori o appartenenze sportive. Tanti i segnali di affetto e solidarietà esposti sulla facciata della chiesa e il piazzale antistante in attesa dei funerali, sotto un cielo plumbeo.

Folla Folla Folla Folla
Ultras Ultras Ultras

Ore 10:30
Chiusa la camera ardente, la mamma: "Amore dove vai".
La salma di Gabriele Sandri ha lasciato la sala Santa Rita diretta alla chiesa di San Pio X in cui verranno celebrati i funerali alle 12. Sotto una fitta pioggia ad attendere l'ingresso di Gabbo in una limousine grigio argento, con all'interno una corona di fiori biancocelesti dei genitori, una trentina di persone. La bara è stata portata a spalla fuori anche dal papà Giorgio, che piangendo l'ha baciata, e dal fratello Cristiano. La mamma sorretta a braccio è uscita dalla sala avvolta da una sciarpa azzurra ripetendo "Amore dove vai".

Ore 10:59
Ai funerali di Sandri per il governo ci sarà Di Pietro.
Il ministro delle Infrastrutture Antonio di Pietro è stato delegato a rappresentare il governo ai funerali del giovane Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso domenica scorsa che si svolgeranno alle 12 nella chiesa San Pio X alla Balduina a Roma.

Ore 11:00
Chiesa gremita a un'ora dall'inizio delle esequie.
Nella chiesa San Pio X gli amici di Gabriele Sandri attendono in silenzio l'arrivo del feretro. E mentre fuori continuano ad arrivare persone, all'interno della chiesa sono già quasi tutti occupati i posti a sedere.

Ore 11:12
Folla davanti alla chiesa, arrivata la bara.
Centinaia di giovani, cittadini e tifosi affollano la piazza davanti alla chiesa San Pio X. Un lunghissimo applauso ha accompagnato la bara del giovane nel perscorso fino all'ingresso della chiesa. Sul feretro ci sono due cuscini di rose bianche e azzurre

Ore 11:14
Milano, quattro i tifosi scarcerati.
Sono quattro i tifosi che sono stati scarcerati, ieri sera, dopo essere stati arrestati con l'accusa di aver partecipato agli scontri avvenuti dopo la morte di Gabriele Sandri. Due di questi erano stati arrestati a Bergamo, prima della partita Atalanta-Milan, gli altri due a Milano.

Ore 11:20
Il parroco consola la madre in lacrime Don Paolo, il parroco della chiesa San Pio X, consola la madre di Gabriele, Daniela, arrivata in lacrime al seguito del feretro. Intanto il fratello Cristiano e il padre Giorgio si stringono in un lungo abbraccio dopo avere adagiato una corona di fiori sopra il feretro. Sono rimasti lì, in piedi a contemplare la bara del ragazzo.

Ore 11:25
Roma, lanciato petardo sotto auto polizia.
Poco dopo le 10.30 in via Roberto Le Petit, a Roma, nelle vicinanze del commissariato di polizia Prenestino è stato lanciato un grosso petardo con miccia accesa, che non è esploso, sotto un'auto della polizia parcheggiata nei pressi. Sul posto sono intervenuti gli agenti della scientifica e gli artificieri

Ore 11:32
Iniziati gli interrogatori dei fermati per i disordini a Roma.
Sono in corso nel carcere di Regina Coeli gli interrogatori dei quattro giovani arrestati domenica sera per la guerriglia scatenata dai teppisti a Roma in seguito alla morte di Gabriele Sandri. In particolare, il gip Enrico Imprudente ascolta gli indagati in sede di esame della richiesta di convalida degli arresti per Claudio Gugliotti, Saverio Candamano, Valerio Minotti e Lorenzo Sturiale. Tutti sono accusati di reati che vanno dalle lesioni alla violenza, dal danneggiamento alla resistenza a pubblico ufficiale. Per Gugliotti e Candamano la Procura ipotizza anche l'aggravante delle finalità di terrorismo, in quanto accusati di aver preso parte all'assalto del commissariato di polizia di via Guido Reni.

Ore 11:35
Petrucci: "Ora lo sport deve passare ai fatti".
"Adesso è il momento di stringerci al loro dolore, non tanto con le parole, e per questo motivo ho preferito non dire nulla nei giorni scorsi, ma con il lavoro e i fatti concreti: lo sport non può essere abbandonato e lasciato solo in questo momento. Gli episodi di intolleranza e violenza di domenica scorsa non si devono più ripetere". Lo ha detto il presidente del Coni Gianni Petrucci.

Ore 11:42
Gruppo di giovani con volto coperto vicino al funerale.
Una settantina di ragazzi si trova in via delle Medaglie D'Oro, non lontano dal luogo dove si svolgeranno i funerali. Alcuni indossano caschi. La polizia, in borghese, li osserva a distanza.

Ore 11:44
In chiesa anche Totti in lacrime.
Ha le lacrime agli occhi ed il volto perso nel vuoto, Francesco Totti, seduto tra i primi banchi della chiesa San Pio X. Anche il capitano della Roma è venuto a salutare Gabbo, tifoso della Lazio ucciso domenica mattina proprio mentre viaggiava in trasferta per assistere alla partita della sua squadra del cuore. Intanto, ai lati della navata, sono stati adagiati gli stendardi di Roma e Inter a lutto.

Ore 11:47
Striscione al funerale: "Giustizia per Gabriele".
Un grande striscione scritto in rosso e in nero chiede, davanti la chiesa Pio X alla Balduina, "Giustizia per Gabriele". Accanto allo striscione campeggia il volto sorridente del tifoso della Lazio ucciso davanti ad un autogrill di Arezzo. I tifosi provenienti da tutta Italia continuano ad affluire nella chiesa e sono molti quelli costretti a rimanere su piazza della Balduina.

Striscione

Ore 11:53
Il Coni rappresentato dal vicepresidente Agabio.
Tra i presenti ai funerali del tifoso laziale Gabriele Sandri, le cui esequie si stanno svolgendo nella Chiesa romana San Pio X alla Balduina, c'è anche il vice presidente del Coni e presidente della federazione ginnastica, Riccardo Agabio. Fuori dalla chiesa tra le varie corone di fiori c'è anche quella del Coni con la scritta 'Comitato olimpico nazionale italiano'.

Ore 11:54
In chiesa anche le note di Gianna Nannini.
Silenzio e singhiozzi fanno da sfondo all'attesa dell'inizio della cerimonia funebre per Gabriele Sandri. L'organo della chiesa ha alternato musiche liturgiche e musiche laiche, tra le quali "Meravigliosa creatura" di Gianna Nannini.

Ore 11:58
Abbraccio tra Walter Veltroni e la famiglia di Gabriele.
Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, sta partecipando ai funerali di Gabriele Sandri: nella chiesa San Pio X alla Balduina, il primo cittadino della capitale ha abbracciato padre, madre e fratello del tifoso laziale ucciso e poi si è collocato, in piedi, su un lato della navata.

Ore 12:03
Iniziata la cerimonia funebre per Gabriele Sandri.
La cerimonia funebre di Gabriele Sandri è cominciata con un lunghissimo applauso, dopo che dal pulpito è stato annunciato che due amici del giovane defunto leggeranno le letture.

Ore 12:06
Amato: "Pronti allo scontro in caso di disordini ai funerali".
Le forze dell'ordine sono pronte a intervenire nel caso in cui il funerale di Gabriele Sandri dovesse offrire il pretesto per nuovi scontri. Lo ha spiegato il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, al suo arrivo ad Alghero per il vertice italo-algerino. "Nel caso in cui ci fossero disordini come quelli di domenica sera, la scelta non sarebbe quella dell'altra sera quando le forze di polizia decisero di evitare lo scontro fisico", ha avvertito il titolare del Viminale.

Ore 12:07
Applausi per l'arrivo della Lazio.
A pochi minuti dall'inizio del funerale di Gabriele Sandri un lungo applauso ha salutato l'arrivo dei giocatori della Lazio nella Chiesa romana San Pio X alla Balduina. La squadra ha faticato per entrare nella chiesa ormai gremita. I giocatori erano preceduti dal tecnico Delio Rossi. Oltre ai calciatori della prima squadra sono presenti anche quelli delle formazioni minori. Il più provato tra i giocatori biancocelesti era De Silvestri, amico di Gabriele, che ha salito le scale della chiesa appoggiandosi al braccio di un amico.

Ore 12:10
Chiusi i negozi nei dintorni della chiesa San Pio X.
Sono tutti chiusi i negozi del quartiere romano della Balduina, dove si svolgono i funerali di Gabriele Sandri. Non è chiaro se si tratta di una partecipazione al lutto o del timore di scontri tra ultras e forze dell'ordine.

Ore 12:17
Lo sgomento del parroco: "Cosa ha fatto per non vivere?".
"Cosa avesse fatto per non vivere ancora non si è capito". Lo ha detto don Tammi, il parroco che sta celebrando il funerale di Gabriele Sandri. Alle sue parole la chiesa è scoppiata in un fragoroso applauso, suscitando la commozione della mamma di Gabriele.

Ore 12:19
Nel pomeriggio nel quartiere il corteo degli amici.
Nel pomeriggio a Roma, nel quartiere Balduina, un corteo ricorderà Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso domenica scorsa in un'area di servizio vicino ad Arezzo. La manifestazione è stata organizzata dagli amici del dj.

Ore 12:25
Il parroco: "Serve giustizia umana per placare gli animi".
"Si può morire cosi, per giunta dormendo? Qualcuno ci deve dire perché. Se parliamo di perdono dobbiamo parlare di giustizia e questa è una morte che chiede giustizia. Ci sarà una giustizia divina sulla quale nessuno può permettersi di parlare, ma ci deve essere anche una giustizia umana, che non sia una vendetta ma che aiuti per quanto possibile a placare gli animi di tanti di noi". E' questo il passaggio centrale dell'omelia pronunciata da don Tammi durante il funerale di Gabriele Sandri. "Chi prima, chi poi, cercheremo di perdonare", ha aggiunto il parroco dopo essere stato interrotto dagli applausi.

Ore 12:27
Il parroco: "Malessere diffuso dei giovani poco ascoltato".
"C'è un malessere diffuso tra i ragazzi così poco ascoltato dagli adulti e così poco condiviso - ha detto ancora il sacerdote durante il funerale - che si è trasformato in violenza, peggiorando la vita e soprattutto procurando un senso di colpa che non potremo rimuovere".

Ore 12:35
Urla e insulti ieri notte contro residence milanese della polizia.
Una trentina di ultras ha manifestato, inveendo contro la polizia, la scorsa notte, davanti a un residence dove abitualmente alloggiano centinaia di appartenenti alla polizia di Stato, a Pieve Emanuele, nel Milanese. Non si sono però verificati incidenti. E' accaduto intorno alle 23 quando il gruppo di tifosi, che non portava bandiere o distintivi, si è radunato davanti al Residence Ripamonti e ha cominciato a scandire slogan e insulti di fronte alle finestre delle stanze in cui alloggiano molti poliziotti.

Ore 12:42
Denunce a piede libero per otto tifosi del Chieti.
Dalla serie A all'Eccellenza, continua la mano dura contro gli ultrà: otto tifosi del Chieti sono stati denunciati dalla polizia a piede libero e raggiunti da provvedimento di divieto di accesso alle manifestazioni sportive in seguito ad alcuni tafferugli verificatisi domenica scorsa in occasione della gara del campionato di eccellenza abruzzese tra Atessa e Chieti finita 2 a 1 per i padroni di casa. Gli ultrà, di età compresa fra 21 e 32 anni, sono stati denunciati per aver preso parte attiva ad episodi di violenza su cose e persone, per aver scavalcato recinzioni interne alla struttura sportiva e per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

Ore 12:44
Donna colta da malore durante le esequie.
Due operatori del 118 sono intervenuti poco fa nella chiesa San Pio X per soccorrere una donna colpita da un leggero malore. Da quanto si apprende, la donna, che è uscita a piedi dalla chiesa, non è una parente di Gabriele Sandri.

Ore 12:51
Il prefetto di Roma presente al funerale di Sandri.
Al funerale di Gabriele Sandri è presente anche il prefetto di Roma, Carlo Mosca.

Ore 12:56
Il parrocco ammonisce i giovani. "La violenza non porta giustizia".
"A tutti voi amici di Gabriele voglio dire che Gabriele era un ragazzo sano e buono e nei suoi occhi non c'era vendetta. Per questo vi dico non fate violenze perché non portano alcuna giustizia". Lo ha detto don Tammi durante l'omelia per la morte di Gabriele Sandri. "Su Gabriele - ha aggiunto - non ci sia mancanza di memoria, ma che il suo sacrificio contribuisca a un mondo più giusto".

Ore 12:58
Gremito anche il piazzale davanti alla chiesa.
Nonostante la pioggia, piazza della Balduina continua ad essere gremita, anzi man mano si riempie sempre di più. Sono per lo più giovani che rimangono ad aspettare l'uscita del feretro di Gabriele. Di inusuale, rispetto ad un funerale con tale partecipazione, è la mancanza assoluta delle forze dell'ordine. Né carabinieri, né poliziotti e nemmeno vigili urbani in divisa si notano non solo nella piazza ma anche per un ampio perimetro.

Ore 13:05
Cori e l'urlo "giustizia" all'uscita del feretro.
Cori da stadio, urla "giustizia giustizia", l'inno della Lazio e un lungo ondeggiare di sciarpe biancocelesti. E' stata accolta così da una piazza gremita l'uscita del feretro di Gabriele Sandri dalla chiesa San Pio X.

Uscita bara Uscita bara Uscita bara

Ore 13:09
Il fratello di Gabriele: "Un omicidio che ha spezzato 4 vite".
"Con il tuo omicidio hai spezzato quattro vite: la tua, quella di mamma e papà e la mia. Sarai sempre il mio orgoglio". Lo ha detto al termine dell'omelia, rivolgendosi idealmente all'agente che ha sparato, il fratello di Gabriele Sandri, prendendo la parola dal pulpito della chiesa di San Pio X.

Ore 13:13
Si sente male amico di Gabriele.
All'uscita della bara uno dei migliori amici di Gabriele ha avuto un mancamento. L'hanno portato fuori al piazzale della chiesa e gli amici stanno tentando di farlo riprendere dandogli dell'acqua.

Ore 13:18
Tifoso urla "polizia bastarda", ma è sommerso dai fischi.
"Polizia bastarda" strilla a squarciagola un tifoso davanti alla chiesa di San Pio X dove si sono appesa conclusi i funerali di Gabriele Sandri. E' però una voce fuori dal coro, messa subito a tacere dai 'buuu' e dai fischi delle centinaia di tifosi presenti, che poi hanno intonato anche l'inno nazionale.

Saluti romani

Ore 13:23
Scritta sulla chiesa: "Vendetta per Gabriele".
Una grande scritta sulla parete destra all'esterno della parrocchia San pio X promette vendetta. "Vendetta per Gabriele" firmato "Balduina". La scritta è lunga circa 3 metri.

Ore 13:49
Al corteo funebre slogan "boia chi molla".
Lo slogan neofascista "Boia chi molla al grido di battaglia" è stato urlato da un settore del corteo funebre per Gabriele Sandri.

Ore 13:57
Tifosi organizzano corteo per le vie della Balduina.
Un gruppo di tifosi ultras al termine dei funerali di Gabriele Sandri ha organizzato un corteo che sta attraversando via Delle Medaglie d'Oro, nel quartiere Balduina. I tifosi scandiscono lo slogan 'Giustizia, Giustizia'.

Ore 14:00
La ricetta dell'ex ministro Castelli: "Manganello e gattabuia".
"Le leggi si rispettano e basta. Io avrei dato tre manganellate a ciascuno dei violenti e un bel po' di gattabuia". Il capogruppo al Senato della Lega Nord Roberto Castelli torna sugli incidenti scaturiti dopo la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri. "Io - osserva - ho una concezione chiara del ruolo di ministro dell'Interno"

Ore 14:03
Trecento tifosi diretti verso palazzo di giustizia.
Un gruppo di circa 300 tifosi è diretto verso piazzale Clodio, dove c'è il palazzo di giustizia della capitale. Al momento il corteo si trova in circonvallazione Trionfale.

Ore 14:09
Prodi rinnova il cordoglio alla famiglia Sandri.
"Non ho seguito i funerali del giovane tifoso morto, essendo qui ad Alghero, ma ho partecipato e partecipo al cordoglio della famiglia e degli amici e spero che tutto si svolga nel migliore dei modi". Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Romano Prodi, subito dopo la conclusione del vertice Italia-Algeria per la firma dell'accordo del gasdotto Galsi.

Ore 14:16
Ai funerali anche il difensore dell'ultrà del caso Raciti.
"Questo omicidio con il calcio non c'entra niente. Quel poliziotto ha sbagliato, anzi devo dire che se non ci fosse stato il calcio di mezzo questo omicidio sarebbe passato come tanti fatti analoghi". E' quanto afferma l'avvocato Giuseppe Lipera, in merito all'omicidio di Gabriele Sandri. Il legale, che difende Antonino Filippo Speziale, l'ultras accusato di aver ucciso a Catania l'ispettore di polizia Filippo Raciti, è stato presente ai funerali di Sandri.

Ore 14:17
Prodi: "Ora spero tutto si svolga in modo ordinato".
Romano Prodi spera che nelle ore successive ai funerali di Gabriele Sandri "tutto si svolga in modo ordinato". Da Alghero, dove è per partecipare al vertice intergovernativo italo-algerino, il presidente del Consiglio ha anche detto di essersi "unito al cordoglio della famiglia". Con lui, nella città sarda, c'era anche il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, che, in mattinata, aveva avvertito che disordini come quelli di domenica sera "non sarebbero rimasti senza risposta".

Ore 14:21
Corteo nei pressi dell'aula bunker.
Il corteo di tifosi è arrivato all'altezza dell'aula bunker, prima dello stadio Olimpico.

Ore 14:28
In migliaia ai funerali di Sandri.
Oltre cinquemila persone hanno partecipato ai funerali di Gabriele Sandri. Tifosi da tutta Italia hanno riempito piazza della Balduina, davanti la chiesa San Pio X. La recinzione della chiesa era coperta di colori e di sciarpe. Al termine della funzione i tifosi hanno salutato l'amico di curva intonando l'inno d'Italia seguito dai cori della curva nord dello Stadio Olimpico. C'è stato anche qualche saluto romano.

Ore 14:30
Indagini, colloquio tra pm e procuratore.
Colloquio tra il magistrato Giuseppe Ledda e il procuratore capo di Arezzo Ennio Di Cicco, che stanno coordinando l'inchiesta sulla morte del tifoso laziale. I due magistrati si sono parlati nell'ufficio del procuratore capo dopo che il pm Ledda aveva ricevuto nella propria stanza due persone, delle quali non è stato spiegato ai giornalisti il legame con l'inchiesta.

Ore 14:31
Corteo verso la curva nord dell'Olimpico.
Il corteo di un centinaio di persone, sta procedendo verso la curva nord dell'Olimpico.

Ore 14:36
Castelli: "Ai violenti avrei dato manganellate e gattabuia".
"Io ho una mia concezione del ruolo di ministro dell'interno. Le leggi si rispettano e basta". Il capogruppo della Lega al Senato ed ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli a proposito dei disordini provocati dagli ultrà dice: "Io avrei dato tre manganellate a ciascuno dei violenti e un bel pò di gattabuia".

Ore 14:37
Corteo sotto curva nord: "Passiamo dove ci pare".
Al grido di "passiamo dove ci pare" il corteo degli ultrà della Lazio, partito al termine dei funerali di gabriele sandri, è ormai arrivato sotto la curva nord dello stadio olimpico. Ad attendere i manifestanti davanti alla sede del coni, colpito domenica sera da atti di violenza, una trentina di celerini in assetto anti sommossa.

Ore 14:39
Corteo sotto la curva nord: "Forza Gabbo".
Hanno formato una grande catena circolare sotto la curva nord e tutti abbracciati hanno osservato qualche attimo di silenzio. Poi l'applauso intonando il coro "Noi siamo l'armata biancoazzurra". E ancora "Forza Gabbo, Gabriele con noi". Si è fermato qui, sotto la curva nord dello Stadio Olimpico il corteo improvvisato che si è formato a conclusione del funerale di Gabriele Sandri. Tra i cori "Chi tocca un laziale, pericolo di morte".

Ore 14:46
Scontri ultrà, carcere per 3 arrestati, ipotesi terrorismo per 2.
Restano in carcere Claudio Gugliotti, 21 anni, Saverio Candamano, 27 anni, e Valerio Minotti, 21 anni, tre dei quattro tifosi arrestati durante le violenze scoppiate domenica dopo la morte di Gabriele Sandri. Confermata l'aggravante dell'aver commesso i fatti con finalità di terrorismo per Gugliotti e Candamano, come ipotizzato dalla Procura. Lo ha stabilito il gip Enrico Imprudente ha dopo aver convalidato il fermo per i tre, ha contestualmente emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. E' invece ancora in corso l'interrogatorio del quarto tifoso Lorenzo Sturiale, 30 anni.

Ore 15:02
Corteo ultrà concluso senza incidenti.
E' terminato il corteo di circa un centinaio di ultras che da Piazza della Balduina ha raggiunto la Curva Nord dello stadio Olimpico. Dopo aver intonato alcuni slogan, i tifosi si sono allontanati sparpagliandosi. Davanti alla sede del Coni, intanto, stazionano alcune camionette della Polizia, con una quarantina di agenti in assetto antisommossa.

Ore 15:16
I legali contestano il gip: "Eccessiva l'aggravante di terrorismo".
"Un'aggravante eccessiva, quella terrorismo", così l'hanno definita gli avvocati Francesco Romeo e Salvatore Eugenio Daidone, rispettivamente legali di Claudio Gugliotti e di Saverio Candamano, due dei quattro tifosi fermati a margine degli atti di violenza avvenuti domenica sera a Roma dopo la morte di Gabriele Sandri. Ai due tifosi è contestata l'aggravante di aver commesso i fatti con finalità di terrorismo. Stando a quanto riferito dai legali, entrambi hanno respinto le accuse.

Ore 15:20
Petrucci loda Abete: "Ho apprezzato le sue scelte".
"Abete si è comportato in modo più che corretto, in un momento difficilissimo". Il presidente del Coni Gianni Petrucci loda il presidente della Figc Giancarlo Abete per le decisioni prese dal calcio italiano (sospensione del prossimo turno dei campionati di B e C) come risposta ai tragici fatti di domenica scorsa. "Ho ammirato la sua compostezza - ha proseguito Petrucci - Non era facile gestire la situazione ma era facile criticare: ho apprezzato il suo comportamento".

Ore 15:22
Ascoltato ad Arezzo automobilista che litigò con Sandri.
Gli investigatori hanno trovato la Mercedes che domenica scorsa era nell' area di servizio dove è stato ucciso il tifoso laziale Gabriele Sandri, e che nei giorni scorsi non era stata rintracciata. Uno degli occupanti dell'auto è stato ascoltato stamani in procura ad Arezzo come testimone. Lo ha spiegato il procuratore capo di Arezzo, Ennio Di Cicco, parlando con i giornalisti all' uscita della procura. "Il testimone sentito stamani - ha detto il procuratore - era sull'altra macchina, la Mercedes. Se ne erano già andati, non hanno assistito agli spari".

Ore 15:25
Domani la Federcalcio decide nuove misure antiviolenza.
Giornata di riunioni domani in Federcalcio per definire "le iniziative antiviolenza e di solidarietà da avviare con la ripresa dei campionati, domenica 25 novembre, a tutela della vita umana contro ogni forma di violenza e a sostegno del lavoro delle forze dell'ordine".

Ore 15:28
Il procuratore di Arezzo: "Imperdonabile compertamento agente".
"Sembra che questo poliziotto abbia sparato ad altezza d'uomo. Un atteggiamento del genere sarebbe stato imperdonabile anche se fosse stata fatta una rapina". Lo ha detto il procuratore capo di Arezzo, Ennio Di Cicco, parlando con i giornalisti all' uscita della Procura, riguardo l'uccisione domenica scorsa del tifoso laziale Gabriele Sandri.

Ore 15:31
Procuratore Arezzo: "Per ora reato rimane invariato".
"La rubricazione del reato è rimasta invariata. Può cambiare, è chiaro che dal meno si va al più e non dal più al meno". Lo ha detto il procuratore capo di Arezzo, Ennio Di Cicco, parlando con i giornalisti che gli chiedevano se l'ipotesi di reato per la quale è indagato l'agente accusato di aver sparato domenica scorsa al tifoso laziale si sia aggravata.

Ore 15:38
Procuratore Arezzo: "Testimoni concordi su sparo agente".
"Uno dei due testimoni è quello che stava sulla macchina della vittima, l'altro è estraneo. Il testimone che stava con la vittima ha visto l'agente che sparava ad altezza d'uomo". Lo ha detto il procuratore capo di Arezzo, Ennio Di Cicco. "La stessa cosa - ha aggiunto - hanno confermato gli altri che stavano sull' altra corsia".

Ore 15:46
Scritte di minaccia contro la polizia sui muri di Treviso.
Scritte di minaccia nei confronti delle forze dell'ordine, tracciate con vernice spray, sono comparse la scorsa notte sui muri di alcuni edifici a Treviso, in sette punti differenti della città. Gli slogan, in parte già cancellati e fotografati dalla Digos, fanno esplicito riferimento all'uccisione da parte di un agente della polstrada del tifoso laziale Gabriele Sandri. Altre scritte offensive sono comparse a Viterbo.

Ore 16:12
Appello della signora Aldrovrandi: "Serve verità, non violenza".
Con un messaggio sul suo blog, anche la famiglia di Federico Aldrovandi, il diciottenne morto durante l'intervento di quattro poliziotti la mattina del 25 settembre 2005 a Ferrara, ha voluto partecipare al dolore della famiglia di Gabriele Sandri. la signora Aldovrandi ha voluto lanciare anche un appello ai compagni del ragazzo ucciso per esortarli a non cadere nella tentazione della violenza, seguendo l'esempio degli amici di suo figlio. "Amici di Gabriele, fate come loro! - scrive la donna - Non date spazio alla violenza neppure verbale e isolate coloro che, con i loro comportamenti criminali, consentono di far passare in secondo piano la tragedia di Gabriele in favore del danneggiamento dei cassonetti dell'immondizia. Vi prego, rispettate la famiglia e Gabriele, che ha bisogno di voi, della vostra schietta e calda umanità. Solo questo potrà aiutarli ad ottenere giustizia e verità".

Ore 16:19
Prodi: "Linea dura Amato concordata con il governo".
"La linea Amato è una linea concordata e, soprattutto, è una linea condivisa dal governo". Lo ha detto il premier Romano Prodi oggi ad Alghero ai giornalisti che gli chiedevano se la "linea dura" decisa dal ministro degli Interni Giuliano Amato contro le violenze degli ultras fosse una linea decisa dal governo.

Ore 16:20
Gip di Roma convalida anche quarto arresto di domenica.
Il gip di Roma Enrico Imprudente ha convalidato anche l'arresto di Lorenzo Sturiale, l'ultimo dei quattro tifosi accusati degli incidenti scoppiati domenica sera nella capitale ad essere interrogato oggi a Regina Coeli. Sturiale, romanista, è comparso davanti al magistrato con ferite alle teste saturate con 15 punti. Al gip, secondo quanto riferito dal difensore Lorenzo Contucci, ha detto di essere stato picchiato dalle forze dell'ordine durante una carica nei pressi delle Farnesina. Secondo un rapporto di polizia, il giovane si sarebbe ferito cadendo a terra su dei scalini durante il parapiglia.

Il capo della procura di Arezzo parla dell'agente che ha ucciso 'Gabbo' Sandri''Sembra abbia sparato ad altezza d'uomo". Spunta un terzo testimone Ultrà accusati di "condizionare lo Stato" Il pm: "L'agente è imperdonabile" Il gip di Roma conferma l'accusa di terrorismo per due degli arrestati di domenica Scritte contro la polizia in tutta Italia e vicino alla chiesa dove oggi si sono celebrati i funerali

ULTRAS ACCUSATI DI "CONDIZIONARE LO STATO". IL PM: "L'AGENTE È IMPERDONABILE".
Una delle scritte per Gabriele Sandri.

ROMA - "Imperdonabile", così il procuratore capo di Arezzo, Ennio Di Cicco, parla dell'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella, dalla cui pistola è partito il colpo che ha ucciso il tifoso laziale Gabriele Sandri, domenica scorsa sull'A1 ad Arezzo. E mentre continuano le indagini per stabilire con esattezza la dinamica dei fatti sull'autostrada, il gip di Roma ha sposato l'accusa di terrorismo della procura capitolina, per due dei quattro arrestati per i disordini di domenica sera: "Tentativo di condizionare i poteri dello Stato", scrive nell'ordinanza di custodia cautelare. Intanto sui muri delle città italiane continuano ad apparire scritte contro la polizia.

Il procuratore.
''Sembra che questo poliziotto abbia sparato ad altezza d'uomo. Un atteggiamento del genere sarebbe stato imperdonabile anche se fosse stata una rapina''. Lo ha detto il procuratore capo di Arezzo Ennio Di Cicco, parlando dell'inchiesta sull'uccisione di Gabriele Sandri. Quanto ai tanti dubbi sul capo d'imputazione, il procuratore capo ha spiegato che "può cambiare, dal meno si va al più, non dal più al meno. Per ora è rimasto invariato".

Un terzo testimone.
Il procuratore di Arezzo ha anche sottolineato che è stata ritrovata l'auto, una Mercedes scura, che si cercava da domenica. Stamane il pm, titolare delle indagini, Giuseppe Ledda, ha sentito un ragazzo. "Era sulla macchina- ha aggiunto Di Cicco -, la Mercedes che si cercava. Gli altri testimoni se ne erano già andati, non hanno assistito agli spari". Quanto agli interrogatori di stamane il procuratore capo ha sottolineato che "erano cose non direttamente attinenti all'oggetto dell'indagine. Qui ci sta un morto punto e basta".

I testimoni.
Ai giornalisti che gli domandavano dei testimoni, Di Cicco ha risposto: "Uno dei testimoni stava sull'auto della vittima, l'altro è estraneo. Il testimone che stava sull'auto della vittima ha visto questo che sparava ad altezza uomo". Ed ecco che spunta un terzo testimone, ha detto Di Cicco: "La stessa cosa hanno confermato gli altri che stavano sull'altra corsia".

Il legale della famiglia Sandri.
"In base a una nostra visione diretta, nell'immediatezza del fatto il foro del proiettile nel finestrino dell'auto su cui viaggiava Gabriele presenta un'inclinazione di circa due gradi. Questo è compatibile con l'ipotesi che l'agente abbia sparato da una collinetta". Lo sostiene l'avvocato Michele Monaco, che assiste la famiglia di Gabriele Sandri. "Probabilmente - ha concluso Monaco - quando è stato raggiunto dal colpo, Gabriele aveva la testa reclinata, nella posizione di una persona che sta riposando, anche se non possiamo dire se stesse dormendo".

Il gip di Roma.
"Si è voluto creare paura tra la gente. Si è tentato di condizionare i pubblici poteri dello Stato". E' l'analisi del gip Enrico Imprudente. Il magistrato ha, dunque, recepito appieno l'impostazione della procura capitolina e ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due ultrà Saverio Candamano e Claudio Gugliotti, cui era contestata l'aggravante della condotta con finalità di terrorismo. Il giudice ha confermato la misura del carcere anche per gli altri due tifosi arrestati, Valerio Mintoti e Lorenzo Sturiale. Chi indaga è al lavoro per capire chi, tra i capi ultrà, abbia preordinato l'assalto della caserma della polizia. In procura si attende un rapporto della Digos relativo alla posizione di decine di altri tifosi.

Taranto.
Il giudice monocratico del tribunale di Taranto Patrizia Nigri ha convalidato, nel giudizio per direttissima, l'arresto in flagranza differita dei nove ultras del Taranto accusati di aver partecipato ai disordini di domenica scorsa allo stadio Erasmo Iacovone. Il processo sarà celebrato il 28 novembre prossimo. Alla sbarra anche due ragazzi figli di poliziotti in servizio alla questura di Taranto.

Bergamo.
Il gip di Bergamo ha convalidato l'arresto di sette ultras bergamaschi arrestati dagli agenti della Digos per gli incidenti di domenica disponendo gli arresti domiciliari per quattro degli indagati, mentre due sono stati sottoposti all'obbligo di firma e uno è stato scarcerato. Altri tre ultras arrestati saranno interrogati domani.

Milano.
Scarcerati tutti i dieci tifosi di Milan e Inter arrestati per i disordini a Milano e Bergamo. Sette sono liberi, uno ha la misura cautelare dell'obbligo di firma e due i domiciliari. In serata, poi, sono comparsi davanti al gip Guido Salvini gli ultras dell'Inter Aldo Carone e a Fabio Pistoia, di 20 e 18 anni. Pesantissima per loro l'accusa: istigazione a commettere reati contro la personalità interna e internazionale dello Stato per aver scritto sulle pareti della biglietteria nord del piazzale dello stadio di San Siro: "Gabriele vive", "Da ora in poi a domenica è sinonimo di violenza", "Acab", "10-100-1000 Raciti", "Morte agli sbirri" e "Sbirri assassini". Il gip ha convalidato l'arresto, ma ha escluso l'aggravante della sovversione dell'ordine democratico. Come misura cautelare ha disposto i domiciliari.

Scritte in tutta Italia.
Diverse scritte con richiesta di vendetta per 'Gabbo' sono apparse questa mattina sulle pareti vicino alla chiesa San Pio X a Roma, dove sono stati celebrati i funerali. "Vendetta per Gabriele", e "Giustizia per Gabbo". E ancora "Gabriele Balduina ti piange" e "Gabbo vive". Altre scritte contro le forze dell'ordine sono state trovate a Bologna: 'Contro la violenza di stato resistenza subito, se è il piombo che volete lo avrete", è il testo seguito dalla falce e martello, tracciate con la vernice rossa sui muri di due edifici nel centro storico. Ieri erano state scoperte altre scritte. Minacce nei confronti delle forze dell'ordine anche a Treviso, Palermo e Viterbo, dove ha fatto di nuovo la comparsa la firma Acab, acronimo di "All cops are bastard", cioè "Tutti i poliziotti sono bastardi".

Parla Marco, l'amico che guidava: "Ho capito quasi subito che gli avevano sparato"Lui ansimava. "Cos'hai?" Ma siamo arrivati al casello ed era morto "Il poliziotto e il colpo sull'auto: così ho visto morire Gabbo"

"IL POLIZIOTTO E IL COLPO SULL'AUTO: COSÌ HO VISTO MORIRE GABBO".
Mazzi di fiori per Gabriele a Roma.

ROMA - "E' morto sotto i miei occhi. E' una cosa che non mi toglierò mai dalla mente. Lo ha ammazzato a sangue freddo ed io ho visto quelle mani unite che impugnavano la pistola che poi ha sparato". Marco è uno dei quattro amici che stavano in macchina con Gabriele. Lui era quello che guidava ed è quello che ha visto con più chiarezza i fatti avvenuti all'autogrill di Badia al Pino. Ricorda e racconta così quella terribile domenica.

Torniamo un po' indietro. Com'è cominciata la giornata?
"Siamo partiti alle 6,30 da piazza Vescovio. In macchina eravamo in cinque. Eravamo tutti molto assonnati. Ci siamo fermati all'autogrill di Fiano Romano per fare colazione. Abbiamo fatto un bel pezzo di strada fino a quando la macchina non ha cominciato a segnalare un guasto, ci siamo fermati in un altro autogrill perché aveva dei problemi. Poi abbiamo risolto e siamo ripartiti. C'era allegria in macchina non vedevamo l'ora di vedere la partita".

E Gabriele?
"Lui aveva lavorato fino alle quattro del mattino perciò dormiva. Una volta l'ho svegliato, mentre camminavamo, per chiedergli i cd con la sua musica e lui me li ha dati. Ma poi ha continuato a dormire. E non ci siamo più fermati fino a Badia al Pino".

Che cosa è successo in quella piazzola?
"Preferisco non rispondere. Voglio raccontare solo di Gabriele. Le posso dire che siamo stati un poco in quella piazzola. Mentre uscivamo da lì è successo tutto".

Racconti...
"Dunque, poco prima c'eravamo fermati a Badia al Pino per prendere un altro caffè. Poi siamo risaliti in macchina ed eravamo appena partiti quando all'improvviso, girandomi verso sinistra, vedo un soggetto immobile su una collinetta puntare la pistola a due mani nella nostra direzione. Ero al posto di guida e mi sono rivoltato per guardare avanti. Era passata solo una frazione di secondo. È stato allora che ho sentito un tonfo sordo. Ma non c'eravamo ancora resi conto di nulla, ho continuato a camminare. Ma da quel momento tutto si è fatto confuso".

Cioè?
"Ci siamo chiesti che cosa stesse succedendo, nemmeno il tempo di dire una parola ed ho subito sentito Gabriele ansimare. Ma non avevamo ancora capito niente. Gli chiedevamo "che cos'hai? Che cosa hai fatto?". E' stato allora che qualcuno in macchina ha gridato "sta male, sta male". A quel punto io ho ricordato come in un flash la pistola e ci siamo chiesti "ma che gli hanno sparato?". Mentre lo guardavo nello specchietto ho visto Gabriele sputare sangue dalla bocca ed agitarsi".

E che cosa avete fatto?
"Ci siamo diretti verso Arezzo perché è la prima uscita utile, ed un mio amico nel frattempo ha chiamato il 118 più volte. Siamo entrati dal casello forzando la sbarra. Ci siamo fermati in piazzola e abbiamo cominciato a gridare aiuto, è arrivata una volante della polizia che ci ha soccorsi insieme a dei casellanti. Quindici minuti dopo è arrivato il 118 ma non ha potuto far più nulla. Non lo abbiamo più visto vivo".

Dove siete andati dopo?
"Siamo stati all'interno della stazione della polizia stradale del luogo accanto al casello. Eravamo tutti sotto choc. Nessuno di noi si capacitava, nessuno capiva quello che era successo. Gabriele morto sparato, non poteva essere. La cosa dura è stata capire la sequenza degli avvenimenti che sembrava irreale. Chi può credere che si può morire in quel modo per mano di una persona che nemmeno si conosce?".

15 NOVEMBRE 2007

L'annuncio dei legali di Luigi Spaccarotella: "Qualcosa non va"E il poliziotto nega di aver sparato ad altezza d'uomo Tifoso ucciso, per l'agente omicidio volontario. Procura: "I coltelli erano dei tifosi laziali". In ospedale uno degli ultrà arrestati per gli scontri di Roma.

TIFOSO UCCISO, PER L'AGENTE OMICIDIO VOLONTARIO.
Procura: "I coltelli erano dei tifosi laziali".

AREZZO - E' accusato di omicidio volontario l'agente di polizia Luigi Spaccarotella, indagato per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, avvenuta domenica mattina sull' A1 vicino ad Arezzo. L'annuncio arriva per bocca dell'avvocato Francesco Molino, difensore dell'agente. Una svolta che era nell'aria e che cambia il capo d'imputazione che, fino ad oggi, era di omicidio colposo. Sempre Molino che preannuncia battaglia (''ci difenderemo a denti stretti, c'e' qualcosa che non torna'') rivela come Spaccarotella neghi di aver sparato direttamente, "cioè mirando alla persona". Parole che cozzano contro le testimonianze di coloro che dicono di aver visto l'agente sparare "a braccia tese" ad altezza d'uomo. "Somo convinti dell'innocenza del nostro assistito - dice l'avvocato Giampiero Renzo - almeno per l'accusa di omicidio volontario".

I legali, inoltre, riguardo la versione secondo cui il colpo sarebbe partito anche perchè l'agente sarebbe scivolato, hanno spiegato che il loro assistito non ha mai riferito una cosa del genere: "Ha rilasciato una sola versione, che non è mai stata cambiata".

La rissa.
Nel frattempo emergono nuovi dettagli sulla rissa all'autogrill. Secondo il procuratore capo di Arezzo Ennio Di Cicco, "i coltelli e un ombrello mezzo rotto" trovati nell'area di servizio ''evidentemente erano degli occupanti della macchina dove c'era Sandri". Gli juventini, quindi, "erano vittime dell'aggressione''. Secondo l'inchiesta furono i laziali a tendere l'agguato ai bianconeri. Di Cicco ha poi spiegato che nell'area di servizio c'erano tre auto e due gruppi di tifosi, uno laziale e l'altro juventino. L'ipotesi di reato potrebbe essere quella di ''porto di oggetti atti a offendere con eventuali lesioni'', ma questo filone di indagine e' considerato meno rilevante dal procuratore e ''potrebbe essere stralciato, visto che si tratta di episodi collaterali''.

Severo il giudizio del procuratore capo su Spaccarotella: "L'agente della stradale ha sparato ad altezza d'uomo questo è un dato di fatto, a meno che non ti abbiano minacciato e puntato con una rivoltella, tu non puoi sparare ad altezza d'uomo".

Di Cicco, inoltre, ha spiegato perché all'agente non sono state applicate misure restrittive: "Dove sta il pericolo di reiterazione e il pericolo di fuga? Le esigenze di custodia cautelare non sussistono''.

In ospedale ultrà arrestato.
Claudio Gugliotti, il tifoso della Roma, arrestato durante gli scontri di domenica sera è stato ricoverato nell'ospedale Sandro Pertini. Gugliotti avrebbe accusato difficoltà respiratorie tali da rendere necessario il trasferimento in ospedale. Ieri Gugliotti presentava, durante l'interrogatorio, un vistoso cerotto alla testa.

Roma, moltov vicino commissariato.
Tre bottiglie molotov sono state trovate la notte scorsa in via Jacopo Gaetano Stefaneschi a circa 200 metri dal Commissariato di Polizia Primavalle, a Roma. Una pattuglia delle 'Volanti' aveva notato poco prima tre giovani con una busta di plastica ma alla vista della Polizia i ragazzi hanno abbandonato la busta e sono fuggiti a piedi. Gli agenti hanno recuperato la busta dove all'interno si trovavano le tre bottiglie Molotov.

Scritte a Milano.
Scritte ultras in centro a Milano dopo la morte di Gabriele Sandri e i disordini di domenica sera. In zona porta Romana, sono comparse alcune scritte a vernice spray rossa. "Ci togliete dagli stadi ci trovate nelle strade", "Se muore un ragazzo che vuoi che sia ma se muore uno della polizia..." e "Acab", acronimo di "All cops are bastards", sigla ricorrente negli ambienti ultras.

Divieto (che vale per la prossima giornata) anche per quelli di Catania, Samp e Torino. Colpiti pure i supporter di Bari e Cesena, di cinque squadre di C e di due dei dilettanti
TRASFERTE VIETATE PER QUINDICI TIFOSERIE. STOP A ULTRAS DI ROMA, ATALANTA E MILAN.
Sabato verrà presa una decisione sui supporter di Parma e Lazio

ROMA - Traferte vietate per i tifosi di quindici società di diverse serie. Tra falchi e colombe (anche perché diquile in giro se ne vedono sempre meno...). Non è stata facile la riunione di oggi all'Osservatorio del Viminale. Si scontrano, ormai da tempo, due "partiti". Chi vorrebbe il pugno durissimo, soprattutto dopo i fatti di Arezzo, e chi vorrebbe ancora tentare il dialogo coi tifosi, almeno con quelli "buoni". Il risultato? Dopo ore di summit, oggi, è stato deciso che nel week end del 24 e 25 novembre (domenica prossima, come noto, sono stati fermati i campionati) le trasferte saranno vietate a 15 tifoserie. Per la serie A sono Atalanta (a S. Siro con lnter), Catania (a Napoli), Milan (a Cagliari), Roma(in casa del Genoa), Sampdoria (a Livorno) e Torino (a Empoli) e per la serie B Bari e Cesena oltre a 5 di serie C e due Dilettanti. Per Parma e Lazio la decisione è stata rimandata a sabato. Una decisione senza precedenti.

Contrario a queste misure il consigliere federale Massimo Moratti, n.1 dell'Inter: "Curve chiuse? Non si può dire 'fuori la gente dalle curve' perché noi siamo un paese democratico. Il problema è che il tifoso deve limitarsi a fare solo il tifoso". E aggiunge: "Sarebbe auspicabile che in futuro i tifosi possano andare anche in trasferta, quando si comportano male vanno fermato".

Quando gli ultrà dell'Inter esposero tre striscioni razzisti contro Napoli e i napoletani, "colerosi", Moratti disse: "Sono striscioni inutili, meglio tifare per la propria squadra". Urbano Cairo, n.1 del Torino, ha detto: "Noi non abbiamo il problema ultrà". Dimentica il derby (di Torino, appunto) con trenta tifosi arrestati e i carabinieri feriti a Bergamo da ultrà (granata).

L'Osservatorio ha deciso che i tifosi granata non potranno andare ad Empoli, così come non erano andati ad Udine. oggi a Roma lunga riunione del consiglio federale, poi Abete ha incontrato i presidenti. Si è discusso molto della responsabilità oggettiva.

16 NOVEMBRE 2007

La ricostruzione definitiva del Viminale sulla domenica maledetta così Sandri e i suoi amici aggredirono i tifosi juventini.
"C'ERANO SASSI NELLE TASCHE DI GABRIELE. IN AUTOGRILL I LAZIALI FECERO UN AGGUATO".
Prima l'assalto con i coltelli in nove contro tre, poi i colpi di mazza sull'auto.

ROMA - Sostiene il Dipartimento della Pubblica sicurezza che, alle 9.15 di domenica mattina, alla stazione di servizio Badia al Pino est, l'agente Luigi Spaccarotella ha volontariamente indirizzato il tiro della sua pistola di ordinanza sulla Renault Scenic su cui viaggiava Gabriele Sandri. Sostiene il Dipartimento della Pubblica sicurezza che i tifosi della Lazio che con Sandri viaggiavano hanno raccontato una storia monca, almeno ad uso pubblico. Erano in nove - otto uomini e una donna - su due macchine. Non in cinque, su una sola auto. E quando il colpo assassino è partito, "Gabbo" non stava dormendo. Perché dai suoi indumenti, nell'obitorio di Arezzo, sarebbero saltati fuori due sassi "verosimilmente" caricati alla partenza da Roma. Con i suoi compagni - sostiene ancora il Dipartimento - aveva appena perso la "preda" di quegli istanti. Cinque romani, tifosi della Juventus diretti a Parma, circondati e aggrediti con coltelli, fibbie, biglie, sassi, ombrelli. Inseguiti fin nell'abitacolo della Mercedes nera classe A con cui erano arrivati all'autogrill seguendo lo stesso tratto di autostrada delle due macchine di laziali. Una Renault Scenic (su cui viaggiava Sandri) e una Renault Clio.

Ieri, al capo della Polizia Antonio Manganelli è stata dunque consegnata da chi, tra i suoi funzionari, ha lavorato all'indagine, quella che viene proposta come "la ricostruzione definitiva" dei fatti che sono costati la vita a Gabriele Sandri. E se è una ricostruzione corretta, l'intera sequenza di quel mattino va riscritta. Per l'omicidio, resta ferma la sola e inescusabile responsabilità di chi ha cancellato una vita, sparando ad altezza d'uomo. L'agente Spaccarotella. Al contrario, vanno raccontate da capo le mosse di tutti gli altri protagonisti di quel mattino. Otto uomini e una donna, si diceva, gli identificati dalla polizia. Gabriele Sandri, la vittima. E, con lui, Marco Turchetti, Francesco Giacca, Francesco Negri, Simone Putzulu, Valentino Ciccarelli, Carlo Maria Bravo, Marco Timperi, Francesca Montesanti.

Partono da Roma alle 6.30 del mattino di domenica, con appuntamento in piazza Vescovio, dove, non più tardi del 22 settembre, un'altra trasferta è stata interrotta dalla polizia. Quella di 60 laziali verso Bergamo, con un borsone carico di coltelli, accette, machete. Non è la prima trasferta che i nove fanno. Con la storia di Bergamo non hanno nulla a che vedere. Le loro identità nulla dicono agli archivi della polizia. Con due sole eccezioni. Quella di Gabriele Sandri (identificato nel 2002 a Milano insieme a una ventina di tifosi armati di cacciavite) e di Marco Turchetti, denunciato il 9 aprile dello scorso anno quando viene pizzicato in un Siena-Lazio armato di coltello.

Anche quella domenica mattina, alcuni dei nove viaggiano con "lame", sassi, biglie, fibbie. Armi buone per il corpo a corpo, che verranno ritrovate in terra, dopo le 9.15, sull'asfalto dell'autogrill Badia al Pino est e che a loro vengono attribuite dalla polizia sulla base delle impronte digitali.

Le macchine sono due. Una Renault Scenic guidata da Marco Turchetti su cui viaggiano in cinque (e a bordo della quale è Sandri). Una Renault Clio, su cui prendono posto in quattro. Alle 9, le due macchine entrano nell'area di servizio Badia Al Pino est e si parcheggiano in un punto riparato, vicino alle pompe di benzina. In sosta è anche una Mercedes nera classe A su cui viaggiano cinque ragazzi romani, dello "Juventus club Roma". Vanno a Parma, probabilmente non da soli, dal momento che la polizia sta cercando una seconda macchina (che comunque non si fermerà all'autogrill di Badia Al Pino). I laziali sostengono a verbale di riconoscerli come tali perché uno di loro ha una felpa con su scritto Juventus. Un altro perché li sente parlare tra loro di calcio ("Speriamo che oggi la Lazio ci faccia un favore battendo l'Inter").

Sono ora all'incirca le 9 e, sempre a stare alla ricostruzione della polizia, i 5 juventini (identificati e ascoltati in questi giorni), entrano nell'autogrill per un caffè. Fuori, i nove laziali si travisano, si armano e si preparano a quello che il Viminale definisce un "agguato". Che scatta quando dal bar escono i primi tre dei cinque juventini. Nove contro tre. Nove armati, contro tre disarmati. La colluttazione dura pochi istanti. I tre fuggono verso la Mercedes, raggiunti dagli altri due che abbandonano precipitosamente il bar. La furia dei laziali si abbatte sulla Mercedes. Quando la polizia fermerà la macchina (circostanza volutamente taciuta in questi giorni di indagine), ne trova i segni. Il lunotto anteriore è sfondato, come quello posteriore destro. La carrozzeria rientrata in più punti.

Sull'altra corsia, nella stazione di servizio che fa specchio a Badia al Pino, l'agente Spaccarotella, richiamato dal rumore e dalle grida, intercetta la sequenza mentre sta controllando i documenti di tre ragazzi sorpresi in possesso di coltelli. Non sono tifosi, ma frequentatori di centri sociali (che, come gli altri presenti, testimonieranno su quegli istanti). La sirena azionata da uno dei colleghi di Spaccarotella, interrompe la furia dei laziali. Dice di "essersi messo a correre" per avere una visuale migliore sulla rampa di uscita dall'autogrill sul lato opposto. Vede allontanarsi prima la Mercedes, quindi la Renault Clio. Forse spara allora il primo colpo in aria. Quindi, decide di puntare l'arma verso l'ultima macchina che si sta allontanando, la Scenic con a bordo Sandri. Spaccarotella sostiene di aver "brandeggiato" l'arma in direzione dell'auto intimando l'alt e, in quel momento, di aver sentito partire il colpo ("Avevo il braccio destro teso e la mimica di chi vuole fermare qualcuno in fuga"). Il Dipartimento non gli crede. Non crede al "brandeggiamento" dell'arma. Crede al cortocircuito di chi vede sfuggire l'ultimo dei bersagli e tenta di arrestarne la corsa con un colpo impossibile. Che diventa volontario e omicida.

I BRAVI GIORNALISTI.
Se non sapessi che succede di continuo e su ogni tipologia di notizia, mi metterei a ridere e direi che è solo fantasia.
Ma purtroppo non lo è.

Oggi su "QN - Quotidiano Nazionale" viene riportata una foto riguardante alcuni scontri avvenuti a Bergamo domenica scorsa dopo la notizia della morte di Gabriele Sandri.
In questa foto si vede chiaramente un ragazzo col volto coperto con un in mano una cinta e che indossa una felpa con una scritta a caratteri cubitali "MILANO".
Bene, la stessa foto della stessa persona nelle stesse circostanze, viene riportata anche su "Il Giornale".
Con una piccola, sottile differenza.
Qui la scritta "MILANO" sulla felpa è SPARITA. CANCELLATA.
Queste sono le notizie che fanno circolare i bravi giornalisti.

Tifoso con felpa MILANO
Foto su "QN"

Tifoso felpa senza MILANO
Foto su "Il Giornale"


Il legale della famiglia, Michele Monaco: "Solo delle microformazioni calcaree"
Nella conferenza stampa, il fratello chiede di evitare "strumentalizzazioni"

"NON C'ERANO SASSI NELLE TASCHE DI GABRIELE". L'AVVOCATO DEI SANDRI SMENTISCE LA POLIZIA.
Quanto alla diffida "il pm ha chiesto l'archiviazione, disposta poi dal gip di Milano"
Ma gli investigatori confermano: "Nei pantaloni aveva due pietre atte ad offendere"

ROMA - Smentisce tutto la famiglia Sandri. I sassi che secondo la polizia sono stati trovati nelle tasche di Gabriele, le parole del questore di Arezzo e la diffida contro il tifoso laziale ucciso domenica scorsa. E lanciano un appello ai media: "Non strumentalizzate la vicenda". Ma gli investigatori confermano la presenza dei sassi.

Niente sassi.
''Di sassi non ne sono stati trovati, ma solo microformazioni calcaree''. Michele Monaco, l'avvocato della famiglia di 'Gabbo', nel corso di una conferenza stampa smentisce nettamente che nelle tasche del ragazzo ucciso in un autogrill nei pressi di Arezzo domenica scorsa, ci fossero vere e proprie pietre o ''sassi in termini offensivi''. L'avvocato inoltre ha sgombrato il campo da ogni dubbio, affermando che ''anche se fosse stato trovato qualcosa, dal momento in cui è stato sparato un colpo di pistola, non c'è più nulla''.

Ma la polizia conferma.
La polemica, però, non sembra destinata a chiudersi. Ambienti investigativi di Arezzo, fanno infatti sapere che nei pantaloni di Gabriele sono stati ritrovati "due sassi e non delle microformazioni calcaree come dichiarato dal legale di famiglia". Uno "è delle dimensioni di 8X6 cm e 3 centimetri di spessore, e l'altra di 4X4cm e 3 centimetri di spessore, sassi atti ad offendere".

Nessuna diffida.
Una smentita è arrivata anche sulla diffida che nel 2002 aveva colpito Gabriele: "Era stato diffidato per due mesi - spiega Cristiano -, ma non gli è mai stata comminata: il pm ha chiesto l'archiviazione, disposta poi dal gip di milano. La memoria di mio fratello non deve essere infangata". "Non esiste - ha continuato - che vengano pubblicati articoli che infangano il nome di mio fratello che era una persona meravigliosa, come invece successo. Un giornalista - ha continuato - ha indicato che Gabriele è stato diffidato, processato nel 2002 e assolto con uno stratagemma e che poi è stato combinato un Daspo. Questa - ha concluso - è tutta una farneticazione".

Non infangate Gabriele.
"Non infangate il nome di Gabriele", ha aggiunto rivolto ai media Cristiano Sandri. "Non strumentalizzate la vicenda perché niente può cambiare quello che è avvenuto: e cioè che un poliziotto ha assassinato un uomo innocente, mio fratello. Non mi stancherò mai di ripetere che questa vicenda non ha nulla a che vedere con il calcio, gli ultras e il tifo violento", ha sottolineato Cristiano Sandri.
Il fratello di "Gabbo" non vuole parlare delle ultime indiscrezioni provenienti da Arezzo secondo cui i tifosi laziali, fra cui Gabriele, avrebbero teso un vero e proprio agguato, con tanto di coltelli, pietre e ombrelli, ai cinque tifosi juventini presenti sulla Mercedes. "Non parliamo di questo - dice Cristiano - e comunque il fatto non rende meno grave l'accaduto. Domenica è successo qualcosa che in uno stato civile non dovrebbe accadere. Un poliziotto ha puntato l'arma e colpito un innocente senza capire che cosa stava o era successo".

"Il questore ha mentito".
Il legale della famiglia Sandri ha poi attaccato il questore di Arezzo, Vincenzo Giacobbe: "Alle 18 di domenica scorsa, ancora parlava di due colpi di pistola sparati in aria. Sembrava che il ragazzo fosse stato ucciso da qualcun altro. Giacobbe ha mentito sapendo di mentire, e per giunta davanti alle telecamere, così come ha fatto il poliziotto che ha sparato. Molte e gravi bugie sono state dette su questa storia".
"Per la famiglia - ha continuato l'avvocato - quando ha sentito queste affermazioni, è come se Gabriele fosse stato ucciso una seconda volta". Secondo il legale già dalle 9,30 di mattina si sapeva con esattezza la traiettoria del colpo. Affermazione confermata anche da Luigi Conti, l'avvocato che nel corso della conferenza stampa ha detto di aver assistito al rilievo della polizia scientifica, la quale ha riscontrato che il colpo è stato sparato "in orizzontale e parallelo alla strada".

Veltroni e Napolitano.
Da Cristiano Sandri sono poi arrivate parole di riconoscenza nei confronti del sindaco di Roma e del capo dello Stato che hanno mostrato la loro vicinanza e solidarietà alla famiglia. Napolitano, poi, "si è mostrato sbigottito, assolutamente inerme di fronte ad una situazione del genere: un agente della polizia che impugna una pistola e spara ad altezza uomo".
Cristiano Sandri ha anche ringraziato il capo della mobile di Arezzo "che è stato una persona squisita". Critiche, invece, verso il questore Giacobbe che "non si è fatto vivo neanche per portare il doloroso cordoglio". E ha aggiunto: "Mi aspettavo una chiamata dal ministro dell'Interno o della Giustizia, evidentemente sono sufficienti i telegrammi".

17 NOVEMBRE 2007

Il racconto di uno dei testimoni: eravamo su due auto noi siamo fuggiti e loro si sono sfogati sulla Mercedes.
C'erano altri juventini nell'autogrill "E' vero, i laziali ci hanno aggredito".
"Ho visto un gruppo di ragazzi. In mano avevano ombrelli, aste di bandiera, cinture. Ho avuto paura e sono scappato".

"C'ERANO ALTRI JUVENTINI NELL'AUTOGRILL". "È VERO, I LAZIALI CI HANNO AGGREDITO".
L'area di servizio di Baida al Pino.

ROMA - "Ho visto quello che è successo a Badia al Pino, c'ero anche io. Ma non ero a bordo della Mercedes classe A, ero su un'altra macchina. Quale tipo? Mi spiace, non lo dico". A raccontare i concitati minuti che hanno preceduto l'omicidio di Gabriele Sandri, è uno dei tifosi juventini non ancora sentiti dalla procura di Arezzo. Un racconto che conferma l'ipotesi che le vetture coinvolte nella vicenda fossero quattro e non tre. La Megane Scenic su cui viaggiava "Gabbo", la Renault Clio, la Mercedes e la vettura del nostro testimone. Un racconto che dà forza all'ipotesi dell'aggressione compiuta dai tifosi della Lazio contro i "rivali" della Juve. Un racconto fatto di stupore. Di sorpresa. Di incredulità di essere parte di una vicenda così importante. E di paura. "Ma - ci dice il testimone, un giovane professionista incensurato - una premessa è d'obbligo: la condanna dell'omicidio di Gabriele, a cui mi associo. Credo che le armi da fuoco dovrebbero essere usate come estrema ratio. É una cosa che ci tengo a precisare prima di raccontare quello che è successo domenica scorsa".

A che ora siete partiti?
"Intorno alle 7 del mattino da Roma per andare a vedere Parma-Juve: ci capita spesso di seguire la Juventus, ma non siamo ultrà. Siamo ragazzi normali che ogni tanto fanno una gita fuori porta. Verso le 9 ci siamo fermati all'autogrill per fare colazione: eravamo stanchissimi, avevamo bisogno di un caffè".

Avete notato qualcosa di strano durante la sosta alla stazione di servizio?
"Assolutamente nulla: l'autogrill era deserto. Poi, durante la colazione, si è un po' riempito. Ma non ci siamo accorti di niente, eravamo indaffarati a fare colazione e leggere i giornali".

Qualcuno di voi era riconoscibile come tifoso bianconero?
"Uno indossava una felpa della Juve, gli altri erano tutti "in borghese". Ma durante la colazione discutevamo sulla possibile formazione dei bianconeri. Forse quello può aver rivelato al nostra fede calcistica".

Poi cosa è successo?
"Siamo usciti e ci siamo separati: le macchine non erano parcheggiate vicine. La mia stava circa cinquanta metri più indietro. Da lontano ho visto un gruppo di ragazzi, alcuni con il cappuccio in testa, altri con il cappellino, che si avvicinavano ai miei amici. Non ricordo in modo nitido, sono stati attimi concitati. Non saprei riconoscere i volti degli aggressori, né indicare quali "armi" tenessero in mano. Credo fossero ombrelli, aste di bandiera e cinture. Si sono buttati sulla Classe A. Alcuni dei miei amici erano già seduti in macchina, altri sono riusciti a ripararsi in fretta. I laziali si sono avventati sull'auto. A quel punto, per cercare di distoglierli, sono passato a tutta velocità accanto alla Mercedes e li ho messi in fuga".

Solo allora siete scappati.
"A tutta velocità: abbiamo proseguito fino a Parma senza fermarci. Senza avere idea di quello che avevamo lasciato alle nostre spalle". Non avete sentito gli spari? "Sono stati attimi di terrore, pensavamo solo a scappare. Tanto che, prima di chiamare un numero di emergenza, non ricordo nemmeno se il 112 o il 113, sono passati 10 minuti. Probabilmente l'omicidio era già avvenuto".

Ma voi ancora non lo sapevate?
"Lo abbiamo sentito per radio verso l'una, eravamo già a Parma. Ma che fossimo coinvolti in quello che era successo lo abbiamo capito solo il giorno dopo".

E avete parlato con la magistratura?
"Noi non siamo stati contattati, ma parleremo nel momento in cui la magistratura ci dovesse chiamare. Tuttavia credo che non potremmo aggiungere nulla di nuovo rispetto alla ricostruzione dei fatti che già è stata fatta".

Per il capo della polizia, la morte di Gabriele richiede "una risposta chiara alla domanda di verità e giustizia".
Il giovane romano è stato "vittima involontaria di una leggerezza imperdonabile".
Caso Sandri, Manganelli: "Pietre o no non cambiano le colpe della polizia".
Prodi: "Le parole del prefetto rispecchiano una forza dell'ordine che risponde al Paese ed è trasparente".

CASO SANDRI, MANGANELLI: "PIETRE O NO, NON CAMBIANO LE COLPE DELLA POLIZIA".
BOLOGNA - Gabriele Sandri è stato "vittima di una leggerezza imperdonabile" quindi questa vicenda chiede "una risposta tempestiva e trasparente". Inoltre, il fatto che la vittima avesse o meno una pietra in tasca "non cambia assolutamente le colpe della polizia". Il prefetto Antonio Manganelli parla della morte del 28enne romano ucciso da un poliziotto l'11 novembre alla stazione di servizio di Badia al Pino. E ribadisce il dolore per quella morte e l'intenzione ferma di assicurare alla famiglia del giovane verità e giustizia per quanto accaduto. Le indagini proseguono. E Repubblica raccoglie la testimonianza di uno dei tifosi juventini presenti all'autogrill, che raffozerebbe l'ipotesi dell'aggressione compiuta dai tifosi della Lazio ai danni dei supporter bianconeri.

Dalle parole del capo della polizia emerge un'immagine "di forza dell'ordine che risponde al Paese, ed è trasparente": questo il commento di Romano Prodi, che con Manganelli ha inaugurato, a Bologna, il nuovo Polo tecnico funzionale della polizia di Stato intitolato alla memoria di Emanuele Petri, ucciso nel 2003 nel conflitto a fuoco sul treno Roma-Firenze che portò all'arresto della terrorista Nadia Desdemona Lioce.

"E' questo anche il momento della memoria - dice il capo della polizia - e il pensiero va in queste ore ai poliziotti che non ci sono più, silensiosi protagonisti degli atti di quotidiano eroismo di cui va fiero il nostro Paese". Ma il pensiero va "anche a Gabriele, vittima involontaria di una leggerezza imperdonabile, della quale oggi questa istituzione porta il peso e io la sofferenza, consapevole del dovere di una risposta tempestiva, completa e trasparente alla domanda di verità e di giustizia che viene dalla collettività".

Quanto accaduto a Gabriele Sandri "è una ferita che ci portiamo dentro", ha aggiunto Manganelli. E le strade per evitare che, in futuro, si verifichino episodi analoghi, sono due: intanto, come si diceva, "una risposta completa alla domanda di verità. Poi, comportarsi bene sulla strada, facendo il proprio dovere come fece Emauele Petri. Noi cerchiamo di fare il meglio nel momento della formazione, dell'aggiornamento professionale, anche se quanto accaduto nell'area di servizio di Arezzo non ha nulla a che fare con la formazione: sono quegli eventi assolutamente imprevedibili, quegli errori inescusabili che non si scongiurano".

Il legale dei Sandri, Michele Monaco, fa sapere che i familiari di Gabriele si dicono "soddisfatti" delle parole del capo della polizia. "E' bello che le istituzioni si stringano alle parti offese. Si tratta di affermazioni in linea con quanto detto dal presidente della Repubblica ai familiari di Gabriele. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha dato certezze di trasparenza e l'intervento di oggi di Manganelli dimostra che si intende seguire quella strada. Tutto ciò - conclude il legale - è molto bello e positivo".

Gioca la Nazionale, il calcio in questo caso non si ferma. E neanche chi non vuole di menticare.
SCOZIA-ITALIA, I TIFOSI NON VOGLIONO DIMENTICARE GABRIELE.
Neanche la Nazionale può far dimenticare quanto successo domenica scorsa.
In occasione dell'importante partita della Nazionale italiana di calcio per la qualificazione agli Europei del 2008, i tifosi azzurri nonsi sono fatti sfuggire l'occasione per mettere sotto i riflettori internazionali il loro sdegno per la questione del poliziotto che ha ucciso Gabriele Sandri.
Un grosso sttriscione è comparso sugli spalti scozzesi, dove erano assiepati i tifosi italiani.

Striscione Scozia-Italia

18 NOVEMBRE 2007

In occasione dello stop per la morte di Gabriele Sandri e gli incidenti di domenica scorsa, la storica trasmissione Rai ha seguito i campionati minori "in cerca delle partite di una volta"
LA RADIO SCOPRE LO SPORT DEI DILETTANTI. "TUTTO IL CALCIO" IN DIRETTA DALLA SERIE D.
A Trento e a Caserta striscioni degli Ultras
A Pomigliano slogan e insulti contro la polizia

[...] Consapevoli di essere sotto i riflettori della stampa nazionale grazie allo stop delle serie maggiori, i tifosi della D hanno colto l'occasione per farsi notare. "La pena di morte esiste solo per gli ultras", recitava un grande striscione comparso oggi a Trento durante la partita contro il Voghera. Un solo striscione con la scritta "Giustizia per Gabriele" è apparso oggi allo stadio "Pinto" di Caserta, in occasione della partita Casertana-Paternò, del girone I della serie D. A Pomigliano, invece, dove si è disputata la sfida tra squadra locale e il Barletta, dagli spalti sono stati urlati ripetutamente slogan e insulti contro la polizia.

19 NOVEMBRE 2007

"L'avversario è un nemico, vogliamo picchiarlo per fargli capire chi comanda"
"Dopo la tragedia di Arezzo si doveva bloccare tutto. Ma il tombino in curva è stato un errore"

"VI SPIEGO IL DIO DI NOI ULTRÀ". VIAGGIO TRA I VIOLENTI DEL CALCIO.
"Lo scontro è la nostra droga. Tutti gli ultrà cercano lo scontro. È una cosa che hai dentro, che ti sale su mano a mano che si avvicina la partita. Quando devi farti rispettare in una città che non è la tua. Oppure quando arrivano gli avversari in trasferta, ché alle dieci sei già lì, sul piazzale dello stadio. È la difesa del tuo territorio. La voglia di picchiarsi col nemico. Fargli capire che qui comandi tu. Ma - dice "Bocia", il capo, uno dei sacerdoti del nuovo rito curvaiolo - lo scontro non nasce dalla delinquenza; nasce dalla passione, dal cuore. E deve essere leale, non un'infamata. Se non sei un ultrà questa cosa non la capirai mai. Anzi, ti fa schifo. Noi invece cerchiamo di tramandarla, assieme ai nostri valori, condivisibili o no. Questa è la vita che abbiamo scelto. Così vivremo finché esisteremo".
Per entrare al "Covo", come lo chiamano loro, i monoteisti del tifo, devi salire una scala di ferro arrampicata sulla parete laterale di una concessionaria di automobili. Superi una porta di vetro tappezzata di adesivi nerazzurri e ecco un muro umano, una massa compatta di ragazzi in jeans e giubbotto radunati come militari in uno stanzone arredato con murales e bandiere e sciarpe e grandi foto che raccontano la storia del tifo organizzato atalantino. Di colpo sei inghiottito da un silenzio irreale.

Un silenzio rotto solo dalle parole del capo. Il "Bocia", al secolo Claudio Galimberti, 35 anni, faccia e modi da Braveheart di provincia, giardiniere, leader della Curva Nord dell'Atalanta. Al "Covo", una specie di tempio pagano, il pasdaran da stadio è indottrinato sui temi portanti della sua fede, della sua esistenza al limite. Si parla di "presenza" da fare, di orari di treni e pullman, di collette, di striscioni, di processi penali e mediatici, di droghe "buone" e droghe "non buone", di tifo organizzato, di "odiosa repressione", di "giornalisti infami". Tutti ascoltano muti. Odore denso di fumo. Operai. Universitari figli di papà. Impiegati. Insospettabili professionisti. Disoccupati e gente che sgobba 15 ore al giorno, e se c'è da seguire la squadra a Palermo, il lunedì si torna in fabbrica dopo avere attraversato l'Italia.

C'è anche qualche donna, una porta capelli viola fino alle spalle. Bocia sta seduto al centro. Intorno, il direttivo: una decina di persone, i luogotenenti. Tutte le curve hanno un capo e un direttivo. Eletti senza primarie. E migliaia di soldati semplici. Divisi in sezioni ognuna con un compito da portare avanti: coreografie, scontri, organizzazione dei viaggi, rapporti (solitamente complicati) con Digos e questura. Un sistema gerarchico, chiuso a riccio, impermeabile all'esterno. "Allora, adesso sotto con la trasferta...": Bocia istruisce decine di ragazzi su come affrontare un esodo "caldo". Quando l'Atalanta gioca fuori casa i suoi ultrà vengono quasi sempre accolti in modo non esattamente ospitale; loro sanno che è così, in fondo, spesso, non chiedono di meglio. "Occhi aperti e niente cazzate", sono i consigli per l'uso. "Perché quando ti scontri devi avere la mentalità giusta. Se un avversario cade a terra non devi infierire. Devi rispettarlo. E niente coltelli né bombe. Il problema è che oggi la violenza ha raggiunto livelli altissimi. Non sai mai chi incontri. Cosa ti può capitare. Ci sono gruppi che girano con la pistola in tasca... ".

Già, la pistola. E Gabriele Sandri, e l'autogrill, e il poliziotto, e la rivolta delle banlieue da stadio: parli con gli adepti del tifo e davanti ti scorrono le immagini dell'ultima domenica bestiale. Gli ultrà bergamaschi che assieme ai colleghi milanisti assaltano la polizia fuori dallo stadio (a Bergamo si giocava Atalanta-Milan); che esercitano il loro potere esecutivo imponendo lo stop alla partita. Il come si sa: sfondando con un tombino la vetrata che separa la curva dal terreno di gioco. "C'era tanta confusione. Forse il tombino è stato un errore - ammette Bocia - ma bloccare tutto era un dovere morale: e noi l'abbiamo fatto, anche se con modi discutibili. Il calcio doveva fermarsi per Sandri, come si è fermato per Raciti".

È un mondo aspro e selvaggio quello degli ultrà. Per conoscerlo da dentro, per comprenderne le logiche informi, l'anarchia, le derive incendiarie, bisogna andare a vedere da vicino: non farsi impressionare dalla ruvidità di certe facce, di certe scene. E poi i toni, le abitudini cameratesche e carbonaresche che scandiscono la preparazione della "partita". Quello che a loro pare normale, a te sembra "fuori". È possibile impacchettare dentro la stessa bandiera le sassaiola contro un treno e le collette per le scuole del Ruanda? Le sprangate per strada e la raccolta fondi per la distrofia muscolare? E viaggiare per quindici ore su un treno tipo carro bestiame, presi in consegna da una teoria di poliziotti armati, scortati in mezzo a una città a bordo di pullman coi finestrini sbarrati con reti di ferro e infine, se va bene, tenuti dentro lo stadio per due ore finita la partita e rispediti a casa magari dopo aver preso una pietra in testa o una messe di manganellate? Saranno 500 o 600 qui al "Covo". Due o tre riunioni la settimana. Un mini esercito in servizio permanente sui gradoni di una curva infuocata, temuta, oltranzista, rispettata. Colpita come molte altre da una pioggia di "Daspo", il provvedimento che vieta ai supporter violenti beccati in flagrante di assistere a manifestazioni sportive per un periodo che va da 1 a 3 anni.

Per gli incidenti dell'11 novembre sono arrivati sette arresti. Il presidente dell'Atalanta Ivan Ruggeri ha puntato il dito contro la curva: "Sono delinquenti che non voglio più vedere allo stadio". Il comunicato era firmato anche dai giocatori, che però tre giorni dopo, tra qualche imbarazzo, hanno tirato il freno: "Isoliamo i violenti, ma non criminalizziamo la Curva Nord che ci ha dato e ci dà tanto". "Era il minimo che potevano fare...", dice ora un po' sardonico Bocia. "Adesso comunque staremo fermi per un po', dobbiamo fare quadrato, ma la nostra mentalità non cambia". Il clima che si respira piacerebbe a Chuck Palahniuk, l'autore di Fight club e anche all'hooligan-scrittore inglese Cass Pennant, ma qui al Covo, almeno qui, non ci si prende a pugni né a calci. Semmai capita che pugni e calci si programmano o si commentano. "Oltre alla fede per la squadra, la cosa più importante per noi è il rispetto - spiega il leader della Nord - E rispetto vuol dire anche scontrarsi. Anzi, è la base". È la prima volta che un capo ultrà ci mette la faccia e riconosce che "sì, noi i casini ce li cerchiamo anche quando non ci sono. Romanisti, viola, granata, genoani: con tutte queste tifoserie vogliamo picchiarci. È così, non c'è niente da fare". Lui è uno di quelli che allo stadio non può andare. Il prossimo è il suo dodicesimo campionato da diffidato. "A fasi alterne, ovviamente". La domenica gioca a calcio: Bonate Sopra, prima categoria. E anche qui qualche guaio se lo tira addosso. Come il 9 settembre scorso a Cologno Monzese. Un centinaio di ultrà dell'Inter gli preparano un agguato. Sono lì per vendicare un assalto al loro treno diretto a Bergamo, campionato 2006-2007. Contro il pullman del Bonate partono sassi e bottiglie. A bordo ci sono anche donne e bambini. Ma soprattutto c'è lui, Galimberti. "Il nostro mondo è fatto anche di queste cose. Certe volte dimostri la tua superiorità cantando più forte degli altri. O presentandoti in gran numero in una trasferta. Se facciamo mille chilometri e andiamo a Napoli in 500 magari ci tirano addosso le bombe carta, però come nemici sanno che siamo rispettati".

La curva atalantina un tempo era "rossa". Negli anni '80 è stata filoleghista. Oggi è rigorosamente "apolitica". Seimila ultrà. Mille lo zoccolo duro, quello che c'è ovunque e comunque. Che vive per la squadra, per il tifo. Come Danilo, 41 anni, operaio. Uno dei colonnelli. "La "mentalità ultras" sta scomparendo - dice - Ci sono curve che hanno fatto la storia di questo movimento che non hanno più codici di comportamento. Si sono sputtanate per gli affari commerciali, si sparano per un pugno di biglietti omaggio, mandano avanti i ragazzini coi coltelli. Questo è vergognoso".

I seguaci della Dea (la dea Atalanta), come amano definirsi, hanno pochi rapporti di amicizia (Ternana, Cosenza, Eintracht Francoforte, Cavese) e moltissime rivalità. Praticamente con tutte le tifoserie. Il momento sociale per eccellenza è la Festa della Dea, l'omaggio al "totem" Atalanta. "Ogni estate facciamo 10 mila persone a sera. Vengono i giocatori, quelli di oggi e quelli di ieri. Si beve birra, si canta in piedi sui tavoli", spiega Daniele Belotti, 39 anni di cui 33 in curva, consigliere comunale e regionale leghista ("ma la politica non c'entra"). Ha scritto un libro, Belotti, "Atalanta folle amore nostro", che ripercorre 35 anni di tifo. "La Nord un tempo era considerata un covo di violenti e emarginati. Oggi coinvolge nelle sue iniziative decine di migliaia di bergamaschi. Gente che prima ci guardava con distacco e un certo timore". "Bocia" Galimberti ascolta, annuisce, si tormenta la barba. Poi stappa una birra. Dice che in testa ha un pensiero fisso: i napoletani. "Se il Viminale non vieta la trasferta, li aspetto a Bergamo. Noi da loro andremo, sicuro, sempre che lo Stato ce lo permetta". Lui non potrà esserci, ma saprà tutto dal primo all'ultimo minuto. Perché la curva ha tante radio. Che messe assieme formano una specie di grande ugola indisciplinata. Bocia si alza in piedi, porge la Ceres a Daniele e, scandendo il ritmo con le mani aperte a tamburo, lancia un coro che fa rimbombare il Covo: "A-ta-lan-ta olè... ". Subito dopo, a mo' di litania liturgica, parte un fragoroso "Bergamo, Bergamo...". Una città da difendere, cento città dove "farsi rispettare".

Settore off-limits sino al 31 marzo del 2008. La gara, sospesa al settimo del primo tempo, è da considerarsi "non giocata"
CHIUSA LA CURVA DELL'ATALANTA. LA PARTITA COL MILAN SARÀ RIPETUTA.
MILANO - Il giudice sportivo chiude la curva dell'Atalanta sino al 31 marzo del 2008 e decide che la partita col Milan venga rigiocata a porte chiuse. Queste le decisioni per gli incidenti dell'altra domenica che hanno portato alla sospensione della gara al 7' del primo tempo.
Il giudice ha valutato la situazione e l'interruzione di Atalanta-Milan disposta dall'autorità di Pubblica Sicurezza, una "circostanza di carattere eccezionale". "Conseguentemente - scrive - va disposta la ripetizione della gara che, sia detto incidenter tantum, è stata formalmente 'interrotta' dopo sette minuti dall'inizio ma che, di fatto, è stata 'non disputata', neppure in tale breve lasso di tempo, per il delinquenziale comportamento di un gruppo di spettatori della 'curva nord'".

20 NOVEMBRE 2007

DICHIARAZIONE SPONTANEA RESA DA UN EX-POLIZIOTTO AD UNA RADIO PRIVATA ROMANA
Da quanto tempo non è più in servizio?
"Circa un anno".

Ci racconti il motivo del suo intervento.
"Ho 43 anni, ho prestato servizio per circa 11 anni, al termine dei quali ho deciso di congedarmi in maniera spontanea, ma indotto da fatti personali causati dai miei superiori, relativamente alla non conformità del mio adeguarmi a direttive che ritenevo eccessive".

Ci racconti cosa le è successo...
"Non voglio andare oltre questa testimonianza, perchè di cose da dire ne ho ancora molte. Ma a distanza di un anno dal mio congedo... Temo ancora di essere vittima di ritorsioni. Sembra assurdo, ma vi garantisco che è così. Ho una moglie e due figli, cercate di capirmi..."

Si rende conto che nonostante la voce camuffata (su richiesta ESPLICITA dell'ex poliziotto) potrebbero esserci enti istituzionali ad ascoltare la sua voce?
"Sì, e ho paura. Ma dopo quello che è successo a quel povero ragazzo sull'autostrada, non posso nascondermi in eterno. Forse altri seguiranno il mio esempio..."

Ok, ci racconti.
"Io prestavo servizio a Torino, facevo spesso le scorte ai tifosi. In occasione della finale di Champions che la Juventus vinse all'Olimpico fui posto in servizio al treno.
Durante il briefing del personale pre.partenza, il comandante del reparto ci ordinò, una volta saliti, di stipare i tifosi in vagoni contigui e non farli uscire da lì. Una volta partiti, massacrarli di botte. Prestando attenzione a chi avesse telecamere o fotocamere. Requisirle e farle sparire.

Massacrare di botte tifosi senza motivo?
"Sì. Questo, ci fu detto, per "ammorbidirli" preventivamente.
Ho visto colleghi colpire ragazzi di 18-20 anni allo sterno con i tacchi degli anfibi, altri scardinare i portacenere delle Ferrovie dello Stato e con gli stessi colpire a pugni in volto i ragazzi.
Manganellate senza motivo su ragazze, padri di famiglia. Scene agghiaccianti.
Rimasi paralizzato. E coinvolto anch'io nel tema di repressione dai miei stessi colleghi, perchè non picchiavo nessuno..."

Continui.
"Durante il viaggio di ritorno, alla stazione Ostiense mi pare... I tifosi, stanchi delle botte e dei trattamenti ricevuti, scesero dal treno e iniziarono a tirarci dentro di tutto. Io rimasi incastrato in un'area di collegamento tra due vagoni... Insieme a dei ragazzi di Caselle con la sciarpa bianconera. Mi presero sottobraccio e cercando di ripararsi mi trascinarono con loro, dicendomi "Stia tranquillo, vogliamo aiutarla".
E fu così.
Fui colpito da una grossa pietra alla gamba, uno dei ragazzi riuscì ad aprire uno scompartimento e mi adagiò sul sedile, andando a cercare dell'acqua. Lo vidi sommerso di colpi da parte di due colleghi non appena varcò la soglia dello scompartimento.
È una scena che non dimenticherò mai..."

Ci scusi, perchè ha atteso tutto questo tempo?
"Gliel'ho già detto. Sono un padre di famiglia, due figli...
Ora faccio il panettiere per campare. Ma ho ancora paura. Come ne avevo con la divisa addosso.
Ma non dei tifosi.
Avevo paura dei colleghi che sapevano di me, uno che non andava a massacrare la gente senza motivo.
E ne ho ancora..."

25 NOVEMBRE 2007

ARTICOLO DI "LINEA"
articolo

26 NOVEMBRE 2007

La prima domenica di calcio dopo le violenze successive alla tragedia di Arezzo.
Nessuna violenza, ma ancora intemperanze verbali legate anche ai fatti di Kabul.
Striscioni e commozione per Gabriele.
Brutti cori a Livorno e all'Olimpico

STRISCIONI E COMMOZIONE PER GABRIELE. BRUTTI CORI A LIVORNO E ALL'OLIMPICO.
Fiori sotto la gigantografia di Gabriele Sandri.

ROMA - Striscioni, applausi per Gabriele Sandri, "Gabbo" per gli amici. E tanta commozione nella prima domenica di calcio dopo la tragedia di Arezzo. Purtroppo c'è stato anche qualche brutto comportamento: sabato sera a Marassi con i fischi di una parte della curva al minuto di silenzio per Daniele Paladini, il militare morto a Kabul. E oggi a Livorno poche decine di persone hanno voluto contestare anche loro il minuto di silenzio per il soldato italiano con fischi e cori contro i carabinieri, ma sono state (giustamente) sommerse dagli applausi di tutto lo stadio.

I violenti sono sempre più emarginati. All'Olimpico i tifosi della Lazio sono entrati per protesta con 20 minuti di ritardo, hanno srotolato striscioni per Gabriele, ma ci sono stati anche cori per qualche minuto contro la polizia ("poliziotto pezzo di m...") e i carabinieri ("mestiere di m..."). Una parte dello stadio ha subito disapprovato, ormai la spaccatura è sempre più netta. La famiglia Sandri si era raccomandata prima della partita: niente violenze. Purtroppo quella verbale è difficile fermarla.

Ma nel complesso non ci sono state manifestazioni pericolose. A Roma non si è neppure svolta l'annunciata marcia pacifica dei tifosi. E poi, allo stadio, una parte degli ultras laziali, dopo aver ricordato Gabriele, hanno lasciato la curva Nord, uscendo dalla stadio come avevano promesso.

I giocatori, che avevano svolto il riscaldamento pregara indossando magliette con l'effige di Gabriele, al gol-vittoria sono corsi commossi ad abbracciare la grande foto del tifoso morto in curva Nord. E i cori contro Lotito, sono stati cancellati dai fischi di tutto lo stadio. Anche a Napoli ci sono stati striscioni che chiedevano "giustizia" per Gabriele. Ma purtroppo prima della partita una decina di ultras del Napoli sono stati fermati dalla polizia perché cercavano di scavalcare il muro di cinta per non pagare il biglietto: cinque o sei di loro hanno reagito aggredendo alcuni steward. La polizia li ha portati in questura: saranno denunciati o arrestati.

In questo week end moltissime curve ospiti sono state chiuse dall'Osservatorio (e in futuro potranno essere occupate dai bambini come sabato a San Siro): niente quindi tifosi dell'Atalanta in casa dell'Inter, della Roma a Marassi sabato (gara col Genoa), della Sampdoria oggi a Livorno, del Torino a Empoli e del Catania a Napoli.

Si sono lamentati i presidenti del Toro, Urbano Cairo ("una cosa ingiusta, il nostro pubblico si è comportato benissimo"), e del Catania, Antonino Pulvirenti ("un eccesso di prudenza"). L'Osservatorio ha già deciso che nel prossimo week end i tifosi della Juventus non potranno andare a San Siro (casa Milan), dell'Inter a Firenze, del Napoli a Bergamo, della Lazio a Siena e del Genoa a Torino.

Domani i prefetti di Catania e Palermo dovrebbero decidere per il derby di Sicilia: purtroppo gli incidenti che portarono poi alla morte di Raciti scaturino da tifosi catanesi e palermitani. Probabile quindi che ai palermitani venga impedita questa trasferta anche se l'Osservatorio sperava, e spera ancora in un segnale importante, di svolta. Si pensava ad esempio di consentire la trasferta ai ragazzini palermitani Under 15 solo se accompagnati da un genitore. Ma forse i tempi non sono ancora maturi. Fra un mese però potrebbe partire già l'esperimento della carta del tifoso, appena le Agenzie delle entrate daranno il via libera: il progetto era stato studiato anni fa dalla Figc e dal capo dell'Osservatorio, Francesco Tagliente.

Ora si sta accelerando, anche grazie al nuovo responsabile dell'Osservatorio, Felice Ferlizzi, in piena sintonia con Tagliente. A Firenze sono riusciti a dialogare con una tifoseria, quella viola, che anni fa aveva creato non pochi guai. Ma dialogare non vuole dire lassismo e a volere la card del tifoso adesso sono i capi della Fiesole e della Ferrovia. Il Viminale vuole sempre più tutelare i tifosi per bene ed emarginare i violenti. Un percorso non facile, ma indietro non si torna di sicuro. Il capo della polizia, Antonio Manganelli, si augura di arrivare alla "normalità" a fine stagione. Da marzo partirà anche il progetto steward, la polizia si allontanerà sempre più dagli stadi. E i violenti resteranno sempre più a casa. A vedere le partite in tv.

Foto Olimpico

TIFOCRONACA DI LAZIO-PARMA. UNA DOMENICA IRREALE.
Premessa d'obbligo: solo chi era presente allo stadio Olimpico ieri può pienamente capire quale atmosfera si respirava all'interno dell'impianto capitolino. Dall'inizio alla fine il match in campo è stato in secondo piano, mentre sugli spalti il dolore per la tragica scomparsa di Gabriele Sandri era presente e tagliente, come se non fossero passate due settimane, ma poche ore da quella maledetta domenica di Arezzo.

La Curva Nord vuota per i primi venti minuti, poi piena, poi di nuovo vuota, perchè molti tra quelli che erano "gli amici di stadio" di Gabbo non se la sono sentita di assistere alla partita, mentre il silenzio nel resto dello stadio era talmente tanto irreale da apparire quasi finto. Da una parte all'altra del campo si sentivano nitide le voci dei calciatori, loro malgrado attori di un film che in pochi guardavano e che per tutti non aveva il solito appeal.

Il momento più toccante si è vissuto prima che la partita iniziasse. Mentre sui display dell'Olimpico passavano le foto di Gabriele, infatti, dagli altoparlanti suonava forte "Meravigliosa Creatura", la canzone preferita dal giovane tifoso della Lazio, ed in molti, in quel momento, hanno faticato a trattenere le lacrime. Poi i fiori di De Silvestri e di Couto, il saluto della Curva Nord, della Tribuna Tevere ed anche del settore riservato agli ospiti, i cori continui ed incessanti a dire che Gabriele c'è, che Gabriele è presente, ed il match che scorre via, con i biancocelesti che attaccano e che non trovano la rete, fermati da due pali che strozzano in gola l'urlo di uno stadio desideroso di dedicare a lui una vittoria che agli uomini di Rossi manca ormai da troppo tempo.

Proprio alla fine, quando tutti si stavano rassegnando allo zero a zero, ci ha pensato il destino a far esplodere l'Olimpico. Firmani, l'unico romano rimasto in campo dopo l'infortunio di De Silvestri, ha colpito una palla sporca dentro all'area di rigore avversaria, la sfera ha urtato un calciatore del Parma e si è insaccata alle spalle di Bucci, proprio sotto alla Curva Nord, dove tutti i calciatori della Lazio si sono ritrovati a festeggiare. Davanti ai loro tifosi ed al faccione felice, giovane e spensierato di Gabriele, che da lassù, ci scommettiamo, ieri sera avrà suonato con la musica più bella per festeggiare la vittoria ormai insperata della sua amata Lazio.

STRISCIONI APPARSI IN ALCUNI STADI DEL MONDO IN MEMORIA DI GABRIELE SANDRI.

Stadi
Anzio-Civitavecchia
Foto Stadi
Anzio-Civitavecchia
Foto Stadi
Apoel Nicosia (Basket)
Foto Stadi
Bellinzona-Sion
Foto Stadi
Bosnia
Stadi
Bulgaria-Romania
Stadi
Chiasso
Stadi Stadi Stadi
Stadi
Dinamo Kiev-Roma
Stadi
FC Koln
Stadi
Ferencvaros
Stadi
Freiburg
Stadi
Kaiserslautern
Stadi
Kaiserslautern
Stadi
FC Koln
Stadi
Losanna (Hokey)
Stadi
Lucerna
Stadi
Monaco 1860
Stadi
Neuchatel Xamax
Stadi
Olympique Lione
Stadi
Panathinaikos
Stadi
Sambenedettese
Stadi
Sassari
Stadi
Slavia Praga-Sigma Olomouc
Stadi
Steaua Bucarest
Stadi
Sydeny FC
Stadi
Wien
Stadi
Wuppertaler

28 NOVEMBRE 2007

A seguito del fatto accaduto a Verona durante la partita Chievo-Pisa, sedicesima giornata di campionato di serie B.
COMUNICATO DELLA CURVA NORD "FABRIZIO ALBERTI"
La Curva Nord "Maurizio Alberti" intende precisare i fatti incresciosi accaduti sabato a Verona: come largamente preannunciato, siamo entrati mezzora prima dell'inizio partita e abbiamo attaccato uno stendardo ("giustizia per gabriele"- piccolo e non autorizzato) e abbiamo incominciato ad intonare i nostri cori. L'intenzione era di cantare fino al fischio di inizio per poi rimanere in silenzio per 90 minuti. Ad un certo punto abbiamo visto decine di celerini in tenuta anti-sommossa sbucare dalle entrate della curva al grido: "o levate lo stendardo per Gabriele o carichiamo tutta la Curva". In quel momento in curva c'erano anche bambini, donne e anziani. Per evitare un massacro ed evitare di essere strumentalizzati proprio nel giorno del silenzio per Gabriele, abbiamo levato lo stendardo e siamo usciti dallo stadio. Chiaramente la notizia a carattere nazionale non è stata riportata e poco anche a carattere cittadino. Per noi invece questo fatto è gravissimo e siamo convinti che se non avessimo levato lo stendardo e la celere avrebbe caricato si sarebbe parlato di tafferugli procurati dagli ultras pisani, di terrorismo e di attacco alle forze dell'ordine. PER UNA VOLTA abbiamo preferito andar via piuttosto che essere strumentalizzati proprio nel giorno del ricordo di Gabriele Sandri e piuttosto di vedere la testa della gente spaccata per aver commesso "il gravissimo reato" di aver chiesto giustizia per un ragazzo assassinato da un colpo di pistola alla testa. Siamo veramente stanchi di questi soprusi e siamo nauseati da tutta questa ipocrisia.
NON BISOGNA CHIEDERE IL PERMESSO A NESSUNO PER CHIEDERE GIUSTIZIA PER UN RAGAZZO MORTO A 26 ANNI IN QUELLE TRAGICHE CIRCOSTANZE... GIUSTIZIA PER GABRIELE

29 NOVEMBRE 2007

COMUNICATO DA PARTE DEI GRUPPI ORGANIZZATI DELLA CURVA SUD
"Tifoso della As Roma, Ultras della Curva Sud, semplice utente di questo calcio industria o illuso e romantico sostenitore di un ideale e di uno stile di vita, a te rivolgiamo queste righe per spiegare il perchè, domenica prossima in occasione di Roma -Udinese, la Curva Sud dovrà rimanere vuota di passione e di persone.
La morte di Gabriele Sandri sembra si stia dimenticando, superata e sepolta da un sistema deviato che salvaguarda se stesso ed i propri interessi a discapito di tutto il resto. Tutto viene e sarà stravolto, distrutto e ricostruito con l' unico obiettivo di essere strumento per i classici e soliti giochi di potere; è quello che sta accadendo, ora come sempre.
In un paese dove " la legge è uguale per tutti ", ma non tutti sono uguali davanti alla legge, siamo ancora una volta spettatori di una nuova ingiustizia e, di vederci ennesimamente puntati contro i riflettori di un opinione pubblica strumentalizzata da stampa, massmedia e lobby di potere.
L' Ultras va eliminato, perchè le curve sono oasi di pensiero libero e non omologato, in una società vuota di valori e lobotomizzata; sono un terreno non ancora massificato ed instradato nei soliti binari degli interessi, un terreno che non fa certo comodo a chi tutto controlla.
C' erano una volta le coreografie, i colori, le bandiere e gli striscioni, ricordi di una curva che ci hanno accompagnato da sempre e che oggi con tutta questa repressione diventeranno sempre più ricordi sbiaditi. Da qui oggi nasce la nostra riflessione e presa di coscienza che ci porta a rimanere fuori, non solo dalla Curva ma anche da questo stato di cose; ed è quello che chiediamo ad ognuno di voi, di riflettere, ricordare e iniziare a comportarsi come ognuno ritiene più giusto in un momento decisamente delicato.
Non ci troverete fuori i cancelli della Sud domenica, perchè a qualcuno farebbe comodo dire che la nostra prepotenza ha lasciato la curva vuota e, per non far parlare ancora chi dovrebbe una volta tanto nella vita farsi da parte, almeno ora.
L' unica possibilità per salvare la propria dignità e i propri diritti, passa attraverso la scelta di ognuno di noi che siamo allo stesso tempo complici e vittime di questo circo, che lasciato solo è destinato ad estinguersi.
L' appuntamento è domenica alle 14 al Circo Massimo con sciarpe e bandiere uniti nel pensiero, nella passione e negli ideali per tifare la nostra Roma........visto che di circo si parla.
CHE OGGI LO SPETTACOLO ABBIA INIZIO... MA SENZA DI NOI!

I GRUPPI DELLA SUD"

01 DICEMBRE 2007

IL PERITO DEI SANDRI: "UN COLPO DIRETTO HA UCCISO GABRIELE".
Gabriele Sandri è stato raggiunto da un proiettile sparato in maniera diretta, cioè senza alcun tipo di rimbalzo, non ha colpito né l'asfalto, né il guard-rail dell'autostrada. E non solo.
La traiettoria del colpo sparato dal poliziotto Luigi Spaccarotella contro la vettura nella quale era seduto il dj romano è dall'alto verso il basso. Ad esserne convinto è il perito balisto Vero Vagnozzi, nominato dalla famiglia del ragazzo morto l'11 novembre scorso nell'area di sosta di Badia al Pino, vicino Arezzo. Convinzioni che l'esperto ha sviluppato dopo i sopralluoghi eseguiti la scorsa settimana sul luogo della tragedia.

Crede che l'agente abbia mirato proprio all'automobile?
"Secondo quanto verificato sul posto, posso sostenere che il proiettile prima di colpire Gabriele Sandri non ha rimbalzato da nessuna parte".

Si spieghi meglio.
"Il proiettile se avesse colpito prima l'asfalto oppure il guard-rail si sarebbe deformato e sarebbe salito verso l'alto, perdendo anche velocità".

L'agente indagato per omicidio volontario ha affermato di aver mirato alle gomme della Mégane, crede sia possibile?
"Dal luogo dal quale avrebbe fatto fuoco il poliziotto non è possibile vedere i pneumatici dell'auto. Per accertare questa possibilità abbiamo anche effettuato una simulazione sulla vettura, riempiendo la macchina con lo stesso peso che avrebbe avuto al momento della tragedia".

Quindi ha mirato proprio all'auto?
"Posso confermare che Spaccarotella non poteva mirare alle gomme della Renault nella quale è morto il ragazzo, il guard-rail non permette di vedere i pneumatici".

Quale la reazione della famiglia Sandri di fronte alle sue prime conclusioni?
"È pienamente d'accordo, ma non per un sentimento basato sull'emotività, ma proprio sull'obiettività degli accertamenti, una convinzione che va al di là del dolore che sta vivendo la famiglia di Gabriele Sandri".

Per gli incidenti nella gara contro la Massese.
CONDANNATI OTTO ULTRAS DEL TARANTO.
Otto ultras del Taranto Calcio sono stati condannati per gli incidenti durante la partita Taranto-Massese (C1/B) dell'11 novembre. Il giudice ha condannato i tifosi a pene che vanno da 3 anni di reclusione a 3 anni e 8 mesi. I tifosi non potranno seguire per 5 anni le gare del Taranto in casa e in trasferta. La partita fu sospesa al 58'con i rossoblu'in vantaggio 2-1. Il giudice sportivo decreto' poi per il Taranto lo 0-3 a tavolino e la disputa di 4 gare casalinghe a porte chiuse.

COMUNICATO STAMPA ULTRAS FOLIGNO, SERIE C1.
"La Curva Marco Bucciarelli Foligno, dal 1981 a sostegno dei colori della propria città, comunica che in seguito ai provvedimenti emanati dall’Osservatorio del Viminale che impediscono ai tifosi del Venezia di assistere alla gara in programma domenica 2 dicembre 2007 a Foligno, hanno contattato i tifosi della Curva Sud di Venezia per invitarli ad assistere insieme alla suddetta gara nella curva Marco Bucciarelli. I tifosi veneziani hanno accettato l’invito e domenica mattina si faranno trovare davanti alla Bucciarelli, dove verranno ospitati, invitati a consumare un pranzo insieme e ad uno scambio di idee sull’attuale situazione del tifo in Italia. L’iniziativa, crediamo unica nel suo genere, è tesa a svelenire il clima di tensione che si è ultimamente creato intorno alle tifoserie organizzate e che di fatto limita, quando non azzera, la possibilità di apportare un sostegno corretto e colorato alla squadra del cuore, cosa che contribuiva a rendere il campionato di calcio italiano tra i più affascinanti e imitati al mondo. Due tifoserie che non si sono mai incontrate prima, messe l’una accanto all’altra ad assistere alla stessa gara dalla stessa curva, potranno così dimostrare a quell’opinione pubblica che troppo superficialmente giudica senza conoscere, come gli ultras, quanto meno la maggior parte di loro, siano in grado di dialogare costruttivamente e confrontarsi tra loro in modo più che civile e anche di prendersi le proprie responsabilità quando necessario".

02 DICEMBRE 2007

ULTRAS BIANCONERI A SAN SIRO. LANCIATO UN FUMOGENO IN TRIBUNA STAMPA.
Nonostante il divieto dell'Osservatorio e del Prefetto di andare in trasferta, un nutrito gruppo, circa 250 persone, di ultras della Juventus è comunque presente a San Siro per la gara col Milan. I tifosi bianconeri si sono riuniti al terzo anello rosso, proprio sopra alla tribuna stampa. Nel corso dell'intervallo, un fumogeno è stato lanciato proprio in direzione dei giornalisti presenti allo stadio milanese.
Alla fine, per fortuna, non è successo nulla di grave, non ci sono stati feriti o scontri, ma la decisione dell'Osservatorio, di vietare la trasferta agli juventini, ha rischiato di rivelarsi un boomerang. Come era prevedibile, i tifosi bianconeri hanno comunque raggiunto San Siro per sostenere la propria squadra e, tra essi, anche circa 250/300 ultras. Questi sostenitori sono stati raggruppati, sembra per volere delle forze dell'ordine, al terzo anello rosso, nel settore superiore alla tribuna stampa.
Qualche momento di tensione si è vissuto all'intervallo, quando un fumogeno, apparentemente di piccole dimensioni, è stato lanciato nella parte alta della tribuna stampa. Il fumogeno non ha provocato danni ad alcuna persona ma c'è stato un po' di spavento. Poi, sia prima che dopo la partita, tutto è filato liscio, senza alcun problema.
Il bilancio, alla fine, è positivo, ma in occasione di queste partite, in cui molti tifosi ospiti abitano nella città ospitante, forse bisognerebbe riflettere un po' di più sulle decisioni da prendere. C'erano già stati rischi in Inter-Napoli, la stessa cosa in questa notte di San Siro, prima o poi potrebbe accadere qualcosa di grave. Il calcio non ne ha proprio bisogno.

Articolo di ASG Media sui gruppi della Roma presenti al Circo Massimo. AL CIRCO MASSIMO INSIEME AI GRUPPI DELLA ROMA: TIFO, GOLIARDIA, PASSIONE, ORGOGLIO.
Da oggi tutti avranno capito che gli ultras non hanno dimenticato Gabriele Sandri e che la protesta è ben lontano dall'esser finita.

Contro un mondo del calcio che "è diventato un circo". Contro le "leggi speciali che stanno distruggendo il tifo organizzato". E soprattutto contro "un sistema che si è già dimenticato della tragica morte del tifoso laziale Gabriele Sandri", ucciso da un proiettile sparato da un poliziotto l'11 novembre scorso in un autogrill vicino ad Arezzo sull'autostrada A1.
Per tutti questi motivi i tifosi della curva Sud della Roma hanno deciso di disertare lo stadio e di seguire la partita Roma-Udinese dal Circo Massimo. Anche per evitare "strumentalizzazioni", cosí da "non poter far dire ai soliti che gli ultras violenti picchettavano la curva e obbligavano la gente normale a non entrare allo stadio".
La pioggia forse scoraggia qualcuno, ma alla fine diverse migliaia di tifosi si sono riversate nel centro di Roma, a tre passi dal Colosseo, radio alla mano per sentire cosa facevano De Rossi e compagni.
Sulla collinetta del Circo Massimo, una riproduzione della curva Sud con tutti gli striscioni esposti: dai Boys ai Fedayn, e ancora, Ultras Romani, Padroni di Casa, Irish Clan, Asr Crew, Giovinezza, Lupi. E poi uno striscione scritta rossa, sfondo bianco, piú grande di tutti: "Questa è l'ora di mostra' quanto valemo". Ovviamente presente anche un drappo con scritto "Giustizia per Gabriele". E la presenza di tutti i gruppi della Sud rende ancora piú forte la protesta. Tutti uniti, per ricordare Gabriele e per protestare. In maniera civile, goliardica, senza creare alcun tipo di disordine.
Cori per la Roma, gioia ai gol, richiesta di "giustizia" per Gabriele Sandri e poi un emozionante "Gabriele con noi!". Cosí il pomeriggio degli ultras della Roma al Circo Massimo, tra fumogeni, torce, partite di calcio sul pratone, birra e caffé Borghetti. "Questo è il vero modo di vivere la passione ultras", dice qualcuno, "e qui non c'è bisogno di autorizzazioni o altro". Eggià, perché i colori delle bandiere, gli striscioni, i fumogeni e le torce allo stadio non ci possono piú essere. Eccoli quindi, i tifosi della Roma, con la loro passione, il loro orgoglio.
"La società As Roma ci ha boicottati: arrivano voci dall'Olimpico che hanno fatto entrare quelli dei distinti e della curva Nord nella Sud per non far vedere che avevamo svuotato il settore", dicono tutti ad un certo punto del pomeriggio. Un segnale molto negativo, visto che oggi la protesta degli ultras è impeccabile e incontestabile. Anche per chi cerca sempre di puntare il dito del "male assoluto" contro i settori piú accesi del tifo italiano.
A fine giornata si parla di altre partite vissute in questo modo. Forse quella con il Cagliari e la Champions League. Tanto la curva era lí e il sostegno alla Roma non è mancato. Da oggi tutti avranno capito che gli ultras non hanno dimenticato Gabriele Sandri e che la protesta è ben lontano dall'esser finita.

03 DICEMBRE 2007

Prima della partita col Napoli i tifosi più accesi distribuiscono un volantino di scuse per gli incidenti provocati col Milan.
BERGAMO, GLI ULTRAS CHIEDONO SCUSA. A CATANIA UOVA CONTRO IL PALERMO.
Al Massimino, nel primo derby dopo Raciti, la brutta accoglienza al pullman dei giocatori rosanero da parte dei sostenitori etnei.

Tifosi ancora protagonisti, da Bergamo a Catania, nel bene e nel male. Fuori dai cancelli dello stadio "Azzurri d'Italia" gli ultras bergamaschi distribuiscono agli altri tifosi un volantino di scuse per gli incidenti che portarono alla sospensione della partita con il Milan; a Catania, prima della sfida col Palermo, primo derby dopo la morte di Raciti, il pullman dei giocatori rosanere viene accolto da un poco edificante lancio di uova e arance.

Qui Bergamo.
Prima di Atalanta-Napoli i tifosi della curva nord, 'squalificati' fino al 31 marzo prossimo dal giudice sportivo, hanno voluto chiedere scusa agli sportivi bergamaschi per gli incidenti che hanno portato alla sospensione della partita con il Milan.
"Abbiamo mancato di rispetto - si legge in un volantino, distribuito fuori dai cancelli dello stadio - prima di tutto ai bergamaschi e agli atalantini, anche a quelli della nostra stessa curva, e questa è la cosa che più ci dispiace". Gli ultras precisano di aver provato "a non far degenerare la situazione", cercando di ricondurre "la protesta in forma civile" senza peraltro riuscirci. Pertanto i sostenitori nerazzurri chiedono "scusa a tutta la tifoseria atalantina e in modo particolare ai tifosi della Nord" e promettono che proveranno a "riconquistare la credibilità facendo se necessario anche, e soprattutto, chiarezza al nostro interno".

Qui Catania.
Un lancio di uova e arance ha accolto al Massimino l'arrivo dell'autobus sul quale erano i giocatori del Palermo, impegnati nel derby con il Catania, che torna a giocarsi a 10 mesi esatti dalla morte dell'ispettore Filippo Raciti. Il presidente degli etnei, Antonino Pulvirenti, ha condannato l'episodio.
Nello stadio sono stati esposti due striscioni: uno nella curva riservata ai tifosi ospiti realizzato dagli studenti etnei con la scritta 'I ragazzi di Catania tifano per la pace e la legalita'" e uno nella curva Sud con la scritta "La legge è uguale per tutti: giustizia per Gabbo". Gli ultras del Catania, che hanno annunciato lo sciopero del silenzio, non hanno saputo resistere all'ingresso delle due squadre nelle fase di riscaldamento: applausi convinti quando entra il Catania, e fischi e slogan 'chi non salta rosanero e'" quando entra il Palermo, e 'saltano' anche i ragazzini delle scuole.

04 DICEMBRE 2007

Il tribunale di Roma cancella l'ipotesi avanzata dopo i disordini seguiti alla morte di Gabriele Sandri.
Concessa la detenzione domiciliare agli altri due tifosi accusati di devastazione e lesioni

RIESAME, ASSALTO ULTRAS ALLA CASERMA. NO ALL'AGGRAVANTE DEL TERRORISMO.
ROMA - Non c'è l'aggravante del terrorismo per i due ultrà arrestati a Roma la sera dell'11 novembre, dopo l'assalto alla caserma di polizia di via Guido Reni a Roma seguito alla morte in un autogrill di Arezzo del tifoso Gabriele Sandri. Lo ha deciso il tribunale del Riesame. Pur mantenendo la custodia cautelare in carcere di Claudio Gugliotti, 21 anni, romanista, e Saverio Candamano, 27, laziale, il tribunale ha escluso la sussistenza dell'aggravante contestato dalla Procura.
Era la prima volta che la Procura contestava il terrorismo per fatti di violenze compiute da ultrà. L'accusa era stata formulata perché l'assalto ad una sede della poolizia e lo scandire di slogan inneggianti il fascismo avrebbero potuto svelare un'identica matrice politica dietro i disordini. Erano in 200 quella notte ad attaccare il commissariato con lacrimogeni, petardi e bombe carta; qualcuno portò via come trofeo di guerra anche il tricolore che sventolava all'ingresso della caserma.
Commentando il provvedimento del Riesame, Francesco Romeo, legale di Gugliotti, ha detto: "L'esclusione dell'aggravante della finalità di terrorismo ed eversione - ha precisato il penalista - riduce parzialmente la gravità delle accuse per episodi gravi, frutto di una reazione dissennata dovuta ad un corto circuito emotivo collettivo".
Sono stati concessi gli arresti domiciliari invece a Valerio Minotti, 21enne, e Lorenzo Sturiale, 30 anni, gli altri due ultrà arrestati durante i disordini. Restano indiziati per i reati di lesioni, devastazione e "porto abusivo di oggetti contundenti".
Nei confronti di altri tre tifosi di Lazio e Roma arrestati nei giorni successivi ai disordini grazie alle riprese televisive, pende il giudizio del tribunale del Riesame sulla richiesta di revoca delle misure cautelari.
Quella notte, fu attaccato da un altro gruppo di 80 ultrà anche il commissariato di via Fuga. Furono incendiati i cassonetti intorno allo stadio gridando "vendetta" e in 100 tentarono l'assalto al commissariato di Ponte Milvio, dove un'auto della polizia venne data alle fiamme. Al termine dei disordini, i poliziotti feriti furono 75.

19 DICEMBRE 2007

Il risultato della perizia chimica ha dimostrato che il colpo non ha urtato contro pietre o maglie di rete metallica prima di raggiungere il giovane.
SANDRI, IL PROIETTILE CHE HA UCCISO NON HA SUBITO ALCUNA DEVIAZIONE.
La difesa del poliziotto contesta: "Esame parziale, quello che conta è la perizia balistica".

ROMA - Il processo per la morte di Gabriele Sandri è ancora lontano, ma tra difesa e parti civili è già battaglia sui risultati delle perizie. Stando alle prime analisi chimiche effettuate sul proiettile che lo scorso 11 novembre ha ucciso il tifoso laziale diretto a Milano, il colpo sparato dall'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella prima di andare a bersaglio non sarebbe stato deviato da nessun urto.

La perizia, eseguita dai tecnici del Cnr, doveva servire a stabilire appunto se la pallottola prima di colpire il giovane aveva urtato contro qualcosa (ad esempio la rete metallica dell'autostrada) in grado di cambiarne il tragitto. In questo caso, infatti, sarebbe stato possibile trovare tracce dell'oggetto in questione. "Il proiettile - ha spiegato l'avvocato Luigi Conti, uno dei legali che assistono la famiglia Sandri - non ha subito deviazioni visto che non sono state trovate molecole riconducibili a reti metalliche, vetri o pietre".

Ma queste conclusioni sono contestate dalla difesa del poliziotto. "E' una fantasia - ha replicato l'avvocato Gianpiero Renzo - Quella depositata dagli esperti del Cnr di Roma è un esame parziale con osservazioni al microscopio perché la perizia balistica del professor Domenico Compagnini sarà depositata solo a fine febbraio". "E' un esame parziale - aggiunge - che è stato depositato 20/30 giorni fa. Parziale perché il Cnr non ha potuto, ad esempio, effettuare ricerche sotto i residui di sangue che si trovano sull'ogiva: si tratta di un esame non ripetibile". "In ogni modo - prosegue il legale - questo risultato, da solo, non è in grado di fornire elementi certi, in assenza degli importantissimi risultati che dovranno emergere dalla perizia balistica".

Renzo cita quindi l'esito di una verifica, priva al momento di qualsiasi valore processuale, fatta fare sulla perizia chimica al geologo Pino Aurea. "Mi ha confermato - ha affermato il difensore - la presenza di una sostanza estranea, non compatibile con il vetro, la collanina e quant'altro potrebbe essere ricollegabile all'auto e al giovane".

05 GENNAIO 2008

INTERVISTA A CRISTIANO SANDRI, IL FRATELLO DI GABRIELE.
A cura di Tonino Cagnucci, da "Il Romanista" del 4 Gennaio 2008.

Cristiano Sandri quali sono le parole cheancora vanno dette.
"Voglio dire quello che avevo in testa i primi giorni dopo l’omicio di mio fratello, far presente meglio tutto quel bailamme mediatico e la strumentalizzazione che hanno fatto della morte di Gabriele: hanno parlato di violenza nel calcio, di decreti, di scontri, hanno richiamato il caso Raciti ma Gabriele con tutto questo non c’entra niente. Hanno ucciso un ragazzo e hanno provato a nasconderlo. Già dall’inizio"

Per come è stata diffusa la notizia?
"Per quello, perché non hanno fermato il campionato, per quello che è stato sostenuto in una conferenza stampa talebana del questore di Arezzo dove è stato impedito ai giornalisti di fare domande, per quello che si diceva ancora il giorno dopo in Parlamento: si sosteneva la tesi incredibile di un colpo sparato in aria, si prendeva tempo"

Perché?
"La discriminante è la divisa. Il fatto che ci fossero di mezzo le istituzioni in un delitto talmente grave, così grave, ha fatto sì di cercare fino alla fine di nasconderlo, di salvare il salvabile. Ma non c’era più niente da salvare. Hanno fatto emergere un’immagine distorta di quello che era accaduto, hanno parlato di terrorismo... una cosa simile è degna dei peggiori regimi dittatoriali. "Caso Sandri: arrestati i terroristi". In Italia è andata così, all’estero la BBC ha aperto: "Poliziotto uccide a sangue freddo un tifoso". Non è un titolo, né una forzatura, è stata la realtà"

Adesso, da tempo, se ne parla poco.
"Adesso c’è silenzio. Assordante. Eppure una notizia così andrebbe sviscerata da tutti i punti di vista, andava trattata dai vari Porta a portae Matrix che, a parte l’immediatezza della notizia, a parte l’audience che facevano all’istante, non hanno detto più niente. Oblio"

Quanto voluto?
"O voluto o dettato dalla tirature di copie, dallo share. Ma com’è possibile che le armi si usino così? Come non parlarne? Come non sviscerare una notizia così grave? Così grande nella sua gravità?. Io ho ringraziato personalmente il testimone che ha raccontato di aver visto quel signore mettersi in posizione per prendere la mira perché altrimenti ho paura che ancora oggi staremmo a parlare di colpi sparati in aria. Ho detto che il silenzio è assordante perché lo abbiamo ascoltato in prima persona, soprattutto qualche giorno fa"

Qualche giorno fa sono uscite delle perizie...
"Già, parliamo di perizie e di accertamenti tecnici: questo signore, questo agente, ha avuto la voglia di sparare. Per quanto riguarda la tesi della deviazione della pallottola, l’unica che potrà sostenere la difesa, gli accertamenti che sono stati depositati riguardano gli elementi chimici rinvenuti sul proiettile per vedere appunto se ha toccato qualche colpo estraneo prima di uccidere Gabriele. Dalla relazione del consulente del pubblico ministero, quindi non il nostro, emerge che non ci sono elementi che possano indicare l’impatto con un corpo diverso. Noi questa relazione l’avevamo in mano da venti giorni, ma ci dicevamo: "Ora se occuperà la stampa, adesso arriverà la televisione", invece se non fossimo stati noi a fornire un’indicazione del genere non se ne sarebbe parlato per quel po’ che si è tornato a fare. Non se ne sarebbe parlato per niente"

Fa aumentare la rabbia?
"Sì, perché ti trovi impotente... Noi ci troviamo in difficoltà perché non vorremmo emergere come quelli che forniscono le informazioni alla stampa o che vanno per televisioni, però... Dopo due giorni avremmo potuto lanciare un’agenzia, ne abbiamo aspettati venti"

Il presidente Napolitano nel suo messaggio di fine anno non ha ricordato Gabriele, ve l’aspettavate?
"Il presidente Napolitano è stata la seconda persona dopo Veltroni a farsi vivo con noi, e si è fatto sentire veramente. Ci ha detto di essere rimasto sgomento per un evento del genere, ha parlato di gravità estrema. Il presidente non ha parlato di generica violenza negli stadi come hanno fatto certi media, cercando l’orribile equazione: è stato ucciso un poliziotto, poi un tifoso..."

Invece...
"Invece il calcio non c’entra niente. Che quei ragazzi andavano a vedere la Lazio a Milano si è saputo dopo. Chi ha sparato a 60 metri, con le auto che passavano, coi ragazzi che non avevano né sciarpe né bandiere, non sapeva fossero tifosi. E’ stato un atto di volontà di uno scellerato, di un delinquente, come ha avuto modo di dire il procuratore capo di Arezzo, non io"

Ci sono sentimenti di rabbia nei confronti delle forze dell’ordine?
"Noi non vogliamo generalizzare, capiamo bene che non tutti gli ambienti sono uguali, che ogni categoria ha i suoi interpreti. Proprio per questo chi ha sbagliato deve pagare. Abbiamo avuto la visita del capo della polizia, il dottor Manganelli, che ha ammesso la responsabilità di quell’appartenente alle forze dell’ordine"

Avete amici poliziotti?
"Sì, ne abbiamo anche come amici di famiglia"

Come si sono posti?
"Con difficoltà , non si spiegavano, non si spiegano come sia potuto accadere una cosa simile, un gesto così sconsiderato: un’arma un poliziotto la deve usare perché è in pericolo la vita propria o quella degli altri. Basta"

Non sono state prese alcune misure cautelari nei confronti dell’agente Spaccarotella.
"Questo signore è a piede libero. Tutti quanti si sono sbrigati a dire, giustificando col ritornello "l’inquinamento della prova, reiterazione del rato, pericolo di fuga... non ci sono gli estremi per..." Beh... Per l’inquinamento della prova non è stato detto nulla sul fatto che la zona in cui ha sparato il poliziotto non è stata posta sotto sequestro, dei due colpi che sono stati sparati, caso strano, è stato rinvenuto soltanto il bossolo del proiettile che secondo loro è stato sparato in aria, e non quello che invece ha raggiunto mio fratello. Per quanto riguarda la reiterazione del reato... uno che prende un’arma e spara con questa facilità si può immaginare anche che un giorno esca di casa e dia una bastonata in testa a qualcuno. Ecco, facciamolo qui il parallelismo con il caso del povero Raciti dove il minore indagato è stato raggiunto dalla custodia cautelare. E non c’entrava. "La legge è uguale per tutti", c’è scritto sui banchi delle aule di giustizia. Dovrebbe. E dovrebbe far riflettere"

Il tempo che variabile è adesso?
"Noi confidiamo nella celerità del procedimento, a febbraio verranno depositate le ultime relazioni sugli accertamenti disposti dal pubblico ministero, e da lì a poco attendiamo che il pm concluda le indagini e richieda il rinvio a giudizio del poliziotto. Noi immaginiamo in primavera, inizio estate. Non vorremmo che questo silenzio, quest’annacquamento sia l’ombrello sulla notizia perché così quando si arriverà al verdetto magari la posizione dello Spaccarotella venga in qualche modo affievolita"

Quale verdetto sarebbe "affievolito"?
"Per il reato di cui si è macchiato questo individuo il codice penale prevede 21 anni di carcere. Non un giorno di meno"

Non un giorno di meno.
"Non cerco e non cerchiamo vendetta. Ma giustizia giusta. Ci aspettiamo questo giudizio, non un colpo di spugna, né operazioni di ortopedia giuridica per alleggerire la posizione dell’agente che comunque, a mio avviso, sarà molto difficile effettuare"

Spaccarotella, un giorno lo incontrereste?
"No, e io non lo voglio incontrare per il resto della mia vita"

Il perdono?
"In questo momento non ci sono proprio i presupposti per perdonare una persona che senza criterio ha avuto la voglia di ammazzare"
(Interviene il papà) "Una persona che qualche ora dopo aver commesso il fatto ha detto bugie e ha risposto al citofono a voi giornalisti: "Fatemi vivere tranquillo". Come si fa poche ore dopo quello che hai fatto a dire "fatemi vivere tranquillo". Come si fa?"

Tra le tante cose dette, invece quella più importante, quella più bella, più giusta?
"Ciò che ci ha detto Napolitano, il presidente della Repubblica: "Starò sempre al vostro fianco". E poi la gente. L’affetto della gente è più forte di ogni strategia comunicativa, più forte del silenzio. La vicenda ha colpito tutti quanti, perché tutti quanti hanno vissuto la possibilità di avere in quella macchina il proprio figlio, il proprio fratello, il proprio amico. Ci sosterranno anche in futuro per quello che sarà una vicenda che purtroppo durerà nel tempo dal punto di vista giudiziario. In questo, però, sono abbastanza tranquillo: ogni persona non si dimenticherà di questo fatto, ogni persona farà in modo di far trionfare la giustizia giusta. Perché è inaccettabile tutto. Gabriele Sandri dev’essere un momento di riflessione per tutta la società civile"

Quello che ha ferito di più?
(Interviene il papà) "Quando il ministro Amato ha detto che se si prendevano due caffé all’autogrill non sarebbe successo"
"La gestione della notizia, non solo nell’immediato ma due-tre giorni dopo, il fatto che ancora adesso tutti i responsabili siano a loro posto. Magari al poliziotto hanno cambiato mansione per evitare di andare a sparare in giro, ma sta al suo posto; il questore di Arezzo che ci ha regalato quelle dichiarazioni mostruose che hanno ammazzato Gabriele una seconda volta, sta ancora lì, come se non fosse successo nulla. Non so se tutto questo sia stato voluto per non far esplodere la situazione, alzato un polverone apposta: la menzogna dei colpi in area, il no-stop al campionato quando il fatto è avvenuto alle 9.18 e c’era tutto il tempo. Tutto il tempo perché si scatenasse quello che è capitato"

Si è lasciato scatenare?
"Sì, per spostare l’attenzione lontano da quello che è successo. Tutti sapevano nessuno ha fatto nulla, tutti sapevano, nessuno ci ha detto niente. Gabriele aveva i documenti con sé, sapevano chi era, dove abitava e non ci hanno nemmeno chiamato"

Come l’avete saputo?
"A me ha chiamato un amico-collega avvisato da un altro ragazzo, era attorno a mezzogiorno. Dopo mille chiamate per rintracciare il numero di casa (avevo il cellulare spento perché scarico quel giorno) mi ha detto: "Vai ad Arezzo", ma non perché. Mi ha detto: "Però fatti accompagnare", e lì ho capito che era successo qualcosa di brutto. Poi ho chiamato un altro amico per farmi accompagnare ed è lui che mi ha raccontato: "Hai sentito quello che è successo ad Arezzo? E’ stato ucciso un tifoso della Lazio". Mentre andavo, la radio mi ha detto nome e cognome. Mio fratello". "Mio fratello". Gabriele Sandri, un ragazzo ucciso nella sua auto mentre andava a vedere la Lazio. "Mio fratello".

Cristiano Sandri è un tifoso?
"Da 33 anni, sono nato nel ’74, sono della Lazio. Mio padre è tifoso della Lazio, è lui che mi ha portato a vederla quand’ero piccolissimo. Me lo ricordo, era lo stadio di Pisa, una partita di Coppa Italia, avrò avuto sì e no 5 anni . Era sera, c’erano le luci. Più che altro ho immagini di quello stadio. Sono stato abbonato in curva dai miei 16 anni anni fino a i 30, poi, così come va per molti altri che hanno vissuto lo stadio, gli amici si sono spostati in tribuna e con loro anch’io. Mio fratello invece continuava ad andare"

Sei più tornato allo stadio?
"No, da quel giorno no"

Hai intenzione di farlo?
"Sì, perché ho quasi l’impressione che tornandoci fisicamente ci posso riportare anche mio fratello. Certo, quando mi sentirò di affrontare questo... A parte vedere una Curva, la Curva Nord intitolata a Gabriele Sandri fa...Fa"

A Badia al Pino sei più tornato?
"Quando abbiamo fatto i sopralluoghi per le perizie, ho visto non proprio il punto, ma dove hanno messo le sciarpe: i colori di tutte le squadre"

Per certi versi veramente un monumento, non solo simbolico. La morte di Gabriele potrebbe...
"Ho sentito tanti amici, tifosi della Lazio, tifosi della Roma, la morte di Gabriele ha dato una nuova consapevolezza di valori in tanti. La consapevolezza del valore della vita che mai può essere messo in discussione, né a rischio"

La morte di Gabriele può far cambiare in meglio le cose del calcio e quindi anche quelle della vita?
"Sì, è giusto parlare di sacrificio per mio fratello. Dalla sua morte non ho più sentito parlare di episodi di violenza negli stadi. Si deve parlare di sacrificio perché Gabriele possa venir preso sempre a simbolo per situazioni positive, in tutte, non solo nel calcio. Per questo ogni situazione a lui legata dovrà essere ricordata per l’alto valore della vita che rappresenta. Ogni iniziativa fatta sarà in tal senso: il valore stesso della vita"

Per il prossimo derby s’era parlato di fare qualcosa, avete pensate voi a qualcosa?
"Sì, il prossimo derby potrebbe essere un’occasione importante per dimostrare una presa di coscienza di tutti i tifosi, nella circostanza della Roma e della Lazio, ma non solo loro. Purtroppo quando si parla di tifosi lo si fa come ci si riferisse a una categoria di sottosviluppati e non di cittadini, di essere pensanti. Non so se io... sarebbe un’occasione importante. L’ultimo derby l’ho visto proprio con Gabriele ... Potrebbe essere un’occasione anche per me"
(Interviene il padre) "Io vorrei andare in Curva Sud. Come facevi un tempo con gli amici, a giocare a scopetta prima. Io vorrei andare a vedere il derby in Curva Sud"

Tuo fratello lo definiresti un ultrà?
"Anche io, e non solo mio fratello, mi posso definire un ultras, anche mio padre si può definire un ultras, anche tu se lo sei per la Roma. La parola ultras è sentita solo con un’accezione negativa e invece non è così: è il modo più bello di seguire la squadra del cuore ovunque essa giochi, fattivamente, incitandola. Creando quelle amicizie che sono poi la cosa più bella nel seguire questa passone. La goliardia, i sorrisi, i viaggi, la spensieratezza con cui si va allo stadio, oltre che per vedere la partita della squadra del cuore, per lo stare con gli altri, con gli amici e con chi non conosci ma che abbraccerai. Per viaggiare, una giornata insieme, a pranzo come sarebbe capitato a Gabriele se non fosse stato fermato prima... Di andare a vivere. Ad essere così vitali come accade. E la Curva secondo me è una delle massime espressioni nel calcio, il sentimento più alto"

I gruppi ultras della Roma hanno "scioperato" anche perché Gabriele Sandri il sistema se lo era dimenticato...
"Il fatto che si muovano i tifosi o solo qualche giornalista sportivo deve far pensare. Loro, o chi nello stadio è rimasto in silenzio, chi nel mondo ha ricordato Gabriele, sono gli unici che hanno individuato il nocciolo del problema, ed è stato sicuramente un modo civile. Si parla sempre e solo in negativo dei tifosi, degli ultras, poi quando fanno iniziative, o vengono dimenticate o strumentalizzate per coglierci il lato che non va bene"

Una volta si cantava 10-100-1000 Paparelli, adesso si cantano i cori per Gabriele Sandri.
"Ecco che significa Gabriele. E’ un’evoluzione culturale che dovrebbe parlare a molti, che aiuta a far capire certi fenomeni, perché per me quello della violenza negli stadi può essere risolto. La presa di posizione dei tifosi è importante, i tifosi sono persone che hanno una loro intelligenza, che non si fanno condizionare, che non mandano il cervello all’ammasso, ma che vengono dipinti come massa indistinta"

Perché?
"Una forma di controllo. Quando vieni toccato da un fatto del genere pensi a tutto quanto, ti poni tante domande e cerchi di capire per quale motivo si voglia responsabilizzare oltremodo il mondo del calcio e dei tifosi su questioni che dovrebbero essere affrontate diversamente dalla società e dalle istituzioni, e non unicamente con la repressione, con il pugno duro. Dove c’è la repressione c’è la reazione, guarda i rapporti tra padre e figlio: non puoi pensare a punire se non pensi prima di approfondire il rapporto e i suoi motivi"

Se un giorno avessi dei figli...
"Li manderei in curva. Io mi ricordo quando andavo in curva quattro ore prima, l’emozione che mi dava il fatto di poter cantare per la mia squadra, poterla sostenere. È una cosa bellissima perché ti senti partecipe di una comunità autentica, semplice ma forte. Forse veramente lo stadio, e la curva in particolare, è l’unico posto in cui certi ostacoli, certe barriere cadono, il posto più trasversale che ci sia: nessuna differenza di ceto, di istruzione, di professione, di religione. Proprio per questo, visto il modo così genuino e del tutto spontaneo di vivere il calcio e in definitiva la vita, io posso dire che se avrò dei figli sicuramente li manderò in curva. Sempre se lo vorranno». Sempre laziali eh? «Po’ esse solo quello"

Quello che conta è un altro. E’ quel nome, Gabriele Sandri, e quel monumento di sciarpe all’autogrill di Badia al Pino...
"Una Fondazione. Stiamo studiando e lavorando per far nascere una Fondazione. A breve ci incontreremo col sindaco e col suo staff per poter organizzare una situazione effettiva e concreta, una Fondazione perché il nome di Gabriele possa essere associato a iniziative benefiche e di costruzione sociale, che comunque possano portare a qualcosa del positivo, possano aiutare chi ne ha bisogno. Si tratta di un’iniziativa impegnativa che dovrà essere strutturata in modo minuzioso e valido"

A Gabriele come piacerebbe essere ricordato?
"Gabriele era il prototipo del ragazzo gioioso, che guardava alla vita unicamente dal lato positivo, quindi sicuramente con un sorriso. Vorrebbe essere ricordato col sorriso che lo contraddistingueva. E questo, come famiglia, cerchiamo di riproporcelo sempre, ogni volta. E come puoi immaginare non è facile. Perché la sua mancanza è talmente tanto grande e profonda che a volte sorridere fa tanto male"

Ti è capitato di sognarlo?
"Ancora no, un sogno così bello ancora non sono riuscito a farlo"

5 FEBBRAIO 2008

Giorgio Sandri, papà di Gabbo, l'ultrà laziale ammazzato da un poliziotto sulla A1 "Tornerò all'Olimpico per vedere Roma-Lazio con i tifosi giallorossi"
IL PADRE DEL TIFOSO LAZIALE UCCISO: "ANDRÒ AL DERBY IN CURVA SUD".
ROMA - "Sono intenzionato ad andare nella curva romanista in occasione del derby. I tifosi certe volte sono descritti come chissà cosa, quando invece sono semplici cittadini che hanno un cuore, una testa e dei sentimenti. Io in Curva Sud ci vado volentieri. Tornerò allo stadio Olimpico, perché, come ho detto, è mia intenzione andare al derby con i tifosi della Roma".
A dire queste parole, intervistato dall'emittente SuperNova Tv, è Giorgio Sandri, padre di Gabriele detto 'Gabbo', l'ultrà della Lazio ucciso in un'area di servizio di autostrada mentre andava, assieme ad alcuni amici, a seguire una partita in trasferta della sua squadra.
Papà Sandri intende ora fare un gesto 'forte' per pacificare gli animi e dare un segnale, nel frattempo racconta tutto il proprio dolore. "Sono passati oltre due mesi dalla morte di Gabriele - dice - e il tempo, certamente, non può cancellare il dolore per la perdita di un figlio. Non sarà sufficiente tutta la vita, il dolore è sempre più grande e con il tempo cresce. Ho sentito cose molto brutte e infatti, oltre a non perdonare l'individuo che ha assassinato mio figlio, non perdono neanche questa gente. Perchè è stato fatto di tutto e di più".
Dopo aver ribadito che per lui in questa vicenda il calcio non c'entra ("in quell'automobile potevo esserci io che allo stadio non ci vado da diverso tempo. Potevo andare a fare una gita, ad un teatro o magari a Firenze, il calcio non c'entra nulla in questa storia. Mio figlio è stato ucciso su un'autostrada e basta"), Sandri sottolinea il fatto che di tutto ciò si stia parlando sempre meno: "Della vicenda Sandri non se ne parla più perché, ovviamente, sono coinvolte le istituzioni e di conseguenza dà fastidio. Mi rendo conto che anche parte della stampa, delle tv sono assoggettate a questa situazione. Però la gente ci da coraggio e forza, ci rendiamo conto che abbiamo la nazione al nostro fianco".

15 FEBBRAIO 2008

Il difensore dell'agente indagato per la morte del tifoso laziale: la deviazione del proiettile dovuta all'impatto con la rete metallica che divide le corsie dell'autostrada.
MORTE SANDRI, IL LEGALE DELL'AGENTE: "COLPO DEVIATO SECONDO LA PERIZIA".
ROMA - La perizia balistica sul proiettile che ha ucciso il tifoso laziale Gabriele Sandri conferma che il colpo di pistola è stato deviato. Lo rende noto l'avvocato Francesco Molino, che difende l'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella, indagato per l'omicidio del giovane tifoso della Lazio, morto lo scorso 11 novembre nell'area di servizio di Badia al Pino ad Arezzo. A determinare la deviazione sarebbe stato l'impatto fra il proiettile e la rete metallica che divide le corsie dell'autostrada.
Subito si è riaperto lo scontro fra i difensori dell'agente e il legale della famiglia Sandri. "E' stato dimostrato che il proiettile non impattò sulla rete di divisione e non venne deviato" è la replica del legale della famiglia Sandri, l'avvocato Michele Monaco. "Non ho letto la perizia - spiega il legale - e lo farò probabilmente lunedì. Mi riservo quindi di prendere visione del documento prima di esprimere un parere".
La perizia balistica, affidata dalla procura aretina al professor Domenico Compagnini, è stata depositata nella tarda serata di ieri. E' racchiusa in cinque tomi contenenti dettagli dei reperti recuperati, studi sulla traiettoria e studi di natura chimica sul proiettile.
"La conferma della deviazione del proiettile - ha dichiarato Molino - è un elemento importante per la difesa. Adesso leggerò attentamente la perizia e poi, il 27 febbraio, il mio cliente sarà sentito dal magistrato. Ma ho già visto che vengono valutate una serie di ipotesi legate soprattutto alla posizione dell'auto dei ragazzi di Roma". Lo scontro fra i legali di Spaccarotella e quelli di Sandri si concentra sulla traiettoria dello sparo. Per i primi, il proiettile venne deviato "in maniera importante" dalla rete che divide le due carreggiate. A dimostrarlo ci sarebbero due perizie. La prima, depositata a dicembre dal Cnr, secondo i difensori dell'agente evidenzia la presenza di tracce di zinco e alluminio sull'ogiva "dovute - spiega uno dei legali, Gianpiero Renzo - all'impatto con la rete". E dalla seconda, quella balistica, arriverebbe la "conferma della deviazione", ha spiegato oggi l'altro difensore, Francesco Molino.
Per i difensori di Spaccarotella, Molino e Gianpiero Renzo, l'agente non avrebbe mirato verso l'auto dei tifosi laziali e lo sparo sarebbe partito accidentalmente, dopo un primo colpo in aria per fermare una rissa fra tifosi laziali e juventini. In base ad alcune testimonianze raccolte dalla procura, invece, Spaccarotella avrebbe sparato a braccia tese. "Non so - sottolinea ancora l'avvocato Molino, - cosa abbiano detto esattamente i testimoni, ma soprattutto il racconto di due di loro diventa fondamentale per la corretta ricostruzione dell'accaduto".
Il magistrato che coordina le indagini, Giuseppe Ledda, non ha commentato la perizia balistica. Il 27 febbraio interrogherà di nuovo l'agente. La chiusura delle indagini è attesa per la fine di questo mese.

25 FEBBRAIO 2008

Tra le persone in manette diversi accusati dell'irruzione a un concerto rock della Banda Bassotti a Villa Ada, nel giugno 2007
ASSALTI CASERME DOPO MORTE SANDRI.
ARRESTATI 20 ESTREMISTI DI DESTRA.
Molti di loro sono ultras laziali, ma ci sono anche romanisti Eseguite una cinquantina di perquisizioni.

ROMA - Una ventina di simpatizzanti dell'estrema destra, alcuni vicini a Forza Nuova, ed in gran parte ultras laziali, sono stati arrestati stamane a Roma nel corso di un'operazione dei carabinieri del Ros e Digos romani. Gli arrestati fanno parte, secondo gli inquirenti, di una struttura criminale protagonista di atti di violenza, anche di matrice politica, tra i quali gli assalti alle caserme di Ps in occasione della morte di Gabriele Sandri e l'irruzione ad un concerto rock della Banda Bassotti a Villa Ada. In corso ci sono anche una cinquantina di perquisizioni. Nel gruppo, ci sono anche tifosi romanisti.

Tra i reati contestati associazione per delinquere, devastazioni, lesioni, porto di oggetti contundenti. Per coloro che risultano coinvolti negli scontri dell'11 novembre scorso dopo l'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri, è scattata anche l'aggravante del terrorismo, la stessa già presa in esame in occasione dei primi arresti per l'assalto alla caserma di via Guido Reni.

Quattro gli indagati coinvolti nei fatti di Villa Ada (fine giugno dello scorso anno) quando una ventina di persone a volto coperto ed armati di bastone fecero irruzione durante il concerto della Banda Bassotti ferendo due persone. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal Gip Guglielmo Muntoni su richiesta dei Pm Pietro Saviotti, Franco Ionta e Caterina Caputo.

L'ordinanza. Gli arrestati sono legati "da una vocazione alla violenza che supplisce qualsiasi contenuto ideologico". Ad affermarlo e' il pm Pietro Saviotti. Gli appartenenti a questa struttura "intervengono dove c'e' la possibilita' di uno scontro fisico con le forze dell'ordine".

Un gruppo "eterogeneo": persone tra i 35 e i 22 anni, tifosi dei club calcistici di Roma e Lazio ma non solo. Legati ad ambienti dell'estrema destra ma non solo. Alcuni "legati alle frange estreme di Forza Nuova, altri al gruppo di tifosi della Lazio 'In basso a destra'".

Ad uno infatti e' contestata anche la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti perche' trovato in possesso di 400 grammi di hashish.

Si tratta inoltre di persone, spiega Saviotti, "tra cui anche donne, aduse alle armi bianche". "Armi" che sono state trovate gia' nel corso delle perquisizioni, ma anche nel corso degli accertamenti a margine della recente partita Roma-Real Madrid: "In una siepe c'erano 22 tondini e 22 coltelli da cucina nuovi che verosimilmente un gruppo voleva usare per azioni violente".

In merito all'aggravante del terrorismo, contestata solo alle persone accusate di aver preso parte all'assalto alla caserma di via Guido Reni, Saviotti ha spiegato che il fatto di "aver messo a ferro e fuoco un quartiere della capitale ci consente ragionevolmente di contestare l'aggravante delle finalita' di terrorismo".

Il giudice ha poi letto lo stralcio di un'intercettazione telefonica di una conversazione tra due indagati: "Questa volta non si tratta di assaltare un centro sociale, un campo rom o di andare a pigliare tifosi napoletani sull'autostrada. Si tratta di qualcosa di più serio".

Il gruppo aveva un nucleo centrale e stabile di persone in grado di convogliarne altre e organizzare azioni violente. Tutta l'indagine e' partita dall'assalto a villa Ada: "Abbiamo ritenuto - ha detto Saviotti - che non si sia trattato di un episodio isolato, ma che rientrasse in un piano più grande". Tra gli altri episodi contestati, oltre a Villa Ada e l'assalto alla caserma di via Guido Reni, l'occupazione di un immobile dell'Atac (3-5 ottobre 2007), un tentato incendio ad una baracca di rom (9 ottobre 2007). Secondo i magistrati l'associazione a delinquere contestata sarebbe andata avanti almeno fino al gennaio 2008.

25 SETTEMRE 2008

Rinviato per un vizio di procedura l'inizio del dibattimento. Due mesi per stabilire una nuova data.
Il poliziotto Spaccarotella deve rispondere dello sparo che l'11 novembre uccise il tifoso laziale

OMICIDIO SANDRI, PROCESSO AL VIA MA L'UDIENZA VIENE ANNULLATA. L'imputato non era presente in aula per paura di possibili ritorsioni degli ultras

AREZZO - Il processo per l'omicido di Gabriele Sandri si ferma prima ancora di cominciare. L'udienza preliminare di oggi è stata annullata per decisione del Gup Simone Salcerini, che ha accolto un'eccezione della difesa. Per stabilire una nuova data bisognerà attendere circa due mesi. Alla fase preliminare del processo non aveva preso parte l'imputato Luigi Spaccarotella, l'agente della Polstrada di Arezzo accusato di omicidio volontario, per timore di ritorsioni della tifoseria laziale.

Il rinvio.
La decisione del giudice dell'udienza preliminare ha accolto l'eccezione avanzata da uno dei legali di Spaccarotella, a cui non è stato trasmesso l'atto di chiusura dell'indagine preliminare. "Hanno mandato l'avviso in un luogo che non era il mio ufficio - ha detto Renzo - ed hanno contestato la mia correttezza". Adesso si dovrà procedere a riformulare l'atto e notificarlo nuovamente, procedimenti che richiederanno un tempo stimato tra il mese e mezzo e i due mesi.

Michele Monaco, legale della famiglia Sandri, ha però annunciato provvedimenti. "Il consiglio dell'ordine degli avvocati dovrà verificare se si tratta di un comportamento deontologicamente corretto, si dubita che l'avvocato Renzo abbia ricevuto il numero di fax, che era stato comunicato alla cancelleria del Tribunale". Sulla decisione del giudice Monaco si è però detto daccordo. "Non ci aspettavamo il rinvio, comunque il Gup ha fatto bene ad accogliere l'eccezione, se no rischiavamo di veder travolgere il processo e la Cassazione avrebbe potuto annullarlo".

Le minacce.
Prima della notizia del rinvio, il legale di Spaccarotella aveva spiegato di temere per l'incolumità dell'assistito, motivata dalla presenza di gruppi di ultras davanti al tribunale. Spaccarotella nei giorni scorsi avrebbe ricevuto inoltre una serie di segnali "che possono far pensare a un pericolo concreto". L'avvocato Giampiero Renzo si è rifiutato però di chiarire se il poliziotto abbia ricevuto minacce dirette. "Non lo posso dire - ha risposto - ma basta vedere i manifesti e le scritte che ci sono a Roma. Comunque noi non abbiamo presentato denunce".

Renzi ha poi aggiunto di essere rattristato per l'assenza dell'agente in aula "perché speravo che il giudice potesse vederlo in faccia, potesse vedere il suo sguardo che dall'11 novembre non è più lo stesso". Tesi sostenuta anche dall'altro legale, Francesco Molino per il quale il suo cliente è "distrutto da una serie di cavolate che si sono dette come l'accusa di omicidio intenzionale". Fino ad oggi nessuna immagine di Spaccarotella, neppure d'archivio, è stata mai diffusa o pubblicata da stampa e tv. Il processo. Prima dell'annullamento i legali dell'imputato avevano annunciato l'intenzione di chiedere il rito abbreviato condizionato ad una perizia di parte che avesse verificato la posizione dei testimoni. Le dichiarazioni di chi ha visto lo svolgersi della vicenda non convincono infatti la difesa. "I testimoni sono totalmente inaffidabili - ha dichiarato Renzo - Ci sono persone che vogliono far credere che la luna non esiste. Fuori dal tribunale sono sicurissimi di aver visto qualcosa e poi quando vengono sentiti tutto cambia".

La famiglia.
La famiglia Sandri, presente in aula, aveva manifestato ottimismo sullo svolgimento dell'udienza. "Sappiamo che è un processo limpido e non abbiamo paura di nessuna sorpresa" ha dichiarato il fratello Cristiano. La signora Daniela, madre di Gabriele, tra le lacrime ha invece commentato l'assenza di Spaccarotella: "Non ha importanza, anche se gli danno 100 anni mio figlio non torna".

I tifosi.
Fuori dall'aula sono radunati una ventina tra tifosi laziali, amici e conoscenti della vittima che hanno esposto due striscioni in cui si chiede "Giustizia per Gabriele".

L'omicidio.
I fatti al centro dell'udienza preliminare risalgono allo scorso 11 novembre, quando Spaccarotella per sedare una rissa tra tifosi scoppiata all'autogrill Badia al Pino, esplose dei colpi di pistola dalla carreggiata dell'Autosole opposta a quella in cui viaggiava l'automobile che stava portando Gabriele Sandri allo stadio di San Siro per la partita tra Inter e Lazio. Uno dei proietti colpì il ragazzo al collo, uccidendolo.

26 SETTEMRE 2008

Su blog e siti cresce l'indignazione: "Udienza rimandata, che schifo".
Preoccupazioni in Polizia: "Per il segno violento del tifo in quell'aula si giudica lo Stato"

SANDRI, SLOTTA IL PROCESSO. SU INTERNET LA RABBIA DEGLI ULTRÀ. ROMA - Undici mesi non sono serviti a nulla. Nonostante le parole e il contegno della famiglia Sandri ("Chiediamo solo giustizia. Sappiamo che sarà un processo limpido"), l'omicidio di Gabriele, "Gabbo", resta prigioniero di un grumo di odio e rancore. Il giudizio al suo assassino, l'agente di polizia Luigi Spaccarotella, si annuncia come un'ordalia, anche in ragione dello sciatto e sconcertante "errore di notifica" che ne ha neutralizzato l'udienza preliminare. Si legge in alcuni dei post che ieri pomeriggio si sono rovesciati sul sito dedicato al dj: "Gabry, ancora una volta, coloro che dovrebbero condannare quell'essere, senza nessun processo, commettono l'errore che una segretaria non dovrebbe fare. Quindi mi viene da pensare che ancora una volta vogliono dare a ?sto "maledetto" la possibilità di circolare liberamente ancora per un mese e mezzo", firmato "una mamma".

"Ha ragione quella madre. Anche per me non dovrebbe esserci processo per quell'essere"; "Udienza rimandata, che schifo! Ha detto bene chi dice che quell'animale doveva essere condannato senza processo". E ancora, in un luogo comune che vuole sbirri e cronisti facce di una stessa medaglia, cinghie di trasmissione di una stessa disinformazione: "Alcuni media preparano un clima di odio per favorire Spaccarotella?".

Al Dipartimento di Pubblica Sicurezza si raccoglie una qualche preoccupazione. Non per la regolarità del processo o la serenità del contesto in cui si celebrerà, ma "per quello che l'omicidio di Gabriele Sandri è diventato". Dice un alto dirigente della Polizia di prevenzione: "Da tempo, il segno violento del tifo si era coagulato intorno a una parola d'ordine che potremmo definire la "ribellione al furto di identità". Lo Stato e la Lega calcio, vale a dire gli sbirri e i padroni dell'industria del pallone, erano indicati come i responsabili dell'annichilimento delle curve. Niente più striscioni, niente più "colore", trasferte vietate. Bene, con la sua morte Gabriele Sandri è diventato il veicolo simbolico di questa rabbia. E dunque il processo a Spaccarotella e il suo esito, quale che sia, non saranno vissuti come il giudizio alle responsabilità di un agente di polizia, ma a quelle dello Stato".

Con una postilla, non irrilevante: "Se la condanna dovesse riconoscere la volontarietà dell'omicidio, questo suonerà come la conferma di un disegno di repressione violenta. Se dovesse concludere per la semplice negligenza, a maggior ragione questo sarà vissuto come un'intollerabile autoassoluzione di istituzioni colpevoli".

L'analisi trova una sua corrispondenza nelle discussioni e nei lunghi documenti che affollano uno dei siti principali e più completi della "contro-informazione" ultras, www.asromaultras.org. Si legge: "Cosa è uno Stato di Polizia (nel quale ancora non siamo, ma al quale stiamo avvicinandoci, partendo dagli stadi), se non quello dove gli apparati militari e polizieschi sono accusatori e giudici? Che cos'è, se non un organo da Stato di polizia, l'Osservatorio sulle manifestazioni sportive? (...) La verità è una sola e sarebbe onesto prenderne atto: la violenza non è eliminabile. Nel calcio e nella vita. Chiudete gli stadi? Si scontreranno negli autogrill. Chiudete gli autogrill? Si scontreranno nei boschi. Che farete allora? Disboscherete i boschi? Si scontreranno nel deserto. Lo diceva già Giovenale, ammesso e non concesso che sappiano chi sia: panem et circenses. Pane e giochi del circo. Questo è sufficiente a tenere a bada il popolo. Il sistema attuale è quasi non rovesciabile, ma almeno vedevo li giochi der circo. Ma se me levi pure li giochi der circo, allora me 'ncazzo de brutto".

Ci vorranno almeno due mesi perché il processo Spaccarotella ritorni nell'aula del giudice dell'udienza preliminare di Arezzo. E il tempo continuerà a non essere "amico". Perché per effetto dell'errore di "cancelleria" che ha chiuso il procedimento prima ancora che si aprisse, ad essere giudicati per primi per i fatti di domenica 11 novembre 2007 saranno a questo punto i 19 tifosi romanisti e laziali (oggi ancora detenuti) arrestati per l'assalto notturno alle caserme di carabinieri e polizia. Il 20 ottobre, un gip di Roma deciderà infatti del loro rinvio a giudizio o si pronuncerà direttamente nell'eventualità di giudizi abbreviati o patteggiamenti. Un capovolgimento di calendario "simbolico" che, non è difficile prevederlo, aggiungerà a rancore altro rancore.

13 GENNAIO 2009

Un filmato della procura riscostruisce l'omicidio del tifoso laziale.
La dinamica secondo i testi: sparò stringendo la pistola con due mani.
IN UN VIDEO LA MORTE DI SANDRI. "COSÌ IL POLIZIOTTO HA UCCISO GABBO". AREZZO - L'omicidio del tifoso della Lazio, Gabriele Sandri, "Gabbo", in un filmato della Procura. In un video, i consulenti dei pm aretini hanno riprodotto al computer quanto accadde l'11 novembre del 2007 nell'area di servizio di Badia del Pino quando l'agente della stradale Luigi Spaccarotella sparò e uccise il giovane. Nella ricostruzione, il poliziotto, tenendo con due mani la pistola d'ordinanza, mira e spara contro l'auto degli ultrà biancocelesti. Il proiettile dopo aver urtato contro una rete metallica colpì, prima, il finestrino anteriore della Scenic e, poi, mortalmente, il ventottenne romano.

La simulazione, elaborata dai professor Domenico Compagnini e Paolo Russo, è alla base dell'imputazione di omicidio volontario contestata dal pm Giuseppe Ledda all'agente che, venerdì, comparirà davanti al gup di Arezzo. Il giudice dovrà decidere se confermare l'accusa nei suoi confronti.

Il filmato, della durata di 1 minuto e 37 secondi, è stato realizzato in base alle dichiarazioni di quattro testimoni. La ricostruzione mostra le varie fasi dell'omicidio: la sirena della pattuglia della stradale viene azionata mentre gli otto tifosi (cinque della Lazio e tre della Juventus) urlano e si azzuffano vicino a un'auto ferma davanti all'autogrill. Poi, scappano.

Dalla carreggiata opposta Spaccarotella in divisa, con la pistola in mano, intima: "Fermi. Che fate...", poi spara in aria. Dopo il colpo, i giovani scappano verso la loro auto, l'agente corre anche lui, li insegue dall'altra parte della carreggiata per quasi un minuto, non può attraversare le quattro corsie dell'autostrada delimitata da una griglia metallica. Poi, il secondo avvertimento: "Fermi... Dove andate...".

Il poliziotto impugnando la calibro 9 corre ancora 30 secondi, intanto i cinque giovani salgono a bordo della Scenic e mettono in moto. L'auto imbocca l'uscita dall'area di servizio, l'agente impugna la pistola, questa volta con due mani, prende la mira e preme il grilletto. Il proiettile oltrepassa la prima rete metallica e le due corsie dell'autostrada poi colpisce la griglia che divide le due carreggiate, il proiettile viene deviato a sinistra e centra il lunotto laterale posteriore della Scenic con a bordo i tifosi.

Sandri è seduto al centro, tra i due passeggeri. Il proiettile lo colpisce mortalmente alla base del collo. Un secondo video della procura è costruito, invece, in base alla versione di Spaccarotella che ha sempre affermato di non aver mirato all'auto dei tifosi ma di aver sparato accidentalmente impugnando la pistola con una sola mano. Una spiegazione alla quale il pm non ha creduto.

I legali dell'agente, Francesco Molino e Giampiero Renzo, hanno intenzione di chiedere un nuovo sopralluogo nell'area di servizio e nuove perizie, convinti di poter demolire l'accusa di omicidio volontario: "Spaccarotella ha sparato in aria mentre un gruppo di incappucciati aggrediva uno juventino - hanno ribadito i difensori - poi nella corsa è partito un colpo accidentale, che oltretutto ha subito una deviazione decisiva". "Quattro testimoni affermano il contrario - incalza l'avvocato della famiglia Sandri, Michele Monaco - La verità è che Spaccarotella mirò e sparò ad altezza d'uomo". Monaco contesta la ricostruzione per cui il colpo sarebbe stato deviato dalla rete, come sostengono i consulenti del pm. "Il proiettile semmai ha deviato per l'impatto con il vetro dell'auto. Se avesse colpito la rete sarebbero state trovate tracce di zinco lasciate dal rivestimento del proiettile. Ma non è avvenuto".

17 GENNAIO 2009

Il poliziotto sparò al tifoso laziale in un'area di servizio sulla A1, nel novembre 2007
Oggi non si è presentato in aula. I familiari: "Non ha il coraggio di guardarci negli occhi".
OMICIDIO SANDRI, L'AGENTE SPACCAROTELLA RINVIATO A GIUDIZIO PER OMICIDIO VOLONTARIO. AREZZO - L'agente di polizia Luigi Spaccarotella è stato rinviato a giudizio: è accusato di omicidio volontario, per aver sparato l'11 novembre del 2007 al giovane tifoso laziale Gabriele Sandri. Lo ha deciso il gup di Arezzo Luciana Cicerchia, che ha fissato la prima udienza del processo per il 20 di marzo.

Stamattina il giudice ha respinto la richiesta di rito abbreviato avanzata dai legali dell'agente, Francesco Molino e Federico Bagattini. "Un rito abbreviato - aveva spiegato Bagattini prima di entrare in aula - condizionato all'approfondimento del tema della deviazione del proiettile con una richiesta di sopralluogo nell'area di servizio di Badia Al Pino". L'altra richiesta dei difensori era il confronto dei periti sulla perizia balistica.

Il pubblico ministero Giuseppe Ledda si era opposto al sopralluogo, ma non al confronto fra i periti. Mentre i familiari di Sandri, assistiti dall'avvocato Michele Monaco, si erano detti contrari a entrambi gli accertamenti.

La deviazione del proiettile sarà un elemento decisivo del processo. Ne è convinto il legale: "Se verrà confermata l'ipotesi del video è evidente come la traiettoria originaria fosse lontanissima dalla macchina e se era così non c'era alcuna volontà di uccidere". La procura, infatti, ha ricostruito con il computer in una serie di filmati la dinamica dell'accaduto.

Oggi Spaccarotella ha deciso di non comparire in aula perché, come ha spiegato il legale, "non è un fantasma, è una persona che sta soffrendo, sa perfettamente che ha causato la morte di un giovane e questo gli procura una enorme sofferenza e poi ci sono anche problemi di carattere familiare". "Verrà - ha aggiunto Bagattini - quando sarà necessario sicuramente non si sottrarrà a questa vicenda".

"Evidentemente non ha il coraggio di guardarci negli occhi e sa bene che quello che ha fatto lo ha fatto non perché è inciampato'', ha commentato Giorgio Sandri, il padre di Gabriele, entrando in tribunale. Sarcastiche, invece, le parole del fratello della vittima, Cristiano, che ha così ha parlato dell'assenza dell'agente: "Spaccarotella non c'è? Avrà incontrato qualche problema sull'autostrada''. Il ragazzo, infatti, fu colpito mentre si trovava nell'area di servizio di Badia al Pino, sull'autostrada A1. Davanti al tribunale di Arezzo stamattina sono arrivati anche alcuni tifosi della Lazio con gli striscioni: ''E' ora che sia fatta giustizia per Gabriele'', recita una scritta. ''Per sempre con noi'', è il messaggio per "Gabbo".

20 GENNAIO 2009

I carabinieri a casa di dieci appartenenti alla tifoseria organizzata nerazzurra
Per sette ordinanza cautelare con l'obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria
MILANO, PERQUISIZIONI AD ULTRA' DELL'INTER PER LE PROTESTE DOPO LA MORTE DI SANDRI. MILANO - I carabinieri del Nucleo Informativo di Milano si sono presentati stamani nelle abitazioni di dieci appartenenti alla tifoseria organizzata interista per eseguire perquisizioni domiciliari e sette ordinanze cautelari di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I fatti risalgono alla manifestazione non autorizzata dell'11 novembre 2007 a Milano, dopo che da Arezzo era giunta la notizia della morte di Gabriele Sandri. Quel giorno un nutrito gruppo di tifosi percorse le vie cittadine compiendo atti vandalici contro un commissariato di polizia, la sede Rai di Corso Sempione e la Caserma dei Carabinieri di Via Vincenzo Monti.

Le accuse sono, a vario titolo, di radunata sediziosa, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, danneggiamento aggravato porto di strumenti atti ad offendere.

Tra i tifosi dell'Inter le cui abitazioni sono state perquisite dai carabinieri c'è anche l'ultrà di 24 anni che domenica ha lanciato un petardo ferendo un tifoso atalantino, in occasione di Atalanta-Inter. Il giovane si era presentato alle forze dell'ordine ed era stato denunciato.

Altri due coinvolti nell'inchiesta, a quanto si è saputo, sono due fratelli che fanno parte degli 'irriducibili', la fazione più dura della tifoseria nerazzurra.

23 GENNAIO 2009

SANDRI, AGENTE SOSPESO. LA FAMIGLIA DELL'ULTRÀ: "MEGLIO TARDI CHE MAI".
AREZZO - Il poliziotto della Stradale, Luigi Spaccarotella, accusato di omicidio volontario per la morte del tifoso della Lazio Gabriele Sandri, è stato sospeso dal servizio.
Una settimana fa era stato rinviato a giudizio al termine dell' udienza preliminare. La notizia della sospensione dell' agente è stata annunciata ieri dal sottosegretario all' Interno, Alfredo Mantovano. Il provvedimento risale a tre giorni fa e sono in corso le procedure di notifica. "Non è stato possibile tecnicamente farlo prima - ha spiegato Mantovano - in quanto, sulla base di una consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato, basta che sia iniziato un procedimento giudiziario perché non si possa intervenire con un provvedimento disciplinare. Ora le indagini sono chiuse, è stato disposto il rinvio a giudizio dell' agente per un reato grave e ciò ha permesso al dipartimento di pubblica sicurezza di disporre la sospensione dal servizio di Spaccarotella".

Dopo quell' 11 novembre 2007 quando partì il colpo che uccise il tifoso laziale, l' agente ha passato un periodo in malattia. Quindi, nell' aprile 2008 è stato trasferito dalla Polstrada di Battifolle (Arezzo) alla polizia ferroviaria di Firenze e a novembre, in un altro settore. I famigliari di Sandri hanno più volte chiesto l' arresto di Spaccarotella o, almeno, la sua sospensione. "Meglio tardi che mai - ha commentato il fratello di Gabriele, Cristiano - La mia famiglia considera questo provvedimento un atto dovuto. La sospensione di un agente di polizia che utilizza un' arma in modo scellerato doveva essere immediata".
Di opposto parere i legali dell' agente, Federico Bagattini e Francesco Molino: "È grave che una notizia di questa importanza venga appresa dall' interessato attraverso i media. Se la circostanza corrisponde al vero, senz' altro il provvedimento, che si considera ingiusto, verrà impugnato nelle sedi opportune".

13 MARZO 2009

SPACCAROTELLA: SANDRI, UNA DISGRAZIA. LA FAMIGLIA: STUCCHEVOLE.
AREZZO - "C'era una zuffa tra tifosi dall' altra parte dell' autostrada, abbiamo provato ad interromperla con le sirene, poi ho tirato fuori la pistola e ho sparato, è stato un incidente, non volevo causare la morte di Gabriele". Luigi Spaccarotella, l' agente di polizia che l' 11 novembre 2007 uccise il tifoso della Lazio Gabriele Sandri sparando da una area di servizio all' altra dell' autostrada del Sole presso Arezzo, ha parlato per la prima volta in pubblico, mano nella mano della moglie, a tratti commosso, cappello da baseball in testa e spalle alla telecamera.
"Gli ultras sono quello che sono, non c' è bisogno che lo dica io - ha spiegato - Che abbia paura di ritorsioni mi sembra più che logico. Sono una persona normalissima. Ho famiglia e più che per me ho paura per loro".
Spaccarotella ha ribadito di aver cercato di entrare in contatto con la famiglia Sandri. "Ho scritto una lettera al cardinale Tarciso Bertone, segretario di Stato Vaticano. Non so quale sia stato il motivo che ha impedito al mio messaggio di cordoglio di arrivare ai Sandri. Sì, vorrei incontrarli, anche se non saprei cosa dire. Loro hanno perso un figlio".

Dura la risposta a distanza di Cristiano Sandri, fratello di Gabbo. "Sono dichiarazioni stucchevoli, rimango esterrefatto. Con noi non si è mai fatto vivo e adesso si presenta in televisione quando è a ridosso delle udienze processuali. Questo denota la statura del personaggio".

23 MARZO 2009

SANDRI, IN AULA L'AGENTE CHE SPARÒ. LA MADRE: "DEVE CHIEDERE PERDONO".
AREZZO - Siedono per quasi tre ore a pochi metri di distanza mai loro sguardi non si incontrano mai. Ci provano di continuo il padre, la madre e il fratello di Gabriele Sandri a guardare negli occhi il servitore dello Stato che ha ucciso il loro Gabbo una domenica mattina di novembre, ma l' agente Luigi Spaccarotella non si volta dalla loro parte. Resta a sedere accanto ai suoi due avvocati, lo sguardo basso, la sedia girevole sempre in movimento per la tensione. Il poliziotto entra ed esce dall' aula del tribunale di Arezzo quasi strusciando contro il muro, si capisce che essere qui gli pesa in modo insopportabile.
Prima del suo ingresso fotografi e cameraman sono allontanati.

Ieri mattina si è celebrata la prima udienza del processo per la morte del giovane tifoso della Lazio raggiunto da un colpo di pistola l' 11 novembre del 2007 mentre era sull' auto di un amico nell' area di servizio di Badia al Pino sulla A1. È stato il primo incontro tra la famiglia di Gabriele Sandri e la persona che ha sparato, accidentalmente sostiene la difesa, mirando controbattono accusa e parte civile. Da sempre i Sandri contestano a Spaccarotella di non essersi fatto vivo per chiedere scusa.
"Alla prima udienza ci sarò", aveva promesso il poliziotto, attualmente sospeso. "Bene, lo guarderò negli occhi", aveva ribattuto il padre di Gabriele. Solo la prima delle previsioni si è avverata. E appena il presidente della Corte d' Assise di Arezzo Mauro Bilancetti dichiara chiusa la prima giornata di processo, i Sandri soffiano parole di rabbia. "Mi aspettavo che venisse qui e si inginocchiasse di fronte alla madre del ragazzo che ha ucciso, invece niente. Non desidero la sua morte, vorrei che non fosse mai nato", dice Daniela, la mamma di Gabriele.
Ha con sé la felpa nera del figlio, in aula la stringe contro la faccia, piange spesso.
I Sandri soffrono.

Mentre i colleghi di Spaccarotella rievocano quello che avvenne nell' area di servizio si tormentano le mani, serrano le mascelle, si perdono nei loro pensieri. "Non ha nemmeno alzato gli occhi per guardarmi, lui che ha rovinato la vita mia e della mia famiglia", dice Giorgio, il padre di Gabriele, che dopo l' uscita dall' aula dell' agente ha avuto un gesto di stizza, peraltro piuttosto composto, nei suoi confronti: "Doveva pentirsi e fare l' uomo. Io sarò sempre qui, assisterò a tutte le udienze fino alla Cassazione".
Federico Bagattini, legale del poliziotto con Francesco Molino, chiede di abbassare la tensione. "Capisco il padre di Gabriele, ma se l' agente li avesse guardati cosa avrebbe commentato? È uno sguardo di sfida? Mi ha guardato ma non ha avuto il coraggio di avvicinarsi?".
Il padre del poliziotto ha aggiunto: "Siamo distrutti, il nostro silenzio è dovuto al rispetto del dolore". Ieri quattro agenti in servizio con Spaccarotella l' 11 novembre 2007 hanno raccontato che l' imputato disse loro di aver sparato due volte in aria per fermare la rissa nell' area di servizio dalla parte opposta della A1. E quando uno di loro rivelò all' agente che un giovane era morto per uno di quei colpi, Spaccarotella ebbe un mancamento, cadde a terra per lo shock. Oggi si svolge la seconda udienza e l' imputato non sarà presente. Vi sarà a fine aprile, per il suo interrogatorio.

28 MARZO 2009

"SPACCAROTELLA PRESE LA MIRA". SANDRI, LE ACCUSE DEI TESTIMONI.
AREZZO - "Vidi il poliziotto spostarsi più volte con le braccia tese per cercare l' assestamento, poi il fumo bianco dello sparo" ricorda Fabio Rossini, che quel giorno rientrava a Roma assieme a due collaboratori da Milano.
"Cercò la mira per cinque secondi, poi esplose il colpo verso l' auto in movimento" aggiunge Keiko Korihoshi, guida turistica giapponese che viaggiava in pullman con alcuni colleghi.
"Si posizionò per puntare, braccia tese" insiste Maria Anania, cassiera del market accanto al distributore di benzina.
Sono i ricordi di uomini e donne le cui vite si incrociarono, la mattina di domenica 11 novembre 2007, nell' area di servizio di Badia al Pino, corsia sud dell' Autosole, quando un colpo partito dalla pistola del poliziotto Luigi Spaccarotella colpì e uccise il tifoso della Lazio Gabriele Sandri. Uomini e donne che, quando assistettero a quella scena, non si resero conto di cosa stesse accadendo, ma più tardi, all' ascolto dei tg, capirono e decisero di farsi avanti.

"Per questo loro senso civico li ringraziamo", hanno detto ieri i Sandri, padre, mamma e fratello di Gabriele, nell' aula del tribunale di Arezzo dove hanno deposto i testi. In tutto cinque. C' erano anche Emanuele Fagioni e Fabrizio Galilei, compagni di viaggio di Rossini. Indeciso il primo: "Impugnava la pistola con il braccio teso in avanti ma non con due mani, non ho visto lo sparo".
Sicuro, forse anche troppo, il secondo: "Era fermo, aveva le gambe divaricate, le braccia tese, l'ho notato puntare e sparare". Cinque testimoni, appunto, incalzati dai difensori di Spaccarotella, Francesco Molino e Federico Bagattini, che puntano a dimostrare che il colpo di pistola partì accidentalmente e fu deviato. E che contestano contraddizioni tra le deposizione dei mesi passati e quelle di ieri.

30 MARZO 2009

I COLLEGHI DI SPACCAROTELLA: "QUELL'AGENTE NON È RAMBO".
AREZZO - "Una persona assennata, non un Rambo né un appassionato di pistole".
Così i colleghi dell'agente Luigi Spaccarotella accusato di omicidio volontario per la morte di Gabriele Sandri, hanno descritto l'imputato testimoniando ieri in Corte d'assise ad Arezzo.
Pasquale Mastrota della Polstrada lo descrive come uno che portava pistole e divisa in maniera "corretta".

23 APRILE 2009

I PERITI AL PROCESSO CONTRO SPACCAROTELLA.
AREZZO - Al processo per l' omicidio di Gabriele Sandri, ieri ad Arezzo, hanno deposto due consulenti ("Furono trovati sassi in tasca al cadavere" ha detto uno di loro suscitando la reazione della parte civile per l'irrilevanza della questione rispetto all' omicidio) e sono state proiettate le immagini dell'autopsia, che la mamma della vittima ha evitato di vedere. In aula l' imputato Luigi Spaccarotella.

23 APRILE 2009

OMICIDIO SANDRI, IL COLPO FORSE FU DEVIATO.
AREZZO - Il colpo che uccise il tifoso laziale Gabriele Sandri l'11 novembre 2007 presso Arezzo, "potrebbe essere stato deviato dal vetro" dell' auto. Lo ha spiegato in Corte d'Assise ad Arezzo, Angelo Stamile, consulente medico legale del pm che svolse l'autopsia sul corpo del giovane.
Secondo Stamile, "il proiettile non è entrato di punta, può essere stato deviato e il vetro può avere avuto una valenza".

07 MAGGIO 2009

SPACCAROTELLA: NON VOLEVO UCCIDERE. URLA IN AULA: "ASSASSINO".
AREZZO - Luigi Spaccarotella, l'agente della polstrada sotto accusa per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri ieri al processo in corso ad Arezzo si è difeso rifiutando però l'interrogatorio.
Ricorda: "Ho alzato istintivamente un braccio, forse tutti e due, ed è partito un colpo di pistola".
Alla fine, dagli amici di Sandri un urlo all' indirizzo di Spaccarotella: "Assassino".
L'agente aveva concluso la sua ricostruzione con parole di rammarico: "Non era mia volontà uccidere".

10 LUGLIO 2009

SANDRI, IL PM SIMULA LO SPARO: "CONDANNATE L'AGENTE A 14 ANNI".
AREZZO - Il braccio destro del pm Giuseppe Ledda è teso, la sua mano impugna una Beretta, facendo in modo che la toga nera si apra a ventaglio sotto la spalla.
Scena dal processo in corte d' assise, ad Arezzo, contro Luigi Spaccarotella, l' agente di polizia accusato di omicidio volontario per aver esploso il colpo di pistola che l' 11 novembre del 2007 uccise il tifoso della Lazio Gabriele Sandri nell' area di servizio Badia al Pino sulla A1. Durante la requisitoria, al termine della quale chiederà la condanna del poliziotto a 14 anni di reclusione, il pm mima quella che - secondo lui - fu l' azione di Spaccarotella. Il magistrato allunga anche la mano sinistra all' altezza di quella che impugna la Beretta, una riproduzione fedele dell' arma in dotazione alla polizia. «Cinque testimoni - spiega il magistrato - hanno visto la scena o parti sostanziali di essa da angolature diverse. E le cinque ricostruzioni sono sostanzialmente concordanti: Spaccarotella si ferma e punta l' arma verso l' area di servizio».
Ecco, proprio così, mostra il magistrato alla corte che gli è di fronte. «Anche l' altro braccio era in avanti. A cosa serviva? Per un saluto romano o un saluto generico?» ironizza il pm.
Il magistrato è duro con Spaccarotella. Definisce «abborracciata» la sua una versione, secondo la quale il colpo sarebbe partito accidentalmente mentre l' agente correva in parallelo all' auto, con Sandri a bordo, che si trovava nell' area di servizio sulla corsia opposta dell' autostrada.
Ledda spiega: «Come è possibile credergli? Solo un folle avrebbe potuto correre con il cane armato e il dito sul grilletto. Si sarebbe sparato addosso. Quando si è fermato, l' agente ha di nuovo messo il dito sul grilletto».
Il proiettile è stato deviato? Per il magistrato questo particolare non cambia il quadro accusatorio. «È dimostrato che il proiettile fu deviato - dice Ledda-, ma questo non muta di un millimetro le nostre conclusioni», quelle del dolo eventuale, perché l' agente nel momento in cui tende la mano e spara si assume il rischio di poter uccidere. Nonostante questa ricostruzione severa, al termine della requisitoria il pm ritiene che Spaccarotella sia «meritevole di riconoscimento delle attenuanti generiche», con riduzione di un terzo della pena da 21 a 14 anni di reclusione, per «il carattere istantaneo della condotta» (l' evento si è svolto nell' arco di pochissimo) e perché l' agente «ha distrutto una vita umana, ma anche quella della sua famiglia». Parole, queste, che amareggiano la famiglia Sandri, per la quale sono stati chiesti 500 mila euro di provvisionale (una sorta di acconto sul risarcimento danni da stabilire in seguito).
«Non si può mettere sulla stesso piano il dolore della famiglia del poliziotto con il nostro che abbiamo perso un figlio» commenta a fine udienza la mamma di Gabbo, Daniela. Per Giorgio Sandri, il papà, «non ci sono attenuanti generiche per noi che soffriamo».
Luigi Spaccarotella non è in aula, ma attraverso i suoi legali fa giungere il proprio commento alla richiesta di condanna del pm: «Me lo aspettavo»

14 LUGLIO 2009

Ad Arezzo la sentenza per la morte del tifoso della Lazio. Spaccarotella non era in aula.
Urla contro i giudici: "Buffoni". La mamma: "Ucciso di nuovo". Il poliziotto: "Piango di gioia"

SANDRI, SEI ANNI ALL'AGENTE: "OMICIDIO COLPOSO"
IL PADRE: "UNA VERGOGNA PER TUTTA L'ITALIA".

AREZZO - Non fu volontario l'omicidio di Gabriele Sandri. Dopo nove ore di camera di consiglio, la Corte d'assise d'Arezzo ha condannato a sei anni l'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella che l'11 novembre del 2007 uccise il tifoso della Lazio Gabriele Sandri nell'area di servizio Badia al Pino sulla A1. "Fu omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento", ha detto la giuria. Come dire che Spaccarotella sparò contro Sandri senza la volontà di ucciderlo, ma "accettando il rischio che quell'evento potesse verificarsi".

"Giudici, siete dei buffoni".
Un distinguo giuridico che ha scatenato la violenta reazione dei tifosi e amici di Sandri presenti in aula. Alla lettura della sentenza hanno urlato contro i giudici "Infami, buffoni, vergogna". Il presidente della Corte è stato costretto ad allontanare il pubblico. Stretti in un abbraccio di dolore, i genitori di Gabriele hanno pianto in aula. "Mi vergogno di essere italiano - ha detto il padre - Non sono bastati cinque testimoni a dire cosa ha fatto Spaccarotella. Evidentemente la divisa paga. Non credo più nella giustizia, non credo più in niente. E' una vergogna per tutta l'Italia. Senz'altro faremo appello: io Spaccarotella non lo mollerò mai". Al termine della lettura della sentenza, la moglie si è sentita male: "Me l'hanno ammazzato una seconda volta. Ma i giudici, quando arriveranno a casa, come faranno a guardare i loro figli, con quale coscienza hanno fatto una cosa del genere?".

Allontanati dall'aula.
Gli amici di Gabriele, allontanati dall'aula, hanno proseguito la protesta fuori dal Palazzo di giustizia: ancora urla contro la corte e i difensori dell'agente. All'uscita dalla Corte d'Assise, Federico Gattini, uno dei legali di Spaccarotella, è stato accolto da una pioggia di insulti: "Verme, sei un verme". Un'amica di Gabriele, Cinzia, ha accusato un malore: è stata soccorsa dai sanitari ed è stata portata via in ambulanza.

L'appello del padre: "State calmi".
Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, e suo padre, hanno invitato gli amici alla calma. Temono che si ripetano i disordini scoppiati poche ore dopo l'omicidio in autostrada: a Roma furono assaltate caserme della polizia e fu devastata la sede del Coni. "Facciamola finita", ha implorato il fratello di Gabbo. "Non uccidiamo Gabriele per la terza volta. La prima volta due anni fa; oggi i giudici. Non possiamo uccidere Gabbo per la terza volta. Basta".

L'agente: "Ho pianto di gioia".
Luigi Spaccarotella non era in aula. Ha atteso la sentenza "incrociando le dita e pregando", come ha confidato ai suoi legali. Una volta conosciuto l'esito del processo ha "pianto di gioia": "Ho fatto bene a credere nella giustizia". Una volta solo l'agente era entrato in Corte d'assise e solo per fare una breve dichiarazione concordata con gli avvocati: "Ho alzato istintivamente un braccio, forse tutti e due - aveva detto - ed è partito un colpo di pistola. Non era mia volontà uccidere". L'imputato non ha mai voluto rispondere alle domande dei giudici. Dopo le prime dichiarazioni rese ai colleghi all'indomani dell'incidente, ha preferito appellarsi al diritto di tacere. Aveva parlato un'altra volta, ma fuori dall'aula del processo, quando il giudice lo aveva chiamato per la prima udienza preliminare. Attraverso le agenzie di stampa Spaccarotella aveva chiesto perdono ai genitori di Gabriele: "Ho ucciso il loro figlio: dire che mi dispiace, che non volevo, non può essere sufficiente. Vorrei incontrarli".

Gli striscioni: "Gabbo sempre con noi".
Sul prato davanti al Palazzo di giustizia di Arezzo, restano abbandonati gli striscioni e le foto di Gabbo che gli amici hanno lasciato stamani. "E' ora che sia fatta giustizia per Gabriele" è scritto su un lenzuolo. E accanto la gigantografia del tifoso con scritto: "Gabriele sempre con noi".

L'accusa aveva chiesto 14 anni.
Contro l'agente della Polizia stradale, il pm aveva chiesto la condanna per omicidio volontario, 21 anni ridotti a 14 con la riduzione di un terzo della pena per la concessione delle attenuanti generiche: "In fondo - aveva detto il pm come atto di comprensione verso il poliziotto - l'agente ha distrutto una vita umana ma ha anche distrutto quella della sua famiglia".

Due anni fa sull'autostrada.
Quel mattino, nell'area di servizio Badia al Pino sulla A1, c'era stata una scaramuccia tra tifosi laziali e supporter juventini. L'agente era dall'altra parte dell'autostrada. Non poteva intervenire direttamente. Si affidò alla sirena dell'auto e a un colpo sparato in aria. Poi prese a correre lungo il bordo della carreggiata per mettersi di fronte ai tifosi. Ma Gabriele e i suoi amici erano già risaliti in macchina per raggiungere Milano dove li aspettava Inter-Lazio e dello scontro con gli juventini non parlavano più. Spaccarotella sparò allora.

Il pm: "Azione folle quella dell'agente".
In aula, il pm ha mimato il gesto stringendo anche lui le mani attorno al calcio di una pistola, riproduzione fedele dell'arma di ordinanza dell'agente. "Il fatto che il proiettile fu deviato dalla grata - ha detto il magistrato dell'accusa durante la requisitoria - non sposta di un millimetro le conclusioni. Solo un folle avrebbe potuto correre con la pistola in pugno, il cane armato e il dito sul grilletto".

I testi: "Aveva le braccia tese".
Luigi Spaccarotella lo ha fatto quel maledetto mezzogiorno di due anni fa. Cinque testimoni lo hanno detto sotto giuramento: "Vedemmo il poliziotto con le braccia tese che prendeva la mira". Il proiettile partì dalla Beretta calibro 9, attraversò tre corsie, fu deviato dalla grata che separa i due sensi di marcia, proseguì ancora verso il parcheggio a una trentina di metri di distanza dal poliziotto e si infilò nel collo di Gabriele, seduto sul sedile posteriore della Megane tra due amici.

15 LUGLIO 2009

Gruppi di ultrà hanno preso di mira un'auto della polizia e un commissariato. Due arresti.
Giorgio Sandri: "Un milione di persone in piazza per esprimere sdegno"

SENTENZA SANDRI, VIOLENZE NELLA NOTTE.
IL PADRE: "PENSO AD UNA MANIFESTAZIONE".

ROMA - Una grande iniziativa di protesta, contro quella che definisce "una vergogna per l'Italia". E' ciò a cui pensa Giorgio Sandri, il padre di Gabriele, il ragazzo ucciso l'11 novembre del 2007 nell'area di servizio di Badia al Pino, in provincia di Arezzo, episodio per il quale ieri l'agente di polizia Luigi Spaccarotella - fu lui a sparare - è stato condannato a sei anni dopo che il reato è stato derubricato da omicidio volontario a omicidio colposo. Nella notte, a Roma, protesta degli ultras: due persone arrestate.

Mentre a Ponte Milvio, nella capitale, gruppi di ultras protestavano contro la polizia, il padre di Gabriele è intervenuto alla trasmissione radiofonica Talk Radio - Voci nella notte e, insieme al conduttore Michele Plastino, ha commentato la sentenza di ieri.

"E' una vergogna - ha ribadito - come per l'omicidio Aldovrandi a Ferrara, non c'è giustizia. Adesso però è il momento di stare calmi, non dobbiamo offrire il fianco passando dalla parte del torto. Dico a tutti i ragazzi di stare calmi".

Giorgio Sandri ha ringraziato il sindaco Gianni Alemanno "per la sua dichiarazione di solidarietà e sdegno" e si è augurato "che tale dichiarazione arrivi anche dai ministri Maroni e Alfano. Comunque - ha aggiunto - penso a una grande manifestazione, magari con un milione di persone, con la quale esprimere civilmente lo sdegno per questa sentenza ingiusta".

Intanto a esprimere sdegno e rabbia, con momenti di tensione, sono state nella notte alcune decine di ultrà, che si erano radunati a piazzale Ponte Milvio e hanno lanciato sassi e bottiglie contro un contingente della polizia che passava in quel momento. Lo stesso gruppo, poco dopo, ha lanciato alcuni petardi e altri sassi contro la stazione dei carabinieri di Ponte Milvio, a poca distanza dal piazzale.

Uno dei petardi ha danneggiato un'auto e una moto parcheggiate davanti alla caserma. Due persone, di 28 e 23 anni, sono state arrestate con l'accusa di danneggiamento e resistenza: nelle loro abitazioni sono state trovate bandiere delle SS e con il ritratto di Mussolini, mazze e passamontagna.

16 LUGLIO 2009

IL MIO GABBO ASSASSINATO DALLO STATO.
ROMA - "Mio figlio è stato assassinato dallo Stato".
Per quasi due anni, da quella mattina in cui Gabriele fu ucciso nell' autogrill, Giorgio Sandri ha tirato le briglie alla collera, ha giurato fiducia alla giustiziae tenutoa bada gli ultras. Ieri, per un giorno, la delusione per la sentenza che in cambio della vita di suo figlio ha chiesto sei anni di galera per l' agente Spaccarotella gli ha fatto perdere la barra.
"È una sentenza preconfezionata. Se al posto di Gabriele - si sfoga - ci fosse stato il figlio del capo della polizia o di Berlusconi? Chiederò spiegazioni ai ministri Maroni e Alfano, e a Manganelli. Penso a una raccolta di firme da portare a Napolitano: organizzeremo una manifestazione con i tifosi, non solo laziali. Magari un milione di persone".
Benzina, nel mondo ultras che aveva schiumato rabbia tutta notte assaltando con sassatee petardi una camionetta della polizia e la stazione dei carabinieri di Ponte Milvio. I militari braccano casa per casa i più esagitati, arrestandone due: tra i memorabilia nazifascisti avevano mazze, caschi e passamontagna. Il quartiere dei Sandri espone decine di striscioni.
"Parlerò coi ministri di Giustizia e Interni - dice il sindaco Alemanno - ed esprimerò le mie perplessità sulla sentenza. L' appello faccia giustizia".
Ai Sandri arriva un sms dalla mamma di Federico Aldrovandi, ucciso dagli agenti nel 2005: "Vi sono vicina nel dolore. Vi voglio bene".
Il clima è teso: "Sono vicino alla famiglia - smorza i toni il ministro Alfano - e al senso di ingiustizia che vive, che non va commentato. Sarò lieto di incontrare il signor Sandri, se lo chiederà". Ma il dado è tratto: "Certe parole istigano all' odio. Le accuse gratuite alla divisa - accusa il sindacato di polizia Consap - potrebbero essere recepite come giustificazione per attaccare la polizia. Giorgio Sandri dovrebbe fare un passo indietro".
Arriverà in serata: "Il capo della polizia, Manganelli - dice Giorgio - ci è sempre stato molto vicino. Ho parlato sull' onda dell' emotività".
E Cristiano, il fratello di "Gabbo": "Papà non sa come ottenere la giustizia che ci è stata negata, ma non organizzeremo cortei né raccoglieremo firme. Aspettiamo la motivazione della sentenza e ricorreremo in appello e in Cassazione, se necessario".
Spaccarotella, intanto, si descrive su "Visto": "Sono un cretino, non un Rambo. In questo Paese sono i prepotenti ad avere la meglio, non gli ignoranti morti di fame come me".

01 SETTEMBRE 2009

RABBIA SANDRI. VIETATO LO STRISCIONE DI GABBO.
VERONA - No al sorriso di Gabriele Sandri allo stadio Bentegodi di Verona.
Dopo i tifosi laziali che si indignano e disertano in massa il settore ospiti durante la partita con il Chievo, la delusione della famiglia del dj ucciso l' 11 novembre del 2007 all' autogrill di badia al Pino in provincia di Arezzo. "Non bastasse l' ingiustizia della sentenza di primo grado, ora vogliono anche bandire l' immagine di mio fratello dagli stadi. L' episodio di Verona non ha precedenti e si commenta da solo - ha detto il fratello di Gabriele, Cristiano - Sono circa due anni che l' immagine di Gabriele campeggia in tanti stadi d' Italia e d' Europa. La sua foto è adottata da milioni di giovani senza distinzione di città o nazione perché mio fratello era l' espressione positiva della vita".

Lo striscione con il volto allegro di Gabbo, che da ormai due anni accompagna ogni trasferta e ogni partita in casa della Lazio, domenica è stato bocciato dalle autorità di pubblica sicurezza di Verona. E gli ultrà biancocelesti hanno deciso di abbandonare il settore ospiti per protesta.
"I ragazzi si immedesimano in lui - ha continuato Cristiano - tutti potevamo essere nella sua auto ed essere raggiunti dalla pallottola omicida. In primo grado non gli è stata resa quella giustizia giusta invero dovuta. Adesso è impensabile che ci sia addirittura la volontà di bandirne il volto sorridente dalle curve degli stadi". La Corte d' Assise di Arezzo ha infatti derubricato da omicidio volontario a omicidio colposo il reato commesso da Luigi Spaccarotella, l'agente che sparò uccidendo il giovane della Balduina.

E ora il "no" allo striscione. "Quello che è accaduto al Bentegodi è la riprova dell' importanza di azioni tese a sensibilizzare l' opinione pubblica per creare la cultura del rispetto dell'altro - ha aggiunto il padre, Giorgio - L'11 novembre 2007 non può essere cancellato vietando l'ingresso allo stadio dell' immagine di Gabriele e la Fondazione Sandri servirà proprio a non dimenticare, perché quanto successo a mio figlio non si ripeta mai più".
E alla famiglia Sandri arriva la solidarietà di Alessandro Cochi, delegato del Comune allo Sport: "L'episodio di Verona, oltre a suscitare una forte amarezza, ci lascia perplessi: la scelta di vietare l'esposizione di striscioni in ricordo di Gabriele non è comprensibile né condivisibile. Vorremo conoscere le motivazioni che hanno portato a questa decisione".

04 SETTEMBRE 2009

ULTRÀ ROMA, PALERMO, CAGLIARI, BARI DA "CARTELLINO ROSSO".
Non è stata per niente facile la partenza della stagione calcistica: due turni di campionato e già sono sorti problemi grossi con le trasferte e anche con la tessera del tifoso che da gennaio 2010 sarà obbligatoria per andare in trasferta (così ha minacciato Bobo Maroni, ministro rossonero...).
Alcune tifoserie che sono già state messe al bando. Una di questa è quella della Roma (oggi la protesta di due consiglieri comunali Pdl). Niente gita quindi a Genova per la prima di campionato (gara col Genoa) e niente Siena la prossima settimana, la gara del debutto di Ranieri. I giallorossi pagano il "cartellino rosso" della passata stagione.
Restano a casa anche i cagliaritani (niente Firenze) dopo l'assalto al traghetto a Livorno e i baresi (niente Palermo), e prossimamente stop anche ai palermitani (che a Firenze hanno creato problemi, nel secondo turno, lanciando petardi). Si tratta sempre di gruppuscoli, 50 persone o poco più, che però penalizzano tifoserie intere.
Si risolverà tutto con la tessera del tifoso? Improbabile. Intanto, per fortuna, i tifosi del Napoli quest' anno potranno tornare a viaggiare: dopo Palermo, trasferta concessa anche a Marassi per la gara col Genoa, con cui sono gemellati. I problemi comunque non sono solo in serie A o B. Un esempio: le tifoserie ospiti non potranno entrare allo stadio per i match di Lega Pro, Prima Divisione, Varese-Arezzo e Pro Patria-Perugia (a meno che non siano già in possesso della tessera tifoso).
Decisione presa dal prefetto di Varese, Simonetta Vaccari, su proposta del neo-questore Marcello Cardona (ex arbitro di serie A ed ex procuratore arbitrale per molti anni). Domani intanto a Roma, zona Tor di Quinto, è previsto il raduno ultrà: verranno in migliaia per protestare contro la tessera del tifoso. Dovrebbero essere presenti più di 100 curve.
Di qualsiasi estrazione politica. Sinora il ministro Maroni, sbagliando, non ha mai voluto ascoltare i tifosi. Per questo terranno una riunione tecnica, chiederanno -anche grazie al parere di alcuni avvocati specialisti in materia- la modifica dell'articolo 9.
Non sono previsti cortei, né manifestazioni. Solo un raduno: la volontà, più che legittima, di fare sentire la propria voce. Molto spesso sono gli stessi club che non hanno rapporti coi tifosi: li spremono in occasione degli abbonamenti e stop. All'estero è molto diverso, c'è un rapporto più maturo, i tifosi sono considerati clienti.Da rispettare, quindi.
Al termine del raduno romano di domani, è previsto un comunicato firmato da tutti i rappresentanti delle curve. I giornalisti non saranno ammessi (ed è sbagliato). Un'altra cosa andrebbe chiesta al ministro Maroni: rivedere le norme sugli striscioni. Penalizzanti, burocratiche, assurde quelle attuali. A Verona ad esempio bastava un minimo di buon senso per fare entrare lo striscione di Gabriele Sandri. Non ci voleva molto. La legge va applicata anche con intelligenza.

10 SETTEMBRE 2009

Il documento dei giudici che hanno emesso il verdetto sui fatti del novembre 2007: "Il colpo partì volontariamente, ma è irragionevole ipotizzare un fine diverso".
OMICIDIO SANDRI, LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA: "L'AGENTE SPARÒ PER FERMARE L'AUTO".
AREZZO - L'obiettivo di Luigi Spaccarotella, l'agente della polizia stradale dalla cui pistola partì il colpo che uccise Gabriele Sandri, l'11 novembre 2007 nell'area di servizio di Badia al Pino sull'A1, era quello di "fermare il percorso dell'auto" e "l'esplosione del colpo, e quindi lo sparo, è stata sicuramente volontaria".

Lo scrive la Corte d'assise di Arezzo nelle motivazioni della sentenza che il 14 luglio scorso ha condannato l'agente a 6 anni di reclusione per omicidio colposo.

Nelle motivazioni si dice anche che Spaccarotella, ai colleghi, "ha riferito, poi ribadendolo reiteratamente, di avere esploso anche il secondo colpo in aria, circostanza questa decisamente smentita dall'istruttoria dibattimentale". Ma la corte giudica "irragionevole ipotizzare" che l'agente possa essere stato indotto "all'azione per un fine diverso da quello di fermare l'auto".

I testimoni. "L'oggettiva rilevanza della distanza del punto di osservazione" dei testimoni che hanno detto in aula di aver visto Luigi Spaccarotella "con un braccio o le braccia tese in posizione di tiro" rende - sempre secondo la motivazione del verdetto - "manifestamente evidente l'impossibilità di una concreta determinazione della precisa angolazione del braccio (o delle braccia) rispetto all'asse del corpo, e quindi della possibilità di desumere da ciò se l'obiettivo preso di mira fossero gli occupanti del veicolo o la parte inferiore di questo".

Il colpo deviato. Il colpo di pistola sparato dall'agente "ha impattato contro la rete in un punto collocabile grossomodo in prossimità della perpendicolare dell'asse autostradale, rispetto alla sua posizione, ed è stato deviato sulla propria sinistra attingendo la vettura che era appena ripartita dal parcheggio". Per la Corte, inoltre, "il colpo era direzionato, non diretto, si badi bene, ma direzionato, verso una parte della vettura collocabile all'incirca non oltre la metà della sua altezza".

15 DICEMBRE 2009

La sentenza per gli estremisti di destra accusati di atti di violenza tra giugno e novembre 2007. Tra questi, anche gli assalti alle caserme della capitale dopo la morte di Gabriele Sandri.
"NEOSQUADRISTI", 18 CONDANNE. IN TOTALE 104 ANNI DI CARCERE.
ROMA - Condanne varianti da dieci anni e sei mesi a 20 giorni di reclusione, per complessivi 104 anni, sono state inflitte questa sera a Roma a 18 estremisti di destra finiti sotto processo con l'accusa di aver preso parte ad episodi di violenza avvenuti nella capitale tra il giugno e l'11 novembre 2007, il più grave dei quali è l'assalto alle caserme di polizia e carabinieri in occasione della morte del tifoso laziale Gabriele Sandri.

Le pene più pesanti sono state decise dai giudici della settima sezione del tribunale, dopo nove ore di camera di consiglio, per Fabrizio Ferrari (dieci anni e sei mesi), Andrea Attilia (nove anni e sei mesi), Alessandro Petrella (otto anni e sei mesi) e Roberto Sabuzi (otto anni). Tra i condannati anche una donna, Michela Ussia (quattro mesi di arresto). Due le assoluzioni, per Fabio Pompili e Furio Natali.

Alcuni degli imputati sono stati riconosciuti responsabili di associazione per delinquere. I reati contestati dai pm Pietro Saviotti e Luca Tescaroli andavano, a seconda delle posizioni, dalle lesioni aggravate alla devastazione, dalla violenza al saccheggio.

Tra gli episodi finiti al vaglio del tribunale l'aggressione agli spettatori di sinistra al concerto della Banda Bassotti a Villa Ada nel giugno del 2007, la progettazione di atti di violenza contro le forze dell'ordine, le tifoserie ostili e la sinistra antagonista. La maggior parte degli imputati ritenuti responsabili degli assalti alle caserme sono stati interdetti per cinque anni dagli stadi per manifestazioni calcistiche e di rugby e dovranno recarsi nei posti di polizia un'ora prima degli incontri.

Tra le parti lese che hanno ottenuto risarcimenti ci sono il Comune di Roma, l'Atac, il Coni, gli agenti feriti e singoli cittadini.

01 GIUGNO 2010

Giorgio Sandri, il padre del dj morto sull'autostrada, polemico con la decisione dei magistrati di fissare solo a dicembre il dibattimento in corte d'Appello.
CASO SANDRI, FISSATO PROCESSO D'APPELLO. IL PADRE: "ASPETTIAMO ANCORA GIUSTIZIA".
"Incredibile" è passato più di "un anno e mezzo da quella vergognosa sentenza di primo grado" e "il prossimo 11 novembre saranno tre anni che quell'individuo ha ammazzato mio figlio. E ancora stiamo aspettando giustizia".

Usa parole dure il padre di Gabriele Sandri, Giorgio, in merito alla fissazione della data per il processo d'appello - il primo dicembre - per Luigi Spaccarotella, il poliziotto condannato in primo grado a sei anni per omicidio colposo per l'uccisione di Gabriele Sandri.

"Erano mesi che stavamo aspettando - spiega Giorgio Sandri - Il tribunale di Arezzo ha perso troppo tempo per trasmettere gli atti a Firenze, eppure si trattava di certificare e bollare pochi fogli per passarli a pochi chilometri di distanza".

Per Giorgio Sandri, il verdetto di Arezzo non ha condannato Spaccarotella, "ma lo ha soltanto graziato. La nostra famiglia è stata distrutta" e l'agente "non s'è fatto neanche un giorno di galera". "Basta a parlare di polizia e poliziotto - aggiunge Sandri - Spaccarotella va giudicato come un singolo individuo. La categoria degli agenti non c'entra niente".

Nell'annunciare iniziative per tenere viva l'attenzione, Giorgio Sandri conclude spiegando di "confidare nella magistratura" e di augurarsi "che la corte d'Appello riesca a giudicare Spaccarotella per il reato commesso, condannandolo per l'omicidio volontario di cui s'è macchiato"

09 NOVEMBRE 2010

Venerdì ricorre il terzo anniversario della morte del tifoso della Lazio. La richiesta di mettere una stele all'autogrill di Badia al Pino è sostenuta da 25 mila firme raccolte dal comitato "Mai più 11 novembre".
Il fratello Cristiano: "Restiamo esterrefatti". Il sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Non è una vittima della strada, scriverò al presidente Cerchiai".

SANDRI, IL NO DI AUTOSTRADE ALLA TARGA COMMEMORATIVA.
Niente targa per ricordare Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso da un agente dopo una rissa all'autogrill di Badia al Pino, del quale venerdì ricorre il terzo anniversario della morte. Il fratello Cristiano Sandri ha reso noto che è arrivato "il no di autostrade per l'Italia alla richiesta (sostenuta da 25 mila firme raccolte dal comitato 'Mai piu' 11 novembre') di mettere una stele" all'autogrill: "Il comitato - ha spiegato - ha esperito tutto l'iter corretto inviando le raccomandate ad Anas, Autostrade per l'Italia, Regione Toscana e Comune di Arezzo. Ieri sera mio padre ha avuto un incontro con due dirigenti di Autostrade per l'Italia in cui non è stata data alcuna autorizzazione a mettere questa stele a ricordo, perché altrimenti, secondo loro, l'autostrada diventerebbe una 'via crucis'. E dicono che non si può creare 'un precedente'. E' una giustificazione risibile. Rimaniamo esterrefatti".

Cristiano Sandri non ha intenzione di fermarsi su questa vicenda ("Continueremo ma lo faremo nel rispetto delle regole, solo quando ci sarà l'assenso completo da parte di Autostrade per l'Italia depositeremo la stele") anche se ammette che "andiamo contro muri di gomma. La percezione che si ha è di frustrazione, per ogni cosa che bisogna fare in memoria di Gabriele vai incontro a mille difficoltà. In questo momento la sensazione della famiglia è di amarezza. Ci sembra assurdo". L'1 dicembre ci sarà la prima udienza del processo d'appello a Firenze, dopo la condanna in primo grado dell'agente di polizia Luigi Spaccarotella a sei anni per omicidio colposo.

"Ho avuto la sensazione di un grande imbarazzo da parte dei dirigenti di Autostrade per l'Italia, perché le scuse addotte, e cioè che non si possono ricordare tutti i morti per incidenti, è assurda". Così Giorgio Sandri, il padre di Gabriele, ha commentato il rifiuto. E mercoledì sera dalle 18 alle 20 gli amici e i familiari del tifoso ucciso sfileranno in una manifestazione silenziosa a Roma, alla Bocca della Verità, per chiedere verità per "Gabbo". "Nessuno si è ancora assunto responsabilità per quanto accaduto. Spaccarotella - sottolinea il padre di Gabriele - è ancora a piede libero, non ha fatto un giorno di galera. Il primo di dicembre ci sarà il processo d'appello, sperando che lì il tribunale sia più attento nel valutare e decidere la sentenza che in primo grado è stata quanto meno discutibile".

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: "Invierò una lettera al presidente di Autostrade per l'Italia, Fabio Cerchiai, per chiedere l'affissione della targa in ricordo di Gabriele Sandri alla stazione di servizio dell'A1 'Badia al pino'. Gabriele Sandri non è una vittima della strada - precisa Alemanno - è stato ucciso da un colpo di pistola e questo sconfessa di fatto la motivazione alla base del no. Giovedì ricorre il terzo anniversario della sua morte, che per Roma e per tutti gli sportivi resta una ferita ancora aperta. Questo lutto ha oltrepassato i nostri confini nazionali e ha unito nel dolore e nella riflessione migliaia di giovani. Per questo l'Amministrazione capitolina sostiene la proposta, sottoscritta da 25mila persone, di esporre una targa lì dove si è consumata la tragedia. Attraverso il ricordo di Gabriele vogliamo lanciare un messaggio forte, affinché simili episodi di violenza non si ripetano mai più".

10 NOVEMBRE 2010

SANDRI, SÌ A TARGA SULLA A1 "A GABBO, CITTADINO ITALIANO".
"Si è aperta la procedura per l'affissione della targa. Sono convinta si stia andando verso una soluzione positiva di questo fatto increscioso", lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che ha incontrato nel pomeriggio Giorgio Sandri, il padre di Gabriele. Dopo l'iniziale no di Autostrade, ora sembra essersi sbloccata la querelle sulla stele per ricordare il giovane ucciso da un proiettile sull'A1 l'11 novembre 2007, nell'area di servizio Badia al Pino est, in provincia di Arezzo. L'autorizzazione era stata negata dalla società che aveva opposto questioni di ordine pubblico. La notizia del via libera è stata portata dallo stesso Giorgio Sandri al sit-in che si è tenuto nel tardo pomeriggio, in piazza Bocca della Verità per ricordare Gabriele.

Con la famiglia Sandri e con la proposta, sottoscritta da 25 mila persone, di esporre una targa nell'area di servizio in provincia di Arezzo, si erano da subito schierati il sindaco di Roma Gianni Alemanno ("Invierò una lettera al presidente di Autostrade Fabio Cerchiai, la morte di Gabriele resta una ferita ancora aperta per Roma", aveva detto il sindaco) e la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che stamattina ha contattato l'ad della società Giovanni Castellucci e il capo della Polizia Antonio Manganelli. Da loro ha ricevuto notizie rassicuranti che ha voluto subito trasmettere, di persona, a Giorgio Sandri. "Ho 'triangolato' alcune telefonate - ha spiegato Polverini al termine di un incontro in Regione - ho scritto al prefetto di Arezzo e al sindaco di Civitella Val di Chiana, ho sensibilizzato anche il prefetto di Roma. Si è aperta la procedura per dedicare la targa e ho chiesto personalmente garanzie di una soluzione positiva: non ho dubbi che accadrà. Ordine pubblico? Questo può essere un gesto per riconciliare tifoserie e forze dell'ordine, non metterla sarebbe un errore. Andremo tutti a inaugurare la targa per Gabriele".

Autostrade ha confermato che il passo è stato fatto: "Per rispetto alla famiglia Sandri - ha spiegato Castellucci - e con la speranza che il ricordo di Gabriele possa rappresentare un monito affinchè simili tragedie non si ripetano più, abbiamo già interessato la Prefettura di Arezzo e il Comune di Civitella, ai quali la famiglia deve far pervenire la richiesta di autorizzazione". Soddisfatto Giorgio Sandri, che ha ringraziato governatrice e sindaco: "E' il modo più semplice per rasserenare gli animi - ha detto commosso - Questo è il finale che ci aspettavamo noi e tutto il 'popolo di Gabriele'. Credo che in poco tempo si potrà mettere quella targa in ricordo di un giorno infausto per tutta la Repubblica italiana". E in questo senso andrà il testo della targa, che reciterà semplicemente 'Nel ricordo di Gabriele Sandri, cittadino italiano'.

"Dalla società Autostrade non ci è pervenuta nessuna richiesta per l'affissione della targa", ha detto il sindaco di Civitella (il Comune dove si trova l'area di servizio Badia al Pino) Massimiliano Dindalini. "Posso comunque dire fin da ora che per il Comune di Civitella non ci sono ostacoli - ha continuato il sindaco - E che per una targa non serve nemmeno la nostra autorizzazione. Se Autostrade vuole, possiamo provvedere noi a collocare la targa".

Intanto c'è chi, anche lontano dalla Capitale, non ha dimenticato gli sviluppi giudiziari della vicenda: "11-11-2007/11-11-2010, giustizia per Gabbo", è stato lo striscione esposto daI tifosi del Genoa prima della gara col Bologna. Durante la partita fra Milan e Palermo anche i tifosi rossoneri della curva sud di San Siro hanno esposto uno striscione: "Tre anni di silenzi non cancellano un omicidio. Giustizia per Gabriele". E tre giovani legati al movimento di destra Forza Nuova sono stati denunciati a Bologna dalla polizia che li ha sorpresi a scrivere su un muro frasi contro Luigi Spaccarotella, l'agente condannato a sei anni per omicidio colposo. Il primo dicembre, a Firenze, per lui si aprirà il processo d'appello. E dell'agente che ha ucciso il tifoso laziale, si è parlato anche al sit-in che si è tenuto questa sera, dalle 18 alle 20, in piazza Bocca della Verità per ricordare Gabriele. "Vorrei che qui oggi ci fosse Spaccarotella e che mettesse la sua mano armata dentro la bocca e che poi dicesse finalmente tutta la verità", ha detto Giorgio Sandri, che insieme al figlio Cristiano, al comitato "Mai più 11 novembre" e a circa 200 tra amici e tifosi, con le sciarpe della Lazio e quella della Roma, ha ricordato la scomparsa del figlio. Per la fiaccolata è stato scelto un luogo simbolo della città di Roma: piazza Bocca della Verità.

Con le fiaccole e due striscioni, uno con una foto di Gabbo, l'altro con la sua immagine disegnata, i manifestanti sono tornati a chiedere giustizia per una vicende che vede ancora sotto processo Spaccarotella che esplose il colpo mortale. "Ringrazio ancora una volta tutte le istituzioni dalla Polverini al sindaco Alemanno che si sono adoperati per la targa in memoria di Gabriele - ha detto Giorgio Sandri - ma ricordo che ancora non è stata fatta giustizia e mi auguro che venga fatta nel processo d'appello. Questo non perché sono un giustizialista ma solo perché voglio la verita dei fatti".

01 DICEMBRE 2010

La corte d'appello aumenta la pena per l'agente Luigi Spaccarotella, condannato a 6 anni in primo grado. Il padre di Gabbo: "La sentenza rispetta la verità storica dei fatti. Orgoglioso di essere italiano"
SANDRI, FU OMICIDIO VOLONTARIO. SPACCAROTELLA CONDANNATO A 9 ANNI E 4 MESI.
Omicidio volontario, sotto il profilo del dolo eventuale, e non colposo. La corte d'appello di Firenze riforma in peggio la condanna per Luigi Spaccarotella, che l'11 novembre del 2007 ha ucciso Gabriele Sandri nell'area di servizio della A1 Badia al Pino. I giudici di primo grado lo avevano condannato a 6 anni per omicidio colposo, non intenzionale. La procura generale e quella di Arezzo avevano fatto appello contro la decisione. Il pg questa mattina ha chiesto la condanna a 14 anni di reclusione, ipotizzando un omicidio volontario, con dolo eventuale. Spaccarotella qualla domenica mattina avrebbe sparato da un'area di servizio all'altra consapevole del rischio di poter uccidere qualcuno.
In aula questa mattina erano presenti i familiari di Sandri. Assente l'agente Spaccarotella. A sostenere l'accusa - su sua richiesta - è stato Giuseppe Ledda, pm nel processo di primo grado. "Vogliamo solo verità e giustizia - ha detto Giorgio Sandri, il padre di Gabriele, prima dell'inizio del processo - Oggi mi aspetto di poter dire che sono fiero di essere italiano". Il difensore di Spaccarotella, l'avvocato Bagattini, ha detto che l'agente "sta malissimo da un punto di vista psicologico", aggiungendo che la loro richiesta di appello è mirata ad una riduzione della pena.
Dopo la lettura della sentenza, Giorgio Sandri ha detto: "Questa decisione rispetta la verità storica dei fatti. Ringrazio il popolo di Gabriele". Il padre di "Gabbo" ha aggiunto: "E' stata una giustizia dovuta. Oggi mi sento orgoglioso di essere italiano". Un lungo applauso ha accolto l'uscita dei genitori di Gabriele Sandri dall'aula in cui si è svolto il processo di appello. Alla lettura della sentenza il pubblico, composto soprattutto da tifosi laziali e amici di Sandri, ha ascoltato la sentenza in silenzio. La gioia è scoppiata all'uscita, dove molti amici di Sandri erano in lacrime, così come i genitori Giorgio e Daniela, che si sono abbracciati a lungo; Daniela ha avuto anche un piccolo malore. Felicità è stata espressa anche dal fratello di Gabriele, Cristiano.
Quando si è ripresa, la mamma di Gabbo ha avuto anche un pensiero per l'agente condannato. "Alla lettura della sentenza ho provato pietà per Spaccarotella, anche se verso di noi non ha mai avuto gesti di comprensione. Sono tre anni che soffro ora questa sentenza ci restituisce serenità". Il poliziotto ha detto attraverso il suo avvocato, Federico Bagattini, di essere "affranto. Ma le speranze non sono finite". Bagattini ha annunciato che proporrà ricorso in Cassazione.
Le reazioni.
"E' una sentenza forte, ciò che ci aspettavamo. Non credo che riscatti dal dolore la famiglia ma è un segnale che va nella direzione che tutti avevamo auspicato". Lo ha detto la presidente della Regione Lazio Renata Polverini. "Credo che la sentenza della Corte d'Appello di Firenze sia equilibrata e ristabilisca un principio di verità e giustizia, che era quello che la famiglia di Gabriele Sandri ha sempre chiesto, senza alcuno spirito di vendetta". Così Walter Veltroni ha commentato la sentenza della Corte di Appello di Firenze. "In questi anni così difficili siamo stati vicini alla famiglia Sandri - ha aggiunto Veltroni - che ha sempre dato prova, nel suo grande e irreparabile dolore, di coraggio e fiducia nella magistratura, contribuendo anche a promuovere iniziative in memoria di Gabriele ispirate alla ricerca della verità e a promuovere nel mondo dello sport e tra i giovani un impegno contro la violenza". Anche il sindaco Alemanno ha detto la sua sulla decisione dei giudici fiorentini: "E' una sentenza dolorosa ma che rende giustizia alla famiglia e a tutti coloro che confidano nella legge. Oggi cambia qualcosa in profondità nel rapporto che c'è fra i ragazzi che vanno allo stadio e il mondo della giustizia e soprattutto viene sottolineato che a nessuno è consentito stroncare una vita umana con atti indegni del proprio ruolo".

02 DICEMBRE 2010

L'agente è stato condannato a 9 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario dalla Corte d'Assise di Firenze per la morte del tifoso Gabriele Sandri: "Sono stato abbandonato da tutti. Sono scomodo, hanno paura di aiutarmi".
CASO SANDRI, PARLA SPACCAROTELLA: "IN QUESTO PAESE NON C'È VERITÀ".
"In questo Paese non c'è verità, nessuno vuole dire la verità. I morti sono santi". E' quanto ha detto l'agente Luigi Spaccarotella ieri dopo la sentenza della Corte d'assise di Firenze che lo ha condannato a 9 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario per la morte di Gabriele Sandri. Lo riporta una nota del settimanale Oggi.
"Sono un padre di famiglia - ha continuato Spaccarotella - ma di me e dei miei figli non importa niente a nessuno. Adesso so che non rientrerò più in polizia. So che sono stato abbandonato da tutti, anche da chi credevo amico. Sono scomodo, hanno paura di aiutarmi, di schierarsi con un perdente, con chi è stato giudicato ancora prima della sentenza. Questa sentenza era già scritta. Sono stato condannato quel giorno, al casello di Arezzo".
"Spaccarotella - continua la nota - sostiene di avere accanto la moglie, la sorella e i genitori. Nessun altro. Teme l'arresto ("Non so neanche dove dormirò stanotte - dice - O se domani dormirò a casa") e nutre timori anche per la propria incolumità". "A nessuno importa di quello che ho fatto - conclude - Anche in questi mesi sono stato un poliziotto comunque sempre: lo scorso agosto, mentre ero fuori col cane, un ragazzo di colore ha cercato di forzare il lucchetto di un'edicola. Sono intervenuto, lui aveva un coltello, io ho chiamato il 113 e l'ho messo in fuga".

04 MARZO 2011

I giudici della Corte d'Assise d'appello di Firenze hanno depositato le motivazioni della sentenza di condanna a 9 anni inflitti all'agente Spaccarotella. Esplodere il colpo che uccise il tifoso della Lazio fu un azzardo eccessivo rispetto alle intenzioni di bloccare la fuga dell'auto.
SANDRI, LE MOTIVAZIONI DELL'APPELLO: "ECCO PERCHÈ FU OMICIDIO VOLONTARIO".
Uguali le premesse, diverse le conclusioni. I giudici della Corte d'assise d'appello di Firenze, così come quelli aretini di primo grado, ritengono che il poliziotto Luigi Spaccarotella sparò mirando l'auto su cui viaggiava Gabriele Sandri, con l'obiettivo di arrestarne la fuga. A differenza dei colleghi di Arezzo, però, secondo quelli di secondo grado, per il poliziotto questo "non poteva che palesarsi come un mero azzardo". Quindi, l'omicidio è volontario.
Nel 2009 ad Arezzo l'agente venne condannato a sei anni di reclusione per omicidio colposo con colpa cosciente. Per i giudici aretini, infatti, sparando, il poliziotto mai e poi mai pensò di poter uccidere qualcuno, disse. In appello, nel 2010, la corte fiorentina ha portato la pena a nove anni e quattro mesi, accusando l'agente di omicidio volontario. "Dati obiettivi - scrivono i giudici nella motivazione - si pongono come indicativi inequivocabilmente della sussistenza del dolo eventuale, in quanto tali da rappresentare all'agente come probabile o comunque niente affatto da escludere" l'eventualità di uccidere qualcuno.
Sandri venne ucciso l'11 novembre del 2007 nell'area di servizio autostradale Badia al Pino di Arezzo da uno sparo esploso da Spaccarotella, che si trovava ai lati della carreggiata opposta. Per i giudici d'appello, Spaccarotella sparò per impedire che l'auto su cui viaggiava il tifoso laziale si allontanasse. Il colpo non fu accidentale, quindi, come sostenuto da sempre dal poliziotto. "La postura assunta era chiaramente indicativa di un intento dell'agente di mirare verso qualcosa". Anche in aula, durante le dichiarazioni spontanee, "lo stesso imputato - annotano i giudici - ha finito per non escludere di aver potuto esplodere il colpo dopo essersi fermato a braccia tese", ricalcando così la descrizione data dai testimoni.
Riguardo il dibattito sulla deviazione del proiettile, che avrebbe impattato con la rete divisoria delle carreggiate autostradali, "sarebbe da ritenere - scrivono i giudici d'appello - che, se non vi fosse stato, verosimilmente il Sandri non sarebbe stato colpito". "Ciò - aggiungono - non implica, tuttavia, che il colpo non fosse diretto contro l'autovettura al cui interno era il Sandri".
I giudici d'appello 'rileggono' punto per punto i dati che hanno portato quelli di primo grado a decidere per il colposo: la visibilità, la percezione della distanza, la possibilità dell'agente di mirare alle ruote, la presunta assenza di movente, la presenza della rete metallica, il fatto che il poliziotto non fosse "un fanatico delle armi". E ne traggono conclusioni diverse: "l'imputato deve essere dichiarato colpevole del reato di omicidio volontario".

13 FEBBRAIO 2012

Ultimo giudizio dell'agente della polstrada che l'11 Novembre 2007 sparò al tifoso biancoceleste, uccidendolo. Il tribunale confermerà o meno le decisioni della Corte d'Appello. Previste particolari misure di protezione.
CASO SANDRI, LA CASSAZIONE DECIDE SULL'AUMENTO DI PENA A SPACCAROTELLA.
Martedì 14 febbraio la prima sezione penale della Cassazione - dove per garantire l'ordine pubblico sono state prese particolari misure di protezione - deciderà se confermare o meno l'aumento di pena, inflitto in secondo grado, a Luigi Spaccarotella. L'agente della polstrada è stato condannato per l'omicidio di Gabriele Sandri (26 anni), il tifoso della Lazio ucciso con un colpo di pistola che gli perforò il collo la mattina dell'11 novembre 2007 nell'area di servizio di Badia al Pino sull'A1, vicino ad Arezzo.
Il fatto infiammò la protesta dei tifosi in tutta Italia e ci furono disordini da Bergamo a Taranto. Nel 2009, in primo grado ad Arezzo, l'agente Spaccarotella venne condannato a sei anni di reclusione per omicidio colposo con colpa cosciente. La decisione fu accolta dalle proteste dei familiari e degli amici di Sandri, che sostenevano che il poliziotto era consapevole del rischio di poter uccidere qualcuno sparando. In seguito, il primo dicembre 2010, la Corte d'assise d'appello fiorentina ha inasprito la condanna a nove anni e quattro mesi di reclusione, come chiedevano le parti civili, riconoscendo Spaccarotella colpevole di omicidio volontario.
Il processo seguì il rito abbreviato con lo sconto di un terzo della pena e fu accolta la tesi della procura che chiedeva 14 anni di carcere, poi appunto ridotti per la scelta del rito. Contro la decisione di secondo grado hanno fatto ricorso in Cassazione i difensori del poliziotto, gli avvocati Francesco Molino e Federico Bagattini. A loro avviso la sentenza sarebbe mal motivata per quanto riguarda la sussistenza dell'elemento psicologico del dolo. L'agente è stato sospeso dal servizio e interdetto in maniera perpetua dai pubblici uffici.
Spaccarotella sparò da lontano - si trovava a fare dei controlli dalla parte opposta della stazione di servizio dove si trovavano Sandri e i suoi amici - mentre l'auto della vittima si stava allontanando dall'area di rifornimento dopo aver avuto un contatto rissoso, ma senza conseguenze con dei tifosi juventini.
Per l'accusa - il pg Aldo Giubilaro affiancato dal pm che ha condotto l'inchiesta, Giuseppe Ledda - il poliziotto sparò mirando all'auto, con l'obiettivo di fermarla. Era ai bordi della carreggiata e con una pistola non di precisione. Secondo i legali dell'agente, invece, il colpo partì accidentalmente e venne deviato dalla rete che divide le due carreggiate autostradali. Cristiano Sandri, il fratello avvocato di Gabriele che ha seguito tutta la vicenda processuale, dal blog della fondazione dedicata a 'Gabo' chiede alla Suprema Corte di confermare l'aumento di pena in base al principio dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, anche quando a sparare e a sbagliare è un poliziotto.

14 FEBBRAIO 2012

La Corte ha confermato il verdetto dell'Appello che ha condannato Spaccarotella a 9 anni e 4 mesi. Per il sostituto procuratore Iacoviello: "L'agente non sparò alle gomme". Il padre di Gabbo: "Voglio giustizia". L'ex poliziotto verso il carcere.
SANDRI, CONDANNA DEFINITIVA PER L'AGENTE. LA CASSAZIONE: FU OMICIDIO VOLONTARIO.
La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 9 anni e quattro mesi di reclusione per l'ex agente della polizia stradale di Arezzo, Luigi Spaccarotella, per l'omicidio del tifoso della Lazio e Dj Gabriele Sandri, ucciso con un colpo di pistola l'11 novembre del 2007 nell'area di servizio autostradale Badia al Pino. La Corte di Cassazione ha quindi rigettato il ricorso, così come richiesto dal sostituto pg Francesco Iacoviello, presentato dai legali di Spaccarotella contro la sentenza emessa dalla Corte d'assise d'Appello di Firenze che ha riconosciuto l'omicidio volontario con dolo eventuale.
Per la Procura Generale della Cassazione l'uccisione di Gabriele Sandri fu omicidio volontario. Per questo il Pg, Francesco Iacoviello, ha chiesto di confermare la condanna a 9 anni e 4 mesi per Luigi Spaccarotella.
La vicenda dell'omicidio del tifoso della Lazio e dj ucciso con un colpo di pistola alla testa dall'agente Luigi Spaccarotella l'11 novembre del 2007 mentre si trovava sui sedili posteriori di un'autovettura nell'area di servizio Badia al Pino, ad Arezzo, è davanti alla Suprema Corte. Per la vicenda Spaccarotella è stato condannato dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze a 9 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario.
Due processi: in primo grado l'agente aveva avuto una condanna più mite, 6 anni per omicidio colposo con colpa cosciente. I giudici del secondo grado hanno invece accolto la tesi dell'accusa riconoscendo nella condotta di Spaccarotella il reato di omicidio volontario con dolo eventuale. Il Viminale ha risarcito i familiari di Gabriele Sandri. Lo si è appreso da fonti della difesa dell'imputato. Michele Monaco, legale dei Sandri, ha confermato la notizia pur non rivelando l'entità della cifra, precisando che è stata ritenuta ''congrua'' anche se ''non potrà mai riparare alla perdita di Gabriele''.
La Corte d'Assise d'appello di Firenze ha emesso una condanna a 9 anni e 4 mesi, riducendo la richiesta iniziale di 14 anni di reclusione sulla base del rito abbreviato e delle attenuanti generiche. Luigi Spaccarotella ha sparato con la propria arma di ordinanza mentre si trovava nella corsia di marcia opposta a quella dove era ferma l'auto con Gabriele Sandri a bordo. Il giovane era partito da Roma insieme ad amici per raggiungere Milano, dove si doveva giocare Inter-Lazio.
L'agente della Polstrada, Luigi Spaccarotella, non stava mirando alle gomme della Renault sulla quale si trovava Gabriele Sandri, ma sparò perché ''voleva colpire la macchina e l'ha colpita'', ha detto il sostituto procuratore della Cassazione Francesco Iacoviello aggiungendo che ''la vittima è stata colpita al collo, se ci fosse stata una deviazione della rete, al massimo, sarebbe stata attinta al petto". La requisitoria del pg è durata circa un'ora e si è conclusa con la richiesta del rigetto del ricorso presentato dai legali di Spaccarotella, avvocati Federico Bagattini e Francesco Molino. L'udienza si svolge innanzi alla Prima sezione penale della Cassazione gremita di amici e parenti di Gabriele Sandri. "Siamo qui per Gabriele - spiega un portavoce degli amici - perché un cittadino italiano è stato ucciso intenzionalmente". In prima fila, insieme al legale di parte civile, avvocato Michele Monaco, siedono, con grande compostezza il fratello e il padre della giovane vittima, Cristiano e Giorgio. Spaccarotella che in attesa del giudizio definitivo è stato sospeso dal servizio, si trova in stato di libertà. Nel pomeriggio dovrebbe essere emesso il verdetto della Suprema Corte.
''Se Spaccarotella sparando avesse centrato un'auto in transito - ha detto il pg Iacoviello - forse si sarebbe potuto parlare di omicidio colposo. Ma c'è diversità tra sparare verso un'auto e colpire un'occupante di quella autovettura, e sparare dall'altra parte della strada e colpire un'auto di passaggio''. Il sostituto procuratore generale della Cassazione si è inoltre soffermato anche sulla mancanza del movente, sottolineando che ''il movente non conta quando si ha a che fare con il dolo eventuale. Il poliziotto che spara - ha detto il pg Francesco Iacoviello - è chiaro che non ha un movente per uccidere, ma anche il ladro che scappa non lo ha. Entrambi vogliono impedire qualcosa e accettano il rischio, il movente non cambia tanto da una parte e dall'altra''. Iacoviello ha definito la sentenza di secondo grado, che ha condannato Luigi Spaccarotella, ''una sentenza pregevolissima''.
Per Iacoviello, quindi, Spaccarotella agì sparando sulla macchina dei tifosi biancocelesti come in risposta allo ''smacco o alla beffa per il fatto che non si erano fermati né all'azionamento della sirena delle forze dell'ordine, né dopo che lui stesso aveva sparato un colpo in aria''. Per il pg questa reazione dell'agente fu ''abnorme tanto che gli altri tre poliziotti che erano con lui non spararono e reagirono diversamente''. Iacoviello iniziando la sua requisitoria nella quale aveva premesso di voler trattare ''solo argomenti di diritto'' tra le prime osservazioni non ha mancato di rilevare che ''se a sparare fosse stato un pregiudicato, anzichè un poliziotto, il giudice avrebbe impiegato solo una manciata di secondi per condannarlo per omicidio volontario con dolo eventuale'' come, nella vicenda Sandri, è avvenuto solo nel secondo grado di giudizio anzichè fin dal primo".
La requisitoria del sostituto procuratore generale della Cassazione, Francesco Iacoviello, è stata "molto apprezzata e condivisibile" dalla famiglia Sandri. Il padre e il fratello di gabbo hanno rilevato come la difesa di Spaccarotella, anche in Cassazione, ''si è solo limitata a riproporre la smentita linea di difesa dello sparo involontario''. "Mi aspetto giustizia. Voglio essere fiducioso. Anche perché non confermare la condanna per omicidio volontario sarebbe sconcertante". Poche parole, sussurrate con il volto dentro al cappotto, ma convinte quelle di Giorgio Sandri, padre di Gabbo. Nell'aula Brancaccio della prima sezione penale dove si è svolta l'udienza anche alla presenza del padre del ragazzo ucciso e del fratello, Cristiano. Molti anche gli amici del dj, tifoso laziale, presenti in aula. Alcuni di loro indossano cappelli con l'Aquila, simbolo della fede biancoceleste.
"Il procuratore generale ha sostenuto quello che noi abbiamo detto sin dall'inizio. E' un caso di scuola di dolo eventuale. L'azione dell'agente di polizia è un'azione che si focalizza nel dolo eventuale, è un operatore di polizia e non aveva una carabina di precisione che ti permette di capire cosa colpisci - ha detto Cristiano Sandri, fratello di Gabriele al termine della requisitoria del procuratore generale Iacoviello - Ci sono testimonianze cristallizzate che hanno descritto benissimo l'agente Spaccarotella nella sua posizione. Ha solo accettato il rischio che colpendo la macchina avrebbe colpito uno degli occupanti. Noi ci attendiamo la conferma della sentenza di appello. Se venisse legittimata la sentenza di primo grado - ha commentato Cristiano Sandri - allora tutte le strade italiane diventerebbero un far-west nel quale alle forze dell'ordine sarebbe lecito sparare per nulla. All'ergastolo siamo stati condannati noi familiari di Gabriele e non l'imputato che, con i benefici, sconterà al massimo la metà della pena: dico questo da avvocato, senza contestare l'ordinamento penitenziario ma solo per dire come stanno le cose obiettivamente". Cristiano poi ci ha tenuto a sottolineare che "l'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella non ci ha mai scritto alcuna parola di vicinanza o richiesta di perdono". Uno dei difensori di Spaccarotella, l'avvocato Federico Bagattini, ha spiegato che l'agente ''aveva scritto una lettera tramite il vescovo di Arezzo, che doveva farla pervenire al cardinal Bertone, ma questa missiva non è mai arrivata alla famiglia Sandri''.
La difesa di Spaccarotella, sostenuta anche dal legale Francesco Molino, punta su una "mal motivazione in punto di sussistenza dell'elemento psicologico del dolo" della sentenza d'appello. Che, se dimostrata, potrebbe portare all'annullamento del processo e all'inizio di uno nuovo. Di certo, se la Cassazione confermasse il verdetto dell'Appello l'imputato (che attende il verdetto ad Arezzo), a distanza di oltre quattro anni dai fatti, finirebbe in carcere scontando la pena per intero in quanto non ha periodi di carcerazione preventiva già trascorsi.

14 FEBBRAIO 2012

La prima sezione penale della Cassazione conferma così la sentenza d'appello nei confronti dell'agente della Polstrada. I genitori di Gabbo: "Giustizia è fatta".
SANDRI, NOVE ANNI ALL'AGENTE SPACCAROTELLA: "HA SPARATO PER UCCIDERE". ANDRÀ IN CARCERE.
ROMA - Condanna confermata. Ha sparato per uccidere. La prima sezione penale della Cassazione conferma la sentenza d'appello nei confronti dell'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella, condannato a nove anni e quattro mesi di reclusione, e stabilisce in via definitiva che l'uccisione di Gabriele Sandri fu omicidio volontario. Tra poche ore per lui si apriranno le porte del carcere.
Lacrime e commozione alla lettura della sentenza da parte dei familiari di Gabriele e dei tanti tifosi della Lazio presenti in aula. "Giustizia è fatta. E' la vittoria del popolo di Gabriele - dicono il padre di Gabbo, Giorgio Sandri, e il figlio Cristiano - Giustizia è fatta anche se non è stato facile". E torna alla mente quando in primo grado l'agente che sparò a Sandri venne condannato a una pena più lieve per omicidio colposo: "Si trattò di una sentenza raccapricciante ma non abbiamo mai smesso di avere fiducia nella giustizia. E la giustizia infine ha trionfato". Giorgio Sandri continua: "Perdonare Spaccarotella? Ci posso riflettere ma lui deve dire tutta la verità. E poi il perdono si dà a chi lo chiede, invece la mamma di Spaccarotella non ha mai telefonato a mia moglie, la mamma di Gabriele".
Nel frattempo Spaccarotella fa sapere di voler affrontare "la situazione da uomo". Mentre i suoi legali dicono che l'agente starebbe vivendo queste ore "drammaticamente" e, appresa la notizia, avrebbe versato lacrime amare con il figlio piccolo in braccio. Dal balcone di casa sventola un tricolore.
La vicenda che si chiude oggi ebbe inizio l'11 novembre 2007. Poco prima delle 9, un'auto di tifosi juventini, nel piazzale di sosta, viene avvicinata da alcuni supporter laziali, armati di spranghe. Scoppia una rissa, l'incidente richiama l'attenzione di due pattuglie della Polstrada, che si trovano sul piazzale dello stesso autogrill ma dall'altra parte della carreggiata a oltre 50 metri di distanza. Gli agenti raggiungono il bordo della carreggiata e, da lì azionano le sirene delle loro auto. Ma la rissa continua e, a questo punto, Spaccarotella decide di sparare. Il poliziotto spara due volte e un colpo raggiunge al collo Gabriele Sandri che si trova seduto in mezzo sul sedile posteriore della Megane Scenic. Il tifoso della Lazio muore poco dopo.
In giornata la notizia si diffonde in tutto il Paese e in alcuni stadi italiani scoppiano tafferugli generati da tifosi inferociti con la polizia. Quella sera, a Roma, esplode la violenza: centinaia di ultras di Roma e Lazio attaccano commissariati, la sede del Coni e lo stadio. Danno fuoco a cassonetti e autobus.
Spaccarotella viene subito iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario. I mesi successivi sono segnati dalla guerra delle perizie balistiche. Nel frattempo l'agente rientra al lavoro e viene trasferito più volte: prima la Polfer di Santa Maria Novella, poi la 'Coc', la Centrale operativa compartimentale della Toscana, quindi l'ufficio interprovinciale tecnico-logistico di Poggio Imperiale, a Firenze, in sostanza l'ex ufficio interregionale ormai dismesso, al quale viene assegnato per motivi di sicurezza.
Arriva così la condanna di primo grado. Il 14 luglio 2009 Spaccarotella viene condannato dalla corte d'Assise di Arezzo a sei anni di reclusione per omicidio colposo con colpa cosciente. E' una condanna che fa discutere e suscita polemiche. Il primo dicembre 2010 la corte di Appello di Firenze gli infligge la pena di nove anni e quattro mesi. Questa volta, però, la condanna è per omicidio volontario con dolo eventuale.
Si arriva ad oggi e alla sentenza della Cassazione che respinge il ricorso della difesa e si allinea alle richieste del sostituto procuratore generale Francesco Iacoviello che, in mattinata, chiedendo di confermare l'aumento di pena nei confronti di Spaccarotella aveva detto chiaramente che "l'agente non sparò alle gomme quella mattina dell'11 novembre 2007 quando appunto morì Gabriele Sandri". La Cassazione, dunque, ha sposato in pieno la tesi della pubblica accusa che nella requisitoria aveva sottolineato che il poliziotto "voleva colpire la macchina e l'ha colpita". Uccidendo Gabriele Sandri.

15 FEBBRAIO 2012

La sentenza della Cassazione ha confermato la condanna a 9 anni e 4 mesi a Spaccarotella. Piergiorgio Sandri: "Quell'agente andrà in cella, ma la morte di mio figlio è un ergastolo di dolore".
IN CELLA L'AGENTE CHE UCCISE GABBO. IL PADRE: "È GIUSTIZIA, NON VENDETTA".
"Ho avuto paura tutto il giorno. Paura che la verità fosse affossata, paura di vedere impunito chi ha sparato a mio figlio. Ora invece sono sollevato, anche se la parola è fuori luogo. Ma quando giustizia viene fatta il sollievo è un sentimento incontenibile". È il primo sfogo del padre di Gabriele Sandri: ha appena saputo che chi ha ucciso suo figlio andrà in carcere.
Il padre di Gabbo, Piergiorgio Sandri, ha appena aperto il suo negozio di abbigliamento alla Balduina, è con la moglie e con il figlio Cristiano, è appena arrivato, uscito dalla Cassazione dove ha ascoltato la sentenza: l'ex agente della Polstrada Luigi Spaccaratella, andrà in carcere.
Confermata la condanna a 9 anni e 4 mesi per l'omicidio volontario di Gabriele Sandri, colpito l'11 novembre 2007 da un proiettile mentre era in un'auto ferma in una piazzola sull'autostrada nei pressi di Arezzo. Il colpo sparato da Spaccarotella. Ha la voce rotta Piergiorgio, spezza le frasi a metà. Sembra svuotato all'improvviso dopo un'attesa di quasi cinque anni.

La Cassazione ha affermato che Spaccarotella non ha sparato alle gomme ma ad altezza d'uomo. Una versione che lei ha gridato ai giudici fin dall'inizio. Cosa prova?
"Io non ho mai pensato che quell'uomo volesse uccidere mio figlio. Però l'ha fatto. Ha compiuto un gesto per il quale deve pagare. Qualsiasi errore si paga, se errore è stato. E chi sbaglia e ferma la vita di un ragazzo ancora di più".

Crede che la pena sia equa allora?
"Dire che la pena non è giusta quando qualcuno sta per fare quasi dieci anni di carcere è una cosa indegna che io non farò mai. Posso dire però che la sua pena passerà, la mia pena invece non finirà mai".

Una volta confessò che il suo dolore invece di diminuire aumentava ogni giorno, che Gabriele era sempre più che vivo nel suo cuore e nella sua vita. È ancora così?
"Posso fare un esempio per far capire meglio quello che provo. Spaccarotella ha avuto nove anni, io il giorno che è morto ho avuto l'ergastolo. Sono perennemente in un inferno di mancanza, di dolore e di struggimento. Eppure Gabriele è con me. Vivo la mia vita con lui, come se fosse sempre qui, anche in questo momento. Noi non ci separiamo mai".

Lei in questi anni è diventato nonno, suo figlio Cristiano ha avuto un bimbo che ha chiamato Gabriele. Cosa racconterà a suo nipote dello zio del quale porta il nome? "Gli dirò che era pieno di vita, che aveva tantissimi progetti, che una pallottola ha fermato la sua vita in un modo assurdo e che deve essere felice di portare il suo nome".

Sua moglie ha avuto la notizia della condanna insieme a lei. Qual è stata la prima reazione che ha avuto?
"Si è fatta accompagnare a casa. Mi ha detto solo "devo pensare, sono frastornata". L'ho portata via. Lei è una mamma. In qualche modo pensa anche a quel ragazzo che ora entra in una cella. Solo una cosa ci sostiene: che Spaccarotella non ci ha mai fatto una telefonata, non ci ha mai scritto un rigo. Non ci ha mai detto nemmeno "mi dispiace". Né sua madre ha chiamato mia moglie, da madre a madre, per una parola di conforto. Se l'avesse fatto oggi per noi sarebbe un giorno diverso".

La sua famiglia è stata più volte accusata di volersi vendicare più che aver giustizia. È stata una cosa che l'ha fatta soffrire?
"Una grossa sofferenza per la mia famiglia. A molti ha dato fastidio il fatto che tenessimo sempre vivo il ricordo di Gabriele. Non abbiamo mai taciuto ma lottato perché la verità fosse sotto gli occhi di tutti. Quando ti ammazzano un figlio senza una ragione credo sia il meno che si possa fare. Per noi è stata l'unica strada da percorrere per sopravvivere".