Sassuolo-Roma 1-2: da grande squadra.

"La Roma non è una squadra equilibrata". "Non ha una rosa attrezzata per competere per la Champions". "Ha un gioco orribile". "Il suo allenatore è troppo pieno di sé e non fa il bene della Roma". "Fatece vedé il bel gioco".
23 punti in 11 gare. Aggancio al Napoli Campione d'Italia e quarto posto consolidato.
Il "super Milan" del gioco spettacolare di Pioli nel mirino.
La Lazio del Sarrismo dietro di quattro lunghezze, il grande Gasp bene che gli vada sotto di un punto.
Probabilmente la migliore prestazione dell'anno dei giallorossi contro il Sassuolo, salvato in più di un'occasione dai soliti miracoli di Consigli, che quando vede giallorosso diventa Yashin per un giorno per poi, la domenica successiva, tornare ad essere uno dei tanti paperoni in giro per l'Italia.
Partita preparata benissimo dal tecnico giallorosso, che come sempre devia l'attenzione su di sé facendo lavorare la squadra in serenità in un ambiente ovattato, lontano da possibili critiche e chiacchiere.
Nell'unica azione neroverde, condita da due tiri sballati che diventano entrambi assist, il Sassuolo passa a sorpresa in vantaggio, non avendo minimamente meritato il gol e anzi avendo subito per tutto il primo tempo la pressione giallorossa.
Nella ripresa, ecco ancora una volta i cambi vincenti di Mourinho: dalla panchina Azmoun dà la scossa giusta alla squadra, El Shaarawy rinforza la fascia di competenza e Kristensen sostituisce un pur bravo Karsdorp.
I giallorossi riprendono a martellare la difesa avversaria, Boloca decide di farsi espellere aiutando la rimonta della Roma che prima si guadadna con Kristensen un rigore realizzato alla perfezione da Dybala e poco dopo lo stesso terzino danese completa il sorpasso andando a siglare (complice anche una fortunata deviazione avversaria) il gol del meritato vantaggio giallorosso.
Ora ci vuole solo continuità. Quella stessa continuità che la Roma sta avendo da 11 gare a questa parte.
Alla faccia delle tante, troppe inutili chiacchiere intorno a questa squadra e al suo allenatore...
Nella foto sopra, Mourinho se la ride sotto i baffi: la sua Roma ha disputato una grande gara sul campo del Mapei Stadium, andando a strappare una importantissima vittoria in rimonta che consente ai giallorossi di agganciare il Napoli al quarto posto.
Roma-Udinese 3-1: le chiacchiere stanno a zero.

Bella e fondamentale vittoria della Roma contro l'Udinese.
Bella perché il risultato finale di 3-1 dà il senso di una squadra compatta, aggressiva, capace di andare presto in gol con Mancini, reagire in modo deciso al pareggio avversario e chiudere definitivamente la gara ancora nei minuti finali.
Fondamentale perché le concomitanti sconfitte di Fiorentina (mezzo furto del Milan...) e dell'Atalanta permette ai giallorossi di scavalcarle in classifica e posizionarsi al quinto posto insieme al Bologna, a soli 3 punti dal Napoli e quindi in piena corsa per la zona Champions.
Oltretutto è l'ennesima vittoria della squadra di Mourinho, che continua ad essere criticata, sbeffeggiata per il "non gioco", presa ad esempio (negativo) anche da chi commenta le pessime prestazioni della Nazionale Italiana: eppure questa squadra tanto bistrattata nelle ultime giornate ha una marcia da prima della classe, seconda solo all'Inter e alla Juventus, che nel loro scontro diretto non è che poi abbiamo mostrato un gioco così spumeggiante come invece viene raccontato.
Mourinho è uscito allo scoperto con la società e ha dichiarato che, a deteminate condizioni, è ben disposto a rimanere alla guida della panchina giallorossa anche in futuro.
I tifosi della Roma hanno da tempo e ribadito anche allo stadio il loro pensiero a riguardo: Mourinho non si tocca.
Ora la palla passa alla proprietà che, come ha dimostrato di fare da sempre, non si perde in chiacchiere ma lavora in silenzio e sotto traccia.
Inutile chiacchierare troppo intorno a questa squadra: le vittorie continuano ad arrivare, la classifica si sta sistemando, il futuro è meno opaco di qualche settimana fa.
La Roma c'è e continua a correre. Il resto è fuffa.
Nella foto sopra, l'esultanza "polemica" di Dybala dopo aver realizzato il gol del 2-1 (numero 4.500 della storia della Roma), rivolto a tutti coloro che in questa settimana hanno chiacchierato un po' troppo.
Slavia Praha-Roma 2-0: Praga (ancora) indigesta.

Per qualcuno questa trasferta a Praga doveva essere una pura formalità: avrebbe permesso alla Roma di guadagnare agevolmente l'accesso alla fase successiva di Europa League da prima in classifica, quindi senza passare per gli Spareggi, avrebbe fatto rifiatare alcuni giocatori sempre utilizzati da Mourinho, e avrebbe permesso di preparare al meglio e con calma il derby di domenica prossima.
Ma la realtà è stata ben diversa: pessimo, orribile atteggiamento della squadra scesa in campo fin dai primissimi minuti: molli su ogni pallone, continue scivolate e perdita di equilibrio (ma il riscaldamento pregara non serviva proprio a valutare le condizioni del terreno di gioco e permettere anche di scegliere gli scarpini adeguati?), poca aggressività sui palloni vaganti e zero tentativo di costruzione del gioco.
Slavia Praga invece con atteggiamento completamente opposto: aggressivi su ogni pallone (anche al limite del regolamento, ma l'arbitro ha arbitrato tutta la partita lasciando molto correre) come se fosse la loro partita della vita.
Ed evidentemente lo era: con questa vittoria si riprendono, anche meritatamente, il primo posto in classifica e solo un loro passo falso a questo punto potrà toglierlo.
Anzi, i giallorossi devono anche ringraziare gli errori degli attaccanti cechi sul finire di gara, che ha permesso di chiudere con un passivo di sole due reti: in caso di passivo di 3 reti, la differenza reti sarebbe stata drammatica.
Lo è ugualmente difficile: è oggettivamente impensabile che la Roma possa superare la differenza reti che attualmente ha lo Slavia. L'unica speranza, anch'essa estremamente remota, è che perdano punti nelle ultime due gare del girone.
E altra speranza è quella di non vedere più, mai più, una squadra con un atteggiamento così poco professionale scendere in campo, né in Italia né in Europa. Né ora né in futuro.
Ma certo è che se non c'è riuscito neanche Mourinho a far sparire questo malcostume tipicamente giallorosso di presentarsi così in alcune partite e di snobbarle...
Nella foto sopra, Romelu Lukaku osserva attonito la partita: l'attaccante giallorosso dopo una serie record di partite consecutive in Europa League sempre a segno, stavolta non ha avuto neanche un'occasione limpida per poter segnare, rimanendo così a secco. E questa è una notizia.
Roma-Lecce: col cuore in gola.

La Roma non finisce mai.
Non finisce mai di sorprendere, di far sperare, di far soffrire, di far emozionare, di far gioire, di far esaltare.
Partita contro il Lecce che doveva essere una vetria per il ritorno di Dybala dal primo minuto, di Renato Sanches a partita iniziata e che avrebbe dovuto far guadagnare punti su Atalanta, Lazio e Milan sconfitte dalle rispettive avversarie negli anticipi del sabato.
Partono forte i giallorossi, che dopo una manciata di minuti hanno già l'opportunità di rendere il pomeriggio sportivo poco più di una passeggiata guadagnando un rigore che Lukaku (mai fallito un penalty in Serie A) si appresta a realizzare.
E invece il rigore è calciato male e Falcone (altro portiere tifoso romanista...) si erge a muro difensivo della propria porta negando in più occasioni il vantaggio alla Roma: Aouar, El Shaarawy, lo stesso Lukaku e un ispiratissimo Dybala non riescono a superare l'estremo difensore leccese.
Ma il gol è nell'aria, il Lecce raramente riesce a superare la metà campo, e la Roma è assoluta padrona del campo.
Eppure la ripresa presenta delle sorprese inaspettate, tanto che il Lecce passa in vantaggio quasi per caso e le nuvole cominciano a calare sull'Olimpico.
I giallorossi non ci stanno, tantomeno i tifosi che nonostante tutto chiamano a gran voce la riscossa e la vittora.
Il tempo corre veloce, Mourinho rischia il tutto per tutto, oltre il 90' Azmoun segna il primo gol in giallorosso di un iraniano e il pareggio è raggiunto.
La partita è praticamente finita ma l'Olimpico è una bolgia, vuole la vittoria ad ogni costo, nonostante il cronometro dica che manca una manciata di secondi al fischio finale.
Dybala prende palla sulla trequarti, lancia verticalmente per Lukaku che si libera del suo diretto avversario e riesce finalmente a superare Falcone proprio sotto la Sud.
L'Olimpico esplode, Big Rom corre sotto la Curva Sud urlando tutto quello che aveva accumulato in questa settimana difficile dopo i fischi di Milano e scrollandosi di dosso l'errore di inizio gara dal dischetto.
La partita, ora, può finalmente finire. La Roma ha vinto, la classifica ora è tornata a sorridere ai giallorossi.
La Roma c'è. E non finisce mai...
Nella foto sopra, il mucchio selvaggio e festante dei giocatori della Roma sotto la Curva Sud che abbraccia Lukaku dopo che lo stesso attaccante giallorosso ha realizzato il gol vittoria contro il Lecce a tempo scaduto.