Il ritorno di Zeman sulla panchina della Roma, riporta entusiasmo nella tifoseria giallorossa dopo la pessima annata vissuta con Luis Enrique alla guida della formazione giallorossa.
Come da prassi, il tecnico boemo si attiene ai dettami della società e accetta tutti i giocatori che Sabatini gli porta nello spogliatoio, ma su due vuole decidere lui: gli serve un portiere che sappia giocare bene con i piedi (e sceglie il pessimo Goicoechea...) e un regista dai pieni più che buoni che sappia impostare la squadra, e su questo non transige, dato che per Zeman De Rossi non è un centrale di centrocampo, ma un intermedio.
Nella sua splendida annata in serie B con il Pescara, Zeman si innamora di Panagiotis Tachtsidis, che gioca nell'Hellas Verona e lo vuole a tutti i costi a Roma.
Sabatini accontenta il tecnico boemo, ma da subito si crea un dualismo tra il Tachtsidis e De Rossi: a farne le spese è la fragile emotività del gigante greco, e poco dopo anche la panchina di Zeman.
Tutto sommato Tachtsidis non è neanche male dal punto di vista tecnico, e Zeman ci aveva visto anche bene: sa impostare bene la palla, fa salire la squadra, ha un'ottima visione di gioco.
Ma è estremamente lento, e spesso e volentieri gli avversari lo superano con troppa facilità.
La squadra intorno, poi, col rendimento tenuto durante tutta la stagione, non lo aiuta di certo, e lui a fine anno, non viene riscattato dalla Roma, orfana ormai dell'unico che aveva creduto fortemente in lui: mister Zeman