È senza ombra di dubbio tra i migliori interni del calcio italiano tra la fine degli anni '20 e l'inizio del decennio successivo.
Cresciuto nel fertile vivaio alessandrino, comincia a giocare con Baloncieri, forse il maggior fuoriclasse del calcio italiano di allora, cercando di carpirne i segreti. Quando il Balon decide di trasferirsi al Torino, va a formare coppia con un altro mostro sacro, Giovanni Ferrari e aiuta i grigi a superare brillantemente la perdita del loro asso più celebrato. Interno dalle spiccate qualità offensive, ha grande capacità nel concludere nel modo migliore l'azione da lui stesso impostata, grazie all'abilità nel tiro e nello scegliere il momento giusto per inserirsi. Dopo le ottime stagioni alessandrine, passa al Genoa, ove dà luogo ad una serie di stagioni di altissimo livello, in particolare la prima, nel corso della quale porta i grifoni ad un passo dall'agognato decimo titolo.
Nel 1932, è la Roma ad assicurarsene le prestazioni, ma all'ombra del Colosseo comincia un rapido ed inspiegabile declino che in breve lo cancella dal grande calcio.