Si rivela giovanissimo nel Vigevano, in terza serie, segnalandosi come mediano tosto e dal rendimento medio sempre molto elevato.
È un combattente, uno di quelli che non tirano mai dietro la gamba e pensano a far legna per la squadra. Corre tanto e si sacrifica per i compagni meno portati di lui sul piano della corsa, per cui diventa presto un beniamino di quei tifosi che sanno apprezzare chi si sacrifica per la causa.
Queste doti gli consentono di passare alla Cremonese, ove conferma di essere uno dei migliori centrocampisti della serie C, nei due tornei giocati in maglia grigiorossa. I giudizi lusinghieri che accompagnano le sue prestazioni, spingono gli osservatori di molte società a verificarne la tenuta sul campo e ben presto si capisce che non rimarrà per molto sui campetti di provincia.
Nel 1956-57 è la Roma ad acquistarlo, ma il salto di categoria si rivela sin troppo brusco per lui.
In effetti, non ha doti tecniche tali da consentirgli di bruciare la concorrenza di giocatori ormai affermati come Giuliano, Venturi e Pestrin, per cui la stagione si trasforma presto in un fallimento per lui: due presenze soltanto e un rientro nei ranghi che è la pratica anticipazione di quanto succederà alla fine dell'anno, quando la società decide di cederlo al Taranto.