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LUIGI NOBILE
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Luigi Nobile Tursi (MT), 24 - 02 - 1921 / Saint Vincent (AO), 18 - 02 - 2009
Esordio in serie A: 22 Dicembre 1940, Napoli-Roma 2-1

Campione d'Italia 1942

STAGIONE
SQUADRA
SERIE
PRESENZE
GOL
1940-1941
ROMA
A
3
-
1941-1942
ROMA
A
1
-
1942-1943
ROMA
A
-
-



BIOGRAFIA

La Roma lo scova in provincia di Matera, dove è avvenuta la sua formazione calcistica e lo immette nei suoi ranghi, puntando con tutta evidenza ad una crescita tecnica che lo faccia diventare giocatore vero.
Terzino non molto dotato dal punto di vista tecnico, è il classico spazzino che caratterizza il calcio del Metodo, nel quale i difensori laterali sono chiamati a compiti di guardia alla propria area di rigore, senza partecipare al gioco, a meno che non si chiamino Rosetta. C'è chi lo fa con personalità, cercando di non maltrattare troppo il pallone e partecipando di tanto in tanto agli assalti offensivi della propria squadra, chi invece si limita a svolgere il suo compitino, senza eccessive sbavature. Lui, rientra in questa seconda categoria e proprio per questo, è una vera e propria meteora nella storia romanista.
Fa il suo esordio nel dicembre del 1940, contro il Napoli, quando il paese si trova ormai in una guerra voluta solo da Mussolini e il calcio va avanti per poter far dire al Regime che non c'è da preoccuparsi di quanto sta succedendo. In quella stagione colleziona altre due presenze, anche se non impressiona particolarmente. Del resto, non è certo un fenomeno, né dal punto di vista tecnico, né dal punto di vista fisico e il suo ruolo diventa ben presto quello di un onesto rincalzo, da poter utilizzare senza troppi scompensi in caso di defezione dei titolari. Almeno quello riesce a farlo senza combinare troppi danni.
Nell'anno successivo, però, ha la fortuna di giocare una partita, quella importantissima col Torino, quando la Roma guidata da Amadei e Masetti, pone una grossa ipoteca sui destini del campionato, dandogli così la possibilità di iscrivere il suo nome tra quelli di coloro che hanno la ventura di portare il primo scudetto nella capitale. Schaffer lo chiama a partecipare a quella partita decisiva e lui lo ripaga per quello che sa fare.
E' una piccola fortuna che lo ripaga della sorte avversa di trovarsi davanti due terzini molto forti come Andreoli e Brunella, vere e proprie colonne difensive che riducono al lumicino le sue possibilità di impiego. In pratica, quella coi granata, sarà la sua ultima partita con la Roma, poiché da questo momento scompare completamente dalle vicende calcistiche, uno dei tanti calciatori del periodo inghiottiti dal conflitto.