È uno dei migliori interni del calcio italiano a cavallo tra gli anni '20 e il decennio successivo.
Grandi mezzi tecnici e ottima capacità di concludere la manovra da lui stesso impostata, si rivela giovanissimo nel Modena, del quale diventa presto un punto di forza, attirando sulla propria persona le attenzioni di molte squadre.
Nel 1931, i canarini cedono alle lusinghe del Genoa e Mazzoni si trasferisce sotto la Lanterna, ove continua a sciorinare prestazioni di alto livello.
Purtroppo per lui, la strada della maglia azzurra gli viene preclusa dalla presenza di straordinari fuoriclasse come Meazza, Ferrari e Cesarini, per cui il suo ruolino con la Nazionale si limita a 6 gettoni con la squadra B.
A Roma, arriva sul finire di una grande carriera. Nella prima stagione, dà un buon contributo di gioco, costituendo una valida alternativa per i titolari, ma nella seconda annata, il logorio fisico indotto da una ormai lunga carriera si rende del tutto evidente, tanto che finisce presto ai margini della prima squadra.
È il vero e proprio canto del cigno ad alti livelli.