Comincia a farsi notare in una squadretta giuliana, l'Edera Trieste, in serie C.
È un'ala scattante ed insidiosa, molto tenace, il cui gioco si basa non tanto sulla tecnica, quanto sull'intensità. Non si perde in inutili ghirigori e appena può punta direttamente sul fondo o converge a rete.
Nell'estate del 1949, la Roma, alla ricerca di prospetti interessanti e a basso costo, ne acquisisce il cartellino, sperando in una sua esplosione.
Che non avviene sia perchè non è un fenomeno ma anche a causa della crisi tecnica in cui ormai versano i giallorossi. Il suo rendimento è comunque buono e dimostra che la stoffa c'è.
Nella seconda annata, finisce anche lui travolto dal marasma che porterà la Roma in serie B per la prima volta e alla fine della stagione prende la via di Lucca, ove dimostra di essere tutt'altro che una schiappa.
Al Porta Elisa riesce a dar luogo ad una ottima stagione che convince la Roma a riportarlo nella capitale.
Gioca una buona stagione, ma poi l'arrivo di Ghiggia gli chiude definitivamente la strada.