Portiere della nazionale brasiliana che cresce nell'Internacional di Porto Alegre.
La Roma lo acquista nel gennaio 2016, quando a difendere la porta giallorossa c'è Szczesny in prestito dall'Arsenal: sapendo che il portiere polacco a fine anno tornerà sicuramente alla squadra londinese, il DS Sabatini lo acquista lasciandolo in Brasile fino all'inizio della nuova stagione.
Nel frattempo sulla panchina giallorossa Spalletti sostituisce Garcia, e il tecnico di Certaldo punta forte su Szczesny e fa di tutto per trattenerlo anche per la successiva stagione.
La Roma lo accontenta, e Alisson si ritrova comprimario in una stagione in cui pensava di essere protagonista: in pratica difenderà la porta giallorossa solo nelle partite di Coppa, non riuscendo mai ad esordire in campionato.
L'anno successivo con Di Francesco in panchina, il mondo scopre Alisson: un vero fenomeno tra i pali.
Alla Roma erano anni che non si vedeva un portiere così: sicuro tra i pali, eccellente nelle uscite e soprattutto un senso della posizione straordinario, che gli permette di prendere palloni quando sembrano già finiti in rete.
La Roma, sopratttutto ad inizio stagione, deve molto alle sue parate che tolgono dall'imbarazzo la difesa giallorossa e soprattutto instillano sicurezza in un reparto ancora in fase di rodaggio.
In quella strepitosa stagione, Alisson arriva fino alla semifinale di Champions League, prima di partire per il Mondiale di Russia con il suo Brasile.
E appena terminato il Mondiale, nella casse della Roma arriva un'offerta irrinunciabile: quasi 75 milioni di euro dal Liverpool, la più alta cifra mai spesa per un portiere.
La separazione, seppur dolorosa, risulta inevitabile.