La Stampa
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Juventus-Roma: 3-0
Partita
piana, regolare e priva di incidenti. Partita essenzialmente sprovvista
di quelle violenze e di quelle interruzioni dovute al nervosismo dei
giuocatori che così spesso infiorano le gare del giorno d'oggi. Partita
quindi esemplare dal punto di vista della correttezza. In tutti i
novanta minuti di giuoco, forse un solo fallo attribuibile in certo
qual modo alla volontarietà dei giuocatori si ebbe a vedere: ed ancora
un fallo di lievissima entità che non interruppe il giuoco che per
brevissimi istanti.
L'attesa per vedere all'opera il Roma era viva a Torino. Così un
pubblico numeroso era convenuto sul campo della Juventus malgrado che
il tempo fosse tutt'altro che favorevole per manifestazioni all'aperto.
E l'incotro fu bello, veloce ed interessante, pur senza raggiungere in
nessun momento carattere emotivo.
Le due squadre si presentarono nella formazione seguente:
ROMA: Rapetti, Mattei, Corbyons, Carpi, Ferraris, Zamporlini, Ziroli,
Fasanelli, Bussich, Cappa, Chini.
JUVENTUS: Combi, Rosetta, Patti, Barale III, Vojack, Bigatto, Munerati,
Ferrero, Bonivento, Galluzzi, Marucco.
Arbitro era Giorgi di Milano.
Ad otto minuti dall'inizio i torinesi già si trovavano in vantaggio
come segnatura. Una avanzata dovuta all'iniziativa ed alla tenacia di
Munerati, ed un bel centro che trovava la difesa romanista
completamente spiazzata, Ferrero e Bonivento lasciavano passare la
palla. Chi sparava era viceversa Galluzzi. Il tiro urtava nella base
del palo destro e la palla andava a finire nella rete. Rapetti,
sorpreso dalla rapidità dell'azione ed oscurato da uno dei suoi
terzini, si gettava in tuffo in ritardo.
Chi si attendeva una reazione violenta o per lo meno energica da parte
degli ospiti, doveva restar disilluso. I romani andavano bensì
all'attacco, ma in tono pacifico e con aria non soverchiamente
convinta. Le due ali mostravano buone doti di velocità, ed il centro
avanti dava a vedere di possedere senso della posizione: ma nulla più.
I due mediani laterali non erano all'altezza della situazione, ed il
centro stesso della seconda linea, l'internazionale Ferraris, teneva un
contegno che lasciava un po' perplessi coloro che conoscevano per prova
antecedente il valore dell'uomo.
La prima linea della Juventus camminava in stile sciolto e leggero.
Passava e minacciava. Al 31° minuto di giuoco i torinesi segnavano il
loro secondo punto. L'attacco aveva avuto origine dal centro questa
volta. Giunto nell'area di rigore, sorpresi i due terzini romani in
posizione errata, Ferrero aveva allungato la palla verso la mezz'ala
sinistra in modo così preciso e giudizioso da tagliar nettamente fuori
ogni avversario. Galluzzi completava l'opera con un tiro che mandava la
palla nel lontano angolo sinistro della rete. Rapetti, sopreso in
posizione errata, non potè nemmeno fare un tentativo di parata.
Così finiva il primo tempo. Durante il quale, oltre ad un paio di
occasioni di relativa facilità, la Juventus trovò il modo di mancare un
calcio di rigore. La punizione era stata occasionata da un tiro di
Munerati che Zamporlini aveva arrestato con ambo le mani ad un paio di
passi dalla porta. Munerati stesso tirava il calcio di rigore, ma lo
tirava proprio nelle mani di Rapetti, che con intuito si era lanciato
verso l'angolo sinistro della rete.
In tutto questo primo tempo i romani non erano giunti a minacciare la
incolumità della rete torinese che in un paio di occasioni, la seconda
delle quali su tiro di Chini aveva dato luogo ad una bella parata di
Combi.
Il giuoco fu più distribuito ed equilibrato nel secondo tempo. Giuoco
di metà campo, essenzialmente. La Juventus continuava ad avere la
migliore, ma il Roma rispondeva dando frequenti occasioni di lavoro
all'estrema difesa torinese. Al 30° minuto di questo tempo, giungeva il
punto che doveva sigillare le sorti della giornata. Incursione veloce
di Marucco, l'ala sinistra torinese, centro basso e rapido. Tanto
rapido che cinque o sei uomini tra torinesi e romani non giungono né ad
approfittare né ad intercettare. Interviene all'ultimo Munerati, ed
interviene in modo così energico e deciso che la palla va a finire con
violenza inaudita nell'angolo destro della rete difesa da Rapetti.
E questo fu tutto, come segnature. Prima della fine la Juventus mancava
ancora due situazioni di non grande difficoltà, mentre Combi parava in
modo magistrale un violento tiro sparatogli da due passi e deviava in
alto per un calcio d'angolo un'altra forte cannonata proveniente dal
limite dell'area di rigore.
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